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Autore: Shari Deschain    02/08/2013    8 recensioni
[Isaac/Cora - Spoiler S3]
«Secondo te come la prenderà Derek?», domanda Cora un'ora e mezza più tardi, quando ormai sono entrambi rivestiti e, spalmati scompostamente sul divano, si dividono un pacchetto mezzo vuoto di patatine.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Isaac Lahey
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing/Characters: Isaac/Cora, Derek.
Rating: PG
Warnings: Het, Lime, Fluff, Humor;
Word Count: 1131 (fdp)
N/A: Scritta per la Maratona in Piscina #2 @ piscinadiprompt prompt “Teen Wolf, Cora/Isaac, "Secondo te come la prenderà Derek?"” e per il COWT #3.5 @ maridichallenge, settimana due, missione #3, prompt “Altrove”.





Cena per tre




«Non credi sia meglio andare... altrove?», domanda Isaac con una punta di nervosismo, mentre insinua una mano al di sotto della sua canottiera. L'appartamento di Derek è vuoto per adesso, ma non è sicuro per quanto ancora lo sarà, e l'ultima cosa che Isaac vuole dalla vita è essere beccato da Derek mentre lui e sua sorella ci danno dentro. Non gli dispiacerebbe arrivare ai diciotto anni tutto intero.

«No», risponde però Cora, inarcandosi contro di lui. Poi affonda una mano nei riccioli chiari del ragazzo e ne stringe con forza una ciocca, avvicinando il volto al suo. «È anche casa nostra dopotutto», gli sussurra contro la bocca.

Isaac la bacia mordendole e succhiandole le labbra, con tanta veemenza da spingerla ancora di più contro il muro. Intanto continuano a spogliarsi il più velocemente possibile, ed è quasi un miracolo riuscire a non strappare niente.

«Non penso sia anche casa mia», replica lui dopo un po', sottovoce, quando sono costretti a staccarsi perché ormai quasi a corto di fiato.

Cora si stringe nelle spalle. Ormai i loro vestiti sono solo un mucchietto colorato ai loro piedi e interrompere le cose in quel momento è fuori discussione. Osserva Isaac mordersi un angolo della bocca e si rende conto che si sono comunque fermati, pur rimanendo schiacciati l'uno contro l'altra.

«Forse non è nemmeno casa mia», ammette poi, accigliandosi appena. «Ma se comincio a pensarla in questo modo, per come sono messe le cose, Derek potrebbe anche non essere mio fratello, Peter potrebbe non essere mio zio ─ e non mi lamenterei troppo in questo caso ─ e io potrei anche non essere una Hale. Nomi e definizioni ad un certo punto perdono importanza, Isaac.»

Per un istante lui la guarda con gli occhi leggermente spalancati, poi inclina appena la testa di lato, come se stesse assimilando le sue parole. Un attimo dopo le sorride in quel suo modo particolare ─ in quel modo che, se lei fosse una di quelle smielate ragazzine che amano le robacce di questo tipo, definirebbe “da scioglierti il cuore”.

Isaac la salva da quelle disgustose romanticherie facendole scivolare le mani lungo la schiena fino a stringerle i fianchi, per poi sollevarla improvvisamente da terra, strappandole un gridolino di sorpresa.

«Meglio non perdere altro tempo», mormora lui, e Cora ride e allaccia le gambe intorno alla sua vita.

«Finalmente hai detto qualcosa di sensato», commenta, baciandolo di nuovo.

*

«Secondo te come la prenderà Derek?», domanda Cora un'ora e mezza più tardi, quando ormai sono entrambi rivestiti e, spalmati scompostamente sul divano, si dividono un pacchetto mezzo vuoto di patatine.

«Uhm», replica Isaac, che fino a quel momento non aveva affatto preso in considerazione l'ipotesi che Derek dovesse venire a sapere della cosa. «Forse agevoleremo il lavoro agli Alpha», continua, scherzando solo per metà. Non è sicuro di che tipo di fratello sia Derek e non è pronto ad escludere a priori la gelosia omicida.

«Io non credo farà storie. All'interno di un branco succede spesso», continua la ragazza, leccandosi dalle dita gli ultimi rimasugli di sale.

«Mh-mh», le concede Isaac senza sbilanciarsi.

Cora gli lancia un'occhiata furba da sopra la spalla e poi gli batte la mano su un ginocchio in modo esageratamente cameratesco.

«Non preoccuparti Isaac, in caso le cose si mettessero male ti difenderò io», lo rassicura. Isaac ride e scuote la testa.

«Sicuro, come no. Sono molto più tranquillo adesso che─»

«Ma solo se adesso vai a prendere qualcosa da mangiare. Il frigo è vuoto e io muoio di fame», lo interrompe Cora.

Per un momento si guardano e basta, lei accoccolata nello spazio tra le sue gambe e lui mezzo seduto e mezzo sdraiato contro i cuscini del divano. Poi Cora solleva un sopracciglio in un'espressione che potrebbe essere sia di divertita aspettativa sia di divertita minaccia.

«...e va bene», sospira Isaac, divincolandosi per riuscire a mettersi in piedi. C'era da aspettarselo, in fondo. È pur sempre di una Hale che stiamo parlando.

«Qualcosa con la carne! Hot dog o cheeseburger o quello che vuoi, basta che ci sia dentro un sacco di carne!», gli urla dietro lei.

«Okay!», esclama Isaac, afferrando la giacca.

«E della coca-cola!», grida ancora la ragazza quando lui è ormai arrivato sulla soglia.

Il ragazzo sospira di nuovo e si chiude la porta dietro le spalle. Meglio correre via prima che lei decida di volere chissà cos'altro.

Sta giusto per scendere le scale quando la sensazione di essere osservato lo spinge ad alzare gli occhi sulla rampa di fianco, quella che va verso il tetto.

«Uhm», mormora ancora (a quanto pare è diventata la sua parola del giorno... pur non essendo neanche una parola), poi deglutisce appena.

«Ciao Derek.»

Seduto su uno degli scalini più bassi (e comunque ben più in alto rispetto a dove si trova lui), Derek non risponde al saluto, ma lo fissa con un sopracciglio inarcato e un'aria pacatamente divertita, e Isaac si domanda come può Cora dubitare anche solo per un secondo di essere sua sorella. Sono identici, santo cielo. Fanno quasi paura.

«Stavo, uhm, andando a prendere qualcosa da mangiare per me e─», non dire “tua sorella”, non dirlo, non dirlo, pensa Isaac, leggermente in panico. «Uhm, tua sorella», continua, odiandosi non poco. Si sente il volto caldo. Caldissimo. E se non conoscesse bene Derek direbbe che l'altro si sta seriamente sforzando di non ridere. La cosa non migliora affatto la sua situazione.

Dal canto suo Derek sta davvero cercando di trattenere una risata. Ma è comunque rimasto seduto su quelle scale per più di due ore e non è per niente propenso a mostrare alcun briciolo di pietà.

«Sì, ho sentito», commenta quindi, alzandosi finalmente in piedi.

Ha sentito, pensa Isaac. Ommioddio.

«Da quanto temp─, cioè, cosa stavi facen─, uhm», panico, panico, panico. 

Derek scende lentamente le scale, gli si avvicina e gli posa una mano sulla spalla. Un leggero sorriso gli inclina l'angolo della bocca, ma fa del suo meglio perché risulti comunque ancora abbastanza minaccioso.

«Prendi dei cheeseburger per tutti, d'accordo?», gli dice e Isaac annuisce subito, quasi sollevato.

«E della birra, se riesci a procurartela», aggiunge Derek, serrando un po' di più la presa intorno alla sua spalla.

«D'accordo. Perfetto», borbotta Isaac, sorridendo in modo alquanto isterico. «Vado.»

Derek lascia che il ragazzo si allontani di qualche passo verso le scale, poi lo afferra per un gomito e lo trascina di nuovo indietro.

«Tanto per la cronaca... nonostante questa sia anche casa vostra, sì, dalla prossima volta credo sia meglio per voi due andare altrove», lo informa.

«Ri-ricevuto», balbetta Isaac, e a quel punto la sua faccia ha raggiunto una gradazione di rosso più che soddisfacente, quindi Derek decide che può anche lasciarlo andare, cosa di cui il ragazzo è estremamente grato, tanto che comincia a scendere le scale quasi correndo.

«E sarà meglio per voi che abbiate usato delle protezioni!», gli grida dietro Derek, e a quel punto Isaac inizia a correre davvero, senza sapere se ridere o impiccarsi e maledicendo in blocco la famiglia Hale.



   
 
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