Stray Heart
Chapter One.
Harry scese velocemente le scale della stazione di Bayswater , come tutte le mattine gli spettavano cinque fermate di circle line per raggiungere lo Starbucks dove lavorava.
La voce elettronica risuonò per tutto il binario , il treno era in arrivo.
Quando le porte rosse dell’underground si aprirono prese posto a sedere , cuffie alla mano e la sua canzone preferita dei Paramore che suonava a palla nelle orecchie.
Ed eccola , lei era lì.
Non sapeva il suo nome , da dove venisse e nemmeno perchè fosse lì , sapeva solo che era dannatamente bella ogni mattina che la incontrava.
Era lì il lunedì , mercoledì , giovedì e venerdi e tutte le volte si ritrovava imbambolato a fissarla e a pensare a quanto era bella quando leggeva il suo libro.
L’aveva etichettata come castana divora libri e amante del caffè di starbucks - dato che ne aveva quasi sempre uno in mano ; quella mattina i capelli castani e mossi le ricadevano sulle spalle , indossava un maglione azzurro , dei semplici jeans e ai piedi le solite all stars nere , le spalle curve in avanti e lo sguardo concentrato su quel libro che quella mattina era ‘the shock of the fall’ mentre l’altro giorno era un’altro.
Era rarissimo che alzasse lo sguardo , ogni tanto cercava qualche caramella in borsa e la masticava nervosamente mentre riportava l’attenzione alle parole scritte nel libro.
Scendeva una fermata prima di quella di Harry così ne aveva solo quattro per guardarla senza distrarsi un secondo , era una calamita : una calamita pericolosa perchè faceva emergere tutte le volte il suo lato curioso , ma lo reprimeva quando pensava di parlare o di attirare la sua attenzione.
Quella mattina di gennaio però decise che era arrivato il momento , dopo mesi , di scoprire qualcosa di lei.
Non era innamorato , non poteva esserlo visto che non la conosceva nemmeno ... era solo , solo attratto , incuriosito , accattivato da quella ragazza della yellow circle line.
Era lei , la sua distrazione , la ragione per cui si svegliava di buon umore nei giorni in cui l’avrebbe vista , la voglia che aveva di uscire di casa per andare al lavoro , il suo piccolo segreto rinchiuso nell underground.
Aveva quel qualcosa , quel qualcosa di speciale che tutti cercano , ma doveva capire cosa e anche in fretta perchè altrimenti sarebbe stato consumato dalla voglia di capirlo.
Diamine.
‘Everything that i want , i want form you , but i just can’t have you’ diceva la canzone che in quel momento stava ascoltando.
Io posso averti , pensò concentarto.
Si ritrovò a pensare che avrebbe dovuto avere un’idea , un’idea divertente e che non sarebbe riuscita a tirarlo indietro.
Ricordò subito Eveleen , una sua cara amica che qualche giorno prima aveva detto che aveva incrociato lo sguardo di un ragazzo e si era sentita morire , le sue stronzate insomma , ma a dir la verità non era male come cosa perchè se la ragazza della yellow circle line si fosse sentita morire guardandolo era un punto a suo favore.
Harry , sei un geniaccio.
La sua mente brullicava di idee , ma era già alla terza fermata il che voleva dire che alla prossima lei sarebbe scesa e l’avrebbe rivista solo il giorno dopo.
Beh non doveva perdere tempo , cazzo.
Ok Harry , fai una scomessa con te stesso si disse se incroci il suo sguardo nel vetro della finestra e quando si alza lei va nella seconda porta allora domani le parli.
Sembrava un’ottima idea perchè se non fosse scesa dalla porta giusta si sarebbe risparmiato un momento di imbarazzo , ma se lo avesse fatto... dio , aveva paura solo a pensarci.
Che poi perchè gli metteva soggezzione? Era una ragazza come le altre , non un alieno.
No forse non era una semplice ragazza , lei era LA ragazza della yellow cirle line , cazzo.
Stava pensando troppe cose al momento e quando riportò lo sguardo sul posto dov’era seduta , lei non c’era già piu.
ME LE FACEVO SCAPPARE TUTTE , ma ci avrebbe riprovato il giorno dopo.
Il ricciolino l’aveva fissata per tutto il tragitto , come sempre.
Le metteva ansia , ma cercava di tenere il suo sguardo costantemente sul libro , non riusciva mai a concentrarsi quando era nei paraggi , solo qualche volta era riuscita a dimenticarsi della sua esistenza.
Era da mesi che lo faceva , la guardava mentre ascoltava la musica... o forse era solo una sua impressione : magari fissava un punto a caso o semplicemente quello dritto davanti a lui.
No , non la fissava di sicuro , erano le sue stupide impressioni a farglielo pensare anche perchè nessuno la fissava , nessuno si accorgeva di lei , nessuno l’aveva mai fatto e lo farà.
Le andava benissimo così , non le servivano le attenzioni di nessuno infondo , tranne forse di quel ricciolo perchè quando aveva il suo sguardo addosso si sentiva lo stomaco in subbuglio e pensava che finalmente qualcuno avesse colto qualcosa di lei, ma era evidente che non era così.
Chissà come sarebbe se la fissasse sul serio , se pensasse qualcosa su di lei si chiese.
Magari pensava : che schifo , probabile , ma cercava sempre di salvare una probabilità positiva nel cassetto ‘socializzazione’ del suo cervello.
Scrollò le spalle salendo le scale della stazione e riponendo il suo libro nella borsa.
Una giornata faticosa era alle porte.
Si fece coraggio e prese un grande respiro una volta uscita dall’underground , Londra.
La città più bella.
We can sleep in the morning!
Ok non so perchè l’ho scritto , hahaha è che non so come salutare.
Bene , questa non è la prima ff che inizio , ma spero la prima che finisco perchè ci tengo un BORDELLO.
Questo capitolo in realtà non esprime molte cose della storia , ma mi piace perchè entrambi si osservano senza saperlo eheh.
Non so cosa si capisca su Faith (a parte il fatto che sia stupenda -ovvio è la palvin. ) e nemmeno di Harry perchè sta a voi giudicare.
Spero di non aver scritto una merda assurda che nessuno leggerà.
Comunque sto già scrivendo troppo al primo capitolo , cazzo.
Che dire? Fatemi sapere che ne pensate :)) e cosa vi aspettate dalla storia.
Vi lascio la palvin con una gif assurda.
Addio.
Leonci