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Autore: NCSP    03/08/2013    2 recensioni
Piccole shot su momenti inaspettati, frutto della mia mente malata
Un grazie speciale alla mitologia norrena per un nome impronunciabile come Jormungandr
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«Beh? Sei andato a prendere il latte ad Asgard perché quello di qui ti faceva schifo?» la voce gli muore in gola non appena alza gli occhi sul compagno: accanto a lui c'è quello che sembra un cucciolo di husky, appesa al suo collo una bambina dai lunghi capelli neri che potrebbe avere quattro o cinque anni e a completare il quadretto un serpente simile a un boa avvolto attorno alle sue spalle come uno scialle.
[IronFrost]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un odore dolciastro e bruciacchiato gli punge le narici, svegliandolo.

Allunga un braccio per cercare Tony e dirgli che l'attico sta probabilmente prendendo fuoco, ma l'altra parte del letto è vuota.

Apre gli occhi e si tira a sedere di scatto.

Tony da qualche parte e un anomalo odore di bruciato non promettono nulla di buono.

Infila in fretta i pantaloni del pigiama e recupera la propria vestaglia mentre già si sta precipitando fuori dalla stanza.

«Tony, sta andando a fuoco qualcosa. Ma che diavolo è successo qui?» lo sguardo gli cade sulle pile di stoviglie sporche che coprono ogni superficie disponibile della cucina, nascondendo l'uomo alla vista.

«Che ci fai qui? Chiudi gli occhi e torna a dormire, non rovinarmi la sorpresa.» Tony sbuca da dietro un cumulo di strumenti non meglio definiti, coperto di farina e altri ingredienti.

«La sorpresa consiste nel mandare a fuoco casa?»

«Forse. È una sorpresa.» gli posa le mani sulle spalle e lo fa voltare, sospingendolo verso il corridoio.

«Posso sapere che stai combinando?» lo asseconda, vedendo che l'altro sembra aver perso tutti i collegamenti tra i neuroni, le sinapsi che sono fuggite annodandosi tra loro per formare un lenzuolo come nel più squallido telefilm adolescenziale.

«No, è una sorpresa. Torna a letto e restaci.»

«Ma sto bene.» si lamenta.

«So che stai bene, l'ho sperimentato piuttosto accuratamente, ma adesso resta qui.» lo fa sedere sul letto tenendogli ancora le mani sulle spalle «Resta qui, per favore, senza fare domande.»

Rotea gli occhi «Mi spiegherai entro oggi il perché di questa buffonata?»

«Dammi una manciata di minuti e lo faccio. Riusciresti a rimetterti a dormire?» domanda aggrottando le sopracciglia.

«Primo: non penso proprio. Secondo: con questa puzza di bruciato preferirei essere cosciente nel caso in cui dovessi scappare se tutto dovesse prendere fuoco.»

«Va bene, come non detto. Resta qui e fai il bravo per un po'.»

«Pensi di sopravvivere al casino di là?» domanda accontentandolo e tornando a sdraiarsi sotto le coperte.

«Grazie alla tua gita fuori porta sì.» gli posa un leggero bacio sulle labbra «Mi prometti di non sbirciare dalla porta?»

«Non amo l'orrido, quindi penso che starò qui.» si tira su le coperte e chiude gli occhi «Fingi che io stia dormendo.»

Ridacchia e torna di là prima che l'altro cambi idea.

Loki sente dei rumori piuttosto inquietanti provenire dalla cucina, ma decide di accontentare il compagno e lasciare che questo si diverta a combinare qualunque cosa stia combinando; si riavvolge nelle coperte consultando l'orologio e scoprendo che è l'alba delle sette di mattina.

Scatta nuovamente a sedere, preoccupato.

Cosa sta macchinando Tony per essere sveglio a quell'ora, quando di solito deve tirarlo con la forza giù dal letto alle dieci e mezza passate, con la minaccia che se non si alzerà a breve non contribuirà più a fargli passare la notte in bianco?

Si alza in piedi, indeciso sul da farsi.

Lasciare che Tony architetti qualunque cosa stia architettando o andare di là e rovinare quella che lui ha definito una sorpresa, sorbendosi poi per tutta la giornata le sue lamentele e quel fastidioso senso di colpa che solo lui riesce a scatenargli?

Alla fine opta per subire il giochetto inventato dall'altro, tornando sotto le coperte e aspettando nervosamente di scoprire i suoi piani.

Non ha idea di cosa possa stare combinando, ma già solo l'ora a cui si è alzato per poter aver creato tutto il casino nell'altra stanza lo allarma; è strano questo suo comportamento, di solito quando sta progettando qualcosa, che sia un nuovo modello dell'armatura o un qualche giocattolo per Hela o Fenrir, visto che Jormungandr preferisce passare la giornata dormicchiando o provando a stritolare Clint, con sommo divertimento di Natasha, passa la notte sveglio in laboratorio finché lui non si stufa e non lo va a recuperare quasi trascinandolo via.

Si rigira tra le coperte, nervoso.

Odia non sapere cosa stia succedendo, e non poter ottenere la risposta sebbene questa si trovi dall'altra parte della porta è ancora più seccante.

Perché ha acconsentito a quello stupido giochetto?

Ah, già, in un modo o nell'altro Tony riesce a fargli fare quello che vuole, e la cosa strana è che questo non lo infastidisce nemmeno.

Quando ormai la sua pazienza é al limite la porta si socchiude rivelando la schiena di Tony fasciata dalla solita canottiera nera, ora chiazzata di bianco da una polvere che spera vivamente essere farina; l'uomo riesce a entrare nella stanza e alla fine si volta, rivelando un vassoio colmo di roba che rischia di cadere.

«Cos'è quello?» domanda Loki tirandosi a sedere, pronto a balzare per raccogliere ciò che sicuramente cadrà di lì a poco.

 «La colazione.»

«Cosa?» chiede incredulo.

«La colazione. Buon compleanno.» sorride esitante sedendoglisi accanto.

«È il mio compleanno?»

«Sì, non lo sapevi?»

«È passato parecchio tempo dall'ultima volta che ho festeggiato il mio compleanno, ho perso l'abitudine di ricordarmene. Ma tu come fai a saperlo?» lo fissa stupito.

«Me lo ha detto tuo fratello.» spiega candidamente.

«Perchè?» ha gli occhi, quei meravigliosi occhi color smeraldo, sgranati, increduli per la sorpresa.

«Beh, gliel'ho chiesto perchè ero curioso. Vivi qui con me e con i tuoi figli e non sapevo nemmeno il giorno del tuo compleanno, mi sembrava strano.»

«E hai deciso di prepararmi la colazione, alzandoti all'alba delle sette di mattina?»

«Veramente le sei. Comunque perchè fai quella faccia? Sembri sotto shock.»

«C'è un motivo per cui ho smesso di festeggiare il mio compleanno: l'unico che se lo ricordava ero io...» ammette abbassando lo sguardo.

Tony posa il vassoio dall'altra parte del letto e lo stringe a sè, abbracciandolo e confortandolo come sempre accade quando Loki decide di raccontargli del suo passato.

«Thor se lo ricorda però.» gli fa notare.

«Sì, ma il poveretto è scemo quanto una zucca, non si ricorda nemmeno che giorno sia quello che sta vivendo, figuriamoci qualcosa a distanza di un anno.» ridacchia distratto dal ricordo triste.

«Per tua fortuna ho un quoziente intellettivo più alto e una cosa misteriosa chiamata agenda su cui segnarmelo.» gli poggia un lieve bacio sulle labbra «Buon compleanno.»

Si appropria della bocca dell'uomo costringendolo a sdraiarsi su di lui, e lo coinvolge in un bacio intenso e passionale.

«Aspetta, io mi sono dato da fare per preparare la colazione...» si lamenta provando a separarsi da lui.

«Mio compleanno, io decido.» lo riporta contro di sè.

«Guarda almeno cosa ho provato a fare e lasciami spostare il vassoio prima che il succo d'arancia si versi.»» tenta ormai del tutto convinto a mandare al diavolo la colazione per passare direttamente al suo piatto preferito: Loki.

«E va bene.» sbuffa come se avesse a che fare con un bambino petulante e si tira a sedere.

«In effetti la colazione può aspettare.» lo fa ricadere accanto a sè, salendogli addosso.

«No, ora voglio vedere cosa hai combinato.» sguscia da sotto il suo corpo gattonando fino al vassoio.

«Sei più lunatico di una ragazzina.» borbotta infastidito, raggiungendolo.

«Tu invece sei la persona più equilibrata del mondo. Questo cos'é?» solleva qualcosa di bruciacchiato, osservandolo da ogni lato.

«In teoria una brioche...»

«Come hai fatto a ridurla così?» domanda tra il divertito e l'incredulo.

«Volevo scaldarla ma l'ho dimenticata e beh, questo è il risultato.» si stringe nelle spalle con aria colpevole.

«Va bene, sorvoliamo su questo. Non dirmi cos'è questa cosa, voglio provare a indovinare. Sono dei pancake?»

«Veramente sarebbe una crepe...»

Gli scoppia a ridere in faccia «Sul serio? È più spessa di una suola!»

«Non sono riuscito a fare bene le dosi.» mormora mortificato, abbassando lo sguardo.

«Ehi, non fare così.» Loki gli si siede accanto «Ti sto prendendo in giro ma apprezzo il gesto, nessuno mi aveva mai preparato, o provato a preparare, la colazione per il mio compleanno, e già solo il fatto che tu abbia scoperto quando è e che abbia deciso di fare qualcosa di simile mi rende felice, non mi importa del fatto che se Gordon Ramsey passasse di qua ti defenestrerebbe.» gli sfiora dolcemente le labbra «Grazie.»

«È davvero conciata così male?» domanda con un mezzo sorriso.

«Guarda.» indica i resti carbonizzati nel vassoio «L'unica cosa che si salva è la spremuta.»

«Che non ho fatto io.» ammette.

«Altrimenti l'avresti bruciata.» lo sfotte prendendo un sorso dell'unica cosa commestibile della sua colazione «Se ti puó fare piacere questa è buona. Solo una domanda: hai presente quelle simpatiche creature che girano per casa e sono solito chiamare miei figli? Dove sono?»

«Dormono, è presto, ma si sono inventati anche loro qualcosa.»

«Cosa?» domanda, gli occhi che sj accendono per la curiosità.

«Ho promesso di non dirtelo e non ho intenzione di tradire un patto fatto con dei bambini.»

«Dai...» mugola sbattendo le ciglia.

«Puoi sempre andare a svegliarli e chiedere.»

«È presto, non ho intenzione di svegliarli ora.»

«Allora ti toccherà aspettare. Comunque non mi sembra che tu ti faccia molti scrupoli a svegliare me la mattina presto o nel cuore della notte.»

«Non mi sembra che tu ti possa lamentare visto che dopo che ti sei messo a piagnucolare per l'ora ti lascio fare quello che vuoi.»

«Io non piagnucolo, mi limito a esporre la verità dei fatti e a ribadire che persino io ho bisogno di dormire.»

«No, tu piagnucoli proprio come un bambino invece che girarti e tornare a dormire.»

«Solo perché tanto non mi lasceresti riaddormentare.» incrocia le braccia come per sostenere la propria tesi.

«Questo non è vero.»

«Oh sì che lo è. Magari non mi diresti niente, ma mi guarderesti male e io non riuscirei a dormire.»

«Povero uomo sensibile.» lo sfotte con un finto tono dolce e preoccupato.

«Questa è l'ultima volta che ti preparo colazione.» sbuffa.

«E questa la chiameresti colazione? Dai, se andiamo di là magari riusciamo ancora a trovare qualcosa da mangiare.»

Lo fissa deluso.

«Che c'è ora?»

«Niente.»

Gli si porta davanti e gli poggia le mani sulle spalle, costringendolo poi con i pollici ad alzare il viso.

«Ok, va bene, mi sono offeso.» ammette.

Alza gli occhi al cielo e poi posa le labbra sulle sue, zittendo ogni protesta e facendolo poi cadere all'indietro per potersi posizionare su di lui e guardarlo negli occhi «Ti ho già detto che apprezzo il gesto, davvero, non sentirti offeso solo perchè dico che il tuo tentativo, tenero anche se un po'goffo, non è commestibile.»

Sospira «Va bene, me ne faccio una ragione, non so cucinare.»

«Bravo.» gli sfiora di nuovo le labbra «Ora posso avere la mia colazione»

«Proverò a cercare qualcosa di non bruciato, mal che vada andiamo da Starbucks.»

«Ma fa freddo fuori...»

«E ti fai chiamare Gigante del Ghiaccio? Ma per favore!»

«È gennaio, siamo a New York, sono le sette e mezza di mattina, io sono in pigiama e non ho la minima voglia di uscire.» elenca tenendo il conto delle sue ragioni sulle lunghe dita pallide.

«Ti stai impigrendo, non va bene, rischi di ingrassare.» ridacchia pungolandogli la pancia con un dito.

«Dacci un taglio, mi fai il solletico.» lo allontana con un spintone ma a causa della reazione dell'altro finisce con la schiena sul materasso.

«Sai, è divertente sapere che qualcuno che ha provato a conquistare il mondo soffre terribilmente il solletico.» gli lancia uno sguardo crudele mentre lo intrappola contro le lenzuola.

«No, non farlo.» lo avverte provando a sfuggire come un animaletto in trappola, che per nascondere la propria debolezza fa la voce grossa nella speranza di spaventare il predatore.

«Solo perché è il tuo compleanno, ma domani non te la cavi cosí facilmente.» lo lascia andare e si alza «Andiamo a cercare colazione?

«A patto che non la cucini tu.» gli sorride e lo raggiunge, avviandosi con lui verso la cucina invasa dalle stoviglie sporche.

Frugando tra vari resti carbonizzati e residui non meglio identificabili riescono a scovare un paio di brioche scampate alla preparazione amorevole di Tony e quelli che decidono di classificare come pancake, che innaffiati di qualche litro di sciroppo d'acero o di cioccolato fuso si rivelano quasi buoni.

Inutile dire che nella ricerca anche i pantaloni del pigiama di seta nera di Loki sono diventati bianchi per la farina lanciatagli da Tony e che quest'ultimo sembra essere appena caduto nella macina di un mulino.

Mangiano con calma, godendosi la neve che cessa di imbiancare Manhattan per cedere il posto a un timido raggio di sole che arriva in tempo per l'alba e per infilarsi diabolicamente in un occhio di Tony, seduto in direzione est.

«Sicuro di non voler uscire? È una bella giornata oggi.» propone ancora una volta Tony.

«Quel sole promette solo un freddo tremendo e non ho voglia di diventare blu in mezzo a New York, quindi ne sono del tutto sicuro.»

Ridacchia al ricordo di quando ha scoperto l'incapacità dell'altro di celare il suo aspetto da jotun a contatto con il freddo; una mattina aveva deciso di fargli uno scherzo e di svegliarlo con un simpatico cubetto di ghiaccio nel collo, ma non appena questo aveva sfiorato la pelle diafana Loki era diventato blu e aveva provato a nascondersi tra le lenzuola per la vergogna finché Tony non lo aveva trascinato fuori dicendogli che quell'aspetto era incredibilmente affascinante.

«Okay, restiamo qui, oggi scegli tu.»

«Devo ammettere che questa storia del compleanno inizia a piacermi.» commenta inghiottendo un boccone con un lungo sorso di caffè per mascherarne il gusto.

«E non hai ancora visto il mio regalo.»

«Cos'è?» domanda curioso.

«Te lo darò stasera.» sorride lascivamente «Ciao, piccoli.» saluta i tre assonnati cuccioli che sono

appena entrati nella stanza, chi stropicciandosi gli occhi e chi no a causa dell'assenza delle mani.

«Buon compleanno, papà!» esclama Hela facendosi portavoce anche dei suoi fratelli.

«Sapevate tutti del mio compleanno tranne me?» prende in braccio la bambina e si dirige verso il divano in modo che anche gli altri due possano salirgli comodamente addosso.

«Penso proprio di sì.» Tony gli si siede accanto «Sì, Kaa, potete dargli il suo regalo subito.»

I tre spariscono in un baleno, diretti alla loro stanza.

«Dimmi che non li hai aiutati.»

«Sono piccoli, avevano bisogno di una mano.»

«Garantiscimi almeno che non mi esploderà nulla in faccia.»

Scoppia a ridere «Parola di scout. Hai mai pensato di iscrivere Fenrir agli scout? Come "lupetto" sarebbe fantastico.»

Viene zittito da uno sguardo capace di scarnificarlo, ma gli intenti omicidi di Loki vengono fermati dall'arrivo dell'allegra combriccola con una scatola piatta. Hela gliela porge con un sorrisetto carico di aspettativa.

Un po' per farli felici e un po'per la curiosità elimina in fretta la carta per poi rimuovere il coperchio della scatola, rivelando una foto di loro cinque insieme. La cornice è particolare, decorata con impronte di manine, di zampette e di spire colorate, insieme a qualche bottone e carta di caramella reperiti chissà dove.

«È bellissima...» sussurra.

I tre piccoli gli saltano in braccio entusiasti per l'accoglienza del loro regalo, mentre Tony sorride per la riuscita del suo piano.

Trascorrono la giornata in casa, guardando la tv e prendendo in giro la colazione di Tony che ormai ha deciso di prenderla con filosofia ridendoci su; sembrano la famiglia più normale del mondo e non un eterogeneo agglomerato di geni miliardari playboy filantropi, dèi e cuccioli con intelligenza umana e corpo non necessariamente della stessa forma della mente perseguitati dai loro parenti, o quasi.

Ben presto arriva la sera e dopo aver messo a nanna i bambini Loki attende poco pazientemente il proprio regalo sul divano, gli occhi che seguono Tony in ogni suo movimento nella penombra creata dalle luci abbassate; sembra che l'altro lo faccia apposta a girovagare per il salone scansando vari giocattoli che si china a mettere a posto.

Dopo un po' decide di porre fine a questo gioco e va a sedersi sul divano accanto a Loki, che posa su di lui gli occhi involontariamente dilatati per l'attesa.

«Penso che sia ora di darti il tuo regalo.» si avvicina lentamente alla sua bocca, ma quando si trova a un soffio dalle sue labbra frappone tra loro una scatola con tanto di fiocco.

Loki lo fissa sconcertato, distolto dalla sua idea di regalo alla Tony Stark.

«Dai, aprila.»

Si decide a sciogliere il nastro e a eliminare il coperchio, rivelando un qualcosa di non identificato al suo interno.

Tony non aspetta che infili la mano nella scatola e ne estrae il contenuto, infilandogli il berretto di lana con un pon pon verde in testa Ecco il tuo regalo, così non ti lamenterai più per il freddo.» sogghigna divertito.

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Lo so, sono in un ritardo mostruoso, ma questa raccolta di shot non ha un giorno di pubblicazione preciso, e tra vacanze, demoralizzazione, crisi di idee e altre shot non ce l’ho proprio fatta.

Ringrazio tutte, mi incoraggiate ad andare avanti e siete tenerissime :3

Non commento il capitolo, fatemi sapere voi che ne pensate.

Baci e a presto <3

  
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