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Autore: xhisjuliet_    02/08/2013    3 recensioni
due amici, una ragazza, una scommessa.
«Scommettiamo?» propose Jack.
Matt annuì, stringendogli la mano. «Farò innamorare qualunque ragazza di me e la trasformerò in reginetta del ballo. Ti ricrederai»
Jack rise. «A patto che sia io a scegliere la ragazza»
«Ci sto!»
Matthew Miller e Cheryl Brooks.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando una persona ce l’hai dentro, dove bisogna scappare?

 
 
 
 
Mi ritrovai fuori casa di Matt.
Erano le 18.30 e Carl come promesso mi aveva portato lì.
Era appena andato via e stavo considerando l’idea di ritornare a casa, che forse non ne valesse la pena esser lì.
Però avevo bisogno di spiegazioni,no? avevo bisogno di sapere perché continuava ad evitarmi e sebbene fossi arrabbiata e delusa dopo aver visto quel bacio, avevo bisogno di parlargli.
Bussai al campanello, sospirando.
La porta si aprì, c’era una giovane donna con una divisa nera.
«Salve – disse – posso aiutarla?»
Doveva essere la donna delle pulizie, considerando il suo abbigliamento.
«Syria, chi è?»
Sentii Matt, poi si avvicinò alla porta e assunse un’espressione mista tra lo stupore e rabbia.
«è per me» disse lui.
La ragazza annuì, andando via.
«entra»
Matt si spostò lateralmente, permettendomi di entrare.
«Che ci fai qui?» chiese scocciato.
Lo seguii, sedendomi sul divano.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiesi.
Lui rise, istericamente. «No, che cosa altrimenti..»
«Non prendermi in giro,matt.» sbottai furiosa. «Se sono qui è per chiarire delle cose, sono stanca dei tuoi comportamenti da ragazzino. Prima mi baci, poi sparisci, poi mi cerchi, poi sparisci, poi mi eviti, poi baci un’altra.. insomma, merito delle spiegazioni!»
Lui si alzò, muovendo le mani nervoso. «Proprio tu vieni a dirmi queste cose?»
«Matt,cosa intendi, spiegati!»
Lui mise le mani sui fianchi, poi iniziò a parlare. «Prova a chiedere al tuo nuovo ragazzo!»
«Di cosa diamine parli?» chiesi alzando il tono della voce.
«Quello del Milkshake, Cher! Non fingere di non saper nulla. Vi ho visti lunedì pomeriggio. Aveva la sua mano sulla tua e tu ridevi felice!» sbottò. «E poi sai cosa? – urlò, impedendomi di ribattere – Io sono sicuro che tu sia esattamente come tutte le altre, fingi di essere una santa e poi… Io non voglio più passare del tempo con una che mi prende in giro, mi da fastidio, è una delle cose che non ho mai sopportato. Di persone false ce ne sono e non ho assolutamente bisogno di te, sei falsa,Cher.»
Quelle parole sputate con tutto quell’odio furono come un pugno allo stomaco.
Mi alzai, con le lacrime agli occhi, camminando verso la porta.
«Non posso uscire con qualcuno, mentre tu puoi baciarti chi vuoi nel cortile della scuola? Dov’è scritto?» chiesi furiosa.
Aprii la porta, uscendo. Mi voltai verso di lui, sulla soglia della porta.
«E comunque.. – continuai – puoi chiamarmi in tutti i modi che vuoi: brutta, noiosa, sfigata, inutile ragazzina, insignificante, ma non falsa. E giusto per finire, quello era mio cugino»
Chiusi la porta con forza alle mie spalle, camminando a passo svelto verso casa.
‘un applauso a me, che riesco sempre a rovinare tutto’ – pensai.
In realtà io non avevo colpe, non quella volta. Si era sfogato su di me, mi aveva insultata, giudicata, per una cosa che in realtà non avevo fatto.
 
 
«Mi dispiace così tanto..Cher»
Dana mi abbracciò.
Stavamo andando alla mensa, le avevo spiegato tutto dato che aveva notato gli occhi gonfi dalla sera precedente.
Feci spallucce. «Non fa niente, Dana..»
«E’ stato un coglione..»
Annuii. «Già.. ma va bene così, sapevo che non saremmo andati d’accordo ancora per molto, anche se ci speravo.. siamo troppo diversi, è stato meglio così. Continueremo ad ignorarci ad evitarci..»
Lei annuì, sospirando. «Ora vado a ripetere, scusa Cher. Se dopo ti va di parlare chiamami..»
Annuii. «Dana – la richiamai, prima che potesse andar via – ti dispiace se rimandiamo lo shopping in programma per oggi a domani?»
Lei mi sorrise annuendo. «Va bene»
Dopo le altre due ore uscii da scuola, tornando a piedi a casa e per di più pioveva fortissimo.
Mio padre mi aveva detto di portare l’ombrello ma come mio solito lo avevo ignorato. Sarei tornata a casa tutta bagnata e mi avrebbe di sicuro detto ‘te lo avevo detto io’
Cercai di ripararmi la testa con la borsa, ma non era possibile.
Era uno di quei temporali che allagavano la città e quando? All’uscita dalla scuola.
«Cher»
Mi voltai, notando Matt in macchina, col finestrino abbassato. Incrociai il suo sguardo, aveva un’espressione triste, dispiaciuto quasi.
Lo ignorai, continuando a camminare.
«Sali – disse – ti prenderai un raffreddore»
Scossi la testa, ridendo istericamente. «Preferirei anche la broncopolmonite, anziché salire sulla tua auto»
Ignorò le mie parole, parcheggiando l’auto e correndo verso di me.
Sbuffai, continuando a correre.
«Bene – disse lui – se non vuoi un passaggio vengo con te, non importa, avremo entrambi la febbre, ma ho bisogno di parlarti»
«Io non voglio parlare» sbottai.
Quella strada che portava a casa mia  in quel momento sembrava non finire mai.
«Allora ascoltami»
Sbuffai, ignorandolo ancora.
«Mi dispiace,okay? – disse – io non sapevo che fosse tuo cugino! Ho visto che tu ridevi, eri felice e non eri con me. Ti ho vista con lui e non ci ho capito più nulla, ho iniziato a provare fastidio, odio verso quel ragazzo. Ho incominciato a pensare che tu potessi essere interessata a lui e che mi avessi ignorato, lasciato solo. Io non so cosa in realtà mi ha preso, è stata una sensazione inspiegabile, che non provavo da tempo. Ho capito che sono stato un’idiota, ti chiedo mille volte scusa per le cose che ti ho detto, non le pensavo davvero. Ti chiedo scusa per aver dubitato di te, di noi. Ti chiedo scusa per aver baciato quella ragazza avanti a te, facendoti del male.  Ti chiedo scusa per tutto.»
Le lacrime come sempre continuavano a scendere come fiumi ed eravamo entrambi bagnati. Arrivammo fuori casa, ignorai il monologo prima fatto da lui, girando le chiavi nella serratura.
«Mi dispiace Matt, ma..»
Mi interruppe, prendendomi la mano. Mi attirò a se, stringendomi in un abbraccio.
«Cher – sussurrò – non dirmi che non vuoi più vedermi, non dirmi che sei arrabbiata. Ti prego, scusami»
Si allontanò, giusto un po’ da poter far sfiorare i nostri nasi.
Appoggiò le sue labbra sulle mie, il cervello si spense, i pensieri svanirono.
Mise le mani sui miei fianchi, attirandomi di più a se. Schiusi la bocca, facendo incontrare le nostre lingue.
Avevo perso quel po’ di controllo che avevo quando eravamo così vicini.
Dopo un po’ mi staccai, allontanandolo con una spinta, ignorando il fatto che sicuramente avessi le guance rosse.
Chiusi la porta alle mie spalle, lasciandolo solo.
Ero tutta bagnata, il mio aspetto non era dei migliori eppure, mi sentivo terribilmente bene.
 
 
 
Sorrisi, guardando la felpa dell’hollister che Matt mi aveva prestato domenica mattina, quando avevo dormito da lui.
Erano circa le 21:30, avevamo appena finito di cenare e non sapevo cosa fare.
«Cher – mi chiamò mio fratello – c’è Rose»
Scesi di corsa, raggiungendo la mia amica.
«Vieni»
Salì sopra con me, le raccontai tutto, lei sorrise.
«Sapevo che era interessato a te!» urlò soddisfatta.
Sbuffai. «Rose, io..»
«Ti dico io una cosa: tu sei interessata a lui almeno quasi quanto lui è interessato a te. Tu provi qualcosa di speciale verso di lui e non te ne sei nemmeno resa conto, lo farai col tempo» rispose.
«Io mi sono sentita… bene, quando mi ha baciata,Rose» dissi.
Lei rise. «Perché non lo perdoni,cher?»
«io ho paura, Rose..»
Lei mi abbracciò, stringendomi a se. «E’ ora che affronti un po’ le tue paure, non ti pare? Stai scappando dalla cosa più bella del mondo: l’amore»
Annuii, sospirando. «è che..»
Mi interruppe, sbuffando. «è che nulla, Cher. Fa finta di nulla, ricomincia da capo con lui»
«Io non..»
Mi interruppe nuovamente. «Andiamo, vorresti dirmi che non è vero? Che non hai sentito nulla quando oggi ti ha baciata?  Che non vorresti averlo sempre al tuo fianco? Baciarlo quando ti pare? Vorresti dirmi che per lui non provi nulla?»
Scossi la testa, sospirando. «No..»
Sentii il cellulare vibrare, era Matt.
«Rispondi» disse Rose.
Scossi la testa, sbuffando. «No, Rose. Scusa ma voglio stare un po’ sola. Ti dispiace se ne parliamo domani?»
Lei sbuffò, alzandosi poi per andare via. «Chiarisciti le idee, Cher.»
Annuii, accompagnandola  alla porta.
 


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ciaaaaaao.
ecco un altro capitolo, ci ho messo un pò per scriverlo, non sapevo come gestire la cosa(?) 
non mi convince molto come capitolo, ma comunque spero vi piaccia.
grazie ancora a tutte voi che leggete, seguite, ricordate, preferite e recensite la storia,
grazie davvero.
al prossimo aggiornamento!<3

 
 
  
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