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Autore: _Juliet98    01/08/2013    4 recensioni
" Gli inglesi dicono ' fall in love', e credo che non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amare è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno a prenderti. Io mi sento così: che mi hai fatto Juliet? "
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.

 
Juliet’s pov.
 
Teoricamente quello con Joe poteva essere preso per un appuntamento.
Ecco, di botto ero tornata l’antica Juliet: sapevo incasinarmi benissimo, la mia abilità nell’incasinarmi sarebbe stata invidiata da tutti.
Joe per me era un mezzo sconosciuto… anzi, direi che sarebbe meglio togliere il ‘’ mezzo ‘’ : non lo conoscevo affatto.
Avevamo parlato solo tre volte in totale, se comunque possiamo considerarli dialoghi quelli che abbiamo avuto: la prima volta che ci siamo visti,  abbiamo parato solo della sua gamba e come guarirla, non ci eravamo nemmeno presentati davvero!
Quindi non poteva essere considerato un discorso nemmeno da conoscenti.
E da tre, il numero della volte in cui avevamo parlato era calato a due.
La seconda volta, invece, era lui a porre domande e io rispondevo a monosillabi e, cosa importantissima, l’avevo anche mandato al diavolo, imbrogliandoli che dovevo lavorare.
Quindi, credo, che nemmeno questo poteva essere considerato un dialogo tra due persone.
La terza volta in cui abbiamo parlato, io ero scoppiata a piangere come un’isterica, quindi nemmeno questo poteva essere considerato un dialogo.
E le volte in cui avevamo parlato era calate, magicamente, da due a una e poi a.. zero.
Non avevamo mai parlato di hobby, svaghi, interessi, amici e robe varie. Senza contare, che però, per me è stato un gran bene perché non avrei saputo cose dire, non sapendo imbrogliare, in quanto non avevo né hobby, né interessi, né svaghi e men che meno amici.
Ma brava Juliet, accetta inviti da sconosciuti! Per quanto ne sapevo poteva anche essere un maniaco!
Giorni prima, appena uscita dall’ospedale, il mio primo pensiero era stato quello di tornare indietro , rifiutare l’invito di Joe e fargli confessare tutto, a costo di cavargli gli occhi.
Però razionalmente, non sapevo come ottenere le risposte che cercavo da Joe, quindi uscire con Joe sarebbe stato l’unico modo per saperle.
Non avevo mai rinunciato a niente nella mia vita, e di certo non avrei incominciato adesso, da grande e vaccinata. Non l’avevo fatta da bambina, né da ragazza quando non avevo rinunciato a laurearmi in medicina, nemmeno davanti allo schiaffo di mio padre, che poi mi aveva fatto male più psicologicamente che fisicamente.
Quindi no, non avrei fatto nessun passo indietro, non sarei andata da Joe a dirgli che ci avevo ripensato, ma sarei andata a casa mia, dove un bel bagno caldo mi aspettava.
Mi sembrava come tradire Lucas, però, mi sentivo come sporca, ma non appena iniziai a pensarci, una vocina, si fece largo nella mia testa dicendomi che non sarei certo andata all’appuntamento per piacere! Quindi perché sentirmi in colpa?
Eppure, quelle poche volte che suonava il mio cellulare, avevo una stretta allo stomaco, che non sapevo spiegarmi. Con il senno di poi, però, capii quella stretta all’altezza dello stomaco, era la speranza che provavo credendo che fosse Joe a chiamarmi, e quando nel display nel cellulare, compariva qualche altro nome, provavo una stretta ancora più forte, che era dovuta alla forte, fortissima delusione vedendo non era la persona che stava dall’altro capo del telefono.

 
 
****
 
 
Quattro settimane, e della chiamata di Joe per il famigerato appuntamento ancora niente, credevo che ormai l’avesse dimenticato.

 
<< Mi fa tantissimo piacere il fatto che tu speri che ti chiami. >> Mi disse una notte Luacs, mentre dormivo.
Ovviamente non c’era bisogno di nominare di chi stava parlando, si capiva.
<< Ah, finalmente ti sei fatto vedere - risposi, stizzita – Lucas, evita di farmi fare una brutta figura e dimmi cosa hai detto a Joe. >>
<< Joe? E chi sarebbe? E poi cosa ti fa pensare che io abbia parlato con lui? >>
Ah, faceva anche lo gnorri.
<< Il fatto che lui abbia nominato il tuo nome in sogno ti basta? >> dissi, a mò di sfida.
<< Ma che ne sai?! Forse stava sognando con un suo amico, un suo zio… Non sono l’unico a chiamarmi Lucas. >>
<< No che non sei l’unica a chiamarti Lucas! Qui non ci siamo capiti! Ti ricordi quando ti dicevo che non volevo uscire di casa perché la gente mi guardava con compassione? Bene, Joe, da quando si è svegliata mi guarda con  quellosguardo. E non lo sai nemmeno tu quanto io possa odiare quel tipo di sguardo! Non voglio la compassione solo perché ho perso il fidanzato a 23 anni. >>
<< Juliet, lui non ti guardava con compassione! L’hai sempre pensato, pensi sempre che la gente ti guardi con compassione solo perché io sono morto. Il mondo va avanti lo stesso! Il mondo va avanti nonostante la mia morte, capisci? Nessuno ti guarda più con compassione, men che meno quel ragazzo. Sono morto da  sei mesi Juliet, sei. >>
Ciò che Lucas aveva appena detto mi arrivò come una secchiata d’acqua gelida in piena faccia.
Sì, sapevo che Lucas era morto da ormai sei mesi, ma nonostante non c’era più, io continuavo a pensarlo con me, a svolgere la vita di sempre. Io mi ritenevo ancora la sua fidanzata.
<< Dio, Juliet, scusami. Non avrei dovuto dire quello che ho detto, scusami. Solo che.. è così frustrante sapere che io sono ancora qui per te, per aiutarti a fare passi avanti, ma ogni volta che provo a fartene fare anche uno solo, tu ne fai cento indietro.. è così frustrante! Scusami, mi faccio trasportare dalla rabbia. >>
<< No, non.. è successo.. niente. Ormai so che tu non.. ci sei più. >>
Lui mi sorrise, un sorriso dolce e tenero.
<< Divertiti all’appuntamento, Juliet. Davvero, te lo meriti.. tu solo aspetta un altro po’ e Joe ti chiamerà. Non si è dimenticato di te. >>
<< Lucas, volevo… no, anzi lascia perdere –  dissi pentendomi di ciò che mi era passato per la testa -  ciao. >>
Mi era passato per la testa di baciarlo, di nuovo. Come la prima volta.
Lui scosse la testa e sparì.
 
 
 
  
**** 
 
 
 
 
 
La suoneria del mio cellulare partì, distraendomi dall’ultima sigaretta del pacchetto, che non era arrivata nemmeno a metà.
Dopo la visita di Lucas, non ero più riuscita a prendere sonno, avevo passato due ore a rigirarmi tra le lenzuola, ma niente, tutto vano. Risultato: due enormi borse sotto gli occhi e un pacco di sigarette finito in poco più di una notte. Per punirmi avevo deciso che non avrei dovuto fumare per almeno due giorni.
Mi affrettai a prendere a prendere il telefono che continuava ancora a squillare, non capendo chi mai potesse essere, come continuava quella morsa allo stomaco che non finiva mai di farsi sentire.
Presi il telefono: un numero non salvato in rubrica.
Sentii le mie labbra aprirsi in un sorriso involontario, e la morsa allo stomaco aumentare ancora di più, se possibile. Al diavolo la promessa che non avrei più fumato per due giorni: ero nervosa e ansiosa, mi serviva una sigaretta.
<< Pronto? >> risposi, cercando di non far trasparire alcuna emozione
<< Juliet?>>
<< Sì, esatto, sono io.. >> dissi capendo dalla voce chi era, ma facendo finta di niente.
Non parlavo con Joe da quando avevo pianto davanti a lui, e mi sentivo in imbarazzo.

<< Ciao! Sono Joe Jonas. Come va? >>
Sigaretta. Immediatamente volevo vedere comparire una sigaretta tra le mie mani.
Non appena chiusi la chiamata uscì a comprare le sigarette, in quel momento sembravano la cosa migliore che potesse esserci. Niente di meglio.
C’eravamo messi d’accordo che Joe sarebbe passato la sera stessa alle otto, e dopo avergli dato indicazione su dove abitassi, chiusi la chiamata salutandolo di fretta.
Quindi da zero il numero dei dialoghi tra di noi, si era alzato ad uno. Bene.







Saaaalve a tutte! E bene sì, non sono morta, ma sono ancora qui con voi a rompervi le scatole!
Scusate l'enorme ritardo, ma sono stata a mare, e non  ho internet lì, quindi ho scritto su carta tutto, e *rullo di tamburi* mi sono portata molto avanti con la storia! Quindi aggiornerò più spesso, promesso!
Non sono brava a fare ringraziamenti, ma comunque GRAZIE DI VERO CUORE a chi recensisce, mette la storia tra le ricordate/preferite/seguite e, anche a chi legge in silenzio. Mi fate felicissima!
Al prossimo capitolo,
Eleonora.
  
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