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Autore: Rosette_Carillon    03/08/2013    1 recensioni
Seguito di "Hennè", si può leggere anche senza aver letto quella sorta di prologo.
In seguito ad una missione in India, Natasha dimenticherà la sua vita nello Shield.
Sarà estranea alla sua stessa vita. Anche Clint diventerà un estraneo, tornando nuovamente colui che deve ucciderla, ma lui è deciso ad aiutarla e a farle ricordare tutto.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 9
                                       
  Nemo felicitatis suae obliviscitur






Natasha cercò di dimenticare quella telefonata che non avrebbe mai dovuto fare. Non era servita a nulla, solo a metterle altri dubbi: Tony era sembrato sincero, ma lei sapeva perfettamente che non si sarebbe mai potuta innamorare.
L'amore, l'aveva capito tardi, era per bambini.
Lei non era mai stata bambina, lei era un'assassina, e come tale non poteva permettersi di provare sentimenti che avrebbero solo potuto creare problemi durante una missione .

Però dimenticare la telefonata non era facile, e subito divenne un altro pensiero che la teneva sveglia. Forse avrebbe dovuto parlarne con Clint, chiedergli se fosse vero e perchè lui non le avesse detto nulla. Poi però pensava che probabilmente lui non le aveva detto niente perchè non provava nulla per lei.
Cercava di autoconvincersi che quello fosse stato solo uno scherzo, ma non ci riusciva.
Che Clint l'amasse davvero? Forse era per quello che voleva aiutarla. Ma lui avrebbe dovuto ucciderla...
Decise che l'unico modo per sciogliere quel dubbio era parlarne con l'agente Barton, sperando che almeno quella volta non le  avrebbe dato una risposta vaga.
Il problema era che non riusciva a decidersi a parlare e non capiva il perchè della sua esitazione. Forse perchè, anche se non voleva ammetterlo, aveva paura della risposta che avrebbe ricevuto.
Clint provò a chiederle cosa avesse, sapeva che era una domanda alcuquanto inutile, ma sperava di riuscire a convincerla a parlare pur sapendo quanto ciò fosse difficile.
Lei gli rispose che non aveva nessun problema e lui decise di non insistere. Quando e se lei avesse voluto, forse mai, gliene avrebbe parlato, insistendo non avrebbe ottenuto nulla, se non farla innervosire e allontanarla maggiormente.
Clint sapeva che prima o poi, in un modo o nell'altro, lei sarebbe crollata. Se lo sentiva ogni volta che la vedeva con gli occhi cerchiati di nero,il volto pallido, le mani fra i capelli.
Sapeva chre prima o poi sarebbe crollata e che lui non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo, ma sperava almeno di poter essere lì con lei per poterla sorreggere...in tutti i sensi.
Ma non fu così.
Accadde una sera, l'ultima settima che avrebbero passato a San Pietroburgo, mentre Clint era nella sua camera da letto e Natasha, come  ogni sera, si era chiusa in bagno sotto la doccia.
L'uomo era tranquillamente disteso sul letto quando sentì un colpo provvenire dal bagno, un brutto presentimento lo convinse ad alzarsi e uscire dalla camera.
:<< Natasha? >>
Nessuna risposta.
:<< Natasha? >>  sollevò la voce.
Ancora nulla.
Si avvicinò alla porta del bagno e bussò una, du, tre volte. Nessuno rispose.
Preoccupato, decise di aprire la porta e vedere cosa fosse successo, al massimo avrebbe ottenuto uno schiaffo da un'infuriata  Natasha probabilmente mezza nuda.
Entrò nella stanza e subito venne avvolto dal vapore, l'aria era talmente calda da risultare quasi irrespirabile.
:<< Nat? >> la cercò con lo sguardo finchè non vide un figura stesa in terra :<< Nat! >>
La donna rimase immobile, svenuta, sul freddo pavimento, coperta dal telo da bagno solo dalla base della schiena in giù. Sulle braccia si vedevano ancora i tratti arancioni dei tatuaggi.
Le si avviccinò e la scosse per le spalle, ma lei rimase immobile, allora la sollevò delicatamente e la coprì col telo come meglio potè, poi la prese in braccio e la portò fuori dal bagno, nella sua camera da letto.
Che cosa le era saltato in mente?
La adagiò sul letto togliendole il cuscino da sotto la testa.
:<< Nat, Nat mi senti? >> le accarezzò il volto dolcemente e le aprì gli occhi.
Sbattè le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco le figure attorno a lei :<< Clint? >>
:<< Per fortuna ti sei svegliata. >> disse lui non accorgendosi che lei l'aveva appena chiamato col suo nome, non "agente Barton".
Lei lo guardò confusa:<< Cosa è ...? >>
:<< Se non sei inciampata nella saponetta credo proprio che tu sia svenuta. >> rispose lui :<< Hai sbattuto la testa, ti conviene stare sdraiata per un pò. >>
:<< No, volevo sapere cosa è successo a Budapest. >> mormorò lei passandosi una mano sul volto :<< Non so perchè, mi è tornata in mente sotto la doccia. >>
:<< A Budapest? >> si sedette sul letto :<< Non hai letto il rapporto? >>
:<< No.Tu mi hai baciata? Sul Bastione, di notte. >>
:<< Ti ricordi? >> chiese Clint speranzoso.
:<< Ricordo solo un bacio al buio, sui gradini, durante una missione. >>
:<<  Hai detto di non aver letto il rapporto, allora ti sta tornando la memoria?! >>
:<<  Allora è successo davvero? >> ridacchiò :<< Nemo felicitatis suae obliviscitur. >>
:<< Tradotto? >>
Natasha si sedette lentamente :<< Nessuno dimentica la sua felicità, è una frase di Seneca. >> disse sottovoce :<< Ma credo ci vorrà ancora un pò prima che ricordi tutto, nel mentre che aspettiamo potresti dirmi perchè non mi hai detto nulla riguardo il nostro rapporto. >>  ormai non aveva dubbi, Tony le aveva detto la verità.
:<< Scusa, volevo che ricordassi da sola. Pensavo che se ti avessi parlato di noi due ti saresti sentita costretta a provare sentimenti che magari volevi dimenticare. >> prese il volto di Clint fra le mani e poggiò le labbra sulle sue in un bacio casto e breve.
Lui rimase immobile, sorpreso da quel bacio che aveva tanto sperato di ricevere.
:<< Ho dovuto chiedere a Stark per sapere qualcosa. >> sussurrò lei quando si separarono. Lui si riscosse dalla stupore, si sedette meglio, prese la donna per la vita e la fece sedere sulle sue gambe :<< Pensavo si fosse preso gioco di me.>>
:<< Perchè? >> Clint posò le labbra sulla spalla nuda della donna.
:<< Avresti dovuto uccidermi, invece mi hai salvata. Perchè? Non ricordo. >>
:<< Non te l'ho mai detto. >>
Natasha gli sorrise :<< Questo mi sembra un buon momento. >>
:<< Non tutte le domande hanno una risposta. So solo che non potevo lasciarti morire, non meritavi di morire a causa di errori commessi da chi ti ha cresciuto. Eri così a causa loro, non per una tua scelta. >> la baciò nuovamente, questa volta sulle labbra, mentre lei  prese ad accarezzargli i capelli felice di provare nuovamente quelle sensazioni che le erano mancate inconsapevolmente.







NOTE:
la frase di Seneca è la frase che mi ha fatto venire in mente questa fanfiction mentre stavo studiando latino.

Grazie mille a chi ha letto, recensito e messo la storia fra le seguite.

  
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