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Autore: __iriis    02/08/2013    12 recensioni
Mi perdo nell'oscurità della notte che fa da sfondo alle migliaia di luci che viste da quassù sembrano piccole lucciole.
Potrei restare ad osservare tutto ciò per l'eternità.
«E' bellissimo, non è vero?» Sento qualcuno affiancarmi e poggiare le mani sulla ringhiera.
Non distolgo lo sguardo, sono ipnotizzata.
«Da mozzare il fiato.» Sussurro quasi ansimando.
[...]
«Lavora per Wild?» Chiede poggiando gli avambracci sulla ringhiera e guardando dinanzi a se.
«Si, da oggi.» Ammetto, fiera.
«Bhe, non mi resta che augurarle buona fortuna, allora.» Sto per ribattere, dicendogli che può tranquillamente darmi del tu, non siamo nell'800, ma Tess irrompe sulla terrazza, apparentemente brilla.
Si arresta di colpo non appena i suoi occhi saettano sul ragazzo che mi tratta come la mia bisnonna. China il capo per un istante, intimidita dalla sua presenza.
«Signor Styles.» Il ragazzo le fa un cenno con il capo. Le sue labbra sono chiuse in una linea dura.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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fireflies



    1.


Mi guardo intorno disorientata ancora una volta e mentre cerco di assimilare tutti i cambiamenti avvenuti nell'ultima settimana una una vocina nella mia testa inizia ad urlare e mi ricorda che sono in ritardo per il mio primo giorno di lavoro.
Mi sono trasferita a New York da un piccolo paesino nel  Texas da poco più di una settimana. Lì il mio talento per il disegno era sprecato.
Il mio nuovo appartamento è modesto e adatto alla mia personalità. Si trova poco distante dal cuore della città, al 15° piano di un grande palazzo. Dalle mie parti se ne vedono pochissime di strutture così.
Sono incantata dalla maestosità di questa grande metropoli e dalle continue possibilità che offre. Da bambina mi affascinava incredibilmente, passavo ore intere ad ammirare le cartoline colorate che mi spediva zio Jack. Era il mio sogno andarci, ed ora eccomi qui; impiegata presso la rivista di moda "WILD". Sono stata in prova per tre giorni, dopo di che hanno deciso di assumermi senza troppi ripensamenti e giri di parole. Sono giovane, lo so,  e per me questa è una grandissima opportunità. Adesso mi occuperò del design della rivista e non sto più nella pelle.
"E se non ti sbrighi perderai questo fottutissimo lavoro prima ancora di averlo ottenuto..." La mia odiosa vocina interiore mi da la spinta necessaria ad afferrare la borsa e a correre verso la porta.
Do uno sguardo veloce all'orologio che ho al polso e per poco non mi fuoriescono gli occhi dalle orbite. Accelero il passo ed improvvisamente mi ritrovo a correre per le strade della città, scusandomi con le persone che urto.
"Merda, merda, merda". E' il mio primo giorno di lavoro, ed io sono in un ritardo colossale, madornale, senza limiti di paragone.
Sono stata gentilmente avvisata di presentarmi con qualche minuto d'anticipo in vista della riunione di inizio stagione dove sarò presentata all'intero personale, ed io faccio completamente il contrario. Non voglio essere etichettata come una che non prende il lavoro seriamente.
Faccio un ultimo sforzo e costringo le mie gambe a muoversi più velocemente su per le scale dell'edificio dove ha sede la famosa rivista.
Schiaccio frettolosamente il pulsante 24 dell'ascensore che rapidamente inizia a salire. Appoggio le mani sulle ginocchia e riprendo fiato man mano. Devo ricordarmi di comprare una macchina al più presto.
Alzo la testa e finalmente ho l'occasione di guardarmi allo specchio e una smorfia prende vita sul mio viso. Non mi sono mai reputata la reincarnazione di Afrodite, ma questa mattina le occhiaie e i capelli fuori posto non mi aiutano affatto. Cerco di domare le ciocche sfuggite dalla treccia e con calma ripasso il rossetto rosa sulle labbra.
Prendo un bel respiro e mi volto non appena le porte dell'ascensore si aprono.


La riunione è appena terminata e grazie a Dio tutto è andato liscio. Fortunatamente nessuno ha notato il mio ritardo e sono stata presentata a tutti come una ragazza caparbia e piena di talento.
Dopo un intensa mattinata alla fine posso rilassarmi sulla mia nuova poltrona girevole in pelle. Chiudo gli occhi per un istante e inspiro a fondo il profumo di 'nuovo' che c'è ancora nell'ufficio. Mi sembra tutto così surreale. Il mio trasferimento, l'appartamento nuovo, il lavoro, New York.... Mi chiedo se non sia tutto frutto della mia fervida immaginazione. Sono consapevole del sorriso da ebete che ho stampato in faccia e stringo forte i braccioli della sedia, per paura che possa sparire da un momento all'altro.
Qualcuno bussa alla porta e sobbalzo.
«Avanti.» biascico con voce tremante.
Una donna dai capelli rossi fa irruzione nel 'mio ufficio'. Chi l'avrebbe mai detto, adesso ho anch'io un ufficio tutto mio. E' una sensazione strana, ma piacevole.
«Ciao, io sono Tess e sono l'assistente del capo» Afferro la sua esile e minuta mano, sorridendo. «Sei invitata anche tu questa sera al party che la nostra rivista organizza ogni anno.» Annuncia entusiasta.
Sbatto le palpebre più volte e boccheggio come un pesce. "Accidenti! Comportati da persona normale."
«Ma certo» balbetto. Mi ci devo ancora abituare a tutto questo.
«Perfetto!» la ragazza batte le mani contenta come una bambina la mattina di natale e si apre in un sorriso a trentadue denti.
«Dove si terrà... ehm... il party?» mormorò imbarazzata. E' la prima volta che qualcuno in questo ufficio mi rivolge la parola e non è per chiedermi di andare a prendere un caffè. "Adesso anch'io ho un ruolo, si cazzo!"
«Ti ho scritto l'indirizzo qui.» Mi allunga un post-it giallo dove a caratteri cubitali è appuntato il nome di una via.

"350 5 th Avenue"

«Non mancare!» Mi fa l'occhiolino e lascia la stanza, sculettando appena sui tacchi a spillo.
Fisso immobile il fogliettino, chiedendomi se sia il caso di andarci. "Certo che ci andrò!"
Sorrido e ripongo il post-it nella borsa. Fremo già dalla voglia di conoscere gente nuova, ma soprattutto potrò finalmente indossare il mio nuovo abito bianco di pizzo che ha ancora attaccato il cartellino.


Afferro la mia clutch in finta pelle nera e mi do un ultima occhiata allo specchio. I capelli sembrano aver ascoltato le mie suppliche e se ne stanno buoni, lasciati sciolti sulla schiena. Il vestitino in pizzo a maniche lunghe mi ricade morbido sulle curve del seno e dei fianchi. I sandali neri con il tacco sono abbinati alla borsetta.
Sembro carina, e non posso esserne che felice. Faccio la linguaccia alla mia immagine riflessa allo specchio ed esco di casa.
Per questa sera mi sono concessa il lusso di chiamare un taxi, anche perché l'idea di dover camminare sui tacchi per mezza New York non mi allettava molto.
Detto l'indirizzo al taxista, che con molta professionalità annuisce e mi porta a destinazione in meno di 15 minuti.
Alzo la testa e noto che sono sommersa da enormi grattacieli. Vederli da vicino fa sempre un certo effetto e devo ancora abituarmici.
Entro in uno dei tanti edifici dalle dimensioni gigantesche e scopro che il famigerato party di inizio stagione si svolge nell'attico al 45° piano.
Ci sono tantissime persone e mi sento subito disorientata. Tutta l'eccitazione accumulata svanisce in una nuvola di fumo non appena realizzo che effettivamente mi sento proprio come un pesce fuor d'acqua. Deglutisco, e nervosa mi guardo intorno. Mi chiedo se abbia fatto la scelta giusta a venire...
Con mia grande fortuna riconosco la chioma rosso fiammante di Tess, l'adorabile assistente del capo, e la raggiungo sgambettando.
«Tess!» Urlo per sovrastare la musica alta. Lei si volta verso di me e le sue labbra si tendono all'insù.
«Cat, sei venuta. Sono felice che tu sia qui!» Mi bacia entrambe le guance. «Vieni, ti presento ad alcune persone!» Mi trascina con se e prima che inizi a presentarmi alla metà dei presenti riesco ad afferrare un bicchiere di champagne da un tavolo vicino.
Porto il bicchiere alla bocca e assaggio un sorso di quello che dev'essere del buonissimo Bollinger. "E' delizioso!"


Dopo numerosissimi bicchieri di champagne e tutte le chiacchiere della gente che Tess mi ha presentato sento la testa iniziare a girarmi vorticosamente. Sono sicura che un po d'aria fresca non mi faccia male.
Mi dirigo verso l'enorme terrazza che offre una meravigliosa vista su tutta New York. Il proprietario di questa casa deve proprio navigare nell'oro...
Mi aggrappo alla ringhiera e respiro aria pulita, fresca. In fondo Tess non è male. E' molto esuberante, certo, ma è l'unica persona che non mi vede come un mostro. Sembra che qui i nuovi arrivati siano considerati degli extra-terrestri.
Sbuffo e sposto il peso da un piede all'altro. "Odiose scarpe col tacco!" E pensare che dovrò indossarle anche al lavoro. Per apparire più 'professionale'. Faccio una smorfia di disapprovazione.
Ritorno ad osservare il panorama e vorrei avere qui con me la macchina fotografica. Scatterei alcune foto e le manderei a mia madre. Sorrido al ricordo della sua espressione felice e orgogliosa di me. Mi perdo nell'oscurità della notte che fa da sfondo alle migliaia di luci che viste da quassù sembrano piccole lucciole. Potrei restare ad osservare tutto ciò per l'eternità.
«E' bellissimo, non è vero?» Sento qualcuno affiancarmi e poggiare le mani sulla ringhiera.
Non distolgo lo sguardo, sono ipnotizzata.
«Da mozzare il fiato.» Sussurro quasi ansimando.
«La festa non è di suo gradimento?» Mi volto lentamente, quasi indignata. Un ragazzo poco più giovane di me mi ha appena dato del lei, facendomi sentire schifosamente vecchia.
«Non sono abituata a tutto questo.» Rispondo, rimanendo impassibile.
Osservo il viso di colui che ha appena ucciso la mia autostima, e noto appena un accenno di barba sulla pelle perfetta del viso. I capelli sono spettinati, ma gli danno un aria sexy. Indossa dei jeans scuri ed una camicia larga con un motivo molto particolare.
«Sono abituata a fattorie e latte appena munto, non ad attici super lussuosi e champagne pregiato.» Confesso accennando ad un sorriso. Non mi vergogno delle mie origini, perché dovrei?
«Da dove viene, signorina...?» "Ci risiamo..."
Evito di sbuffare in faccia a questo sconosciuto. Mio padre non apprezzerebbe sicuramente.
«Cataleya, ma Cat andrà benissimo. Vengo da un piccolo paesino nel Texas.» Spiego sbrigativa.
«E' un nome molto particolare..» Sorride, mostrando una lunga fila di denti bianchi. Agli angoli della bocca prendono forma due deliziose fossette. "Oh..."
«Mia madre e la sua fissa per i fiori.» Alzo gli occhi al cielo e lui continua a sorridere divertito. "Che stia ridendo di me?"
Mi ricompongo e riporto lo sguardo su New York.
«Lavora per Wild?» Chiede poggiando gli avambracci sulla ringhiera e guardando dinanzi a se.
«Si, da oggi.» Ammetto, fiera.
«Beh, non mi resta che augurarle buona fortuna, allora.» Sto per ribattere, dicendogli che può tranquillamente darmi del tu, non siamo nell'800, ma Tess irrompe sulla terrazza, apparentemente brilla.
Si arresta di colpo non appena i suoi occhi saettano sul ragazzo che mi tratta come la mia bisnonna. China il capo per un istante, intimidita dalla sua presenza. Quasi spaventata oserei dire.
«Signor Styles.» Il ragazzo le fa un cenno con il capo. Le sue labbra sono chiuse in una linea dura.
"Signor Styles? Signore?? Oh, andiamo!!"
Guardo Tess sbalordita. E confusa al massimo.
«Cat, vorrei presentarti una persona.» Mi dice in un sussurro e noto il rossore sulle sue guance.
«C-certo.» Mi volto verso il Signor Styles e non sapendo più come comportarmi lo saluto nell'unico modo che conosco. «Ci si vede.» Gli faccio un cenno con la mano e lui ricambia con un sommesso "Lo spero".
Tess ed io ritorniamo all'interno dell'attico e mi sento quasi soffocare. Sul terrazzo si stava decisamente meglio.
«Mi spieghi perchè diavolo quel tipo si fa chiamare Signor Styles?» Urlo affinché mi senta. «Avrà si e no una ventina d'anni!»
Lei di tutta risposta mi poggia una mano sulla bocca e spalanca gli occhi.
«Quello è il proprietario di Wild.» Dice, quasi strozzandosi alla fine della frase.
Sbatto le palpebre più volte, ancora più confusa.
«Credevo che il capo fosse Alice.»
«Certo, ma Styles è il capo del capo del nostro capo!!!» Spiega urlando e non so perché.
Un improvviso shock mi invade da capo a piedi, facendomi mancare il respiro.
"Ho appena parlato di latte e fattorie con il capo del capo del mio capo. Ho appena alzato gli occhi al cielo davanti al capo del capo del mio capo!!"
Ho urgente bisogno di un bicchiere di champagne.








Writer's corner:
Sono ritornata dopo un eternità, in seguito ad una mancanza di ispirazione. (Ho anche lasciato una ff in sospeso... Damn it!!!)
Beh, non vi nego che "50 sfumature" mi ha aiutato molto a partorire questa nuova idea.
Ho amato quel libro dalla prima pagina e non vedo l'ora di poter scrivere qualcosa ispirato alla famosa trilogia.
Adoro poter scrivere di Harry come il "Signor Styles", così giovane e ha già praticamente tutti ai suoi piedi.
Spero che i vostri commenti mi aiutino a continure. Ci tengo molto.
Grazie a tutte.

  
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