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Autore: acrosstheoceanx    01/08/2013    0 recensioni
Era un tipo contraddittorio, amava la solitudine, ma aveva bisogno di condividerla con qualcuno. Amava il nero, anche se di notte lo faceva paura. Lo paragonava alla psiche umana, così profonda, nascosta, cattiva, perversa. Ma forse era lei l'errore, forse era il suo guardare troppo oltre che le impediva di vedere anche le cose più semplici. Forse era la sua sensibilità a renderla superficiale, forse era solo lei ad allontanare le persone.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, anybody out there?

Pez guardava davanti a se. La mascella contratta nella solita smorfia di nervosismo che la caratterizzava quando stava in mezzo alle persone. Lei odiava la confusione, vedeva solo un mucchio di figure grigie muoversi distrattamente, delle comparse a volte prive di anima con delle espressioni malvagie impresse nel viso. Forse era solo la sua visione distorta della realtà, la sua stupida e ossessionata mente che amava giocarle brutti scherzi. Tutto quello la confondeva, la mandava nel pallone. Le guance le diventavano rosse, gli occhi le si inumidivano, il cuore cominciava a batterle velocemente nel petto e il respiro si faceva sempre più corto. Si ritrovava a singhiozzare, a piangere lacrime amare che ogni volta contenevano schegge del suo passato.
E lei scappava, correva incessantemente, arrancava con le braccia. Cercava di non mollare, si aggrappava con le unghie a quelle ultime speranze che ancora sapevano scuoterle il cuore. Un cuore ormai duro come la pietra, corroso dall'apatia dei solitari giorni d'inverno, quelli che passava seduta nella sua caffetteria preferita. Guardava fuori dalle vetrine, immaginava tanti possibili incontri, magari anche il sorriso confuso di un conoscente o un'accidentale spinta da parte di un passante. Immaginava qualsiasi contatto fosse in grado di ricordarle che non era ancora morta. Si sentiva sola, a volte a letto si stringeva tra le braccia e canticchiava una vecchia nanna, provava ad immaginare la sensazione provocata da una carezza sulla guancia, da un bacio nell'incavo del collo.
Aspettava e non faceva altro che tormentarsi chiedendo a se stessa per quanto altro tempo avrebbe dovuto farlo, si chiedeva per quanto altro tempo avrebbe dovuto accontentarsi di avere come unica carezza il contatto che si andava a creare tra le sue dita e quelle del tizio che le vendeva il caffè.
Era un tipo contraddittorio, amava la solitudine, ma aveva bisogno di condividerla con qualcuno. Amava il nero, anche se di notte le faceva paura. Lo paragonava alla psiche umana, così profonda, nascosta, cattiva, perversa. Ma forse era lei l'errore, forse era il suo guardare troppo oltre che le impediva di vedere anche le cose più semplici. Forse era la sua sensibilità a renderla superficiale, forse era solo lei ad allontanare le persone.

Salve! Sono tornata, come torna chi ama. E io amo scrivere, è l'ossigeno dei miei polmoni, il sangue che scorre nelle mie vene. Sono di nuovo qui dopo un periodo difficile, colmo di apatia. Un periodo in cui rimanevo a fissare la pagina bianca senza essere capace di scrivere niente.
Mi farebbe piacere adesso sapere cosa ne pensate. Accetto tutto, anche le critiche.
Perciò, beh...recensite.

Spero vi piaccia. Saluti.
-Kath
  
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