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Autore: weretogether    03/08/2013    6 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
---
Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12.
''we're just friends''

La mattina seguente a scuola le lezioni erano state un inferno.
Izzy stava male e Jon non aveva avuto molto tempo per stare con me, quindi ero sola.
Essere sola per me non era una novità. Lo ero anche quando facevo parte delle cheerleader. Non ero mai stata ben vista in quella “squadra” di ragazze oche. Facevo parte di quel gruppo solo perché mia mamma ne faceva parte quando era alle scuole superiori e le piaceva l’idea che anche io fossi una di loro, ma per quanto mi fossi sforzata non ero riuscita ad essere come una di quelle ragazze.
Ma forse era meglio così, le avevo sempre odiate tutte per quegli assurdi modi di fare e di cambiare tre fidanzati in soli ventiquattro ore. Non ero riuscita a dimenticarne uno, figuriamoci tre.  
Tornai a casa distrutta e, dopo essere salita in camera, mi buttai sul letto.
Una strana sensazione si impadronì di me. Qualcosa di unico e allo stesso tempo magico, qualcosa che non era assolutamente una novità per me, ma che da tempo non provavo.
Quella dannata voglia di poggiare di nuovo le mie dita su quei tasti bianchi e neri tornò ad essere viva in me. Ma non potevo. Non potevo sedermi e iniziare a suonare, non di nuovo. Quello era il mio passato, quella era una delle cose più belle che avessi mai avuto, l’unica cosa che mi aveva sempre capita, l’unica cosa di cui avevo sempre e solo avuto bisogno, prima che arrivasse Justin.
Quella voglia cresceva in me, ma sapevo che apparteneva a un periodo che ricordare avrebbe fatto male, tremendamente male, e ora più che mai dovevo reprimere quell’assurdo desiderio di fare l’unica cosa che, pur essendo sbagliata, poteva farmi star bene. Era antidoto e veleno, e, soprattutto, apparteneva alla vecchia Kristen e le cose dovevano restare tali.
Prima che le lacrime potessero bagnarmi il viso mandai un messaggio a Jon. Volevo uscire, con lui.

A: Jon.
‘Ehi, che ne dici di andare a fare un giro più tardi?’

Da: Jon.
‘Okay.’

A: Jon.
‘Alle sette da starbucks (il solito).’
 
 
Dopo aver finito i compiti andai a casa di Izzy.
-ehi.- le sorrisi appena entrai in camera.
Stava sotto le coperte con la febbre a 38. Suo tipico in questo periodo.
-ehi.- sorrise debolmente.
-come va?- chiesi.
-se non fosse per il tremendo mal di testa, beh, di sicuro andrebbe meglio.- rise.
-dai, passerà.-
-si.- sorrise ancora una volta.
-ehi, che succede? perché tutti questi sorrisi?- le chiesi curiosa. In genere quando stava male riusciva a stento a parlare, figuriamoci se pensava a sorridere.
-oh, niente.- posò lo sguardo altrove.
-Izzy, cos’è successo?- chiesi iniziando a farle il solletico.
-Ed mi ha mandato un messaggio.-
-sul serio?- sentivo l’emozione nel suo tono di voce.
-si.- sorrise.
-e cosa ti ha detto?-
-qualcosina..-
-dai, dimmi cosa ti ha detto.-
-mi ha solo detto che spera che io guarisca presto e che appena torno a scuola usciremo insieme.- lo disse come se fosse una cosa naturale, ma, lo sapevo, moriva dalla voglia di alzarsi e iniziare a saltare per casa.
-Dio, Izzy è bellissimo.- avrei voluto gridare con lei. Per una volta anche lei poteva essere felice. Suo padre se ne era andato quando avevamo 15 anni, si era rifatto una famiglia e aveva lasciato fuori da tutto lei e sua madre. Lei non meritava tutto questo.
-cazzo si.- disse con gli occhi lucidi.
-dai, non iniziare a piangere però.- scherzai.
-sono troppo felice, Kris.-
-ehi bellezza, è normale.- risi.
-ti fermi qui a cena?- chiese Elizabeth, la madre di Izzy, irrompendo in camera.
-oh, no, mi dispiace.-
-che hai da fare?- chiese Izzy.
-esco con Jon.- dissi leggermente imbarazzata.
-ma voi due..- chiese con un sorriso furbo.
-noi due niente. siamo amici.-
-vi lascio sole.- sorrise dolcemente Elizabeth prima di lasciare la camera.
-ah, vero. tu sei troppo impegnata a pensare a Justin. troppo impegnata ad aspettare che lasci Susan e torni da te.- disse con un filo di malinconia.
Quello era un colpo basso!
-non è questo.- ribadii subito io.
-allora cos’è?-
-non mi piace e nemmeno io piaccio a lui. siamo solo amici.-
-cazzate, tu gli piaci.-
-non è vero.-
-si invece.-
-no.-
-okay, se lo dici tu. ma, per favore Kris, non fare cose di cui potresti pentirti.-
-cose come?-
-come lasciartelo scappare solo per colpa di quel coglione.- affermò.
-perché deve c’entrare sempre Justin?- chiesi poco dopo.
-perché tu ce lo fai c’entrare sempre. io lo so come sei e in tutto quello che fai cerchi e, mio malgrado, trovi sempre qualcosa che ti riporti a Justin.-
-non è vero.-
-e invece si. perché io lo so che ti manca da morire, che ne avevi e ne hai tutt’ora di bisogno come l’aria, che per te lui è stato il primo, che pensi che possa essere l’unico, ma il mondo è pieno di ragazzi, tutti farebbero la fila per te. guardati, sei bellissima, piaceresti a tutti loro, farebbero addirittura  a gara per avere il tuo cuore, quello che hai lasciato a Justin. ma lui non lo merita, quindi vai a riprendertelo e fagli capire quanto gli manchi.- concluse.
Le lacrime mi rigavano il viso e lei in tutta risposta mi fece cenno di andarle vicino. Mi sdraiai sul letto accanto a lei, poggiai la testa sul suo petto e lasciai che mi accarezzasse i capelli come solo lei sapeva fare. Era la migliore amica che si potesse desiderare e chissà cosa avevo fatto io per meritarla.
 
Un’ora e venti minuti dopo uscii dalla casa dei Davis e corsi verso casa.
Ero in ritardo. Erano già le sei e dovevo ancora andare a casa, fare la doccia, prepararmi e raggiungere in tempo lo starbucks che distava almeno dieci minuti da casa mia.
-ciao tesoro.- disse mamma appena aprii il portone di casa.
-ciao mamma.- dissi dirigendomi al piano di sopra.
-dove vai?-
-ho fretta, devo prepararmi, esco con Jon.- e con questo mi chiusi la porta della mia camera alle spalle.
Aprii velocemente l’acqua della doccia, lasciai i miei vestiti in giro per la stanza e mi infilai sotto il getto d’acqua calda.
Dopo aver fatto la doccia mi avvolsi nell’accappatoio e me ne tornai in camera per scegliere i vestiti.
Presi qualcosa di semplice: una camicia di jeans senza maniche, dei pantaloncini bianchi, delle vans bianche e una piccola borsa a tracolla blu.
Mi truccai un po’ e diedi una leggera sistemata ai capelli.
-dove vai?- chiese mamma entrando in camera mia.
-esco con Jon.-
-dove andate?-
-a fare un giro.-
Lei mi sorrise.
-non siamo fidanzati, siamo solo amici.- chiarii.
-mi fa piacere che tu stia tornando ad uscire, ad avere degli amici, ad essere la mia Kristen.- mi abbracciò.
-mamma, sono sempre stata la tua Kristen.- risposi ricambiando l’abbraccio.
Lei si staccò poco dopo –lo so, ma non ce la facevo più a vederti tutti i giorni rinchiusa in questa camera.-
-io..- sospirai.- mamma, mi dispiace.- ammisi.
-non devi scusarti con me, devi scusarti con te stessa.- disse baciandomi la guancia e scendendo di sotto.
Uscii in balcone e vidi la macchina di Susan parcheggiata nel vialetto di Justin.
Questa volta non sentii molto. Forse pian piano il dolore spariva, e con lui tutti i ricordi di Justin.
-che fai li?- chiese Justin. Sussultai per lo spavento, non l’avevo né visto, né sentito. Ero troppo concentrata a fissare il terreno sotto i miei piedi.
-niente.- la tensione tra noi due era ancora molta.
-senti Kristen, mi dispiace per ieri..- disse lasciando quella frase a metà, quasi toccasse a me intuire il seguito.
-va bene Justin.- mi limitai a rispondere.
Ero fredda, come mai ero stata, ero diversa.
-mi dispiace sul serio.- confessò.
-non deve dispiacerti.-
-dai, non ce la faccio a vederti così.-
-così come?- chiesi non capendo.
-arrabbiata con me.-
‘sapessi quanto ti ho odiato in questi tre mesi.’ pensai.
-non sono arrabbiata.-
-si che lo sei.-
-no.- affermai.- non lo sono.- ammisi seria.
-un sorriso?- chiese.
-mm?- mugugnai.
-sorridi.-
-perché?-
-fallo e basta.-
Gli sorrisi e lui rise.
-mi prendi in giro?-
-no, volevo solo che sorridessi.-
-perché?-
-mi andava.-
Feci spallucce non capendo quella sua logica assurda. Il giorno prima ti fa una scenata e quella dopo ti chiede di sorridere.
-tu sei pazzo.- risi.
-forse è vero.- mi fece l’occhiolino.
Subito dopo sentii il cellulare vibrarmi in tasca.
 
Da: Jon.
‘dove sei finita?’
 
Erano già le sette e dieci? Merda.
-devo andare.- dissi prima di scendere giù per la scala del balcone, avrei fatto prima.
-dove vai?- chiese mentre seguiva la mia figura con gli occhi.
-esco.-
-e con chi?-
-sei mio padre?-
-con chi esci?- fece finta di non sentirmi.
-con Jon.-
-divertiti.- disse.
-divertitevi anche voi.- gli feci l’occhiolino.
-mm?- mi rivolse uno sguardo interrogativo.
-tu e Susan.-
-contaci.- rise.
Detto questo mi avviai verso lo Starbucks e a metà strada incontrai Jon.
-dov’eri finita?- chiese.
-ho dimenticato di controllare l’orario.- ammisi imbarazzata.
-cazzo mi hai fatto prendere uno spavento.- affermò.
-oh, io..- mi interruppe.
-non fa niente, l’importante è che stai bene.- mi sorrise.
-non sei arrabbiato?-
-no.-
-nemmeno un pochino?- dissi con fare da bambina.
-nemmeno un pochino.- rise prendendomi in giro.
-sei la dolcezza.- dissi schioccandogli un bacio sulla guancia.
-dai, smettila.- rise imbarazzato.
-dove andiamo?-
-tu dove vuoi andare?-
-alle hawaii.-
-bene, allora ci andremo.-
-sul serio?- scherzai.
-no.- rise. -facciamo una passeggiata in spiaggia?- continuò.
Sospirai –c’è qualche altra opzione?- chiesi ripensando all’ultima volta che ero stata in spiaggia.
-si.-
-quale?-
-possiamo andare al luna park, abbuffarci di zucchero filato ed infine sederci su un muretto poco affollato e mangiare fish&chips.-
-vada per questa opzione.-
-però dobbiamo abbuffarci sul serio!- scherzò.
-okay.- gli strinsi la mano.
Si avvicinò di poco a me e ci incamminammo verso il luna park, distava quindici minuti circa, ma non era troppo lontano.
‘sarà una bella serata.’ pensai.


** 
Ecco qui il capitolo 12.

Che ne dite? Vi piace? Non vi piace?
La vita di Kristen sta prendendo una nuova svolta, così anche quella di Izzy.
Ma siamo ancora a soli 12 capitoli!

Ah, che ve ne pare della lunghezza dei capitoli? Sono troppo lunghi? Troppo corti? 
Voi? Che mi dite? Dovrei scrivere capitoli più lunghi? Più corti? Uguali? 

In ogni caso volevo ringraziarvi per le recensioni che lasciate e perché seguite la ff. 
Grazie perché trovate il tempo per leggere e recensire. Grazie per tutto.
Anche questa volta spero in una vostra recensione. 

Alla prossima :).


 

  
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