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Autore: EaterOfCarrots    02/08/2013    10 recensioni
[Bastille]
Incontrai la sua mano calda e affusolata. Non so perché ma la strinse così forte da sentirla formicolare tra le sue dita, si piegò in avanti, i suoi occhi azzurri incontrarono i miei, volenterosi di non lasciarlo più andare via, di incatenarmi ad esso, furono momenti interminabili, ebbi il tempo di analizzare ogni suo dettaglio, il riflesso del suo sguardo, le pieghe delle sua labbra, la vena che pulsava sul collo, le punte dei capelli che si flettevano, le gocce di sudore che scendevano senza sosta sulla sua fronte, ma ebbi anche il tempo di guardarlo e andare lontano con la mente.
La musica di sottofondo e lui che mi guardava.
{estratto dal 4° capitolo}
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: We are full of stories to be told, maybe. 

 
DAN’S POV
Mi asciugai la fronte con la maglietta e dalla folla uscì un boato assordante, sorrisi e aspettai che le urla si affievolissero per bere un sorso d’acqua. Li dentro faceva un caldo soffocante. Guardai il pubblico. Tutti ammassati, uno contro l’altro, tutti sudati, tutti eccitati, ma chi glielo aveva fatto fare di venire a vedere quattro scemi che suonavano?  Scossi la testa e feci un cenno a Kyle, ora poteva darmi l’attacco per Laughter lines.
Non appena i fan riconobbero la canzone iniziarono a cantarla insieme a me, andai di scatto verso la parte sinistra del palco. Era sempre entusiasmante vedere le persone che tendevano le mani verso di te, che sapevano a memoria ogni singola parola, che tenevano il ritmo con le braccia tese nel buio più totale.
Era incredibile quanta alchimia ci fosse tra band e fan.
Sfiorai le mani di ogni persona in prima fila e mi divertii a vedere le loro smorfie non appena le toccavo leggermente. Raggiunsi l’altra parte del palco, feci la stessa cosa, ma ad un certo punto mi fermai.
 
We brushed our hands right back in time through century’s eyes […]
I’ll see you in the future when we’re older.
And we are full of stories to be told.
 
Vidi una ragazza minuta, con la carnagione color bronzo, un paio di occhi così azzurri da far invidia al mare, i capelli mogano scompigliavano quella effimera perfezione, si sporgeva in avanti, tese la mano come tutti gli altri, io la afferrai e la strinsi più forte che potei.
Presi le sue piccole dita tra le mie, e mi avvicinai al suo viso; sentii le mani degli altri sfiorarmi, un leggero spostamento d’aria scalfirmi il collo, avevo il microfono vicino alla bocca, le parole uscivano senza freno, quasi automaticamente, avevo gli occhi puntati nei suoi e niente e nessuno sembrava esistere.
Ebbi il tempo di soffermarmi in ogni suo dettaglio. Dalle sue labbra carnose leggermente aperte e screpolate, dai suoi occhi incredibilmente lucidi, dal piccolo neo vicino al naso, al braccialetto di cuoio legato al polso.
Fu come se il mondo intorno a noi si fosse azzerato, la musica abbassata e le urla lentamente scomparse.
Poi alcune ciocche di capelli mi caddero davanti e dovetti lasciarle la mano per sistemarmeli, quando la mia mano cercò di nuovo la sua, lei non c’era più. Come se fosse stata inghiottita dalla folla.
 
“Dan cosa è successo prima?”mi chiese Chris non appena il cameriere che ci accompagnò nel privé ci lasciò soli. 
“Prima quando?”scossi la testa non capendo a cosa si riferisse.
“Da quel poco che ho visto, mi è sembrato che una fan ti avesse trattenuto troppo del dovuto”mi fece l’occhiolino ma non riuscii a capire lo stesso.
Poi ripercorsi tutto il concerto e intuii a cosa si riferiva.  
“Oh no, mi sono solo fermato un attimo. C’era veramente troppo caldo li dentro”dissi tralasciando la parte della ragazza, sarebbe stato veramente stupido parlare di una persona di cui non avrei mai più visto il volto. Non potevo non pensare al fatto che c’era stato un indiscusso magnetismo, ma la storia finiva li. Purtroppo.
“Si certo”intervenne Will marcando la sua ironia.
Ma il discorso cadde non appena tutti ci voltammo vedendo la porta aprirsi e una ragazza sbucarci da dietro e subito riscomparire. Poi ne spuntò un'altra. Ebbi solo il tempo di spalancare gli occhi incredulo che la porta si richiuse.
 
 
GIOIA’S POV
Emma sbuffò poi scosse la testa, e ci pensò lei ad aprire la porta.
Ma rimase come paralizzata. 
Guardai le pupille della mia coinquilina dilatarsi ed un sorriso farsi largo sul suo viso, da li decisi di affacciarmi nella stanza anche io. E scena più bella di quella non vidi.
Quattro ragazzi ci guardavano con uno sguardo tra il divertito e lo spaventato.
Ritrassi subito la testa imbarazzata. Guardai Emma che aveva un sorriso che le andava da orecchio a orecchio, mi diede una pacca sulla spalla e mi disse “Vuoi fare la timidona proprio ora?” .
La timidezza non faceva proprio parte del mio DNA ma in quel momento ero talmente imbarazzata da non desiderare altro che correre e lasciare quel posto il prima possibile. 
“Lasciagli le birre e poi scappa”balbettai porgendo il vassoio ad Emma.
“Gioia che ti succede?” spalancò la bocca e mi guardò di sottecchi “Mica sono dei serial killer o cos’altro!” .
Rimasi in silenzio e mi interrogai sul perché ero rimasta imbambolata davanti a quella porta, non era da ma fare una cosa del genere, di solito accettavo le sfide e mi ci fiondavo a capofitto, infischiandomene di cosa sarebbe successo dopo. E in una situazione come questa mi sarei certamente fatta avanti, personificando la tipica fan isterica. Ed ora cosa stavo facendo? Ero come sull’orlo di un precipizio. Inerme. Immobile. Dubbiosa sul da farsi. Similitudine del tutto inappropriata visto che mi trovavo semplicemente davanti ad un porta. Perché quel ragazzo mi aveva provocato un uragano interiore? Aveva distrutto la mia sfacciatezza e su questo non c’erano dubbi. Ormai non ero nemmeno più convinta di chiamarmi Gioia.
Be’ magari Dan che va in giro con scritto ‘I killed Laura Palmer’ sulla maglia te lo potrebbe far pensare, ma tranquilla è solo un cantante, penso!” si mise a ridere sguaiatamente come al suo solito, ma fu interrotta dalla porta che si aprì di scatto.  
Ne uscì un Kyle con aria sospetta, ci guardò per qualche secondo e poi indicò le birre.
Io gliele porsi facendogli un sorriso, lui contraccambiò, alzò la mano e ci fece segno di aspettare poi rientrò dentro, scambiò qualche parola con i suoi compagni e tornò  tempestivamente da noi.
“Entrate” Kyle si mise da parte, ci spalancò la porta e intanto io ringraziai mentalmente la decisione di mia mamma di farmi fare un corso di inglese.
Entrai con calma e nonostante la cordialità del tastierista io avevo ancora l’ansia.
L’ansia di averli incontrati, di iniziare a balbettare, di non riuscire a capire cosa dicevano, di metterli a disagio e così via. I ragazzi si strinsero sul divanetto, ognuno si prese una birra e lasciarono le due rimanenti sul vassoio. Non appena io ed Emma ci avvicinammo si alzarono tutti in piedi, ci strinsero la mano e si presentarono. Come se ce ne fosse bisogno. Io sussurrai il mio nome.
Poi ci fecero accomodare sul divanetto di pelle nera e cadde un interminabile silenzio.
Finalmente Will iniziò ad intrattenere un discorso. Feci attenzione a non perdermi nemmeno una parola, ma era veramente difficile capirlo.
Guardai Emma, annuiva ad ogni calar di frase dei ragazzi, ma sicuramene non stava capendo niente. Dan rimase in silenzio a lato del divano, con la bottiglia di birra in mano, seguiva febbrilmente  con lo sguardo le labbra da cui usciva qualsiasi suono, ma lui le sue le teneva serrate.
Poi dopo più di una buona decina di minuti, finalmente, Dan si mise dritto sul divano, posò la bottiglia sul tavolo e mi guardò.
“Che nome è Oia?”mi domandò perplesso. Rimasi quasi incredula, era stato un quarto d’ora a pensare cosa volesse dire il mio nome?
Emma ridacchiò sotto i baffi. “Gioia non Oia”
Dan la guardò male per un secondo e poi riposò lo sguardo su di me. Non sapevo che dire. “Chiamami Joy se preferisci, è quello il significato”
Dan annuì e mi sorrise. Io, forse per la prima volta nella mia vita, arrossii.
“Okey Joy. Mi piace come nome. In quale Hotel siete?”chiese, cambiando completamente discorso.  
“In realtà avevamo pensato di dormire in macchina. Doma..”
“In macchina? Venite da noi”  disse il cantante con così tanto entusiasmo da lasciarmi esterrefatta. Mi girai verso Emma (che questa volta aveva capito) che mi guardava sorpresa, e non era la sola a dirla tutta, anche sul volto degli altri ragazzi si era formato un cipiglio inaspettato. Probabilmente non era un comportamento usale alla Smith. Vidi Emma non dare segni di vita e allora risposi io.
“Va bene, grazie”.  Lui mi sorrise nuovamente e si sistemò i capelli senza mai smettere di guardarmi, rendendomi possibile, ancora una volta, incatenarmi ai suoi occhi.  
  


SPAZIO AUTORE. 
Ciao bei lettori e recensori :) 
Come state? 
Scusate per l'immesa assenza, ma questa FF mi sta dando un po' di problemi ._. 
Anyway sono qui con un pezzo di capitolo che non era in programma.
Ebbene si, la parte di Dan non era in programma (?) 
So benissimo che questo capitolo non dice un granchè e che 
l'invito di Dan sia un po' fuori dall'immaginario, 
Ma in amore si fa tutto, giusto?
Si bo. *Si arrampica sugli specchi*
Visto che sono arrivata al quinto capitolo devo fare anche un momento ringraziamenti.
Ringazio:
-chi recensisce sempre (38 recensioni, vi amo ♥)
-le 13 persone che seguono la storia
-le 8 che la preferiscono
-le 2 che la ricordano
-e il lettori silenziosi (una recensione please)

Spero mi facciate un sacco di recesioni anche a questo, un bacio Eli ♥ 


 

   
 
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