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Autore: Maya_FigliaDiAtena    03/08/2013    2 recensioni
Mi chiamo Melanie Barrymore e sono parecchio strana. Caratteristiche? Dislessia, problemi da deficit dell'attenzione e un apparecchio "attirasfortune" incorporato. Quando scopro di essere una semidea come nel mio libro preferito...
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
SCOPRO DI VIVERE IN UN LIBRO, MA NON PROPRIO
Ero molto scombussolata. No, davvero. Ero sotto shock. Quando mi svegliai ero su un taxi e accanto a me c’erano Chloe e un ragazzo. –Sei tornata, finalmente! – Chloe sospirò di sollievo –era ora. Mi hai fatto prendere un accidente! – Io sorrisi spaesata. –Io…cosa…tu? E lui…? – non ero ancora in grado di fare una domanda di senso compiuto. Ma Chloe afferrò. –Ah, già scusa. Questo è Ethan Macmillan. -. Indicò il ragazzo accanto a lei. Misi a fuoco e realizzai che era davvero (ma davvero) carino! Io non mi sono mai interessata ai ragazzi, figurati, quello era l’ultimo dei miei problemi. Ma quel ragazzo era…Woah. Aveva la carnagione chiara e i capelli neri, con un piccolo ciuffo che gli ricadeva sul viso. E gli occhi, che occhi! Erano verdi e stupendi. Lui mi sorrise e mi accorsi di fissarlo, così distolsi lo sguardo. Chloe mi riprese –Ethan, lei è Melanie Barrymore- lui mi fissò. Chloe alzò gli occhi al cielo –Potreste almeno parlare! -. In quell’istante entrambi dicemmo “Ciao” e ridemmo tutti e tre insieme. –Melanie- Chloe adesso era seria –ti ricordi quale regalo ti ho fatto per il compleanno? – Non sapevo proprio cosa c’entrasse, in un momento come quello, ma annuii. –Tutti i libri di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo- dissi, ingenuamente. Chloe puntò i suoi occhi azzurri sui miei e fu allora che ci arrivai. –No, n-non è possibile- farneticai. Chloe guardò Ethan con complicità. –Mel, stai tranquilla. Va tutto bene- disse Chloe con innocenza. Allora la rabbia dentro di me cominciò a montare. –Va tutto bene? Sono stata presa a pugni e a palle di fuoco da non so che mostro infernale e va TUTTO BENE? – d’istinto arretrai. Sentii Chloe mormorare a Ethan –Te l’avevo detto che era una testa calda-. Lui rise. –Melanie- disse lui –tutto quello che hai letto in quel libro è vero. Tu sei una semidea. – Mi mancò l’aria. Non era possibile. Stavo sognando. Sì, ma certo! Non mi stava accadendo davvero. Poi successe una cosa inaspettata (che mi fece “risvegliare” dalla complessa e fitta matassa quali erano i miei pensieri). Ethan le sussurrò qualcosa all’orecchio e le stampò un bacio sulla guancia. Un moto di delusione si sviluppò nel mio stomaco. –State insieme? – Lo so, non era una domanda opportuna, ma ehi, sono impulsiva. Ma la domanda su di loro fece soltanto arrivare altre risate. Nuove, fragorose, rumorose, risate. –Melanie, sei uno spasso! – esclamò Ethan. Poi parlò Chloe –Mel, siamo fratellastri. Tutti e due figli di Atena. – Ethan mi sorrise ed io sbuffai –Perfetto, due Cervelloni! – e ridemmo di nuovo insieme. Ad un certo punto il taxi si fermò ed entrammo al Campo Mezzosangue. Tutto era come descritto dal libro. Mentre passavamo alcuni fauni salutavano Chloe, le ninfe si rivolgevano a Ethan. Una ninfa dispettosa si avvicinò a me e mi squadrò, guardandomi storto il mio ciuffetto biondo scuro con una ciocca rossa e alzando una manica del mio vestitino a frange. Ma ero abituata a quel tipo di comportamento, quindi quando la strana ninfa dalla pelle verde bosco e dai capelli castano scuro vide che non badavo al suo comportamento, se ne andò scuotendo la testa. –Non ci badare- la voce di Ethan sussurrava al mio orecchio –Eve è sempre scontrosa con gli sconosciuti. E poi tu sei…- mi guardò come per cercare l’aggettivo più adatto -…particolare. – Io risi. Non potevo parlare. Ero troppo ammaliata dal paesaggio circostante. Mi sembrava di vivere quel libro che, ironia della sorte, volevo che diventasse la mia realtà. Adesso ci mancava che fossi figlia di Poseidone, per completare il quadretto. “Ma dai, Melanie, pensa!” mi diceva la voce nella mia testa “Sarai la figlia di un dio minore. Ecate, forse”. Mi sforzavo di credere alla vocina del buonsenso. O almeno, speravo che fosse quella del buonsenso e non quella delle illusioni. Ci fermammo davanti ad u enorme edificio. “La Casa Grande”. La conobbi subito. Ancora non potevo credere che il libro di Percy Jackson fosse un’invenzione di Chirone. E mentre pensavo a questo notai il centauro a pochi metri da me. Sicuramente mi si stampò in faccia un sorriso idiota. Era come se lo conoscessi davvero, quel centauro. Si avvicinò a me, Ethan e Chloe. –Chloe? Ethan? – li chiamò con la sua voce profonda –Cos’è successo? Non riuscivamo a contattarvi neppure con l’Iphone- Oh, sì. L’Iphone. No, non è un telefono. Il libro spiegava benissimo che la “i” stava per “Iride”, la dea dell’arcobaleno. –Chirone, abbiamo avuto un…incidente. – disse Ethan. Chloe annuiva –Sì, un mutante. – disse come se fosse una cosa abbastanza normale –Palle di fuoco-. Chirone annuiva comprensivo, come uno che ne aveva passate tante. E ci credo, con tremila anni che addestra gli eroi! Poi il suo sguardo si soffermò su di me –E’ lei? – chiese rivolto a Chloe e Ethan. Quest’ultimo rispose –Sì. Si chiama Melanie Barrymore. Deve essere potente, per aver scatenato su di sé l’ira di quel mutante. – Chloe mi guardò –Oh, sì. In tutto il tempo che sono stata potente l’ho tenuta d’occhio. Deve essere davvero potente- e lanciò uno sguardo d’intesa a Chirone. Quel “davvero” doveva significare qualcosa che io non potevo capire. Ma ormai era il tramonto, si avvicinava l’ora di cena. –Bene. -  sospirò Chirone –Chloe, vieni con me dobbiamo discutere di una faccenda importante. Ethan, fai il giro del Campo, come da rito- mi sorrise –anche se non credo che cene sia bisogno perché, a quanto detto da Chloe, hai letto il mio libro-. Raccolsi tutto il coraggio che mi restava dopo una giornata del genere, e chiesi –Chirone, quindi…Percy Jackson…esiste davvero? – lo so che era una domanda stupida, ma ehi, ero curiosa sul mio eroe (che magari esisteva davvero). Chirone si accigliò –No, è solo frutto della mia fantasia. Forse non ti rendi conto che se ci fosse davvero un figlio dei Tre Pezzi Grossi piomberemmo nel caos più totale. – Chirone ignorò la mia espressione un po’ delusa –Oh, già. Certo- mormorai. Chirone mi sorrise e si rivolse di nuovo a me con voce gentile –Incantato di averti conosciuta, Melanie- fece un piccolo inchino (che ricambiai) e si avviò con Chloe che mi strizzò l’occhio. Okay, eravamo solo io e Ethan, il quale mi mostrò tanti bellissimi posti (che prima di quel giorno avevo incontrato solo nella mia immaginazione). Mi portò al Campo di Fragole, dove c’erano delle ninfe che giocavano con dei fauni, vicino a un fiume, dove c’erano delle donne semitrasparenti nell’acqua (oh, già, scusate. Si chiamano Nereidi). Poi vedemmo l’Arena di scherma, la postazione di tiro con l’arco e beh, tutte le capanne. Erano disposte a U, e ognuna aveva una decorazione diversa. Una per ogni dio. La casa di Ermes era piuttosto semplice, di legno, abbastanza grande. Quella di Afrodite era graziosamente abbellita con dei fiori e, al contrario, quella di Ares era quasi completamente spoglia (a parte una bandiera con un elmo). Quella di Efesto era di pietra lavica, mentre quella di Apollo era molto casual. Quella di Dioniso era aggrovigliata da viti. Poi c’erano quelle onorarie di Era e Artemide (Artemide aveva fatto voto di castità, Era…beh, era la dea della famiglia). E poi c’erano quelle dei Tre Pezzi Grossi, e con quest’espressione intendo Zeus, Ade e Poseidone. Erano sicuramente deserte, perché i tre fratelli avevano giurato di non avere più figli (sarebbero stati troppo potenti e cacciati a vita dai mostri). Quando Ethan cominciò a parlare, stavamo arrivando ai tavoli –Melanie…ti sentirai spaesata ma…è normale- mi guardò comprensivo. –Da quanti anni frequenti il Campo? - chiesi istintivamente. –Oh, solo da due anni- nel suo sguardo verde colsi un lampo di tristezza e capii che quello era un tasto dolente. Non che avessi rinunciato a scoprirne di più, solo…non in quel momento. Mi sfiorò il braccio e poi si andò a sedere al tavolo di Atena. Il mio stomacò si ribaltò a quel gesto che poteva essere stato anche casuale. Perché mi avrebbe dovuto fare un effetto speciale? Perplessa, mi sedetti al tavolo di Ermes. Ethan mi aveva spiegato (già lo sapevo, avendo letto il libro, ma non mi sembrava educato interromperlo) che gli Indeterminati (ovvero quelli non riconosciuti dal proprio genitore) stavano tutti nella casa di Ermes. –Alcuni sono lì da anni. – mi aveva detto. Ermes era il dio dei viandanti, e così accoglieva tutti. Ma non essere riconosciuti…è davvero brutto. Eravamo in un padiglione di marmo, davvero enorme. A darmi il benvenuto, al tavolo di Ermes, ci pensarono due ragazzi (sicuramente gemelli). –Ah, tu devi essere Melanie Barrymore- mi disse uno, sorridendo. Io annuii. –Piacere. Io sono Travis Stoll. E lui è mio fratello Connor- ci stringemmo la mano. Riuscii a fare amicizia solo loro due, dato il poco tempo prima del discorso di Chirone (solo due persone so che non è proprio un risultato soddisfacente, ma ricordatevi che sono strana.) A interrompere le mie presentazioni fu la voce di Chirone –Ed eccoci qui, un’altra estate è cominciata. Vi prego di dare il benvenuto a Melanie Barrymore, Indeterminata- Chirone mi fece segno di alzarmi in piedi ed io, goffa e scoordinata come al solito, lo feci, un attimo prima di sentire un fragoroso applauso. –Adesso godiamoci la cena- e allora Chirone si sedette. Io mangiai pizza e diet coke (tipica del Campo Mezzosangue) mentre discutevo con Travis e Connor. Mi spiegarono qualcosa in più sulla casa di Ermes: che era sempre affollata, che scomparivano le cose e che finivano sempre le saponette. Ma mi raccontarono anche che di recente avevano avuto un incidente con la lava che colava dalle rocce per l’arrampicata. Mentre mangiavo e parlavo con i fratelli Stoll (che mi erano risultati davvero simpaticissimi o, perlomeno, non mi avevano presa per una stramba pazzoide) sentivo lo sguardo di Chloe sulle spalle. Non badai neppure alle occhiate nervose di Ethan. Intanto, Travis e Connor continuavano a fare battute, e mi accorsi di ridere come non facevo da tempo. Ma quale tempo? Non avevo MAI riso così, in vita mia! Ad interromperci, o meglio, ad interrompere il chiacchiericcio del padiglione (mentre guardavo Travis che spruzzava acqua ad una ragazza della loro casa), fu un un uomo abbastanza grosso, con le guance rosee e con rossi ricci –Ebbene sì, purtroppo siamo ad un’altra estate- disse annoiato, mentre si puliva la camicia da briciole di pizza –Adesso continuate a fare ciò che stavate facendo. Volevo solo ricordarvi che c’è un dio, in mezzo a voi. - E ritornò a sedersi accanto a Chirone, sempre annoiato. Connor mormorò –Grazie, signor D. Anche noi siamo felici di vederla- e sbuffò. –D come…Dioniso? - chiesi. –Davvero perspicace, Melanie- disse ironicamente Travis. Gli risposi con una linguaccia. Lo so, lo so, è infantile, ma non ero proprio il tipo che non si vendicava. –Sei davvero simpatica, Melanie- mi disse Connor, per una volta, senza ridere o scherzare. Il fratello annuì –Già. Sono davvero poche le persone che conosciamo stanno ai nostri scherzi e che ridono di loro stessi-. Fui colta di sorpresa da quell’improvviso complimento, così risposi –Grazie, ragazzi. Anche voi mi piacete- e gli feci l’occhiolino. Connor guardò in modo malizioso Travis, che arrossii. Non avendo capito il significato di quel gesto, feci finta di non coglierlo. Improvvisamente tutti si alzarono per andare a bruciare i resti del loro cibo ed io, avendo letto il libro, sapevo perché. Si bruciava un po’ di cibo per gli dei, accompagnato da una preghiera muta o sussurrata. Connor si allontanò, avviandosi con una ragazza dagli occhi chiari, mentre Travis rimase con me –Sai cosa devi fare? – mi chiese. Io gli sorrisi –Sì- Quando fu il mio turno, mi avvicinai al falò con in mano un trancio della mia pizza. “Ti prego” mormorai nella mia mente “Riconoscimi. Chiunque tu sia. So che lo farai”. E gettai il trancio tra le fiamme. Poi ci sedemmo attorno ad un falò piuttosto…particolare. Il colore e l’altezza delle fiamme rispecchiava l’umore dei presenti. Quella sera le fiamme erano di media altezza e di un rosso vivo e brillante (probabilmente voleva dire che c’era aria di felicità). E cantammo vecchie canzoni del Campo. Ovviamente io non cantai, visto che ero appena arrivata e non ne sapevo neanche una. Alla fine salutai Chloe e Ethan (che era stranamente ombroso), e mi avviai alla capanna di Ermes chiacchierando con Travis. Quando arrivammo, mi resi conto che era una capanna veramente affollata (e c’era un solo bagno, non so se mi spiego). Travis insistette nel cedermi il suo letto, io protestai, ma ero così stanca che cedetti presto. Ma ero una negoziatrice davvero abile perciò, anche se ero stanca morta, contrattai che avremmo diviso il letto. Non potevo mica lasciarlo dormire in terra! Cavoli, aveva più diritto di me a star lì! A lui la proposta piacque ed acconsentì con un sorriso stanco. E fu così che mi addormentai, con Travis che toccava la mia spalla, e con il ciuffo biondo scuro scombinato sul viso.

Nota dell’Autrice: Vorrei un vostro parere su Melanie…consigli, critiche e via dicendo. Mi farebbe molto piacere. Aspettate di vedere quello che ho in serbo per voi nei prossimi capitoli! Se siete, come me, curiosi, seguite questa storia! Accetto consigli! Ditemi come dovrei continuare secondo voi.
Hugs and Kisses,
Magic_Maya/Athena’s Daughter
 

 
  
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