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Autore: Princess of Dark    02/08/2013    1 recensioni
Quella notte era da mettere i brividi, era il massimo della felicità: essere circondati da amici, sotto le stelle, accanto al mare, con il mio ragazzo che mi abbracciava, dopo che erano accadute tante cose belle. Più che festa dell’estate, si doveva chiamare festa della gioia.
Seconda classificata al contest "Viva le emozioni" di Frantasy94
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ci rivestimmo ed uscimmo fuori. La prima ad essere sospettosa fu Laurel, che ci guardò abbracciati. Moriva dalla voglia di sapere cosa era successo, glielo leggevo negli occhi. Quando fui sola, mi venne vicino.
«Mi sono persa troppe cose, Jess. Prima ti vedo a baciare il brasiliano, poi scompari e riemergi abbracciata a Daniel?! Eh no, signorina, sputa il rospo», bofonchiò ed io risi.
«Non ti sei persa un bel niente, solo una mezz’oretta di sesso nella cabina», sussurrai facendole l’occhiolino. Lei sgranò gli occhi.
«Cooosa?!»
«Daniel mi ha fatto la scenata di gelosia dopo che mi ha vista baciare con quello lì –che tra l’altro mi stava proponendo di farlo- poi mi ha baciata e così siamo finiti nella cabina della spiaggia …», sorrisi maliziosa e lei rise, abbracciandomi. La musica ripartì e si sentì al voce del dj.
«Pronti per il bagno di mezzanotte?», ci incitò. «Sì!», gridammo tutti in coro.
«Allora … tre, due, uno … aspettatemi che vengo anche io!», esclamò, posando il microfono. Ci furono delle urla e tutti corremmo verso il mare per tuffarci. Il dj afferrò Laurel per una mano, costringendola a voltarsi e la baciò. Sorrisi, guardandoli felice per loro, fino a quando qualche deficiente non mi prese tra le braccia e mi buttò a mare. Urlai come una matta, otturandomi il naso con il pollice e l’indice. Riemersi dall’acqua e mi trovai il corpo bagnato di Daniel che rise.
«Questa me la paghi!», esclamai, scaraventandomi contro di lui e immergendolo con la testa sott’acqua. Mi tirò giù ed incontrai le sue labbra. Mi staccai per riprendere fiato e lo guardai ridendo.
«Sembra che anche Laurel si stia dando da fare …», accennò lui, facendo cenno alle mie spalle. Mi voltai e li vidi stretti, stretti a sbaciucchiarsi. Li schizzai.
«Ehy! Piantatela di mangiarvi!», esclamai e loro risero, poi Laurel mi venne vicino e mi schizzò.
«Perché la signorina qui fa tutto di nascosto nelle cabine, eh?», esclamò prendendomi in giro. Daniel sghignazzò.
«Almeno noi siamo riservati. Potrebbero denunciarvi per atti osceni in luogo pubblico», scherzai facendole una linguaccia.
«Ma quanto parli!», esclamò Daniel alzandomi per la vita e mettendomi sulle sue spalle.
«Fammi scendere!», urlai e lui rise.
«Non ti muovere! Così mi fai cader…». Splash. Tutti e due in acqua. Non restammo ancora molto, anche perché avevo iniziato a starnutire e Daniel mi aveva accompagnato fuori dall’acqua.
«E da quando ti preoccupi così tanto per me?», sorrisi divertita. Lui mi fissò, passandomi un asciugamano per asciugare i capelli, o almeno togliergli la maggior quantità di acqua possibile.
«Posso ancora rimediare al mio sbaglio?», mormorò serio. Lo fissai.
«Quale sbaglio?»
«Quello di averti lasciata andare, Jess! Tutto è iniziato come un gioco, ma alla fine anche io ne sono rimasto scottato. Ho sbagliato a lasciarti andare via, a restarti a guardare tutto questo tempo da lontano senza fare nulla, sapendo che anche tu dipendevi da me. Voglio rimediare, ora non ho intenzione di ripetere lo stesso errore. Questa non è stata solo una scopata, non voglio classificarti come una delle tante “scopamiche”. Sei più importante di qualche minuto di piacere, mi sono innamorato di te», disse, finendo la frase quasi in un sussurro. Il falò che era stato acceso appena dieci minuti fa iniziò a scoppiettare più vivacemente, io non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi verde mare, sorpresa dalle sue parole.
«Dove vuoi arrivare?», mormorai spaventata. Lui mi strinse forte le mani e se le portò al petto.
«Voglio arrivare a chiamarti amore», sussurrò al mio orecchio. Sorrisi imbarazzata.
«Suona bene», mormorai e lui accennò una risatina.
«E senti come suona bene questo: Ti amo». Suonava veramente bene, così bene che mi sentii svenire dall’emozione. Così bene che anche io gli dissi di amarlo. Avete presente il principe azzurro che ritrova Cenerentola? Ecco, era così. Se fossero scoppiati anche i fuochi d’artificio, sarebbe stato proprio da favola. Si udirono dei rumori e Daniel alzò gli occhi al cielo: fuochi d’artificio. Non ci posso credere!!!
«Sono bellissimi», sorrisi e lui annuì. «Già». Mi strinse di più a sé, intrecciando le mani dietro la mia schiena per tenermi forte, quasi come se avesse paura che io potessi scappare.
«Ehy, che ne dite di raggiungermi tutti qui per aspettare l’alba? Iniziamo col karaoke!», esclamò il dj. «
Lo sai che so cantare?», scherzò lui ironico.
«Non ci credo!», esclamai ridendo.
«Daniel? Jessica? Non avete intenzione di rintanarvi di nuovo nelle cabine? Venite qui!», ci esortò il ragazzo. Daniel rise ed io arrossii.
«Andiamo, prima che quello ci faccia fare altre figure di merda», bofonchiai, avanzando verso la gente.
«Aspettami!», esclamò ed intrecciò le dita della sua mano tra le mia. Arrivare mano nella mano lì, davanti ai mille occhi dei nostri amici di scuola era magnifico. Daniel aveva voluto dimostrarmi che non si vergognava a stare con me.
«Chi inizia a cantare?», chiese il dj ridendo.
«Io!», esclamò Daniel guardandomi in segno di sfida. Risero tutti.
«Daniel, non ci va di ascoltare le serenate d’amore!», esclamò Jason. «Vaffanculo, Jay!», rise Daniel dal microfono. Sapeva cantare bene, c’era da ammetterlo. Laurel mi venne vicino.
«State insieme?», mi sussurrò all’orecchio.
«Mi ha fatto una dichiarazione», sorrisi annuendo.
«Anche lui. Da single a fidanzate nella stessa sera che abbiamo organizzato con tanto amore: poteva esserci una festa dell’estate migliore?», rise lei e ci abbracciammo. Cantammo un po’ tutti a squarciagola, insieme al dj, poi organizzammo dei giochi. C’era il classico gioco del fazzoletto, poi quello del palloncino ed ora ci divertivamo con il gioco della bottiglia. Girano la bottiglia e punta verso di me, poi io la rigiro e la punta mi indica Daniel. Sorrido maligna.
«Cosa scegli di fare?», mi chiede il dj.
«L’opzione “sesso” non c’è, Jess!», esclama qualcuno. Gli faccio la linguaccia e mi avvicino a lui.
«Schiaffo», decido. Lui mi guarda, sicuro che avessi scelto l’opzione bacio ed è costretto a prendersi lo schiaffo che non ebbi il coraggio di dare così forte.
«Questo è per tutto il tempo che mi hai fatto aspettare», gli sussurrai all’orecchio. Ci furono fischi per scherzare e fu il turno di Laurel, poi di Marco, Karol, Jason, Rachel, e così via, fino a quando la bottiglia puntò Daniel e poi me. Lui mi sorrise e con l’indice fece cenno di avvicinarmi, seduto così maledettamente sexy sulla sabbia. Un po’ impaurita gli andai vicino, cosa poteva scegliere? Al massimo mi faceva un’insalata (scuotere i capelli con energia) per vendicarsi! Lui invece mi tirò giù e mi avvicinò alla sua bocca baciandomi. Gli misi le mani al collo, seduta sulle sue gambe.
«Uh! Tra nove mesi Jessica sarà molto impegnata!», ci prese in giro un nostro amico. Daniel gli alzò un dito medio, senza smettere di baciarmi. Io risi e gli feci abbassare il dito, staccandomi dalle sue labbra. Lui mi sorrise malizioso.
«Ti vendichi così?», lo stuzzicai. Lui scosse il capo.
«Vuoi veramente sapere come mi vendicherò?», ridacchiò maligno ed io annuii.
«Lo scoprirai dopo in cabina …», accennò. Finimmo di giocare e ci fu un periodo di pausa. Mi sedetti accanto a Daniel, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Ti stai divertendo?», mi chiese ed io annuii. «Eh, certo, scommetto che la parte che ti è piaciuta di più è stata quella con brasiliano …», borbottò amaro ed io sorrisi.
«Ah, sì?»
«Sei proprio una stronza», sussurrò lui sorridendo ed io accennai una risatina, giocherellando con le sue dita.
«L’ho fatto solo per farti ingelosire», gli confessai. Lui mi guardò perplesso.
«Ed io ci sono cascato a pennello, eh?», sospirò amaro ed io annuii ridacchiando. Restammo alcuni minuti in silenzio, solo a sfiorarci. «Hai sonno?», sorrise lui quando sbadigliai. Annuii e sentii le palpebre chiudersi da sole, poi mi raddrizzai.
«Non posso dormire: questa è la festa dell’estate, dobbiamo aspettare l’alba», sorrisi entusiasta e lui con me.
«Non preoccuparti, ti tengo sveglia io», sussurrò al mio orecchio, solleticandomi sul fianco. Mi ritrassi ridendo e lo guardai in segno di sfida.
«Non ricominciamo!», esclamai, ricambiando con qualche secondo di solletico anche per lui. Alla fine, dopo aver riso, mi strinse le mani e mi fece accoccolare sul suo petto. Alzai lo sguardo in alto. Il cielo era stellato, non ne avevo mai visto uno così bello: la Terra era divisa dalla luna da una striscia di cielo priva di luminescenza, poi più in alto le stelle brillavano birichine attorno alla luna, la signora della notte, che emanava un bagliore spettacolare. Quella notte era da mettere i brividi, era il massimo della felicità: essere circondati da amici, sotto le stelle, accanto al mare, con il mio ragazzo che mi abbracciava, dopo che erano accadute tante cose belle. Più che festa dell’estate, si doveva chiamare festa della felicità. Il dj mise una musica dolce e rilassante, piacevole se accompagnata dal suono delle onde.
«Così ci fai dormire sul serio!», esclamò uno di loro e scoppiammo a ridere: sembravamo una sola, grande famiglia.
«Non dormirete, non preoccupatevi, perché ora c’è la cena! Avete fame?», esclamò il dj. Iniziarono a volare piatti e bicchieri e la carne arrostita iniziava ad essere gustata tra gli ospiti, cucinata da un cuoco ingaggiato proprio per questo. Ad accompagnare la carne, una quantità enorme di patatine fritte. Daniel cosparse le sue patatine di ketchup e maionese, mettendone così tanta che le patatine sotto erano scomparse.
«Che schifezze fai?», risi io osservandolo.
«E’ buonissimo», disse lui divertito, mangiandone una con le mani. Si leccò le dita, cosa terribilmente erotica e sexy. «
Tu e il galateo andate molto d’accordo, vero?», lo presi in giro.
«Assaggiala anche tu!»
«Sono allergica alla maionese». Lui mi guardò.
«Sfigata», ridacchiò, prendendomi in giro. Gli lanciai una patatina addosso e lui me ne tirò due.
«Ehy!», esclamai e ben presto tutti si unirono alla nostra “battaglia”.




Vi rubo altri due secondi per salutarvi velocemente, spero che il capitolo vi sia piaciuto! ;3
Scusatemi se vi faccio aspettare così tanto, sono una pessima scrittrice T.T
Vi informo che questo è il peniultimo capitolo... eh sì, la serata sta per finire! Non voglio ancora pensare a quando dovrò separarmi da loro D:
Grazie! Baci, Princess <3
  
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