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Autore: casstheliar    01/08/2013    6 recensioni
Finiti i corsi di recupero e superato il difficile esame di matematica, Zayn viene trascinato dalla sorella ad una lezione di prova in palestra.

Zayn/Liam • nerd!Zayn • personal trainer!Liam • seguito di 'adorable' → http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1993282&i=1
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Seguito di adorable 
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Zayn aprì la porta di casa con un sorrisetto mal celato. Poggiò la camicia sull'appendiabiti, nonostante fosse luglio la sera precedente aveva diluviato e fuori c'era una brezza fresca. Fu travolto dalla sorella che gli gettò le braccia al collo, "Zay sono così fiera di te", gli stampò un sonoro bacio sulla guancia. Lui le rivolse uno sguardo interrogativo, "Come fai a saperlo già?"
"Ho i miei informatori, dovresti saperlo ormai", Doniya scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. Zayn si spostò verso la cucina e vide in un pentolino il riso al curry avanzato la sera prima, con un'alzata di spalle lo prese e lo mise sul fuoco.
"E' per caso il mio professore di matematica il tuo informatore?", ricevette un pugno parecchio violento sulla spalla, "Ma stai zitto", lo rimproverò lei e per un attimo Zayn pensò di aver centrato in pieno l'obiettivo. Rabbrividì e rovesciò il contenuto del pentolino in un piatto, prese una forchetta e, una volta seduto al tavolo, mangiò velocemente il suo pranzo. Doniya si sedette di fronte a lui e lo fissò, mettendolo a disagio, "Che vuoi?", domandò il ragazzo alzando un sopracciglio, sapeva fin troppo bene che la sorella stava tramando qualcosa che non gli sarebbe piaciuto.
"Nulla, non posso guardare il mio fratellino mentre mangia?", la sua voce era squillante, troppo rispetto al solito. "No, non puoi, mi dai fastidio", rispose Zayn ficcandosi un'altra forchettata di riso in bocca.
"Sei sempre il solito, immagino che tu non veda l'ora di rinchiuderti in camera e smanacciarti davanti a quelle stronzate", osservò saccente la sorella.
"Quello che faccio io non ti riguarda, io mica vengo a romperti le palle", Zayn si alzò e mise il piatto nella lavastoviglie, cercò di lasciare la cucina ma Doniya gli si parò davanti, ostruendo il passaggio.
"Ora esci con me", sancì la ragazza con un sorriso soddisfatto stampato sul volto.
"Non se ne parla", protestò Zayn, desiderando il suo portatile più di ogni altra cosa al mondo.
"Invece se ne parla eccome", si ficcò una mano nella tasca dei jeans ed estrasse un foglietto di carta striminzito che porse immeditamente al fratello. Zayn lo appiattì contro la gamba e la prima cosa che notò era la grafica pessima, pensò che lui avrebbe saputo fare decisamente meglio. "Leggi", lo incitò la ragazza, ben consapevole delle divagazioni mentali del fratello. Zayn sbuffò e lesse in silenzio, "E a me cosa importa?", commentò rialzando lo sguardo.
"Io voglio andare e tu mi accompagni! - decretò Doniya riprendendo il foglio tra le mani - La Shiva, vicino al centro commerciale, sta facendo questo giorno di prova e non so con chi altro andare"
"Non verrò con te a fare una lezione di aerobica, Don", Zayn la guardò come se sua sorella fosse uscita di testa e gli stesse dicendo fandonie su fandonie.
"Puoi fare quello che vuoi, ti prego, Zaynie"
"Se posso fare quello che voglio allora vorrei starmene a casa, grazie", il ragazzo provò a spostare sua sorella con la forza, fallendo miseramente.
"Guarda quelle braccine deboli, hai davvero bisogno di venire in palestra", disse lei con un sorriso. "Ne hai più bisogno tu visto che sei così grassa che non riesco a spostarti", commentò acido il ragazzo, ricevendo uno schiaffo in pieno volto, "Zayn Malik come ti permetti? Stai parlando con tua sorella maggiore. Ora ti muovi e vieni con me", Doniya lo afferrò per un braccio e se lo trascinò passivamente dietro. "Prendi questi due borsoni"
"Che sono?"
"Il mio e il tuo cambio", Zayn spalancò la bocca, "Sei entrata nella mia stanza senza avere il mio permesso?"
"Lo faccio sempre", rispose lei con un'alzata di spalle.
"Don, io ti odio".


Doniya scese dall'auto più elettrizzata che mai, mentre Zayn trascinava, sbuffando, entrambi i borsoni. Lui la seguì all'interno e si guardò intorno sperso, non aveva mai messo, in diciotto anni di vita, piede in palestra. Sua sorella porse il fogliettino pubblicitario tutto stropicciato alla ragazza della reception che saggiò entrambi con lo sguardo.
"Che vorreste provare?", domandò con un tono di voce scocciato.
"Io kick-boxing", affermò con certezza Doniya.
"E tu?", la ragazza lo fissò mentre lui non sapeva cosa rispondere, non se ne intendeva per nulla di palestre, erano una sorta di foresta oscura piena di insidie e tranelli.
"Io.. non lo so", boccheggiò, guardando la sorella per cercare un supporto.
"Oh Zayn, decidi e basta", Doniya si chinò e raccolse il suo borsone e si allontanò velocemente verso lo spogliatoio, il ragazzo la guardò andare via.
"Allora?", domandò seccata la ragazza.
"E tu?", sentì una voce stranamente familiare, subito dopo accompagnata da una figura ancora impressa nella sua mente. "Oh", esclamò Zayn, avvampando violentemente.
"Lui viene con me in sala pesi, segna pure", disse il ragazzo rivolto alla ragazza alla reception. Lei si limitò ad annuire. Zayn era immobile, "Allora vieni?", il ragazzo annuì e seguì il suo vicino di casa. "Ora vai a cambiarti, ti aspetto qui fuori", gli fece l'occhiolino e Zayn, inciampando nei suoi stessi piedi, entrò nello spogliatoio. Gettò il borsone a terra e si sedette su una delle panchine in legno, affondando il volto nelle mani. Aveva totalmente dimenticato che in quella precisa palestra lavorasse il suo vicino di casa, Liam. Solo rivederlo lo aveva turbato sia nello spirito che nel corpo. Si alzò in piedi e si sciacquò il viso, tentando di calmarsi e di non pensare al principio di erezione bloccato dai jeans: avrebbe avuto bisogno di una doccia gelata. Lentamente si spogliò e infilò la t-shirt e i pantaloncini che le aveva preso la sorella. Si fece forza e si costrinse ad uscire.


Liam lo accolse con un sorriso ampio e si soffermò con lo sguardo sulle sue braccia esili, "Mai fatto un po' di palestra?", Zayn scosse la testa sentendosi in soggezione, "No mai". L'altro sorrise sotto i baffi e gli scompigliò i capelli, "Allora vediamo di non far stancare troppo quelle braccine". Zayn fece una smorfia e, riluttante, lo seguì fino alla sala pesi.
Vi erano decine e decine di attrezzi diversi che agli occhi del ragazzo apparivano come strumenti di tortura. Pensò di essere capitato in uno dei film della saga di Saw e che presto per lui sarebbe tutto finito.
"Allora - esordì, Liam - per prima cosa dobbiamo scaldare questo corpicino. Preferisci una corsetta o una pedalata?", domandò alludendo agli attrezzi poggiati lungo la parete destra della stanza. Zayn avrebbe voluto rispondere che il suo corpo era già sufficientemente caldo grazie a lui, ma si morse la lingua, "E' uguale, che mi consigli?".
"Tapis roulant, corri per dieci minuti". Zayn si posizionò sul macchinario e Liam regolò per lui la velocità. Dopo quei primi dieci minuti di corsa era già senza fiato. Liam gli diede un paio di pacche sulle spalle, "Ora faremo un paio di esercizi specifici per le braccia, oggi andremo ad allenare quelle". Lo aiutò nello stretching e ad ogni contatto con le sue mani, Zayn sentiva la pelle bruciare.
Si sentiva sufficientemente accaldato, si rialzò in piedi, "Credo che possiamo iniziare", sancì.
Liam gli rivolse un sorriso accomodante e gli spiegò per filo e per segno tutto quello che avrebbero fatto in quel pomeriggio.


Dopo le prime due ore Zayn si sentiva come se le sue braccia stessero acquistando vita propria e che stessero per abbandonarlo. Si accasciò su un materassimo azzurro, col fiato corto e un'infinità di crampi che gli facevano compagnia.
"Già stanco?", gli chiese Liam, inginocchiandosi accanto a lui e porgendogli una borraccia. Zayn ne tracannò il contenuto che gli scivolò lungo gli angoli della bocca. Si pulì frettolosamente con la mano. "A pezzi", rispose a Liam, stendendosi.
"Presto iniziamo il secondo round"
"Mi vuoi uccidere?", domandò esasperato Zayn.
"Non è questo quello che voglio, però se mi prometti di tornare, di iscriverti, per oggi la finiamo qui", il moro si mise a sedere e fissò negli occhi Liam, "Mi stai per caso ricattando? E' così che porti nuovi clienti in palestra?"
"Sarò il tuo personal trainer, non ti lascerò andare nemmeno un attimo. Vedrai che renderemo un po' più robusto questo corpicino che ti ritrovi", lo prese in giro il maggiore, Zayn arricciò le labbra, "Sto benissimo così", Liam sbattè le palpebre eloquentamente e con un movimento fluido e repentino bloccò le spalle del ragazzo tra le mani e lo atterrò sul materassino. Zayn tentò invano di divincolarsi, la sua forza non era paragonabile a quella imprigionata nelle braccia possenti di Liam. Il maggiore avvicinò pericolosamente il viso a quello di Zayn, "Sicuro di stare bene?", sussurrò ad un paio di centimetri dal suo naso. Effettivamente il moro non stava affatto bene, quel contatto così diretto aveva risvegliato la sua erezione ormai assopita. Scartò di lato, prendendo alla sprovvista Liam, e rotolò lontano da lui.
"Come puoi vedere me la so cavare benissimo da solo", affermò con un ampio sorriso. Si rialzò in piedi, Liam lo imitò e si avvicinò a lui, troppo per i gusti di Zayn.
"Ero serio quando ti ho chiesto di venire qui", gli afferrò il polso, con estrema delicatezza e incastonò gli occhi nei suoi. Liam aveva due begli occhi scuri, profondi e sinceri che si animavano assieme a tutto il suo volto. Zayn sapeva che stava per accadere qualcosa, o almeno, dentro di sé sperava che stesse per accadere qualcosa. Erano soli in quella stanzetta, attorniati da specchi e muovendo gli occhi su di essi il moro era in grado di guardare da ogni angolazione il corpo perfetto di Liam, coperto a malapena da una canotta grigia e da un paio di pantaloncini blu.
Improvvisamente la porta venne spalancata e Zayn si allontanò da Liam. Vide sua sorella e alzò gli occhi al cielo, "Zay ti stavo cercando da tutte le parti. Non pensavo volessi diventare bodybuilder", osservò la ragazza che non sembrava essersi accorta della presenza di Liam.
"Cosa vuoi, Don?"
"Sto per tornare a casa e.. oh dio", si portò una mano alla bocca e un'altra ai capelli acconciati in una coda sfatta, Zayn scosse la testa e alzò nuovamente gli occhi al cielo, sapeva alla perfezione che sua sorella si era appena accorta di Liam, lo poté dedurre dalle sue guance arrossate. Si portò vicino a loro e ignorò completamente il fratello, "Ciao, io sono Doniya la sorella di Zayn e tu.. sei il nostro vicino di casa, vero?", la ragazza non la smettava di sorridere, Zayn strinse i pugni e guardò altrove.
"Sì, ciao. Io sono Liam", rispose il ragazzo stringendole la mano.
"Stai allenando quella mezza calzetta di mio fratello, certo che ne hai di coraggio"
"Non è male, se la cava bene", Liam lanciò uno sguardo a Zayn che, automaticamente, arrossì.
"Comunque dicevo che sto per tornare a casa, quindi dovresti darti una mossa"
"Ah..", sospirò dispiaciuto il moro perché, nonostante la fatica, apprezzava la compagnia di Liam e sarebbe voluto rimanere con lui per molto, molto più tempo. Il maggiore sembrò leggergli nel pensiero, "Se non è un problema, potrei riportarlo io Zayn a casa, d'altronde siamo vicini, no?".
Doniya rivolse uno sguardo al fratello, "Per te è ok?", gli chiese.
"Sì certo", si affrettò a rispondere Zayn, celando al meglio la propria agitazione.
"Ok, allora avverto la mamma. Beh è stato un piacere conoscerti.. Liam", lo salutò con un tono di voce languido che fece rabbrividire Zayn.
Una volta uscita dalla stanza, Liam si riaffiancò al moro, "E' carina", commentò.
"Sì, lo so - sbuffò il ragazzo, leggermente irritato - ora, ricominciamo?". In risposta Liam scoppiò a ridere e gli scompigliò i capelli.


Stremato, con l'acido lattico che gli impediva anche i movimenti più semplici, Zayn gettò uno sguardo all'orologio appeso sul muro della palestra: segnava le otto di sera.
"Che guardi?", gli domandò Liam seguendo la linea immaginaria dei suoi occhi stanchi. Annuì in modo grave e gli poggiò la mano sulla spalla, "Sei stato davvero bravo oggi, ti meriti una doccia", sancì, stringendo tra le dita la sua pelle. Zayn gli rivolse un sorriso riconoscente ed uscì dalla stanza, tallonato dall'altro. Si guardò attorno e notò che la palestra era semi-deserta: qualche ciclette e tapis roulant erano occupati dalle persone più differenti, uomini panciuti di mezz'età, ragazze dal fisico perfetto, donne sudate e affaticate che pedalavano o correvano per togliere quei chili di troppo che la menopausa portava con sé in dono.
Zayn entrò nello spogliatoio e si rallegrò quando vide che non c'era nessuno al suo interno. Ripescò dall'armadietto che aveva scelto il suo borsone e frugò al suo interno, a volte adorava sua sorella perché lo conosceva alla perfezione e sapeva quello che lo rendeva felice. Estrasse il suo fidatissimo doccia schiuma al mandarino e lo shampoo. Si sfilò velocemente i vestiti sudati di dosso e li appallottolò, gettandoli nel borsone. Specchiandosi nell'anta dell'armadietto si tolse le lenti a contatto e le ripose con cura nel contenitore. Infilò le infradito nere e si portò dietro l'asciugamano che ripose con cura su una delle panchine fuori dalle docce. Girò la manopola dell'acqua calda e introdusse titubante un piede, e poi tutto il corpo. Benedì in testa i poteri benefici di quella doccia tiepida, le gocce d'acqua stavano cancellando dal suo corpo esile e dolorante tutto il sudore e la fatica. Si lavò i capelli con cura, massaggiandoli per cinque minuti buoni come era solito fare a casa. Dava le spalle alla sezione dello spogliatoio dedicata agli armadietti, teneva gli occhi serrati e concentrò l'udito sull'acqua che scrosciava rumorosamente su di lui. Non sentì quando qualcuno entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle. E quello stesso qualcuno qualche secondo dopo si era accomodato sulla panchina posta precisamente dinanzi alla doccia che aveva scelto Zayn.
Il moro si chinò per raccogliere da terra il flacone di doccia schiuma e avvertì un rumore strozzato. Con il dorso della mano si tolse i residui di shampoo dagli occhi e si voltò, soffocando un grido che si perse nelle gocce d'acqua. Si ritrovò schiacciato contro le piastrelle fredde della doccia. Non vedeva bene, un po' per la mancanza degli occhiali, un po' per l'acqua e il vapore che avevano inondato la stanza. Tentò di aprire la bocca per protestare ma questa venne serrata da una coppia di labbra perfette al tatto, mordide e decise contro le sue, spaventate e tremanti.
"L-Liam", biascicò. Sapeva che era lui, aveva riconosciuto il suo profilo leggermente sfocato e in quel pomeriggio aveva imparato ad apprezzare il tocco delicato sul suo corpo. E quelle mani che l'avevano fatto tremare per diverse ore, ora lo stavano toccando. Erano dietro al suo collo, nei suoi capelli bagnati, lo attiravano a sé.
"Zayn, Zayn, Zayn", mormorò il ragazzo, infilando una gamba tra quelle del moro, rendendosi perfettamente conto della sua erezione. Zayn schiuse le labbra e accolse dentro di sé la lingua curiosa di Liam che saggiò ogni parte della sua bocca, succhiò tra le labbra la sua lingua, continuando a spingere il ginocchio sul suo cazzo.
"E' tutto il pomeriggio che immagino di farti questo", mormorò Liam, lasciò scivolare la sua mano dal collo di Zayn lungo la schiena e la strinse attorno al suo culo. "Ehi", si lamentò il moro, mordendogli con forza la spalla, marchiandola con l'impronta dei suoi denti. Liam rise contro il suo collo, facendolo rabbrividere nonostante l'acqua calda che cadeva su entrambi. Spostò la sua mano sul suo sesso e velocemente la mosse sulla lunghezza, stuzzicò con il dito la punta e Zayn, rosso in volto, gemette contro la pelle del suo petto. Le gambe gli cedettero, e cadde rovinosamente col culo a terra, sbattendo l'osso sacro contro la ceramica dura della base della doccia. "Ti sei fatto male?", chiese preoccupato Liam, allontanando le mani dal pene di Zayn. "No, no affatto. Ti prego continua", sospirò. Il ragazzo ubbidì con un sorrisetto stampato sul volto. Zayn lo vide chinarsi tra le sue gambe e pendere il suo sesso tra le labbra. Sentì succhiarlo, leccarlo delicamente, percepì perfettamente l'interno della sua bocca e conficcò le dita affusolate nella carne di Liam, puntò i talloni a terra e alzò il bacino per sentirlo ancora più a fondo. Non si preoccupò nemmeno di avvertire il ragazzo quando gli venne in bocca. Liam ingoiò il suo sperma e rivolse il volto alla cornetta della doccia, piano le goccioline d'acqua si mischiarono al seme candido di Zayn e insieme scivolarono nello scarico.
Zayn boccheggiava, tentando di riprendere fiato, le sue guance ribollivano. Liam si accorse della sua condizione e girò la manopola dell'acqua calda, interrompendo il gettito. Con una mano recuperò il flacone di doccia schiuma che Zayn, nella foga, aveva lasciato cadere a terra. Si versò un pugnò di liquido arancione sul palmo della mano e iniziò a detergere il corpo di Zayn. Con perizia Liam gli strofinò tutto il corpo, le sue mani erano grandi e dolci, lo accarezzavano facendo sentire Zayn a casa. Lo fece voltare e gli passò le mani alla base del collo, sulle spalle, lungo la schiena, sul culo. E grazie al doccia schiuma le sue mani scivolavano che era una meraviglia. Zayn teneva gli occhi chiusi, respirava piano e fu sul punto di non accorgersi quando una delle dita di Liam  finì nei pressi della sua apertura che il maggiore pensò bene di stuzzicare. "Cazzo, cazzo, Liam che cazzo fai?", si voltò, furioso in volto.
"Nulla", sorrise l'altro, con un'alzata di spalle, e senza avvertirlo senza togliersi quel sorriso strafottente dalle labbra infilò il dito dentro al corpo di Zayn che inevitabilmente urlò a pieni polmoni. "Per dio, Liam", imprecò. Il maggiore finse un'espressione dispiaciuta e lentamente iniziò a sfilare il dito ma con un movimento repentino Zayn bloccò la sua mano, "Non ti azzardare". E allora sì che Liam esplose in una fragorosa risata, scopò Zayn con la mano finché il ragazzo non venne nuovamente: questa volta contro le piastrelle della doccia.
Liam lo risciacquo, Zayn era completamente abbandonato a lui, stremato. Lo asciugò e, frugando nella sua borsa, trovò il necessario per rivestirlo. Quando entrambi erano pronti lo sorresse fino alla sua auto, lo fece accomodare e tornò indietro per chiudere a chiave la palestra. Una volta in macchina, Liam si voltò verso il moro che stancamente lo guardava, sorridendo.
"Allora - gli chiese - tornerai in palestra?", una nota divertita colorava la sua domanda.
"Mh, se questi sono gli esercizi che mi proponi, potrei pensarci seriamente", sussurrò il ragazzo. Liam si sporse verso di lui e gli lasciò un piccolo, minuscolo, casto bacio a fior di labbra.
"Ci conto".

___
nda
non so perché ho scritto questa roba che possibilmente è venuta più oscena della prima parte. E mi ci sono pure impegnata parecchio. Non comprendo. Spero che chiunque legga mi possa perdonare, a volte mi capita di scrivere cose un po' più serie. Vi avverto già che ci sarà una terza e ultima parte dal rating rosso, come piace a me. Non so quando, come e perché la scriverò ma ci sarà perché sono terribilmente affezionata a questi Nerd!Zayn e PersonalTrainer!Liam.
Grazie a tutti quelli che leggeranno ♥

Visto che non lo facevo da un po' vi lascio i link delle mie altre storie
- the view from my eyes Ziam con accenni Larry e Nosh, on going.
- can i take you home; confidence; feel good now; grow old with me One Shots Ziam, complete.
- keep calm you can still marry Harry One Shot Larry, completa.
- a little love Minilong Larry, completa.

E il mio Twitter.

A presto,
Alexa.
  
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