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Autore: Maya_FigliaDiAtena    02/08/2013    2 recensioni
Mi chiamo Melanie Barrymore e sono parecchio strana. Caratteristiche? Dislessia, problemi da deficit dell'attenzione e un apparecchio "attirasfortune" incorporato. Quando scopro di essere una semidea come nel mio libro preferito...
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
HO UN PICCOLO INCIDENTE CON DELLE PALLE DI FUOCO

Ehi, ciao. Mi chiamo Melanie Barrymore e ho quattordici anni. Vivo da sola con mia madre a Brooklyn, in centro. Mia madre si chiama Roxanne Barrymore ed è una donna mora e alta, molto apprensiva, ma le voglio un gran bene. Come sono? Semplice da descrivere. Non sono affatto quella che si definisce una “ragazza popolare”. Anzi, quel genere di ragazzi e ragazze mi prendono in giro in continuazione. Moto di compassione verso di me? Non ne ho bisogno, tranquilli. Non sono una piagnucolona e sono piuttosto forte. Perché mi prendono in giro? Beh, sono quello che loro chiamano “sfigata” e sono davvero strana, lo ammetto. Non sono molto alta (a dire il vero sono una nanerottola, 1.55 a quattordici anni!), ho i capelli cortissimi alla “maschietta” biondo scuro con qualche ciocca del ciuffo rossa (ehi, adoro tingermi capelli di colori sparati. Un giorno mi sono detta: “Se tutti ti guardano storto, dagli almeno un motivo per guardarti, cavolo!). I miei occhi sono stranamente cangianti. Di solito hanno una sfumatura verde-marroncino, ma quando c’è bel tempo diventano verde acceso, quando c’è brutto tempo marrone scuro, e quando sono in pericolo grigi. Come quella volta che mi stava investendo una macchina. O quella volta che ho incendiato per sbaglio la cucina della scuola. O quella volta che…o, lasciamo perdere! Se mi mettessi a raccontarvi quante ne ho passate, non finiremmo più. Sì, direi che mi faccio notare. Con i miei occhi cangianti, la mia statura, la mia corporatura esile, il mio taglio di capelli, la ciocca rossa e il mio modo di vestire stravagante e mezzo hippie (che un po’ ero) mi facevo davvero notare. Ma non mi importava. Vi starete chiedendo di mio padre. Buio totale. Mai conosciuto. E la mamma non mi aveva mai accennato di lui. I miei hobby principali sono la musica e (soprattutto) la lettura. Mi prendevano in giro, per questo, ma io non sono il tipo a cui importa cosa pensano gli altri. Io amo il Fantasy. Ho letto tutti i Best Seller più famosi. Le saghe di Eragon, Twilight, Harry Potter, Hunger Games, Le Cronache di Narnia, Il Signore degli Anelli, Cuore d’Inchiostro ecc… La saga che più mi ha impressionato, però, è stata quella di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo. Mi soffermai parecchio sui libri di questa saga. Da un lato vedevo che la vita del protagonista (Percy, appunto) era molto simile alla mia (anche io ero dislessica, avevo problemi da deficit dell’attenzione, traslocavo in continuazione, combinavo danni a scuola, ero svogliata, non riuscivo a stare ferma e me ne succedevano di tutti i colori), dall’altra capivo che le somiglianze che trovavo erano solo coincidenze. Quel mondo non esisteva, era fatto solo di carta e inchiostro. Era inizio maggio. Entrai in classe con Ashley (una snella mora tinta e antipatica al quadrato) e la sua banda che guardava storto i miei capelli, il mio vestitino colorato a frange e la mia collana con il simbolo della pace. Non ci badai, ovviamente. E mi sedetti accanto a Chloe. Chloe è una ragazza un po’ strana. E’ un po’ timida e si fa sottomettere un po’ troppo, per i miei gusti, ma il mio parere non conta, visto che lei mi dà sempre della testa calda. Quest’anno ero (ovviamente) in una nuova scuola (dopo che mi avevano espulsa dall’altra per aver inondato la palestra, ma questa è un’altra storia) e Chloe è diventata la mia migliore amica. La difendo sempre da tutti, un po’ perché lei lascia che la maltrattino, un po’ perché non voglio che il suo bel visino con gli occhi azzurri e i capelli biondissimi venga rovinato. –Ehi, ciao, Chloe! - la salutai, posando la mia borsa di lato.
–Ciao, Mel. – mi salutò, sorridendo timidamente e scostandosi una ciocca dal viso. –Guarda chi si vede- mi istigò con un sorriso perfetto la moretta con gli occhi castani, Ashley –Miss Stramba Barrymore! – la sua banda rise e una della sua banda (mi pare si chiamasse Sophie, o Sophia, forse) cominciò a farmi dei gestacci. Io guardai dritta negli occhi castani e porcini di Ashley (ero davvero brava a fare occhiatacce fulminanti) e le risposi di rimando –Luna storta oggi, Sanchez? – mi guardò come se le avessi fatto un complimento. –Almeno non sono vestita come un clown! La gente penserà che ci sia il circo in città! - . Lei e la sua banda risero di gusto. Prima che potessi fiondarmi a mollarle un pugno sul naso entrò la professoressa di Storia. Quando lei cominciò a parlare non seguii una parola. Non che non mi interessasse. Ma…era molto difficile per me stare seduta e ferma per tre ore e per di più ad ascoltare la Brooks che parlava degli Dei e degli Eroi dell’Antica Grecia. Quando stavo prendendo in considerazione l’idea di buttarmi dalla finestra accanto al mio banco, finalmente, suonò l’intervallo. La scuola finiva tra un paio di settimane. Dopo non avrei più visto quella feccia di Ashley e compagnia bella. Ma non avrei più rivisto nemmeno Chloe. Mi avviai verso il mio armadietto, quando mi sentii toccare una spalla. –Tu, Barrymore, vieni con me, dobbiamo fare un bel discorsetto. – si piazzò di fronte a me una ragazza scura con gli occhi castani e i capelli ricci. Ma dove l’avevo già vista? Ma sì! Stava nella banda con Ashley! Sicuramente voleva cercare di intimidirmi. Io la seguii e mi portò in aula musica, che era deserta. Mi guardò in modo strano. Ma davvero strano. Mi guardava come se fossi…del cibo. –Melanie Barrymore- tuonò con una voce così profonda e innaturale da farmi rabbrividire –questo è il giorno della tua condanna-. Non compresi quelle parole. Cosa voleva fare? Picchiarmi? Beh, non ebbi tanto tempo per pensarci, perché mi si scagliò contro. Presto cominciò a sbavare e a diventare pelosa. Mi scagliò un pugno ben assestato allo stomaco e io arrivai sulla batteria, fracassandola. Il mostro si girò verso di me. Tese il braccio, e la sua mano cominciò a diventare una palla di fuoco. Che mi tirò. Io, non so come, la schivai. Ero esausta. Allora mi accasciai per terra e, con un tempismo perfetto, qualcuno mi si mise davanti. Un ragazzo. Poi il dolore allo stomaco s’intensificò e persi conoscenza.
 
 
NOTA DELL'AUTRICE: Ciao a tutti! Sono una grandissima fan di Percy Jackson, così è nata l'idea di questa FF. Spero vi piaccia e che recensirete!
  
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