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Autore: Gaea    01/08/2013    8 recensioni
Tutte le mamme, quando i figli stentano a dormire, raccontano loro una storia. Tutti i bambini vogliono sapere dove mamma e papà si siano conosciuti. E chissà: quanti avrebbero voluto essere là, con loro?
“E poi gli altri ospiti sulla nave scesero con noi, i carovanieri che si erano accordati con l’equipaggio della nave montarono delle tende e passammo la notte lì. Io e quel ragazzo restammo fuori a chiacchierare: faceva freddo rispetto al giorno, ma il cielo era talmente pieno di stelle e parlare con lui era così bello che nemmeno me ne accorsi.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio vedere la neve

 

 

“E allora scendemmo dalla piccola imbarcazione che ci aveva portati fin lì, con il vento che faceva turbinare la sabbia sui nostri visi. Fui la prima a scendere, me lo ricordo bene, perché tutti gli altri si erano attardati a fotografare il sole che tramontava sull’acqua. Mi arrampicai su una piccola duna di sabbia giallastra e lo vidi, lì di fronte a me: il deserto. E dietro di me l’oceano. È stato spaventoso e bellissimo: lì, persa fra due mondi uguali e opposti, due sconfinate distese di azzurro e arancione senza nulla che potesse deturparne il fascino e il contemporaneo senso di desolazione. Un bel ragazzo, il più avventuroso della comitiva, mi raggiunse e rimanemmo lì incantati… almeno finché una piccola carovana non ci si accostò da ovest; non li avremmo degnati di più di un’occhiata, se uno dei cammelli non avesse deciso proprio in quel momento di ragliare a poca distanza dalla testa di quello che sarebbe diventato tuo padre… che si spaventò e ruzzolò giù per la duna, trascinandomi con lui nella caduta! Ci volle quasi un’ora, poi, per risalirla” terminò la donna con un sorriso.

“E poi?”.

“E poi gli altri ospiti sulla nave scesero con noi, i carovanieri che si erano accordati con l’equipaggio della nave montarono delle tende e passammo la notte lì. Io e quel ragazzo restammo fuori a chiacchierare: faceva freddo rispetto al giorno, ma il cielo era talmente pieno di stelle e parlare con lui era così bello che nemmeno me ne accorsi. Restammo svegli finché non spuntò l’alba e quando il sole ci illuminò capii che mi ero innamorata di lui”.

“C’era la neve?” domandò la bambina incuriosita, alzando la mano ad accomodare meglio il tubicino dietro l’orecchio, un automatismo che strinse il cuore della donna.

“No, non faceva abbastanza freddo! Nel deserto non fa mai abbastanza freddo per nevicare”.

“Nemmeno qui fa abbastanza freddo per nevicare. Dici che prima o poi inizierà? A me piace la neve. Mi piacerebbe vederla ancora e…”.

“Shhhh, certo che la vedrai, fra poco tempo starai meglio”.

“Ok mamma – le rispose lei, guardando il proprio riflesso bianco sul vetro della finestra – però spero comunque che nevichi presto”.

 

Accarezzandole la fronte, la madre fece per ricominciare la storia, ma venne nuovamente interrotta.

La vocina contrita e flebile con cui Lisa parlò le spezzò, ancora una volta, il cuore.

“Avrei voluto essere lì con te”.

“Tu c’eri” rispose con semplicità la donna, accarezzando la fragile mano della figlia. Il sommesso bip dei macchinari faceva da contraltare al suo debole respiro.

“Tu eri lì, con me, dentro di me… tu hai visto tutto questo, tesoro mio, e pensa a tutto il resto che potrai vedere”.

“Quando sarò guarita?”.

“Quando sarai guarita”.

“Ho tanto freddo adesso, mamma”.

“Lo so angelo mio, – rispose lei, la voce ferma e dolce nonostante le lacrime le rigassero il viso – ma fra poco starai meglio”. Singhiozzò.

 

Fuori, visti da nessuno, i primi candidi fiocchi di neve iniziarono a danzare nell’aria.

   
 
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