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Autore: Yuki Delleran    11/02/2008    8 recensioni
«Allora l’ha fatto davvero…» mormorò Al.
Winry strinse le mani in grembo. Di cosa stava parlando?
«Cosa? » incalzò. «Parla, Al! »
«Ti farà stare peggio…» tentò di tergiversare il ragazzo distogliendo lo sguardo.
«La persona che amo è morta! Non posso stare peggio di così! »
Quello scatto sembrò convincere Alphonse.
«Mio fratello… non l’aveva detto a nessuno ma lui voleva… bhè, voleva chiederti di sposarlo. Quello è un anello di fidanzamento. »
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Pride, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Love & Pride 17 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



07
***
DIMENTICARE IL DOLORE


Anche quel giorno era stata in visita al cimitero, aveva portato dei fiori ai suoi genitori, alla signora Trisha e poi a Ed. Si era anche fermata a chiacchierare un po’ con lui, comportandosi come se l’avesse di fronte. Gli aveva raccontato di come procedeva il lavoro e del fatto che fosse sempre più richiesta per la manutenzione di Auto-mail. Evidentemente l’apprendistato a Rush Valley aveva dato i suoi frutti. L’aveva preso in giro e anche insultato un po’ perché la faceva stare così male, poi, come al solito aveva accarezzato la lapide bianca con la mano su cui portava l’anello.
«Posso permettermelo, del resto in un certo senso sono la signora Elric, no, Ed? » mormorò.
Mentre risaliva la via diretta a casa, una figura familiare attirò la sua attenzione.
«Al? » chiamò.
Il ragazzo si voltò e quando la riconobbe sorrise caldamente.
«Sorpresa! » esclamò. «Sono venuto a passare qualche giorno di vacanza da voi. »
Winry gli corse incontro. Come sempre era felicissima di vederlo, anche se una vacanza in quel periodo era piuttosto strana. Ormai l’estate era passata da un pezzo, anzi erano in pieno autunno, solitamente il periodo più occupato per chi svolgeva il lavoro di Al.
«Diciamo che questa è una specie di vacanza premio. » disse Alphonse. «In questo periodo ho lavorato parecchio e i miei superiori hanno pensato di darmi questa gratifica. »
«Con superiori intendi il generale Mustang? »
Winry non era ancora sicura di riuscire a pensare serenamente a quell’uomo, anche se prima o poi avrebbe dovuto farci l’abitudine.
«Più che altro è stata un’idea del tenente Hawkeye, ma sono contento di essere potuto venire proprio adesso. »
Al estrasse dalla tasca l’orologio d’argento e lo aprì con uno scatto. Non l’aveva più sigillato con l’alchimia.
«Domani è il tre ottobre…»
Winry abbassò gli occhi. L’anniversario del giorno in cui Ed e Al avevano bruciato la casa ed erano partiti. L’anno precedente, nonostante i numerosi impegni in città, erano tornati tutti e tre lì per passare una giornata immersi nei ricordi. Non era stato doloroso perché allora erano certi di aver trovato la loro serenità, solo nostalgico. Non avrebbe mai pensato che ci sarebbe stato di nuovo motivo di piangere in quella giornata.
Al richiuse l’orologio infilandoselo in tasca.
«Scusa, non volevo rattristarti. Andiamo a casa? »
Lo disse con naturalezza, tendendole la mano, e Winry la strinse come se fosse la cosa più normale del mondo. Fecero l’intera strada mano nella mano, staccandosi solo quando videro Pinako che li aspettava sulla porta. A Winry piaceva la sensazione di calore che Al sapeva trasmetterle, anche se la lasciava sempre un po’ confusa e preda di un vago senso di colpa. Non avrebbe saputo dire perché, ma in quei momenti stringeva forte la mano con l’anello e pensava a Ed, anche se era tutt’altro che un conforto.
L’indomani, quando Winry si svegliò, Alphonse era già uscito. Era andato alle ceneri di casa sua, la informò la nonna, e molto probabilmente avrebbe trascorso là tutta la giornata. Non era il caso di disturbarlo. Winry capiva perfettamente la voglia di solitudine del ragazzo in quel momento, ma ripensando all’ufficio silenzioso dell’archivio e alla villetta vuota di Central City, capiva anche che restare solo era l’ultima cosa di cui avesse effettivamente bisogno. Lui gli era sempre stato vicino in maniera discreta e gentile nonostante fosse probabilmente quello che soffriva di più, ora toccava a lei essergli di supporto anche solo con la sua presenza.
Al non rientrò per pranzo e a metà pomeriggio Winry si avviò sul sentiero che portava alle rovine della casa degli Elric con un cestino da pic-nic sotto il braccio. Almeno avrebbe potuto giustificare la sua presenza senza apparire troppo indiscreta. Già si immaginava di vederlo rannicchiato sull’erba ad osservare le travi annerite che svettavano verso il cielo, uniche testimoni della doppia tragedia che si era svolta in quel luogo, immerso in rimpianti del passato. Invece quando giunse sulla collina non trovò nessuno. Preoccupata, si guardò attorno e scese dalla parte opposta facendo il giro dell’ampio prato circostante. Non vedendolo da nessuna parte, si sedette su uno steccato dondolandosi finché non lo notò risalire il sentiero che portava alla collina.
«Winry, cosa ci fai qui? » si stupì Al vedendola.
La ragazza sorrise leggermente imbarazzata e mostrò il cestino.
«Merenda al sacco. Visto che non sei tornato a pranzo, ho immaginato che potessi avere fame. Però se ti disturbo…»
«Tu non mi disturbi mai. » la interruppe Al. «E poi rifiutare la merenda preparata dalla zia sarebbe un reato. »
Winry impiegò un attimo a capire l’ironia.
«Ehi! Cosa ti fa credere che non possa averla preparata io?! »
Il ragazzo non rispose, si limitò a ridacchiare e la prese per mano conducendola su per la collina. Questa volta Winry si stupì del gesto. Da quando era tornato, Al era più affettuoso del solito e questo, per qualche motivo, la faceva sentire stranamente a disagio.
Si sedettero insieme sul prato davanti ai resti della casa degli Elric e iniziarono a mangiare i tramezzini effettivamente preparati da Pinako. Il silenzio si stava protraendo ormai da troppo tempo quando Al decise di spezzarlo.
«Sono stato a trovare la mamma e il fratellone. Ti ringrazio per i fiori che porti sempre loro. » mormorò.
«Figurati. Tutti voi siete parte della mia famiglia, è il minimo. Là poi c’è quello che avrebbe dovuto essere mio marito…»
Alphonse annuì gravemente.
«Infatti vedo che porti ancora il suo anello…»
Quelle parole suonavano stranamente amare e Winry se ne chiese il motivo. Al si stava comportando in maniera a lei incomprensibile. La persona che conosceva non avrebbe mai parlato con quel tono di un ricordo di Edward.
«Sono andato a parlare con mio fratello. » continuò Al esattamente come se si stesse riferendo a una persona viva. «Dovevo dirgli una cosa importante e poi chiedergli scusa. Per l’ennesima volta. Non sono stato alla sua altezza…»
Winry continuava a fissarlo in silenzio, confusa. Che si stesse riferendo a quella ricerca di cui non le aveva mai parlato? Non avendo notizie per tutti quei mesi, aveva finito per convincersi che non fosse altro che una falsa speranza e a quanto pareva era proprio così.
Alphonse però non aveva ancora finito.
«Ora farò una cosa per cui, probabilmente, mi attirerò il suo odio…» Sorrise appena. «Lui è sempre stato così premuroso con me, arrivando persino a sacrificare sé stesso, e io invece, proprio oggi, penso e dico cose del genere…»
«Al, non ti capisco…» tentò di interromperlo Winry.
«Vedi, Winry, il fatto è che non ce la faccio più. Continuando a rinvangare il passato e ad inseguire il fantasma di qualcosa che non esiste più, non riesco ad andare avanti. Io vorrei… lasciarmi alle spalle il dolore, ricominciare una vita normale che non comprenda necessariamente il destino dell’intero Paese. Pensi che sia possibile? »
«Vorresti dimenticare… anche Ed? »
Alle sue orecchie suonava come una follia.
Al scosse la testa.
«Non potrei mai dimenticare il mio fratellone, è parte di me. Senza di lui non sarei qui. Quello che voglio dire è che non si può vivere rimpiangendo costantemente il passato. Esistono due alternative: annientarsi lentamente o tentare di andare avanti e non ho dubbi su quello che avrebbe voluto lui. Io vorrei realizzare almeno uno dei suoi sogni. Vorrei creare quella famiglia che noi, da quel giorno, non abbiamo più avuto e la vorrei creare con te. »
Winry sentì un brivido correrle lungo la schiena. Per un attimo le parole di Alphonse le sembrarono totalmente incomprensibili.
Il ragazzo arrossì leggermente e distolse lo sguardo.
«Insomma, tutto questo gran giro di parole per chiederti se… vuoi diventare davvero la signora Elric. Winry, vuoi sposarmi? »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Al e Winry... Al e Winry... Mi state odiando? Ma noooooooo... vero? ^_^ Abbiate pazienza!
Allora, cosa devo fare? Vi devo tirare le orecchie di nuovo? Guardate che la fanfic si nutre delle vostre recensioni, senza finirà per deperire. Uomo avvisato... :-p
Veniamo a noi!
Chibisimo: Al si sta gradualmente riprendendo, ma il suo tentativo di serenità durerà ben poco... Aspetta e vedrai!
meby138: Che bello, qualcuno d'accordo con me su HP! Ho odiato la Rowling per questo!
Lui mi piaceva tantissimo, (stiamo parlando dello stesso personaggio, vero? Non vorrei dare spoiler) sfido chiunque a non adorarlo e lei non ha nemmeno descritto come è successo, manco se ne fregasse! Che odio! - 3 capitoli alla comparsa del nostro LUI, invece! Al non ha ancora finito di patire, povera gioia...
Alla prossima!
YUKI-CHAN




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«Ti hanno portato via da me e io non so neanche perché…»)
   
 
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