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Autore: _ayachan_    11/02/2008    25 recensioni
Era Hokage – il suo sogno.
Era sposato – con la donna che amava.
Era rispettato – da tutti, e per davvero.
Sì, in teoria era felice.
Ma.
C’era un ma.
L’unica sconfitta della sua vita, l’unica macchia sull’immacolato curriculum che mostrava al mondo come sesto Hokage...
E quella macchia si chiamava Sasuke Uchiha.
[Ma esisteva davvero?]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happiness
Happiness

[Finché avranno vita]






Che cos’è la felicità?


Quando hai raggiunto tutti gli obiettivi che ti eri prefissato, quando hai superato tutte le difficoltà che ti si sono presentate, quando sei arrivato in cima, là dove hai sempre voluto essere... sei felice?
Quando tutto è perfetto, e i problemi sono lontani... sei felice?

Chiunque sarebbe felice, in quel momento.

Sicuro.
Ma tu?

Tu sei felice?


- - -


La parete degli Hokage scintillava nel riverbero del sole, sotto una brezza leggera.
Sei volti erano scolpiti per sempre nel granito, cinque uomini e una donna.
Vegliavano.
Silenziosi, immobili, tiepidi d’estate e gelidi d’inverno, stendevano il loro sguardo su Konoha, il villaggio nascosto tra le foglie.
Cinque di loro erano morti, erosi dal tempo e dai combattimenti, e dopo aver protetto chi dovevano si erano spenti, in maniera più o meno turbolenta.
Ma uno di loro era ancora vivo.
E stava in cima alla parete degli Hokage, appoggiato alla balaustra che lo difendeva dal precipizio.
Sorrideva; e i suoi occhi erano posati su Konoha insieme alla replica di granito più in basso, quella replica che non poteva riprodurre l’azzurro intenso che li tingeva.
Naruto Uzumaki, sesto Hokage di Konoha.
Poco più di venticinque anni, ribelle e fiero, bello – nonostante gli ‘inizi poco promettenti’ – e soprattutto forte. Il più forte di tutti, finalmente.
Agli occhi del villaggio era un ragazzo che aveva ottenuto tutto dalla vita.
Attenzione: ottenuto, non avuto.
Perché Naruto Uzumaki aveva dovuto conquistarsi con le unghie e con i denti ogni più piccolo brandello della felicità presente; nessuno gli aveva regalato niente.
Era partito svantaggiato, con nulla in mano se non un grande sogno; aveva dovuto guadagnarsi il rispetto di chi lo circondava, aveva dovuto diventare forte anche senza il talento che avevano i ‘geni’, e poi... aveva dovuto lottare, lottare e lottare.
Sempre.
Per il fratello a lungo cercato.
Per la persona di cui si era innamorato.
Per la fiducia che qualcuno si ostinava a negargli.
Aveva lottato a lungo, Naruto Uzumaki, e alla fine aveva vinto.

Era felice?

Era Hokage – il suo sogno.
Era sposato – con la donna che amava.
Era rispettato – da tutti, e per davvero.
Sì, in teoria era felice.
Ma.
C’era un ma.
L’unica sconfitta della sua vita, l’unica macchia sull’immacolato curriculum che mostrava al mondo come sesto Hokage...
E quella macchia si chiamava Sasuke Uchiha.
Che non era tornato a Konoha.
Che dopo aver portato a termine la sua vendetta era rimasto un traditore, e sembrava scomparso nel nulla.

Eppure, nel sole di quel pomeriggio, Naruto Uzumaki sorrideva ancora.

Perché il suo immacolato curriculum di sesto Hokage era imperfetto.
Perché c’erano cose che non diceva.
Cose che sapevano solo lui e Sakura.
E poi, sorrideva perché quello era un giorno speciale.
E il motivo per cui lo definiva speciale, era una delle cose che solo lui e Sakura sapevano.

Si staccò dalla balaustra. Era ora.
Voltandosi, vide la compagna di una vita che lo attendeva qualche metro più indietro; gli rivolse un sorriso, e attese che la raggiungesse.
«Andiamo?» chiese.
«Andiamo» rispose.

E di nuovo, eccoli nel luogo in cui i fondatori del villaggio si erano affrontati, in un tempo lontano.
Di nuovo, ecco Naruto sul capo di marmo del primo Hokage, le braccia conserte e un filo di vento a scuotere il mantello sulle sue spalle, dettagliata imitazione di quello di Yondaime. Sakura era al suo fianco, in attesa.
Tutti e due aspettavano, con il sorriso sulle labbra.
Il loro più grande segreto.
Il segreto che apparteneva solo a lei e lui.
E all’altro.

Una folata di brezza più intensa fece arrivare un mulinello di foglie fino alla testa delle due statue, oscurando l’aria per un istante.
Quando si fu dissolto, in cima al corpo di marmo di Madara Uchiha stava il suo ultimo discendente, Sasuke Uchiha.
Il sorriso di Naruto si allargò.
«Sei in ritardo» gridò, perché la sua voce superasse il rombo del fiume che scorreva in basso.
Sasuke rispose con una smorfia simile a un ghigno.
«Sei tu ad essere in anticipo» replicò.
«Oh, per favore, non tutte le volte!» Sakura roteò gli occhi, esasperata.
«Come se tu per prima non attendessi quanto me questo momento» bofonchiò l’Hokage, e l’aura di solennità, di grandezza e di realizzazione che lo circondavano sembrò evaporata al sole.
«Abbiamo intenzione di perdere altro tempo?» si fece sentire la voce di Sasuke, oltre il fiume.
«Ma sentilo!» insorse Naruto indignato. «Ehi, sei tu che sei arrivato tardi!»
L’Uchiha gli rivolse un sorriso supponente. «Avevo i miei motivi»
«Oho...» negli occhi del’Hokage brillò una scintilla di interesse. «Che ti sei inventato questa volta?»
«Lo vedrai» senza smettere di stirare le labbra, l’Uchiha assunse la posizione d’attacco prediletta dal suo clan.
Naruto si liberò del mantello, che Sakura prese con un sorriso.
«Tanto non mi batterai nemmeno questa volta!» gridò provocatorio. «Io sono l’Hokage!»
«E io sono un Uchiha. Quindi chiudi quella bocca e combattiamo, idiota!»
Sakura si fece indietro, fino alle creste di roccia alle spalle della statua del primo.
Come sempre, da otto anni a quella parte, si sedette sul masso che aveva imparato a conoscere – ma che non sarebbe mai stato confortevole – e piegò il mantello di Naruto sulle gambe.
I gomiti appoggiati alle ginocchia e il mento sulle mani, si preparò a una lunga attesa... perché quando quei due combattevano, non era mai questione di una sola mezzora.
E poi... poi sarebbe arrivato il suo turno. Curare, sgridare, uno scappellotto ogni tanto... e alla fine, la parte più piacevole.
La sua mezz’ora con Sasuke.
I suoi trenta minuti di paradiso.
Erano pochi, e non sarebbero mai stati abbastanza... perché lei lo amava, e lui aveva in testa solo l’orgoglio. Perché lei gli chiedeva di restare, e lui si ostinava a dire che lo avrebbe fatto solo quando fosse stato più forte di Naruto. Ma erano pur sempre i suoi minuti di felicità, e Sakura se li godeva appieno.
In fondo Naruto era sposato, poteva avere la donna che amava in ogni istante della giornata... mentre lei doveva essere abbastanza in gamba da avere tutto in un quarto d’ora.
Pazienza.
Sasuke era fatto così... e anche Naruto. Nessuno dei due avrebbe mai lasciato vincere apposta l’altro, ne andava del loro orgoglio.
E lei li amava così com’erano, stupidi e ostinati.
Oh, c’era tempo.
Un giorno Sasuke avrebbe capito che poteva tornare anche senza essere più forte dell’Hokage. Che non sarebbe mai stato condannato a morte, a costo di mettere a ferro e fuoco il villaggio. Che aveva bisogno di lei.
Ma l’ultima era una speranza più che una certezza.
E mentre gli scambi del combattimento si susseguivano, tra le esclamazioni sarcastiche dei due contendenti, Sakura si chiese se erano felici, andando avanti in quel modo.
Guardò Sasuke e Naruto, guardò le gocce d’acqua sospese tra loro, il chakra che brillava e strideva, le loro espressioni... e sorrise.

Sì.
Quella era la felicità.









Ma c’era una cosa che non sapevano.
Un segreto nascosto anche a loro.
A una certa distanza, appoggiato a un’insenatura nella roccia, Kakashi leggeva l’ultimo libro della serie della pomiciata – “I Misteri della Pomiciata”.
Con un occhio alle pagine e uno al combattimento, celava un sorriso sotto la maschera.
Anche lui era felice, dopotutto.


La loro battaglia proseguirà finché avranno vita”




[Fine]





Regalo di compleanno scritto sul treno, in un assolato pomeriggio di ispirazione.
Non so come sia venuto, ma forse parlo così perché sono le 3.15 di notte e fatico anche a ricordare come mi chiamo...
Ad ogni modo, lo dedico a sonja, che oggi compie gli anni!
Auguri!

[Nota: il nome della moglie di Naruto è volutamente assente. Siete liberi di immaginare chiunque preferiate]


  
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