La
solitudine degli Déi
Quando
aiuto Jane a
rimettere a posto il suo studio o a sistemare la cucina, mi ringrazia
con un
sorriso e una frase gentile per dimostrarmi che il mio intervento
è stato
prezioso. Il solo gesto di incurvare le labbra mi porta a risponderle
con un
altro sorriso ed a considerare cosa rappresento in realtà
per lei.
Per
lei, e per gli altri esseri umani che la circondano.
Erik
mi ha esaminato con sospetto per i primi tre, quattro giorni,
dopodiché ha
iniziato piano piano a fidarsi di me e ad aprirsi ai racconti: antiche
leggende
e storie della sua infanzia, popolate da giganti e Déi, da
Odino e dalle sue
gesta, da Geri e Freki e da Fenrir e i suoi figli. Ci siamo anche io e
Loki in
quei racconti, e sentirci nominare mi fa pensare a quanto siano potenti
le
storie che gli umani inventano mischiandole con le loro credenze, a
quanto
possano condizionare le loro vite e quelle delle generazioni
successive. Sono
in quei racconti, ma allo stesso tempo siedo di fronte ad Erik che
racconta e
mi chiede come sia Asgard, e penso a quanto tutto ciò possa
essere splendido ed
incredibile. Quasi divino.
Darcy
mi scatta foto e commenta quanto il mio sorriso la lasci a bocca
aperta,
convinta che non possa sentirla. Jane guarda le stelle con me e si gode
ogni
istante della nostra vicinanza, anche col silenzio. Da parte mia dono
loro la
mia presenza e tutto ciò che posso offrir loro come aiuto,
chiedendomi se
vedano in me qualcosa di divino o semplicemente una presenza umana
più speciale
delle altre.
Cammino
per le
strade senza una meta precisa, guardandomi intorno come farebbe un
turista
qualsiasi in procinto di stabilirsi per un certo periodo in
città. Non sono i
negozi ad attirare la mia attenzione, ma le persone che mi circondano,
il loro
modo di comportarsi.
Cosa
rappresenta un
Dio per gli umani di oggi?
Di
certo non sono abituati a pregarmi, né a considerarmi una
divinità appartenente
al loro pantheon. Ma i loro Déi che fine hanno fatto? Si
sono perduti? Vagano
tristi per il deserto tra rovine della loro epoca e testimonianze del
progresso
in cui vivono? Non ne ho idea. Non ne vedo intorno a me e se anche ci
fossero
dubito che mi riconoscerebbero. Non li riconoscerei neppure io per
ciò che sono
realmente, a meno che non si mostrino nel loro vero aspetto.
Svoltando
davanti al laboratorio di Jane, penso a come lei mi abbia accolto senza
pensarci troppo e soprattutto senza continuare a chiedersi per troppo
tempo se
le mie fossero le parole di un pazzo oppure no. Qualcosa l’ha
spinta a fidarsi
di me e delle mie storie spontaneamente, con la stessa fermezza dei
primi
uomini che hanno parlato di noi Déi. Una fermezza che i
più scambiavano per
ingenuità, ma che nascondeva il dono di poter guardare al di
là dell’aspetto,
per cogliere l’essenza della creatura che li stava guardando,
uomo o Dio che
fosse.
Tra
le dune e le
rocce spaccate dal sole, fuori città,
c’è la base dove l’agente figlio di Coul
mi aveva portato, dove Loki si è manifestato nelle sue vesti
umane e mi ha dato
la notizia che nostro padre era morto ed io ero stato bandito da
Asgard. Mi
sembra di vederlo qui accanto a me, con un’espressione che in
pochi riuscivamo
a vedere quanto tormentata fosse, e una fitta mi colpisce al cuore
pensando che
si trova lontano miglia, sia da Asgard che da Midgard, irraggiungibile.
Mio
fratello, che soffriva perché nessun essere umano chiedeva i
suoi servigi, e
per questo ha trasformato in rabbia il desiderio di essere
riconosciuto, in voglia
di distruggere ogni cosa. Se sei un Dio esisti per essere adorato. Ma
se gli
umani non rivolgono più a te le loro preghiere, smetti di essere
considerato una
divinità? Forse Loki si è dannato per cercare una
risposta e, non trovandola,
ha tentato di ridefinirsi: un Dio che gli umani potessero pregare
affinché li
risparmiasse.
Le
nostre strade ci hanno portati ad intraprendere due viaggi differenti e
solo
ora posso capire quanto fosse giusto che io abbia iniziato il mio.
Dall’alto di
Asgard neppure sapevo che esistessero altri Déi, immerso
com’ero nella visione
boriosa di me stesso, un Dio forte e potente che governerà
l’Universo. Una
volta giunto qui, non essere più venerato né
temuto dai midgardiani mi ha
scosso, trasformandomi gradualmente in quello che sono.
Credo
che mio padre, in fondo, desiderasse questo.
Forse
è proprio questo che Loki non ha mai capito: qualunque ruolo
possiamo avere tra
i mortali, finchè abitiamo nelle loro storie e nelle loro
tradizioni, la nostra
solitudine prima o poi ha fine.
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Angolo
(dei
pensieri sparsi) dell’autrice
Non c’è molto da dire, se non che ho cercato di
portare
avanti una “riflessione alla Gaiman” attraverso
Thor, attingendo anche dalle
lettura di Le Fatiche di Loki, un volume autoconclusivo a fumetti che
ho amato
particolarmente. La riflessione sul desiderio di Loki di essere adorato
come un
dio viene da lì, per il resto ho rielaborato più
o meno quello che la mia ispirazione
mi suggeriva. Muovere Thor mi risulta sempre difficile, ma spero che
gradiate
lo stesso!
Grazie a luvlogyn,
KayeJ e Smith
of lies per aver aggiunto la storia tra le seguite. Mi fa
piacere ricevere le vostre critiche e i vostri pareri, giuro che non
mordo
<3
E grazie infinitamente, come sempre, a TsunadeShirahime.
:3
Nat