[Suggerisco di ascoltare "While your lips are still red - Nightwish"]

Rimango disteso a terra fino al tramonto.
Pensando a te. Per tutto il tempo.
Non sono stabile. Il dolore dovuto alla tua mancanza mi distrugge ogni secondo di più.
Sei partito, così, da un giorno all’altro.
Ma mi avevi promesso che saresti tornato. 
Mi avevi promesso che al tuo ritorno saremmo stati per sempre insieme.
Mi avevi promesso tante cose, ma fra tutte le promesse mantenute, proprio la più importante dovevi dimenticare? Non pensi a me? Non pensi a quanto io mi stia sentendo solo?
Non pensi al fatto che senza di te sono perduto?
Non vuoi tornare qui?

 

Oggi non torno a casa. La verità è che non voglio più tornare a casa. 
Non finché non dovrò tornarci con te. 
Non tornerò fino a quando non saremo insieme. 

Mi manchi. Ma a cosa serve pensarlo?
Lo urlo al vento.
«Mi manchi! Mi manchi terribilmente!»
E’ inutile. E’ fottutamente inutile.
«Mi manchi. Mi manchi. Mi manchi. Mi manchi. Mi manchi!»
Urlo al punto di perdere la voce. Sento dolore ovunque.
Mi fanno male i piedi, si rifiutano di camminare, se non ci sei tu ad accompagnarmi.
Mi fanno male le ossa, si rifiutano di sostenermi, se non ci sei anche tu a farlo.
Mi fanno male le braccia, si rifiutano di fare qualsiasi cosa all’infuori di abbracciarti.
Mi fa male la pancia, si rifiuta di mangiare Ramen, se non ci sei tu a dire che non ti piace, se non ci sei tu a sostenere che il pasto migliore sia l’insalata con i pomodori.
Mi fanno male gli occhi, da troppo tempo non ti vedono. 
Sembrerà banale, ma la cosa che mi fa più male è proprio il cuore.
E’ in astinenza di emozioni forti. Positive.
Tutto il mio corpo sente la tua mancanza.
Come fai a non accorgertene?
Non provi anche tu le stesse emozioni?

Sono inquieto. La sera è calata. Tutto è buio.
Mi sento ancora solo.
Ma c’è qualcosa che aleggia nell’aria. 
Non so di cosa si tratti, ma è doloroso.

Mi sollevo leggermente da terra appoggiandomi sui gomiti.
Mi sollevo abbastanza da notare che qualcosa è cambiato. 
Da rendermi conto che qualcosa è cambiato.
So che qualcosa è cambiato.
Ma cosa?
Gli alberi sono sempre gli stessi, il prato è sempre quello, io non sono cambiato. Sono sempre triste.

Il muro... è... sul muro è comparso un nuovo messaggio.

«Dobe. Dobe. Dobe. Non piangere. Ti voglio bene».
Mi volto di scatto. Mi guardo intorno. Qualcuno è stato qui. 
Dentro di me spero che sia stato tu a scriverlo. 
Potresti davvero essere stato tu?
La sola eventualità mi rende vulnerabile.
E allora perchè non vieni qui e mi abbracci?
Perchè aspetti? 
Piango ancora una volta, piango per l’ennesima volta.
Ma non ti rendi conto di come mi sento male senza di te?
«Sas’ke...» sussurro. «Sas’ke!» alzo la voce. «Sas’ke!» mi esce un urlo disperato, rotto dal pianto.
L’eco del mio urlo mi risuona nelle orecchie. Aspetto che ci sia di nuovo silenzio.
«Non essere crudele! Vieni qui! Mi manchi! Sei tutto per me. Lo vedi come sto senza di te. Il mio corpo si rifiuta di andare avanti senza di te! IO mi rifiuto di andare avanti senza di te! Vieni qui, ti prego. Ti prego abbracciami. Ti prego stringimi. Ti prego soffocami con il tuo amore. Ti prego, dimmi che sono speciale. Ti prego dimmi che mi ami. Amami, Ti prego. Mi manchi terribilmente. Ti supplico, abbracciami e non lasciarmi più andare».