Trentatré giri.
Come un vecchio disco di vinile, la terra ha fatto trentatré giri intorno al sole.
Un disco lento, una canzone lunga ma in rapido cambiamento.
Diversa ogni giro, ogni attimo.
Un vecchio disco di vinile, questa terra intorno al sole.
E sono passati estati, autunni, inverni, natali, primavere.
Ed è passata la gente, rapida, oggi qui, domani lì.
Solo lui è fermo, lui che di giri ne dovrebbe fare molti di più.
Invece è lì, fermo, da un caldo giorno di agosto.
Da trentatré anni, da quella mattina di un tempo lontano in cui i dischi in vinile ancora si usavano.
Fermo da un sabato qualunque, un sabato Italiano, un sabato di Italiana follia.
Fermo alle dieci e venticinque di una mattina di agosto.
Fermo per sempre.
Lui, che di giri ne dovrebbe fare molti di più di trentatré.
Lui, l'orologio di Bologna.