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Autore: Eleo_Schrei94    02/08/2013    2 recensioni
Michelle Muller è una giovane ragazza che abita in Germania durante il periodo della seconda guerra mondiale. In un periodo di difficoltà economiche e la possibilità di essere uccisa da un momento all'altro, Michelle incontra un ragazzo con il quale condivide delle esperienze che li faranno avvicinare sempre di più, fino a quando...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella lettera era così bella, nonostante fosse breve era fantastica, mi dispiaceva un sacco per Anja, decisi di rispondere ma non avevo ne carta ne penna così chiesi al soldato che era di fuori di procurarmeli e la sua risposta fu di dargli il cibo indietro in cambio di una penna e un foglio, gli diedi il pane anche se morivo di fame, ma la fame poteva aspettare. Risposi alla lettera raccontandogli di Anja e di me e del fatto che anche lui mi mancava. Poi entrò un soldato nascosi il foglio e la penna sotto le coperte, il soldato ci disse che dopodomani saremmo partiti per andare a lavorare nelle colline e che saremmo tornati verso la fine di ottobre, volevo morire avevo appena ritrovato tom e già dovevo dimenticarlo, il soldato uscii. Scrissi a tom ciò che ci aveva riferito a malincuore. Triste e sola mi raggomitolai nel mio letto e rimasi in silenzio, avevo un giorno per poter rivedere tom poi non l'avrei visto per un mese. Il giorno dopo verso le 20 di sera decisi di scappare dal buco della mia cabina, i tedeschi sorvegliavano soltanto il davanti, il dietro era sorvegliato dal faro mi addormentai e verso le 3 di notte mi svegliai e senza fare il minimo rumore uscii dalla cabina rischiando la vita ma dovevo rivederlo. Uscii e corsi più in fretta che potevo all'altra cabina, ne avevo molte da raggiungere prima di arrivare alla 135 arrivata alla 133 senza problemi mi accorsi che nella 134 c'era un cane che sorvegliava la cabina, maledizione questa non ci voleva, presi fiato e appena il cane si girò corsi più forte che potevo fino ad arrivare alla 135 il cane cominciò ad abbaiare il soldato della 135 raggiunse quello della 134 ispezionarono la cabina e io entrai nella 135. Mi diressi verso i loro letti. Vidi Anja dormire tranquilla con una mano sulla sua pancia era cresciuta dall'ultima volta, la svegliai tappandole la bocca, mi vide e fece un sorriso immenso si alzò dal letto e mi abbracciò così forte da non sentire più il respiro, le raccontai quello che avevo scritto nella lettera di tom e lei mi disse che gliel'ha aveva riferito, andai verso il letto di tom e feci la stessa cosa. Appena mi vidi diede una botta con la testa contro il letto sopra il suo, feci una risata buffa, scese dal letto lo abbracciai forte, come per dirgli che non l'avevo dimenticato anche lui ricambio l'abbraccio. Poi cominciammo un dialogo a voce bassissima.
Tom: ma come hai fatto a venire qui?
Michelle: sono scappata.
Tom: come sarebbe a dire che sei scappata?
Michelle: si nella mia cabina sotto al mio letto cè un buco così sono uscita e ho corso fino ad arrivare quì
Tom: che cabina sei?
Michelle: la 200
Tom: hai corso fino a qui dalla 200?
Michelle: si perchè?
Tom: sei coraggiosa! Come stai?
Michelle: io bene tu?
Tom: bene finalmente, mi sei mancata tanto in questi 6 giorni allora devi partire?
Michelle: si partiamo domani non potevo partire senza salutarti
Tom: hai fatto bene. Ma allora tornerai a ottobre e come farò io senza di te
Michelle: dovrai resistere. Senti devi promettermi una cosa!
Tom: cosa?
Michelle: che durante la mia assenza non ti succederà niente e che tu vivrai, non voglio tornare sapendo che sei morto chiaro!?
Tom: ok te lo prometto stessa cosa vale per te
Michelle: perchè? Parti anche tu?
Tom: si ci mandano a lavorare in montagna, sui ghiacciai
Michelle: oddio ma anche Anja e gli altri?
Tom: no solo noi uomini
Michelle: aa ok beh allora stai attento
Tom: si te lo prometto quando torni troveremo il modo per rivederci
Michelle: ok lo spero
Tom: aa michelle grazie
Michelle: e di cosa?
Tom: di essere venuta
Michelle: oh è stato un piacere
Tom: vieni qui!
Mi strinse, mi sarebbe mancato moltissimo domani e poi per un mese senza vederlo, sarà stata dura, si era ufficiale mi ero innamorata di lui ma lui sembrava meno innamorato insomma penso che mi ritenesse una amica più amica ma col tempo magari i suoi sentimenti sarebbero cambiati, chissà. Era tardi e dovevo ritornare alla mia cabina strinsi Anja salutai bill che si era appena svegliato abbracciai tom e uscii. I tedeschi erano spariti la cosa mi preoccupava, ma forse erano andati a dormire corsi velocissima fino alle 196 poi un silenzio immenso si sollevò dal campo un silenzio strano, poi un urlo che mi fece rabbrividire e poi ancora il silenzio, rimasi immobile attaccata alla cabina, vedevo i ghiaccioli sul tetto della cabina davanti alla mia poi sentii delle vocine come di bambini. Mi sporsi e vidi una fila di bambini piccoli età dai 4 anni in su con davanti un soldato. Osservai. Soldato: forza bambini cantate una canzone
Bambini: va bene
Si misero a cantare e vidi che il soldato portare i bambini ai forni, rimasi sconvolta volevo piangere, non potevo credere a quello che stavo vedendo i bambini ridevano ignari di quello che stava avvenendo poi si inoltrarono nella nebbia del campo e non li vidi più. Scivolai sulla cabina rimanendo a terra distrutta da quella scena orrenda. Non potevo credere, come si può uccidere? Come si può uccidere dei bambini innocenti? Chi era che ci stava facendo questo? È perchè voleva farlo? Ritornai alla mia cabina non correvo neanche più era freddo, ero stanca e c'era la nebbia a proteggermi, entrai nel buco e mi misi nel mio letto, mi raggomitolai nella mia coperta e rimasi li a piangere in silenzio sentendo le voci dei bambini che urlavano nelle mia mente, un'immagine che avrei voluto cancellare! Ma il dolore era troppo forte, mi addormentai tra le mie lacrime.

La mattina seguente....

Alle 5.30 un soldato venne a prenderci ci fece svegliare di scatto e ci ordinò di prendere le nostre cose e andare alla stazione e salire sul treno, fecimo ciò che ci aveva chiesto. Salimmo su quel treno vidi Karen e la raggiunsi salimmo sul treno tutti ammassati, senza aria, ne acqua, ne cibo, eravamo in delle condizioni penose nemmeno gli animali vivono così male. Il viaggio durò molto dalle 7 alle 9 ore non so dirlo ma so solo che per 7 ore rimanemmo in piedi su quel treno era la cosa più dolorosa del mondo mi sedetti dal male, ma le persone mi schiacciavano allora mi rialzai e rimasi in piedi quando finalmente arrivammo, ma questa volta non c'erano campi o cabine solo due grandissime tende, una centrale e la ferrovia e una collina che nascondeva perfettamente il tutto. Eravamo isolati la cosa che mi sollevò era la mancanza di forni quindi eravamo salvi ma a quanto pare mi sbagliavo osservai la collina era ripida e qualunque cosa ci avessero fatto trasportare non sarebbe stato facile. Ci condussero nelle tende lasciammo i nostri averi e ci diedero dei mattoni (cosa che temevo) dovevamo portarli in cima, li ci sarebbe stata la costruzione. I mattoni erano aumentati dalla dose normali invece di 8 kg erano 10kg e questa volta la salita era davvero davvero ripida. Cominciammo a scalare, i piedi si immergevano nella neve era ancora più faticoso, alcuni mattoni cadevano a causa della ripidità della collina molti cadevano a terra stremati, alcune persone le più anziane erano morte durante il tragitto i tedeschi su dei cavalli raccoglievano i corpi. Delle scene che nessuno potrà mai capire, quello che hanno visto i miei occhi è terribile. Ero arrivata a metà della strada quando sprofondai nella neve e non riuscivo più a emergere avevo troppi mattoni, chiedevo aiuto ma nessuno si fermava ad aiutarmi poi vidi mia sorella Teresa che mi aiutò a uscire, uscii la strinsi a me e continuammo il percorso le chiesi tante cose se stava bene e cose così la sua risposta come quella di tutti gli altri “da schifo!” arrivammo alla cima della collina e vidi il più grande centro di ferrovie mai visto, era enorme più grande di quello che c'era al campo una cosa immensa. I soldati ci fecero cenno di poggiare i mattoni su un punto e di raggiungere la ferrovia, andammo verso la costruzione ci diedero una zappa, del cemento e delle grate da portare ai tedeschi che si trovavano ancora più in su. Cominciammo a salire, le grate erano pensanti ma dovevo resistere l'avevo promesso a tom come lui l'aveva promesso a me.
Chissà come stava facendo ora?
  
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