Tutta
colpa di Anastasia
Il
ventilatore si muoveva piano
all’interno della stanza afosa, ruotando leggermente sul suo
asse, per
permettere ad una leggera aria fresca di raggiungere, alternativamente,
entrambe le figure presenti.
La prima di
loro, una ragazza dai
capelli castani, raccolti in una coda di cavallo nella speranza di
trovare un
po’ di sollievo da quella calura estenuante, se ne stava
sdraiata mollemente
sul letto, un cuscino dietro la schiena a sostenerla e tra le mani
l’inseparabile
cellulare.
Con
movimenti veloci delle dita
finì di mandare l’ennesimo messaggio, poi il suo
sguardo tornò a posarsi sulla
seconda presenza nella stanza, così come aveva fatto per
tutta la mattinata, in
un andirivieni di sguardi che le aveva causato un leggero mal di collo.
-Si
può sapere cosa stai
combinando, sorellina? –
La seconda
ragazza sussultò,
colta un po’ alla sprovvista dalle parole della sorella.
Lentamente
si voltò verso di lei,
facendo incontrare due paia di occhi marroni tra loro, mentre i volti
pressoché
identici delle due gemelle si studiavano.
Un leggero
sentore di imbarazzo
aleggiava nell’aria.
-Niente…perché?-
La maggiore
sbuffò spazientita;
lasciò scivolare le gambe sul lenzuolo, fino a toccare terra
con i piedi
scalzi, e si mise a sedere, mentre le unghie smaltate di blu
ticchettavano
nervose sullo schermo del telefono.
-Sono
più di due ore che fissi
quello stupido computer e sospiri! Che diavolo stai facendo?-
La ragazza
seduta al computer
ridacchiò appena della sorella, ma un leggero alone di
rossore andò a colorarle
le guancie, conscia di essere stata in qualche modo scoperta.
-Allora?-
Incalzata
dall’impazienza altrui,
la ragazza finì per confessare ed ammettere la sua
colpevolezza, col capo chino
e lo sguardo che si posava su tutto tranne che sulla sua interlocutrice.
-Ecco…stavo
cercando
l’ispirazione…-
Un
sopracciglio arcuato molto
scettico le arrivò in risposa.
-L’ispirazione?-
-Beh mi
hanno proposto di
scrivere qualcosa basandomi su un’immagine, ma non so cosa
potrei inventarmi…-
Un sospiro
sconsolato le sfuggì
dalle labbra, mentre la sorella la osservava come se avesse una qualche
strana
malattia.
Poi,
all’improvviso, l’umore
dell’imputata cambiò, trasformando il mite
imbarazzo in una tempesta irritata.
-Insomma,
guarda!-
Il tono
della sua voce si alzò
drasticamente, spaventando appena la seconda ragazza che, un
po’ per sostegno
morale un po’ per paura, allungò il collo,
avvicinandosi allo schermo, in modo
da poter osservare al meglio la causa di tutto quel disagio.
Il suo
sguardo fu ricambiato da
quello di una giovane donna, ritratta in un tempo antico da mani abili,
il cui
portamento ricordava quello delle nobili casate, ormai cadute in
disgrazia.
Le ci volle
qualche istante per
rendersi conto di chi fosse il soggetto del dipinto.
-Anastasia?-
Il suo tono
sorpreso fu presto
sovrastato da quello della compagna di stanza, alzatosi di qualche
ottava.
-Appunto!
Anastasia! Secondo te
io cosa mi invento adesso, eh?-
Ci fu un
momento di puro e
semplice silenzio.
Le due
sorelle si studiarono per
qualche istante, entrambe in cerca di una risposta a delle domande
diametralmente opposte.
Poi il
cellulare abbandonato sul
letto vibrò, annunciando l’arrivo
dell’ennesimo messaggio, decretando la fine
di quell’attimo statico di studio reciproco.
-Tu sei
pazza.-
Emessa la
sentenza, la ragazza
tornò alla sua postazione di partenza sul letto, il
cellulare stretto nuovamente
tra le unghie smaltate, mentre l’altra ancora imprecava
contro il destino che
le aveva imposto di vivere con una sorella così incapace di
capirla.
Tutta colpa
di Anastasia.
°Blabla
vari°
Lo scempio qui sopra partecipa
alla challenge multifandom indotta dal gruppo di fb fan fiction
challenges.
E, sì, è uno spaccato di vita
vissuta della povera sottoscritta.
Cassy ti voglio bene XD
Un bacio, Seki