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Autore: AcidDragon    11/02/2008    3 recensioni
Ha senso rinuciare alla morte che si è da sempre agognata, solo per ricevere l'amore che mai nessuno ha voluro darti, se è così la mia fic è per voi, ma siete pronti a leggere il suo finale?
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Renee

 

Sono nato da ogni dove, le ombre che intorno a te creano cornici di luce mi hanno dato un tesoro, un dono che ora so essere più prezioso d'ogni altro, i miei fluidi vitali sono le tue lacrime, calde e soffici frammenti di gioia.
Ero morto e sono rinato, un freddo cadaverico mi implodeva nell'animo mentre carne putrescente mi divorava il cuore, un cuore pulsante d'infinito, le cui fibre si esaltano al solo tuo tocco, al tocco della Verità. 
Ti chiedo di non sfiorarmi, è troppo poco il tempo da cui sono fuoriuscito per stare a contatto di una divinità, sono poco meno flebile di un alito di vento per riuscire a camminare sulle mie gambe, sul mio essere che tu potresti distruggere con un bacio mancato, tu, l'unica che abbia potere su di me, l'unica che ha reso l'orrore un qualcosa d'amare, il dolore felicità, la rabbia amore, non so come tu abbia fatto e non voglio saperlo, mentre perdo me stesso tu mi parli, sento la tua voce,vedo il tuo viso, sento la tua pelle ma tu non ci sei, non sei qui davanti a me come vorrei, ma non me ne preoccupo, so che per ora la tua unica casa sono io e di questo rendo lode all'esistenza, so che però ora non ci sei e danno chiunque mi si avvicini e non sia tu, la mia mente che naviga lo Stige terrestre che mi bagna gli occhi, e l'acida allegria di chi riesce a esistere in maniera autonoma mi lacera, mi deturpa e io ho paura, ho paura di ciò, ho paura che possa non amarmi più solo per tale orrore del corpo.

Mentre sento questo dentro di me, percepisco che gli altri provano a raggiungermi con le loro stridule voci, e con il loro finto affetto verso di me, mi credono ancora sull’orlo del baratro, ma si sbagliano, quanto si sbagliano, ed e già da questo che si vede la loro falsità, dal fatto che quando ero lassù, e guardavo il mondo dalla cima del mio abisso, allora sì che ero solo,  davvero ignorato da chi ora dice di pensare a me, solo a me, mentre io morivo eternamente e mi decidevo a buttarmi, certo a buttarmi visto che chiunque mi si avvicinava fingeva di comprendermi e si chiedeva internamente perché io avessi tanta paura di loro, tanta paura degli uomini, così tanta da abbagliare persino Dio, lui luce eterna e sadica, illuminante tortura, etereo egoismo.
Tutto questo non aveva spiegazione, era solo una misera sensazione, ma una sensazione assassina che mi ha tolto la vita, la vita che non so come ho riavuto grazie a te...

...non uscivo quasi mai se non per l’università, andare per locali o in un negozio a comprar qualcosa era fuori discussione, troppa pressione da parte degli uomini, troppa aria occupata per me, a cui anche l’esistenza di un singolo non poteva fare altro che tormentare l’anima e far piangere il cuore, fargli piangere roventi lacrime di sangue, un tocco bastava per desiderare di non essere mai nato, una sola parola e il suicidio era lì, dietro un angolo del mio cuore, per fortuna sono riuscito a dirlo senza pensarci e desiderarlo, suicidio, la mia morte, la fine di ogni istante, l’apocalisse dell’anima,tu, un suicidio da questa vita per la ricerca di una nuova tramite la mia unica metempsicosi, il tuo umido e freddo bacio che ha creato un mondo davanti ai miei occhi, tassello dopo tassello, sentimento dopo sentimento, evento dopo evento...Assurdo, mentre prima ero cieco e non volevo vedere, sordo e non volevo ascoltare le felicità che ci circonda, vedendo mostri e deliri nascosti in ogni anfratto, cercando il male in ogni bene, vedendo nell’ombra la luce e soprattutto desiderando di portare il male in quel poco di bene che ancora intravedevo come un’unica stella d’esistenza davanti al nulla, una vista macabra, abitata da  sangue e cadaveri, di stragi di innocenti e di pura violenza su ogni uomo, donna, bambino, proprio io vedevo ciò, io che volevo il coraggio di dare all’altro il male che subivo, di torturare chi invidiavo e violentare chi amavo perché non potevo capire come era possibile volerla, come era possibile desiderarla, quell’ infima vita e quella detestabile libertà con cui siamo stati cresciuti ed educati, deboli educati alla debolezza, destinati a essere spazzati via dall’orrore quando si fosse deciso a scaraventarsi su di noi, e allora dovevo essere io a decidere, io a valutare quando morire e l’ho fatto, mi sono deciso, ho vagabondato tra la gente fin quando davanti a me si è parato lui, l’altare del mio sacrificio, il patibolo della mia bocca infame, il vortice delle anime dannate, mia allucinazione in vita e visione in morte, ho salito i suoi gradini uno per uno assaporando l’eccitazione massima, incamminandomi  verso un istantanea divinità, con l’estasi dipinta in volto, e la follia che come una linfa vitale mi abbandonava sgorgando dal mio corpo...uno...finalmente sarò io a decidere, nessuno mi avrà se non l’ho stabilito io...due...abbandonerò tutto l’orrore senza avere contribuito ad esso...tre...e abbandonerò tutti dominando il loro cuore e stabilendo cosa e quando dovranno soffrire, chi e quando dovranno odiare per averli abbandonati...trentotto...sono io Dio, colui che decide quando lasciare il mondo, denigrare il paradiso e ...trentanove...dire addio a gli angeli, agli unici esseri divini che mi abbiano reso la vita meno vita e più morte...quaranta...i bambini, uniche scintille di positività nel nostro marciume, ancora di purezza lungo il vizio, perso legame con l’anima del mondo che finalmente ritroverò.
Gli scalini continuano mentre la mia anima divaga, mi sento scivolare mentre il corrimano si fa più carnoso, e mentre la mente si svuota la vista si riempe come al solito di lampi, lampi di luce e d’ombra,  allucinazioni che non lo hanno mai abbandonato diventando monotone ma quasi come degli amici rompiscatole a cui però lui affezionato, c’è l’oscurità in cui lui si sente come una soffice nuvola rossa che dilaga, il sangue che ricopre i contorni di tutto ciò che vede, mentre muta anche la sostanza del mondo che diventa carne umana, o per meglio dire viscere, un intestino in cui lui si sente sprofondare, ma tanto manca poco, sa benissimo che anche le sue visoni lo vogliono  salutare e allora capisce che ha qualcosa da rimpiangere( ma ancora non sa quanto), la sua fantasia, il ponte verso livelli d’esistenza più elevati, scissi tra di loro in piccole bolle d’utopia, soffici schegge d’esistenza, vortici senza fondo in cui si affacciano altre realtà e altri sogni, amici che ha  mai avuto e nemici che ha sempre desiderato per rendere il suo monotono girovagare su questo pianeta disperso, almeno vivibile, ma oramai  è tardi, il confine da oltrepassare è giunto, mentre spalanca la porta capisce che sarebbe surreale rinunciare proprio ora, e appena volge lo sguardo, sente una rivoluzione dentro di sé, dove prima era l’odio ora c’è amore, dove prima morte ora c’è vita, nonostante la banalità di tali sensazioni lui ne è preda, ma ha deciso e un vero uomo(che frase fatta, come se lui fosse un vero uomo) non può far altro che portare a compimento una decisione e quindi le si avvicina, mentre i suoi capelli rossi gli si riflettono negli occhi, i suoi di occhi gli scaldano il cuore, una sensazione che non ha mia provato e che mai dimenticherà, lei è sul cornicione e sta piangendo ma gli ha rivolto lo sguardo e allora lui ha deciso di parlare(perché? non l’avesse mai fatto, lui ha deciso di morire e allora che bisogno c’è, ma sente che deve, o altrimenti il mondo finirà, il suo mondo, ma non è questo che voleva?!) :

 

-Ciao, che succede(che frase stupida da dire ma d’altronde lui non è abituato a parlare, specialmente con un angelo), cosa vuoi fare?-
-Sei stupido o cos’altro, scusa ma è chiaro come il sole e limpido come l’acqua che voglio uccidermi-
- D’accordo ma come mai?(non capisce che gliene importi e perché le parli, anche lui vuole morire, e allora perché cavolo continua a parlare)-
-Senti non vorrai mica fermarmi, tanto ormai ho deciso-
Analizzando la banalità della situazione, che lui ha visto in un infinità di film, decide di sedersi sul cornicione gambe all’aria, pensando come la vita riesca a essere assolutamente più schifosa di qualsiasi stupido film, è la vita a imitare l’arte e non viceversa(non si ricorda chi ma qualcuno aveva detto quelle famose parole, che ora sembrava calzassero a pennello) ma non capiva come era possibile raggiungere questo livello di malvagità da parte di Dio, lui ha capito che il mondo è in rovina, ma come può esistere un mondo in cui un angelo decida  per il suicidio piuttosto che vivere accanto al suo signore questo non lo capirà mai...
-Cosa stai pensando?-
-A nulla e comunque ancora non mi hai risposto, perché?-
-Mi hanno mollata contento, i miei genitori, il mio fidanzato, i mie amici, tutti-
-Perché?-
-Sono..., cioè ero una drogata, una tossica che si faceva di tutto quello che poteva reperire, hanno cercato di impedirmelo ma non c’è l’hanno fatto, e allora...i miei genitori mi hanno dato un ultimatum che non ho rispettato, e il mio ragazzo mi ha tradito con mia sorella di 12 anni -
finito il monologo lo osservò per una secondo, un viso veramente assurdo, sembrava che avesse visto il dolore personificato, le aveva creduto e lei invece di ridere, reazione poco consona al momento disse- era tutto uno scherzo, a parte il tradimento-
-E tu vuoi morire per questo, e poi, tra parentesi quanti anni hai?-
-Tredici e comunque no, voglio morire perché la vita fa schifo, va bene, ma ora ci buttiamo o no?-
-Insieme?-
-Certo, allora?-
-Aspettiamo solo cinque minuti, voglio godere della tua compagnia  per almeno cinque minuti, prima di essere certi che valga la pena morire-
-Per me non c’è problema, ma non ho intenzione di far nulla se non morire, insieme -
- D’accordo- disse mentre le contemplava il viso, sembrava quasi che la natura si fosse sforzata di avvicinarsi al sovrannaturale nel crearla, la delicatezza di un elfa millenaria, fusa perfettamente con la realtà che la circondava si univa decisamente ai tratti marcati e lussuriosi di una vampira, una dea, non vi erano altri termini, tutto di lei l’eccitava e non solo fisicamente, anche sfiorarla per lui sarebbe stato come raggiungere l’eden, e tentò.

 

Cosa che lui non sapeva e che anche i pensieri della giovane erano simili, ma ormai aveva deciso di morire, e avrebbe portato fino in fondo, per la prima volta una sua decisione soprattutto dopo quello che le aveva fatto lui, fare l’amore con un’altra persona e soprattutto con la sua sorellina di soli 12 anni, ancora una bambina (anche se non è che lei fosse una donna, aveva solo un anno in più di Sara), che però come gli aveva confidato aveva reagito illuminandosi alla proposta  di lui, lui che lei amava e che le aveva tolto la purezza, ma era ora, inutile rivangare il passato, sicuramente le toccherà una vita migliore in futuro, oppure si fonderà con la natura e con l’anima del mondo, è ora, quindi lei si alza, prende la mano di lui e...

 

Lui è felicissimo, lei gli ha preso la mano, ma sta quasi per lanciarsi nel vuoto, sta quasi per abbandonarlo, se lui non farà qualcosa lui (Dio) gli rovinerà persino il giorno della sua morte, e allora la decisione è fulminea, le stringe la mano fine a farle male,-Aaahhh!!Ma sei rincretinito- nonostante il finto linguaggio volgare e la presunta rabbia, lui non può permetterlo.
Pensa che aveva deciso di morire perché nessuna ragazza era disposta a contraccambiare l’amore che lui era disposto a donare, ma ora l’ha trovata e non la lascerò andare, tanto lui è più forte di lei che è minuta, mingherlina , una vera piccola dea...
-Non puoi-
Finalmente si è deciso, lei non ne avrebbe avuto la forza, e allora sarebbe morta con il primo uomo che abbia mia veramente amato
-Cosa? Come ti permetti, sono cose che non ti riguardano, sei un villano presuntuoso, un falso che prima dice di voler morire, e poi vuole decidere di revocare la morte agli altri-
Ma che dice, è quello che lei vuole, ha da sempre desiderato questo, fin da bambina quando sognava il principe azzurro, c’era tutto, proprio tutto, tranne il cavallo bianco
-Hai capito, non ti dovevi permettere- gli dice ritrovandosi entrambi al di qua del cornicione del palazzo, lui con la sua mano ancora stretta, ma l’altra ancora libera, e allora parte uno schiaffo che lui decide di avere per sentire la sua mano sul cuore e al contempo avvicina le sue labbra a quelle di lei che dopo avergli dato lo schiaffo ,con la mano paralizzata su di lui, riceve, il primo bacio della sua vita, o meglio il primo bacio di qualcuno che ami
Il bacio è travolgente , entrambi sentono di toccare il cielo con un dito, frase banale e insieme adattissima
-Allora come ti chiami?-
-Renee e tu, che ti sei attribuito il dovere di salvarmi, quale il tuo nome?-
-Non ne ho, io sono morto oggi e rinato a nuova vita-
-Cosa, ma allora sei veramente pazzo,d’accordo ma almeno posso sapere perché mi ha “salvata”?-
-Una dea  non può morire, soprattutto la dea dell’amore-
Quelle parole le sciolsero il cuore mai veramente adirato vero il giovane e allora lei decise che lui sarebbe stato il suo Dio e l’avrebbe sempre amato e onorato oltre la morte e non finché la morte non li avesse separati come recita quello stupido rito cristiano
-Tu sei amore, il tuo nuovo nome è amore, il mio amore e io ti battezzo con tutta me stessa-
-Se mai uno di noi due volesse morire facciamo giuramento di farlo insieme-
-Sicuro ?-
-Meglio morire insieme alla donna che ami, che vivere per sempre da solo-
-Come vuoi, ma come faremmo, tu sei molto più grande di me, giusto?-
-Sì, ho 22 anni, ma non è certamente il tempo che può sconfiggere una coppia di dei-
- E’ vero, allora è meglio scendere-

 Da allora sono passati due anni, ma stiamo ancora insieme, nonostante l’astio presente nei cuori di molti quando ci conoscono come coppia, prima i genitori e tutti coloro che ci vedono camminare per  le strade, ma non so come siamo riusciti ad evitare problemi sia con loro che con la legge, nonostante stiamo insieme fisicamente e spiritualmente ogni volta possiamo.
Chi vede una violenza nell’amore che si può provare verso una Dea come Renne non comprende l’amore, che non è mai violenza e che io non potrò mai fare a meno di rivolgere se non verso Renee, il mio ossigeno, il mio sole, il mio mondo(non sono mai stato bravo con le parole e questa sequela di banalità ne è una prova, ma è quello che provo, e sarà sempre così).
Purtroppo capita che lei non ci sia, cioè che vada a scuola visto che in ogni altra occasione, sempre se lei vuole( e per fortuna è sempre così, comunque nel caso, quel palazzo è ancora lì, nemmeno il nostro amore l’ha distrutto, e quindi rimane indelebile prova di cosa stavo perdendo, cioè il tutto, lei, Renee)sto vicino a lei, lei a cui non faccio mai pesare il fatto che mi suiciderei veramente se non l’avessi accanto, altrimenti sarei come Dio che tiene le sue creature legate con catene di libertà, lei starebbe con me solo per questo, ma tanto non lo sa, la mia piccola, stupenda, divina, Renee, come adoro dire il suo nome, soprattutto ora che sono davanti alla sua scuola, vedo altre ragazzine che mi attraggono ma mai come lei, Renee, Renee, -Ti amerò per sempre, mia piccola Renee, come è soave il suono del tuo nome, Renee, Renee-
-Lo so grazie, andiamo Amore- disse baciandomi e rendendomi ancora una volta l’uomo più felice del mondo
-Ai tuoi ordini, mia Dea- le disse Amore mettendole una mano sulla spalla e sentendosi sfiorare da delle piume,capì che aveva colto nel segno e che persino Jaweh (era la prima volta che lo chiamava col suo nome) aveva riconosciuto che un essere come Renee poteva essere solo un angelo, e solo un angelo può stare con il Dio dell’amore tragico.

 

 

 

Salve a tutti, e da un secolo che non pubblico qualcosa, so che non importa a nessuno, comunque riguardo alla storia, nonostante io sono un depresso cronico, ho provato a fare una storia a lieto fine, una storia che all’inizio doveva essere solo introspettiva e la lei a cui pensava il protagonista doveva essere la sua nuova dea, ma a metà( più o meno quando lui vedeva Renee, allora lì è diventata d’amore), spero recensirete in molti (anche se non ci conto).
Comunque se qualcuno volesse vedere la visione col finale negativo me lo può anche chiedere nelle recensione e se posso la riscrivo volentieri, poi ero indeciso se scrivere una one-shot o una storia, ma non lo so, se qualcuno ha suggerimenti su cosa farne di questa storia che non ha il minimo senso me lo dica( non ha senso perché non si capisce se è finita, potrebbe essere qualsiasi categoria, infatti non so se mai la continuerò, allora...).
Grazie per essermi stati a sentire e alla prossima

 

  
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