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Autore: MopLup    03/08/2013    1 recensioni
Dal Prologo:
-Ali, stavamo parlando della tua scelta di fare la quarta superiore in America dalla zia Vane-
-Ah sì, certo-
-E del fatto che Lou appena finita l'università vuole andare a fare un anno in America dalla zia Vane anche lui!-
E allora?, vorrei rispondere. Ma invece dico:
-Ah sì? Che bello...-
In quel momento sento mio nonno che urla:
-LOUUUU FINALMENTE SEI ARRIVATO-.
Mi giro e mi sento morire. E' arrivato. Sono felice, ma non devo darlo a vedere. Rimango impassibile, cercando di non sembrare troppo seria. Mi esce una strana faccia, sembro un topo appena investito da un camion che lotta per tornare in vita. Però il topo è più carino.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Delicate.

Prologo

Il mio divano è molto comodo. Ok, forse non è l'emblema della comodità ma stare qui stravaccata guardando i video di Favij è rilassante. Amo Favij. Non in quel senso, nel senso che adoro i suoi video, poi è simpatico. Amo quando fa Mad Father e amo quel gioco. Ho detto troppi "amo". Sono un caso perso.

-Allora, vieni così?- mio nonno rompe. Meno male che giovedì se ne torna a casa in Bulgaria. Gli voglio bene, ovviamente, ma rompe le scatole in una maniera assurda...

- Non ti cambi?- Uff, che pizza...

-No, rimango vestita così, sono a posto.-

Sento un grido indistinto dal piano di sopra. Chissene, alzo il volume del video.

-AAAAALIIIIIIIII- mmm, che pizza anche mia mamma.

-Cosa c'èèèè?-

-Vieni suuu-

-Perchéééé?- Silenzio di tomba. Va bè, torno a vedere il video.

-AAAAALIIIIIIIIIII- uffa, ha proprio voglia di rompere oggi.

-Cosa c'èèèèè?-

-Vieni suuu-

-Perchéééé?- Silenzio. Cosa mi chiami a fare se non mi rispondi? Interviene mio nonno:

- E' meglio se vai, la mamma ti chiama- perchè rompono tutti oggi? Va bè, salgo.

-Finalmente Alice!-

-Perché mi hai chiamata?-

-Devi prepararti, dobbiamo andare dalla nonna Adele.- fa una pausa osservandomi -e cambiati quei vestiti, di solito ti vesti molto meglio.-

Ma non ho su niente di strano... I miei amati jeans neri, maglietta viola chiaro, coprispalle fucsia, canottiera bianca, scarpe di jeans. Ripensandoci, ha ragione, meglio se mi cambio. Apro l'armadio, indecisa su cosa mettermi. Sempre così, ho l'armadio stracarico di pile e pile di vestiti ammassati tra di loro in modo molto, molto disordinato, ma non so mai cosa mettermi. Guardo i vestiti inespressiva in attesa della luce divina che mi dia l'ispirazione. Niente. Sto per chiudere l'armadio, ma mi ricordo di una cosa che voglio mettere da tanto, ma ha fatto freddo fino a oggi. 2 giugno. Che schifo di tempo. Ma almeno oggi c'è il sole. Mi tolgo cardigan e maglietta e mi infilo la canottiera verde acqua con la rete sopra. Detto così sembro vestita malissimo. Ma non è una rete, è una maglia a rete. Tendo sempre a generalizzare. Cambio le scarpe, metto quelle bianche. Mi guardo allo specchio. Sì, me gusta. Se potessi amputarmi la faccia sarebbe ancora meglio ma non si può avere tutto, no? Mi pettino, lascio i capelli sciolti. Prendo il fermacapelli, giusto per sicurezza. Sicurezza di cosa? Non lo so nemmeno io. Prendo gli occhiali da sole, il telefono, le cuffie, il fermacapelli, un lucidalabbra ed esco. Mi stanno aspettando tutti, sono lentissima a fare tutto, mangiare, dormire(?), vestirmi, mettermi le scarpe, fare i compiti. L'unica cosa in cui sono veloce è camminare. Forse è perché ho le gambe lunghe. Non lo so.

Siamo in macchina, ascolto la musica e dopo un po' ci fermiamo a fare merenda. Patatine, yaaaay. Ok, no.

Arriviamo dalla nonna Adele. In realtà è la mia bisnonna, ma sarebbe orribile dire "vado dalla bisnonna Adele". E' brutto. E poi, è comunque la nonna di mio papà, quindi è pur sempre una nonna e non bisnonna. Poi non è tanto vecchia, ha solo 80 anni. Entriamo: saluti, baci, quanto sei alta, quanto sei cresciuta, come la mamma, tra poco la raggiungi, le solite cose. Cose da famiglia della domenica. In effetti oggi è domenica. Sono girata di spalle alla porta aperta. Mi danno fastidio le mutande, merde. Me le sistemo con descrizione per non far vedere nulla a chi ho davanti. Non hanno notato nulla.

Mio nonno grida: -Oh, guarda, lo zio Flavio (prozio, ma va bè) si è strappato il quadricipite.-

Merde, è dietro di me sdraiato sul divano. Ha visto tutto e mi guarda con una faccia strana. Zietto pervertito. Ma forse sono solo io che penso male. Cosa si è strappato? Ah si, il quadricipite. Non so manco dove sia il quadricipite. Credo da qualche parte intorno al tricipite. Che è nella pancia, giusto? Forse no. Non sono mai stata brava in scienze. Non che l'abbia mai studiata d'altra parte.

Ci sediamo, beviamo la coca e parliamo di cose futili. As always. Anche se non ci veniamo quasi mai qui. Tipo una volta all'anno, massimo due.

Manca qualcuno qui, lui. Ho paura che arrivi. Mi sento in imbarazzo. Louis. Che nome scemo per un italiano. Ma quando dovevano scegliergli il nome suo papà aveva proposto Luigi, ma a sua moglie non piaceva, era troppo rustico. Allora aveva proposto Louis, perché è più esotico. Se lo dice lei. Fatto sta che lui adesso si chiama Louis De Rosa. Ripeto, che nome scemo. Però ormai ci abbiamo fatto l'abitudine, lo chiamiamo Lou, che sembra il nome di un antico saggio cinese, tipo Lou Ling. Ok, forse no. Però mi fa ridere ogni volta che ci penso. Spero che arrivi presto. Ma so che è meglio di no. Meglio per me.

-Alice!-

Mi riscuoto dai miei pensieri e dico:

-Pardon?- Me l'ha passato la madrelingua d'inglese questo modo di dire. Suona così scemo detto da me. Ma va bé. Cosa mi stavano chiedendo? Ho la testa tra le nuvole, troppo. :(

-Ali, stavamo parlando della tua scelta di fare la quarta superiore in America dalla zia Vane- Ah, ok, ci sono.

-Ah sì, certo-.

Continua mia mamma:

-E del fatto che Lou appena finita l'università vuole andare a fare un anno in America dalla zia Vane anche lui!-

E allora?, vorrei rispondere. Ma invece dico:

-Ah sì? Che bello...-

In quel momento sento mio nonno che urla:

-LOUUUU FINALMENTE SEI ARRIVATO-.

Mi giro e mi sento morire. E' arrivato. Sono felice, ma non devo darlo a vedere. Rimango impassibile, cercando di non sembrare troppo seria. Mi esce una strana faccia, sembro un topo appena investito da un camion che lotta per tornare in vita. Però il topo è più carino.

Si avvicina, indossa dei pantaloncini al ginocchio e una maglietta di una squadra di calcio, non mi sorprende. Sta benissimo. Arriva, ci fa un grande sorriso, uno dei suoi sorrisi meravigliosi e ci osserva con i suoi meravigliosi occhi, azzurri come l'oceano. Sua mamma mi dice:

-Alzati, Alice, fagli vedere come sei alta!- poi prosegue, rivolta a lui:

-Ti ha raggiunto, se non superato, ne sono sicura!-

Io mi alzo, muovo qualche passo incerto nella sua direzione, lo saluto, due baci sulla guancia e mi sistemo di fianco a lui, mentre gli altri ci fanno il test.

-No, non ti ha superato, ma è questione di 2 centimetri, eh!-.

Lui parla, per la prima volta da quando è entrato: -Sei cresciuta davvero tanto, Alice, non ti riconoscevo più!-

Mi guarda ammirato, io sorrido imbarazzata. Ho un sorriso di merda, quindi mi copro la bocca con le mani per non farmi vedere. Lui mi sorride e io tranquillamente mi risiedo. Il pomeriggio passa tranquillamente, i maschi da una parte e le femmine dall'altra, io però di tanto in tanto lancio un'occhiatina dall'altra parte della stanza, giusto per vedere cosa fa. Ad un certo punto si alza e se ne va, credo in camera sua, io per avere un pretesto per alzarmi chiedo di andare in bagno, giusto per spiarlo un po'. Mi alzo, ma in quel momento si alza anche mio nonno che dice che deve andare anche lui in bagno, allora io mi fiondo dentro anche senza avere l'urgenza, per non avere la sfortuna di entrare dopo di lui. Meno male. Mi guardo allo specchio, sono un disastro, ho i capelli cagosi come sempre, per sistemarli meglio faccio una strana cosa dietro la testa e la fermo con il fermacapelli che ho portato. Meglio, se si può dire così. Esco tranquillamente dal bagno e torno in cucina, notando che Lou è tornato. Per tutto il resto del pomeriggio continuo a stare seduta e a fissarlo, per distrarmi disegno un po' ma non serve a nulla se lui è qui.

È ora di tornare a casa. Saluto tutti, mi danno la mancia (20 euro, yaaay) e sto per uscire. Mi accorgo di non avere salutato Lou, ma mi vergogno ad andare lì a salutarlo. In quel momento sento una mano che afferra la mia e mi volto improvvisamente, vedendolo. Mi dice: -Ciao Ali- e mi bacia sulla guancia, io rimango stordita e rispondo: -C... Ciao-, mentre mia mamma mi trascina fuori. Per tutto il viaggio di ritorno ho solo una cosa in mente. Sono innamorata di mio cugino di 2° grado.

 

 

HEEEEEEEEEEEEEEEEEEY.

Questa è la mia prima ff, quindi non mangiatemi, vi prego. :(

Spero vi sia piaciuto questo prologo, è un po' come una presentazione generale.

Vi avviso di già che la storia vera e propria sarà ambientata 3 anni dopo ciò che è successo qui. Non che vi interessi molto, visto che sicuramente nessuno la vorrà più leggere, anzi credo che poche persone siano arrivate fino a questo punto.

Sooo, spero vi sia piaciuto, scrivetemi consigli, critiche e qualunque cosa vogliate, voglio sapere il vostro parere <3 Al capitolo 1, byeee

MopLup (non chiedetemi cosa significa il mio nome, non lo so nemmeno io, l'ho inventato)

  
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