Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jasonmccann    03/08/2013    3 recensioni
«Il fatto è che quello ad essersi innamorato ero io e non lei. Io stavo cadendo di nuovo nella sua trappola d'amore e lei avrebbe dovuto salvarmi, tenendomi tra le sue braccia. Ma se lei non provasse lo stesso sentimento? Se non fossi riuscito a completare la mia "missione"? Cosa sarebbe successo se lei avesse perso la vita? Probabilmente, l'avrei persa anche io. Dopo di lei.»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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4.

'ride'






 



 

 

Continuavo a giocherellare con i miei capelli, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del mio cellulare, cercando di addormentarmi, ma il sonno
sembrava non volesse venire a prendermi. Sentii un rumore e nascosi velocemente il cellulare sotto il mio cuscino, chiudendo gli occhi, fingendo di
dormire. 
Se mia madre mi avesse vista sveglia alle due di notte, mi avrebbe uccisa. Ne ero sicura.


Elizabeth, so che non stai dormendo, piccina”, disse il ragazzo entrando nella mia camera, sorridendo e lasciandosi scappare una piccola risata, 
appoggiandosi al muro chiaro. “Sei stato fuori fino alle due, ancora una volta” mormorai ridacchiando, aprendo gli occhi, alzandomi dal letto e
avvicinandomi a lui velocemente, per poi abbracciarlo, dandogli un dolce bacio sulla guancia. Lui ridacchiò, iniziando a giocherellare con la mia coda di
cavallo. Sorrisi.

Beth, non riesco a sopportare le loro urla” sussurrò lui, leccandosi le labbra, preoccupato, continuando a guardarmi gli occhi, accarezzandomi
il fianco. “Dai, vieni qua” esclamai, cercando di non fare troppo rumore: i miei si sarebbero svegliati. Lui annuì e ci sdraiammo sul mio letto. “Che hai
fatto? Discoteca, di nuovo?”
gli domandai, lasciandomi scappare uno sbadiglio, sorridendogli. “Sì, ho incontrato un paio dei nostri compagni
di scuola
” rispose lui, iniziando a fissare il soffitto, mentre con la mano destra metteva a posto i capelli. Sorrisi di nuovo. “Non continuare a fare così:
si rovineranno
” sussurrai, scoppiando a ridere, per poi spettinargli i capelli; lui si girò di scatto, sfiorando le sue labbra con il dito indice.

Sssh..” mormorò lui “si potrebbero svegliare.

Annuii: aveva ragione. “Comunque” iniziò il ragazzo, parlando a bassa voce, guardandomi negli occhi “domani avremo visite” continuò, sbadigliando.
Alzai un sopracciglio, iniziando a fissarlo. “Ho invitato Bieber” disse velocemente, facendo finta di niente, distogliendo lo sguardo per poi spostarlo verso
il soffitto. “Cosa?” esclamai, accorgendomi, solo alla fine, di aver parlato ad alta voce, rischiando di svegliare i miei genitori.

Dai, sorellina, perché ti sta così antipatico?” mi chiese lui, ridacchiando. Christian, essendo mio fratello –gemello-, sapeva della storia di Justin
–era stato proprio lui a convincerlo; secondo Chris, il ragazzo doveva dichiararmi il suo amore.

Perché l’hai fatto?” gli domandai con un tono infastidito, sbuffando, girandomi a cercare il pacchetto di sigarette nascosto sotto il mio letto. “Hai
iniziato a fumare, Beth?
” mi chiese lui, senza rispondere alla mia domanda.Non sono affari tuoi, fumo solo quando ho il bisogno di farlo
e non lo faccio per sentirmi una dura: odio le ragazze che fumano, ma io non riesco a farne a meno
” risposi acida, gonfiando
le guance. Quel ragazzo si meritava tutta la mia acidità: quella senza censure era riservata soltanto a lui. E certe volte, a Justin.

Ritrovai il pacchetto di sigarette tra le mani di mio fratello. “Le mie Marlboro” sussurrai, afferrandole velocemente e nascondendole sotto al mio
cuscino, vicino al mio cellulare, cercando di capire come fosse riuscito a prenderle senza farsi scoprire dalla sottoscritta. Un suono. Una notifica.
Probabilmente un messaggio da parte di quel ragazzo misterioso.

Chi è?” mi domandò Christian, con un tono di voce misterioso. “Chi ti scrive a quest’ora?” chiese di nuovo, serio. “Non lo so” sbuffai. Lui mi
rubò il telefono dalle mani, iniziando a leggere ad alta voce.

 Canadianguy94 ti ha scritto . Interessante, Beth, interessante” sussurrò a bassa voce con
un sorriso malizioso sulle labbra, porgendomi il cellulare. “E se ti portassi a scuola io?” mi domandò mio fratello, abbracciandomi. Un suono: un
SMS. Da parte di Chaz.  


Oh mio Dio” sussurrai, sorpresa, con il cuore che batteva velocemente. “Sorridi come un’ebete” mi disse lui, ridacchiando. “Ti ha scritto
Bieber?
” mi chiese, dandomi una leggera spinta, un gesto pieno di affetto. Sorrisi. “No, Chris” scoppiai a ridere, cercando di non fare troppo caos “è
Chaz
” continuai, lasciandomi scappare una risata.

Chaz?” mi domandò, di nuovo, alzando il sopracciglio destro. Non risposi. Ne ero certa ora: quel misterioso Canadianguy94 era l’account del ragazzo
che mi aveva scritto il nuovo SMS.


Ehy Elizabeth. Domani piove. Scusa se ti scrivo a quest’ora, ma ci tenevo a dirtelo: dovresti andare a scuola con il tuo ombrello per sembrare carina. Come sempre.



***

Aprii di scatto gli occhi, rivolgendo uno sguardo alla sveglia che suonava sul comodino: decisi di afferrarla e spegnerla, affondando di nuovo la testa tra
le coperte, coprendola con il cuscino e cercando di addormentarmi di nuovo. “Beth, alzati” disse mio fratello, entrando nella mia camera.

No” sbuffai con la testa sotto il cuscino. Chris decise di dirigersi verso la finestra, aprendola, facendo entrare i deboli raggi del sole canadese, accompagnati
dall’aria fredda, per poi camminare verso di me, tirandomi giù le coperte e il cuscino. “Addio, dolce calore che culli le mie notti” sbadigliai, cercando
di coprirmi ma la maglietta corta non mi era d’aiuto. “Chris, per piacere” mormorai e mi lasciai scappare uno sbadiglio, di nuovo “ho una sveglia e non
c’è bisogno che tu mi venga a svegliare.


Chris borbottò qualcosa, allontanandosi da camera mia, mentre io mi alzai dal letto consapevole di dover affrontare un altro giorno di scuola. Diedi una
rapida occhiata alla finestra: pioveva.




***

Sicura che non vuoi un passaggio?” urlò Chris, continuando a mangiare, mentre io mi dirigevo verso la porta, con il mio ombrellino blu, impaziente
di uscire da quella casa.

***

Pioveva. L’ombrello sembrava non riuscire a proteggermi da tutte quelle gocce che, ad una velocità sorprendente che avrebbe fatto invidia alla più veloce
macchina da corsa, mi bagnavano i capelli e i vestiti. Cercavo di camminare più velocemente, sapendo che ci sarebbero voluti altri dieci minuti per
arrivare alla mia scuola. Sospirai.

Perché avevo rifiutato il passaggio di mio fratello?

Continuavo a camminare, ma sapevo che una macchina mi stava seguendo, lentamente. Non mi sarei girata. O almeno così pensavo inizialmente, ma,
dopo una manciata di secondi passati a meditare, mentre la pioggia mi bagnava i capelli, decisi di girarmi. 


Vuoi che ti accompagni a scuola, Beth?” sussurrò il ragazzo, sorridendo mentre parcheggiava la sua bmw, color della notte, vicino a me,
accanto al marciapiede. Continuava a guardarmi, senza smettere di sorridere, mettendosi a posto i capelli, mentre io pensavo a cosa rispondergli.
Va bene” sussurrai avvicinandomi alla portiera della macchina “ma non farti strane idee, Justin” sbottai trattenendo le risate, per poi scivolare
sul sedile del passeggero, vicino al ragazzo che sorrideva.


Sospirai, quasi soddisfatta, mettendo la cintura mentre l’odore del tessuto in pelle che rivestiva i sedili, quello della sua colonia e quello dei pini emanato
dal deodorante appeso allo specchietto retrovisore entrarono nelle mie narici; poggiai la testa contro il tessuto scuro e freddo del sedile, guardando alla mia
sinistra. Lui aggiustò gli specchietti e mi rivolse di nuovo un sorriso, poggiando la sua mano sul mio schienale, guardando indietro mentre faceva retromarcia.



Come mai hai deciso di fermarti e darmi un passaggio?” sussurrai guardandolo negli occhi, mentre accelerava, stringendo il volante con la mano
destra, mentre con quella sinistra iniziava a massaggiare il suo collo; evidentemente stava pensando a qualche scusa da usare. “Uhm, me lo ha chiesto tuo
fratello, ieri, se non sbaglio
” rispose lui sorridendo, appoggiando anche l’altra mano sul manubrio della sua automobile, continuando  ad accelerare.


Riuscivo a scorgere l’edificio scolastico in lontananza e mi accorsi che avevo appena passato dieci minuti con quel ragazzo. Senza discutere. E avrei dovuto
passare l’intero pomeriggio con lui.

Ilare.


Un pomeriggio insieme” borbottò Justin, quasi come se fosse riuscito a leggere i pensieri rinchiusi nella mia mente; potevo notare un’espressione
compiaciuta sul volto del ragazzo dai capelli di un biondo sporco, abbastanza scuro e, sulle sue labbra, un sorriso. Si potevano notare le sue sopracciglia
scure, che circondavano i suoi occhi color nocciola, in cui nuotavano delle piccole macchie di un marrone più scure e creavano uno sguardo
misterioso, enigmatico. E dannatamente sexy. Sembrava che i suoi occhi possedessero un segreto che nessuno sarebbe riuscito a capire, perché lui
non aveva intenzione di rivelarlo.

Sembrava sicuro di sé. I suoi misteriosi continuavano ad osservare la strada, avvicinandosi all’edificio, per poi parcheggiare vicino ad altre automobili. Si girò
velocemente, allungando la mano per afferrare il suo zaino, senza eliminare il sorrisetto stampato sulle sue labbra morbide. Diedi un’occhiata ai suoi occhi marroni,
osservando quelle piccole isolette marroni, sottolineate ancora di più dai deboli raggi del sole, che nuotavano in quel mare scuro. Quel colore nocciola acchiappava
la luce, ma l’intensità dei suoi occhi non poteva essere paragonata con la radiosità del suo sorriso.


Mi accorsi che aveva dei piccoli nei sul viso.



Sentii la sua voce parlare, cullata dal buon profumo che aleggiava in quell’automobile. “Beth…” sussurrò quando si accorse che lo stavo osservando. Annuii
velocemente, sorridendo, fingendo di averlo sentito. “Ti stavo dicendo che questo pomeriggio ti porto a casa io e dopo esco con tuo fratello,
okay?
” sussurrò, per poi lasciarsi scappare un lungo e felice sospiro, prima di ridacchiare. “Okay” risposi, stringendomi nel mio maglione arancione, aprendo
la portiera della macchina. Anche lui uscì velocemente, raggiungendomi e porgendomi la mano per aiutarmi a scendere. Un insieme confuso di emozioni mi
attraversò in un secondo. Voglio dire, accadde tutto così all’improvviso. Era irrazionale per me comportandosi così; non era mai così. E poi lui era Justin. Non
riuscivo a capire, perciò i miei occhi si posarono sui suoi, concentrati a guardarmi, e riuscii a cogliere solo serenità e tranquillità.


Uscii dalla macchina velocemente, abbandonando rapidamente la sua mano, mentre lui si leccava le labbra, sorridendo. “A che pensavi, Beth?” mi chiese,
dopo aver chiuso la portiera, appoggiandosi alla superficie fredda della sua automobile, iniziando a giocherellare con i miei capelli, ridacchiando.

Sorrisi dolcemente, cercando di non rispondergli acidamente e mi girai, procedendo a passo lento verso l’entrata della scuola, accorgendomi che aveva
smesso di piovere. Vidi Chaz avvicinarsi a me, con un sorriso stampato sulle labbra. “Ehy piccola” mi salutò lui, allargando le braccia, facendomi capire
che voleva abbracciarmi. Camminai velocemente verso di lui e le sue braccia mi circondarono, iniziando ad accarezzarmi dolcemente la schiena. Io appoggiai
il viso sulla sua spalla e diedi una rapida occhiata a Justin. 
Ci stava guardando, avvicinandosi a noi con un sorriso che mi fece illuminare per un paio di secondi e
poi Chaz sciolse quel nostro abbraccio. Bieber diede una pacca sulla spalla e, senza neanche salutarmi, entrò velocemente nell’edificio scolastico. “Ti volevo
passare a prendere
” mi disse sorridendo e io annuii, rivolgendogli un ampio sorriso e iniziando a camminare verso l’entrata. Lui mi rivolse un sorriso provocante,
iniziando a seguirmi.


Questo pomeriggio ti andrebbe di uscire?” mi chiese, mordendosi il labbro inferiore. “Uhm, mi piacerebbe, ma Justin verrà a casa mia, questo
pomeriggio, e non voglio andarmene così
” ridacchiai, rivolgendogli un sorriso, entrando nell’ampia sala, riempita da studenti. “Ti passo a prendere
alle cinque
” le disse guardandola innocentemente, per poi allontanarsi lentamente, senza aspettare una risposta. Sorrisi, senza capire chiaramente cosa
stava succedendo. “
Aspetta” urlai per attirare la sua attenzione; lui si girò, regalandomi un altro dei suoi sorrisi. “Non sai dove abito…” sussurrai, sapendo
che non mi avrebbe mai sentita.



Cos’avrei dovuto fare?

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But everytime I try to say it
words they only complicate it.





sì, lo so: ho aggiornato troppo tardi, ma quelle maledette dieci recensioni
non arrivavano (che poi non sono ancora arrivate, ma okay) e quindi ho deciso
di postare questo capitolo oggi, aggiungendo nel corso dei vari giorni un paio
di elementi al testo. Bho, come vi sembra? A dire la verità a me non piace troppo
ma bho. Cioè, dovete essere voi a dirmi come vi sembra, no? Non so più che dire.

Continuerò a dieci recensioni.


Leti vi ama tanto tanto.



ps: potete contattare delle vostre amiche che hanno efp e consigliare loro questa fanfiction? cioè sarebbe bellissimo per me, vorrei più recensioni e più
commenti positivi (oppure negativi).
  
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