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Autore: Loreparda    02/08/2013    7 recensioni
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un’ingente fortuna manchi soltanto una moglie. Questa verità è così radicata nella mente delle famiglie del luogo che, nel momento in cui un simile personaggio viene a far parte del vicinato, prima ancora di conoscere anche lontanamente i suoi desideri in proposito, viene immediatamente considerato come proprietà legittima di una o dell’altra delle loro figlie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Nate Archibald/Serena Van Der Woodsen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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CHAPTER SEVEN.

«E per seconda portata del caviale contornato da…»
Eleanor interruppe la correzione dell’elenco delle pietanze, preparato in precedenza da Dorota, alla vista della figlia maggiore che percorreva, con passi sin troppo rapidi considerate le stampelle, la scala di marmo collegante il piano superiore a quello inferiore.
«Mamma, stasera io e Blair andremo ad una festa.» le comunicò fugacemente Serena, superando il salotto e dirigendosi verso l’uscita.
«Non ricordo di avervi dato il permesso.» le ricordò la signora Waldorf, sfilandosi gli occhiali tondi da vista e lasciandoli ondeggiare al cordoncino corredato sul suo petto.
«Stasera io e Blair possiamo andare ad una festa?» riformulò la frase la bionda, bloccandosi sulla soglia.
«No.» negò la madre, impassibile, comunicando alla fedele cameriera di lasciare la stanza tramite un cenno della testa.
«No?» ripeté la ragazza roteando esasperata gli occhi, ma stando attenta che la madre non la cogliesse sul fatto, dandole così un valido elemento per punirla.
«No.» ribadì Eleanor, rivolgendosi poi infastidita alla dipendente. «Dorota, mi sembrava di essere stata abbastanza chiara.»
Quest’ultima, che nei minuti precedenti aveva finto di svolgere alcune faccende domestiche, ubbidì sbuffando e si chiuse la porta alla spalle, proseguendo curiosa l’ascolto della conversazione poggiando l’orecchio in prossimità della serratura.
«Perché?» si lagnò Serena, pestando i piedi e sporgendo in avanti il labbro inferiore, assumendo il tipico aspetto di una bambina viziata a cui era stato impedito l’acquisto di un gelato.
«Perchè stasera abbiamo ospiti a cena.» spiegò sottovoce la signora, consapevole che i muri avessero le orecchie, o meglio le cameriere le avessero.
«Chi verrà?» chiese S., incuriosita da quell’aria di mistero che aleggiava attorno a quello scambio di battute.
«Una persona importante, presumo un importante collega di tuo padre.» rispose evasiva la Waldorf più anziana, usando le testuali parole della telefonata con il marito ed aggiungendo una propria supposizione.
«E…?» la incoraggiò la più giovane, troppo ingenua per capirlo da sola.
«E sarebbe un’ottima occasione per tua sorella per fare la conoscenza di un buon partito!» sbottò esasperata Eleanor, chiedendosi dentro di sé per quale motivo S. o V. non fossero sveglie ed astute come la sorella.
Blair, sì, che aveva ereditato il gene dei complotti!
La bionda scosse la testa, consapevole della mania della madre di cercar loro un fidanzato ricco dal punto di vista economico, e, consapevole di quanto fosse inutile combattere una battaglia persa in partenza, cedette ed annuì.
Premette poi il pulsante di chiamata dell’ascensore, ignorando volontariamente la mamma che le stava raccomando: «Blair non deve sapere il motivo reale, si infurierebbe.» e trovò rifugio in un negozio griffato.
E fu così che a tutta Manhattan squillò o vibrò il cellulare:

Avvistata S. da Armani:
nessuna madre fastidiosa può competere con un paio di nuovi jeans.
XOXO Gossip Girl

***

Alcune ore dopo, un uomo alto dai capelli corti e neri e un viso piuttosto giovane schiacciò il pulsante dell’ascensore diretto all’attico Waldorf. Durante tutto il pranzo la conversazione al tavolo ruotò intorno al lavoro del capofamiglia, così che ci furono poche occasioni per le ragazze di fare conoscenza con il bel ragazzo. Ma una volta finito, e dopo che il signor Waldorf si fu ritirato nel suo studio per finire il contratto, le ragazze ebbero il giovane tutto per loro.
«Allora.» disse Blair «Ancora non sappiamo come vi chiamate.»
«Jack, Jack Bass.»
«Bass? Come Chuck?» sbottò la ragazza, evidentemente irritata.
«Conosci mio nipote?»
Fu Serena a prendere la parola: «Vostro nipote ha avuto la fortuna di investirmi, un paio di settimane fa.»
«Dammi del tu, bambolina.» rispose Jack sorridendo mentre portava un bicchiere di Whiskey alle labbra e ammiccava verso alla bionda che, in risposta, abbassò lo sguardo.
In quel momento in Blair qualcosa scattò. Non l’odio per la bellissima creatura bionda accanto a lei che, seppur con la gamba ingessata, riusciva ad essere splendida ed emanava una fioca luce. Oggi quella ragazza aveva deciso di nascondere il gesso sotto un vestito lungo e viola preso qualche giorno prima da Tiffany, che le fasciava perfettamente il fisico asciutto e aveva sistemato i capelli in una treccia laterale che in molte ragazze, soprattutto con delle ciocche che fuoriuscivano, sarebbe sembrata banale e sciatta, ma non a lei. Su di lei sembrava estremamente elaborata e fatta apposta per accentuare i grossi orecchini pendenti. Per quella bellissima ragazza, in Blair, crebbe gelosia e voglia di competizione. Gelosia per il fatto che tutti gli uomini notassero la sua chioma bionda, il suo fisico, il suo viso, il suo vestito, le sue paia di scarpe e poi, in un secondo momento, notavano la brunetta accanto a lei, Blair. Voglia di competizione perché in quel momento, nel grande e ben arredato salotto di casa Waldorf, Blair decise di far vedere a Serena che non poteva avere tutti gli uomini di questo pianeta, che quel bellissimo ragazzo seduto sul divano di pelle nera sarebbe stato suo. Ma soprattutto, Blair volle far vedere a Chuck Bass che poteva avere qualsiasi Bass volesse, che uno di quella famiglia la apprezzasse.
«Vuole ancora un po’ di Whiskey?» chiese, con falsa cortesia.
«Certo…»
«Blair, signor Bass.» sorrise lei, ammiccando e andando a prendere la bottiglia di liquore riempiendo il bicchiere del ragazzo. Poi con una scusa si allontanò.
Entrò velocemente nella camera da letto, per poi precipitarsi nell’immensa cabina armadio. Prese una canottiera con un profondo scollo sul davanti e una gonna a vita alta che accorciò sui fianchi. Andava contro ogni buon senso e a ogni sua morale, ma in quel giorno, nei primi di Ottobre, Blair si sentì in dovere di vestirsi così. Prese un maglione per ripararsi dal freddo e accentuò il trucco togliendo il sobrio strato di gloss dalle labbra per sostituirlo con un provocante rossetto bordeaux intonato alla perfezione con la gonnellina. Prese degli alti tacchi neri Tiffany, li mise ai piedi, e scese le scale. Subito l’attenzione di Jack fu catturata dalla ragazza che, con disinvoltura, scendeva gli scalini, facendo risuonare i tacchi ad ogni passo.
Nel momento in cui il suo piede toccò l’ultimo scalino il suono di sei cellulari ruppe il silenzio creatosi.

Andiamo B., davvero?
Qui tutta Manhattan si chiede come tu sia potuta cadere così in basso.
Tacchi alti e gonne corte solo per ricevere le attenzioni di un Bass?
Sapete di amarmi, Gossip Girl

Al messaggio c’era allegata una sua foto e Blair dovette ammettere che la gonna era davvero molto più corta di come si aspettasse.

WRITER'S CORNER.
Aggiornamento settimanale! 
Io e 
swagmastasvoice ci siamo impegnate molto, quindi contiamo nell'avere la vostra opinione,
in più per pubblicare puntualmente oggi sto facendo i salti mortali.
A venerdì! *fa un triplo salto mortale* (?)

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