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Autore: Sybil Blues    02/08/2013    1 recensioni
Remus Lupin è un uomo solo. La caduta di Voldemort ha significato per lui la perdita degli unici amici che abbia mai avuto e l'ha trasformato in un alcolista che detesta la vita.
Albus Silente e l'amore gli daranno la possibilità di riscattarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Argus Gazza, Harry Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Remus Lupin fu svegliato dai rintocchi insistenti delle campane del paese. Imprecò a bassa voce. Quando aprì gli occhi, davanti a sè vide solo asfalto grigio. Si mise a sedere faticosamente, grattandosi via le pietruzze sulle guance e stropicciandosi gli occhi.
Si era ubriacato ancora, come ogni venerdì sera da qualche mese, ormai. Whisky incendiario, Vodka babbano e altre delizie che incendiavano i sensi e la realtà lo aiutavano ad evadere per qualche ora, ad attutire il dolore e l'eco della solitudine sempre presente.
La sua testa sembrava essere un martello pneumatico. Sbattè le palpebre più volte e cercò di capire se aveva lasciato tracce di vomito sui suoi abiti frusti, dopodichè zoppicò fuori dal vicolo angusto in cui si era addormentato, appoggiandosi al muro. Quando la luce colpì con violenza il suo volto stropicciato, si ritrasse. Doveva essere mezzogiorno. Era sicuro che fosse sabato, giorno di riposo, quindi nessun problema. Talvolta si attaccava alla bottiglia la sera, appena rientrato dal lavoro, incurante del dopo sbornia che si sarebbe manifestato in ufficio. Era capitato che non si facesse vedere per giorni, rintanato sotto le coperte spesse del suo letto solitario. E allora veniva licenziato. Tanto sarebbe successo comunque, si diceva, pensando alla luna piena sempre più vicina. Non ci voleva un genio a capire qual era la sua condizione.
E così, Remus Lupin era diventato un reietto. Un poveraccio sempre a corto di soldi, conosciuto dagli avventori dei peggiori bar del porto. Le puttane lo chiamavano per nome, perchè era famoso per essere l'unico ubriacone che non aveva mai ceduto alla tentazione delle loro grazie, l'unico che quando aveva le tasche gonfie condivideva con qualcuna di loro le sue sigarette, in cambio di due chiacchiere in compagnia.
In quei lunghi anni, che si erano trascinati inesorabili scavando rughe impietose sul suo volto e agli angoli della sua bocca sempre sigillata, aveva avuto cento mestieri e cento nomi, e nessuno era mai stato il suo.
Nessuna casa e nessun amico, nessuno a cui aggrapparsi per non sprofondare nel baratro sempre più vicino. Perchè prima o poi era sempre ora di andare, di sparire, di non lasciare tracce, per impedire che la verità si rivelasse in tutta la sua terribile potenza. Aveva finito per diventare quello che odiava. Un lupo solitario. Cacciato dal branco e amico dell'alcool.

La lettera era arrivata un giorno di metà luglio. Era bianca, la carta porosa e pregiata, il sigillo scarlatto e inconfondibile: Hogwarts, la roccaforte felice della sua adolescenza. Il mittente era dolorosamente ovvio. Remus aprì la busta con le mani percorse da un tremore che non era dovuto al rum che in quell'istante scorreva in abbondanza con il suo sangue.
Albus Silente si pregiava di offrirgli il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure a partire dal primo settembre di quello stesso anno. Una risata disperata gli sfuggì dalla gola.
Era proprio il candidato ideale! Affidabile, competente, disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Represse un moto di rabbia. Nemmeno Silente, il grande protettore della sua infanzia, poteva essere così stupido da permettere a un Lupo Mannaro di avere a sua disposizione tutta la giovane carne morbida di cui aveva voglia. Scagliò la lettera nel camino spento.

La dimenticò in fretta, grazie al suo miglior amico.
  
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