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Autore: Loogamberettus    02/08/2013    1 recensioni
Un bacio troppo dolce, un bacio impastato.
Il mattino invade la stanza, carico di luce e suoni.
Riconosco il profumo del moro.
Provo un'insaziabile voglia di attenzioni, tocchi delicati.
Decido di allungare la mano verso la sua guancia.
Un inusitato vuoto.
-Boo bear?-
Tipico di ogni mattina cercare il suo nome fra i granelli di polvere che galleggiano nell'aria.
Provo una scomoda sensazione di libertà.
Sono solo, nella mia stanza costipata di ricordi. Questi maledettissimi ricordi che mi stanno rendendo in brandelli.
Genere: Malinconico, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Untouchable


 

-C'è ancora così tanto che non riesco a capire...-

There's so much here that I don't understand.

Dico al professore. Una persona affabile. L'unica con cui sarei riuscito ad aprirmi. Perché ormai sono diventato brumoso, senza alcuna fiamma accesa a scaldarmi o rassicurarmi.

Le voci assordanti. Il suo viso levigato dal terrore. La disperazione lo sta logorando. Ma le sue labbra sono comunque premute sulle mie, i suoi respiri, sconnessi, danno luce ad un'immagine chiara nella mia mente: centinaia di persone e una sola espressione sulle loro facce.. ribrezzo.

 

-Cosa vuoi dire, Harry?-


Le mie mani fameliche, percorrono il suo corpo nudo e vulnerabile. Assetato di un amore che mi è stato portato via con la forza, dal mostro che continuava a vivere in me.

-Si è mai accorto del mio cambiamento? Guardi le mie mani, il mio corpo.-

Buio totale. Eppure ad entrambi, ci sembra di poter vedere il sangue traboccare dalle nostre ferite. Il mio sapore metallico in bocca, si mischia al suo di alcol. Louis è incorreggibile.

-Certo che me ne sono accorto, non a caso ho convocato i tuoi genitori.-


Amarezza, delusione, della donna che di me aveva fatto carne. Ferma, di fronte a noi, mia madre, con fiumi di parole che le scorrevano sulle guance, fino a superare il mento. Bagnava il pavimento, la sua veste, di lacrime che non meritava. E continuava ad assistere a quella scena esecrabile, di due giovani che non sapevano più dove trovare pace. Lacrime di incomprensione, ignoranza. Lacrime causate da segreti troppo grandi per una famiglia così piccola

-Si sta muovendo qualcosa in me, professore.-


Continuava a crescere, a riempirmi. Il vuoto, il buio, il logoro, lo sporco, il male. Cominciavo ad anelare. 

-E tu credi di esser diventato quel qualcosa?-

Danzavamo in nome di Iaco. Insieme, annegando nei nostri più sporchi peccati. Stavamo calpestando i nostri sogni, senza alcuna dignità. Senza pudore o rimorso, deambulavamo in quella distesa di fiori morenti, appassiti quanto le nostre anime. 

 

Mi astengo a rispondere, ormai in preda ai ricordi. Quelli che da una vita continuano a lacerarmi.
Il mio corpo caduco, senza forze. Il mio viso inespressivo. E il mio nome nugale. Ho sempre odiato apparire querulo, anche se in fondo, lo sono. Infantile.
Ma lui, conoscendomi, apostrofa quella domanda per la seconda volta, addirittura con più determinazione nel trovare una piccola soddisfazione in mezzo le mie parole.

-Harry, smettila di attecchirti sui tuoi ricordi, smettila di risultare così ridicolo.-


Lui sa bene che non sono affatto un tipo acquiesciente. Le sue parole dolci sarebbero state inutili e per niente efficaci. Proprio come i suoi tentativi di manipolarmi con la sua alterigia. Pensa di sapere di quello che sto ancora nascondendo. Pensa di sapere chi è realmente Harry Styles. Pensa di sapere quello che ho fatto in passato. Pensa pure di sapere a cosa sto pensando in questo momento. Ed è certo del fatto che sia merito suo se gli sto parlando di tutto questo. Ma il mio – anzi il nostro – passato, è talmente macchiato da essere inenarrabile.

-E lei la smetta di essere così abbietto con la sua presuntuosità.-


Ormai estremamente bilioso, penso di non potermi più trattenere. Gli sarei scoppiato in faccia a momenti. Tutto intorno a me diventa brumoso. La cartina geografica mi pare uno di quei puzzle che non sono mai riuscito a completare da piccolo.
Ed ecco le allucinazioni, come immagini in dissolvenza, sovrapposte alla realtà.. anch'essa distorta. Macchie di sangue, bocche spalancate in un urlo, unghie corte, espressioni malsane, malate.

-Professore, continuo ad ammorbare la vita di chi mi sta intorno.
E lei sta solo aspettando di annichilire l'unico briciolo di speranza che ho nel abbandonarmi fra le braccia della persona che amo, aspettando la mia fine, la nostra fine. La fine delle nostre menti, dei nostri corpi, delle nostre anime
.-


Promesse infrante senza nemmeno averle fatte. Odiavo il modo, masochista, con cui mi dava amore. Non smetteva di punirsi. Era pentito di quello che stava inevitabilmente nascendo fra noi. 

Comincio a berciare.

-Come ti senti?-


Non voglio risponde. Mi tappo le orecchie, così quella domanda non sarebbe arrivata in tempo. Non sarei stato costretto a rispondere. Tengo gli occhi aperti, e la bocca allungata in un sorriso ambiguo. Ma la risposta è la più falsa che io possa dare, seppure non avrei voluto che lasciasse le mie labbra.

-Bene.-


Consunto, stanco e ancora una volta, fragile. L'unica cosa che voglio è dire a Louis quanto lo amo. Quanto ho sbagliato. Quanto non ho ancora accettato il suo desiderio di prendere commiato da me.
Quanto mi sto facendo capitolare dal mostro che ci ha causato solo dolore.

-Smettila di cincischiare.. vai da lui, Harry, svegliati! Non demoralizzarti, anche se sembrerà coriaceo nei tuoi confronti.-


Sento la mia pelle farsi cerea. Un clangore campeggia intorno alla mia sagoma.
Una voce.
Disperata.
Provata.
Triste.
Amareggiata.
Terrorizzata.

''MI FAI MALE, HARRY! BASTA!''


I suoi occhi cerulei, aspramente dilavati, supplicavano una tregua. Ma era come se non lo potessi sentire. Il desiderio di averlo in quel modo macabro, iniquo, mi eccitava da matti

''TI PREGO, SMETTILA, BASTA!''


''Qualsiasi cosa accada, Harry, qualsiasi cosa tu faccia.. non me ne andrò.''
Bugiardo.

Ed è così che lui cade in deliquio. Ed è così che io perdo le speranze.
Ed è così che lui comincia ad odiarmi.
Ed è così, che comincio ad odiarmi pure io.
E per il professore, è lapalissiano che io non sto bene.




***



Un bacio troppo dolce, un bacio impastato.
Il mattino invade la stanza, carico di luce e suoni.
Riconosco il profumo del moro.
Provo un'insaziabile voglia di attenzioni, tocchi delicati.
Decido di allungare la mano verso la sua guancia.
Un inusitato vuoto.

-Boo bear?-

Tipico di ogni mattina cercare il suo nome fra i granelli di polvere che galleggiano nell'aria.
Provo una scomoda sensazione di libertà.
Sono solo, nella mia stanza costipata di ricordi. Questi maledettissimi ricordi che mi stanno rendendo in brandelli.
Mi aspetto uno sfogo isterico ineluttabile, da parte di mia madre, non appena avrà visto il disordine interiore dimostratosi in camera mia. Ma io le avrei sorriso, costringendomi a dissimulare un malessere interiore.

Ho passato la notte continuando a parlare con il frutto della mia immaginazione: un uomo sulla cinquantina, con la barba, gli occhiali e il collo a tronco di nome Edward.
Un uomo colto, un eccellente professore.

La porta della mia stanza si apre con una lentezza di cui non mi capacito.
Mi preparo alla collera di mia madre.
Mi rimane solo defilare sotto le coperte.
Non mi vergogno della farraginosa piccola stanza, ma dei dubbi che ho inciso sulla mia pelle. Delle bugie, dei segreti, dei rimorsi, del dolore.
Chiudo gli occhi.
Non voglio incrociare il suo sguardo furioso.
L'ho fatto di nuovo. Sono finito nella mia stessa trappola.
La mia nottata è stata rossa, incontrollata, una sfuriata.
Trattengo il respiro, quando sento il corpo di mia madre sprofondare nel materasso.

Ma il suo fare dinoccolato.. le sue ginocchia premere sui miei fianchi.. mi fanno capire che non si tratta della donna dai capelli color pece.
Le sue mani si avventano sul mio viso segnato. Possiedono una dovizia di dolcezza, malinconia e rabbia. E le sue labbra percorrono la mia bocca, come se fosse stata un dedalo. Sento i respiri venire a mancarmi, ma liberarsi nella sua bocca come gemiti. Piccoli mugolii, silenziosi al nostro udito. Perché non ci importa più di quello che sta oltre il nostro piccolo cerchio.
Entrambi abbiamo una dedizione l'uno per l'altro.
Ed ecco che quel ''ti amo'' lascia le sue labbra, mettendomi l'anima in pace, ma allo stesso comincia a tormentarmi.
Un'altra bugia Lou?
Capisco quanto stupido sono stato ad usare il suo corpo per tutto quel tempo. A quanto ripugnante sono stato, trascinandolo in basso con me, A quanto patetico sono stato, facendogli accarezzare il brivido dell'esasperazione, della follia.
Perché, probabilmente, qualcosa fra noi è vivo. Come ho fatto ad essere così insensibile e cieco?

-E continuo a non capire, professore, delle sue promesse.. quelle che gli hanno salvato il culo, sussurrate come preghiere, perché io..-

Your face-saving promises, whispered like prayers..

-..non ne avevo bisogno.-

I don't need them.


-Non ti abbandonerò mai, Harry. Mai più-
Ansima nella mia bocca per poi rubarmi un bacio arrogante.

-E lui non capirà mai perché l'ho distrutto così.-


Senza pudore carezzo il suo braccio, ruvido per le troppe cicatrici e come stuzzico una di queste; lui lo ritrae. La sua mano è sul mio fianco destro, sudata, appiccicosa, opprimente. E pochi secondi dopo, è già più in basso, a giocare con l'asola e il bottone dei miei pantaloni.

-Ma io sono stato trattato così male.. sono stato trattato male così a lungo.. ed è come se stessi diventando intoccabile.-

Cause I've been trated so wrong,
I've been trated so long,
As if I'm becoming untouchable.

 

E io mi sento a disagio, talmente a disagio da interrompere i suoi tocchi frenetici.
E non dico nulla. Lo guardo con occhi pungenti, lo sguardo affilato come una lama, empio.

-So bene che il disprezzo ama il silenzio..prospera nell'oscurità..-

Well content loves the silence..
It thrives in the dark..

 


Adesso sono io a toccarlo, a rendere intimo il nostro contatto. Una goccia di sudore unisce la nostra pelle. Lui desidera le mie labbra, desidera un mio bacio.
Ed è esattamente quello che non gli avrei dato.

-Sono un fatiscente fiore, che si spegne lentamente nella gelida ora mortale..-

I'm the slow dying flower,
In the frost killing hour.

Non gli avrei dato il mio cuore, e nemmeno il mio corpo.
Mi era mancato come l'aria. Mi era mancato come se sapessi che non sarebbe tornato.
Lui e la sua dannata paura, si erano nascosti, lontani da me.
Codardo.

-..Il dolce diventa aspro e... intoccabile.-

Sweet turning sour and..
untouchable.

Non gli permetto di toccarmi.
Sguscio fuori dalle lenzuola, ruvide, strette.
Lo guardo con degnazione, dopo aver pronunciato a denti stretti parole secche, senza accennare a perdonarlo.
''Non lasciarmi.''

-Oh, io ho bisogno dell'oscurità..-

Oh, I need the darkness..

Gli concedo le mie grazie piene di malizia, come quella volta, poco prima di depauperare il suo corpo.. quella notte. Io ero energumeno a causa di un suo tradimento. Quelle stupide promesse con cui lui mi aveva irretito.

-..Della dolcezza..-

The sweetness..


Ma ho bisogno di lui. Ho rinunciato per troppo tempo alle sue attenzioni.
Così premo le mie labbra sulle sue, sottili e consumate dall'alcol in un elegiaco bacio.

-..Della tristezza..-

The sadness..

Quel bacio si confonde fra le sue lacrime. E so che a poco le mie, le avrebbero solo rinforzate.
E in questo preciso istante, quando anche il mio viso viene rigato da un dolce pianto, lui mi guarda. Mi penetra con i suoi occhi glauchi, strizzati in un amaro sorriso.

-..Della debolezza.-

The weakness.


Non posso fare a meno di illudermi ed essere fidente nei confronti del ragazzo, che dopo mesi si è finalmente fatto vivo, solo per me. Ancora impaurito dalla mia irrazionalità, dal mio essere quasi sadico.. dal mio essere guitto.

-Ho bisogno di tutto questo.-

Oh, I need this.


E la notte cala in fretta, mentre io affondo in lui, mentre dissertiamo senza sosta. I nostri respiri rotti, pesanti e stanchi.
Il nostro sudore, inodore, contempla concetti ancora da dipanare.
Bugie non dette, ma afferrate.
Parole che hanno ferito entrambi.
Gesti troppo lontani, mancati per troppo tempo.

-Ho bisogno di una ninna nanna.. di un bacio della buonanotte.-

I need the lullaby,
a kiss goodnigh..


Finalmente fra le sue braccia, il petto che si alterna in affanni e sospiri.
I ricci bagnati di passione.Le mani tremanti.
Le labbra gonfie e secche.E le mie orecchie tese, in un incantevole, inaspettato canto.
La voce di Louis, dovizia di piacere e dolore.
I suoi polpastrelli incastrati fra i miei capelli.

-..Dolce angelo, amore della mia vita.-

Angel sweet, love of my life.

 

 

-Oh, ho bisogno di questo.-
Oh, I need this.


La luce digrada fino a spegnersi.
Il suo respiro umido rimane impresso sulla mia guancia.
Il suo amore malinconico mi tiene stretto a se per tutta la notte.
Il desiderio di ferirlo si è ormai dissolto insieme a quel mostro, che piano piano mi stava cambiando. Che per poco non si impossessava anche del mio cuore.
Ora ho un'anima nuova.
Una ragione per andare avanti.
Ho ritrovato la mia luce..
E sono certo, che questa volta, non si sarebbe mai più spenta.
Mi avrebbe protetto dalle ombre, dalle sagome che in tutti i modi tentavano di ingannarmi.

La mia ancora di salvezza..
                                                                         ..Si chiama Louis Tomlinson.


 


 

 Non è esattamente una song-fic.. e credo di aver inserito più del 30% del testo.
Ma io sono matta di questa canzone {My skin - Natalie Merchant}.
È davvero bellissima. Mi ha dato un sacco di ispirazione.
Spero vi piacca. 
  
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