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Autore: ivi87    03/08/2013    11 recensioni
Timeline: post 4x23 ma senza il finale con il botto ihihih *-*
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Dopo la discussione di “Always” Rick chiude ogni rapporto con Kate e i due si allontanano l'uno dall'altra. Sarà uno "speciale incidente" a far sì che le loro strade si incrocino di nuovo.
Nuove situazioni, nuove coppie, nuove avventure, ognuna corredata da una canzone speciale.
Perché come dice Kate, quando sei innamorato ‘all the songs make sense’ ;-P
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Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When you're in love, all the songs make sense'
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#23 – Upside Down

 

 

Nella settimana successiva Castle fatica a restare lucido.

L’aver letto nero su bianco di essere il padre biologico del figlio di Jacinta ha ucciso ogni sua speranza di normalità, e reso tutto più reale.

E, soprattutto, frenetico.

“Il passeggino? Mamma ce l’abbiamo ancora il passeggino di Alexis?” domanda spuntando qualcosa da una cartellina, modello presentatore televisivo.

“Il fasciatoio invece? E il seggiolino per auto? Mamma mi ascolti?” Castle si ferma cercando di attirare l’attenzione della donna.

“Tesoro è impossibile non sentire quel mare di parole!” risponde Martha.

“Allora potresti aiutarmi per favore? Mancano tre mesi alla nascita del bambino e non c’è la cameretta, non c’è il lettino, non c’è il box, i pannolini, le pappette...”.

“Richard!” Martha lo scuote prendendolo per le spalle “Stai uscendo di testa!”.

Castle si accascia sul bracciolo del divano “Lo so, scusami. Non so cosa devo fare”.

Darling, nessuno si aspetta che accetti la paternità dopo solo una settimana” cerca di rassicurarlo sua madre.

“Non mi sembra di avere molta scelta!” sbotta ora, alzandosi di scatto "Che mi piaccia o no tra tre mesi quel bambino avrà bisogno di un padre quindi mi devo dare una mossa per fargli trovare tutto pronto!”

“E se invece facessi un salto al distretto per vedere se c’è un bell’omicidio da risolvere?” gli occhi di Castle iniziarono a brillare, così Martha proseguì “Ti schiarisci le idee, stai un po’ con Kate e poi vedrai che ti sentirai meglio”.

“Ohhhhh omicidio. Buona idea, madre” sussurra con sguardo adorante mentre è già fuori dalla porta, diretto al distretto.

Martha strabuzza gli occhi agitando le mani teatralmente “Buon Dio, di tutta la frase ha sentito solo la parola ‘omicidio’”.

 

 

 

La detective Beckett manda Esposito e Ryan a prelevare un sospettato mentre lei si accosta al bordo della scrivania, semiseduta, e fissa la lavagna.

In quella foto appesa c’era qualcosa di strano. Lo percepiva chiaramente eppure non riusciva a capire di cosa si trattasse.

L’addestramento da poliziotta la portava ad analizzare la situazione generale piuttosto che i singoli particolari ma presto o tardi ci sarebbe arrivata anche lei.

Castle l’avrebbe capito subito. Lui è bravo nei dettagli e a vedere le cose fuori dagli schemi.

Da un paio di giorni, però, lui va poco al distretto.

Kate sa che tutto quel correre avanti e indietro, preso da acquisti online e libri per bambini, è solo il modo dello scrittore per accettare l’arrivo del bambino.

Ha sempre saputo che avrebbe fatto la cosa giusta e lo ama anche per questo.

Eppure sente la sua mancanza.

Lì, in quel momento, al distretto, vorrebbe avere accanto il suo partner per dirle cosa diamine ha che non va quella foto.

Sbuffa sonoramente in direzione della lavagna.

“Si sente bene detective?”.

Kate si volta e trova il capitano Gates seduta in parte a lei.

 “Tutto bene, Signore” annuisce leggermente, per dar tono alle proprie parole. Poi torna a concentrarsi  sulla foto

“Il signor Castle manca da qualche giorno” esclama con nonchalance, Iron Gates.

Kate cerca di non lasciar trasparire nulla “È impegnato, ultimamente” risponde sul vago.

La Gates non si muove. La osserva in silenzio, fino a che non decide di parlare.

“Lo so” la donna scandisce lentamente quelle due parole.

Kate si volta di nuovo, colpita. Fissa quelli del suo capitano cercando di capire.

“Sa cosa?” domanda perplessa.

Victoria Gates non accenna minimamente a distogliere lo sguardo da lei.

È come se la stesse studiando.

“So di lei e del Signor Castle” risponde con calma, senza cercare di essere gentile o comprensiva. Nessuna inclinazione nella voce.

Kate apre leggermente la bocca, stupita “Come?” riesce solo a chiedere.

“Serve un certo spiccato intuito per fare il mio lavoro, nonché una buona dose di spirito di osservazione” inizia a spiegare, sempre senza scomporsi di un minimo “Ho capito da subito che c’era qualcosa tra voi, dalla prima volta che vi ho visti insieme. Poi quella sera al Paradise vi ho osservati per tutto il tempo e ho capito che era cambiato qualcosa. E di nuovo allo spettacolo di Martha Rodgers, il vostro atteggiamento era diverso. Niente di così eclatante o esplicito… ma comunque diverso dal solito… e anche adesso sono abbastanza sicura che sia successo qualcosa” spiega il capitano, con un leggero sorrisino soddisfatto.

Kate è incredula “Perché non ha detto nulla?”.

Gates si sistema meglio gli occhiali sul naso “All’inizio volevo. Non sono incline ad accettare relazioni tra i miei sottoposti” il capitano guarda la detective di sottecchi, mentre deglutisce allarmata, e prosegue “Però ho visto l’effetto positivo che aveva su di lei. Il suo operato era efficiente come sempre e avete tenuto un comportamento molto professionale. In più, liberarsi del Signor Castle non è purtroppo in mio potere…”

Beckett comincia a rilassarsi “Quindi...”.

“Quindi...io non so nulla detective” le due si scambiano un veloce sguardo d’intesa prima di girarsi in direzione della voce proveniente dall’ascensore “Parli del diavolo...” conclude la Gates ritornandosene nel suo ufficio.

Castle si avvicina alla scrivania con due bicchieroni in mano “Caffè detective?”.

Lei gli sorride “Grazie” aspetta che si accomodi nel posto lasciato libero dal capitano e aggiunge “Allora? Quanti siti di articoli per neonati hai già svaligiato?” domanda sorridendogli comprensiva.

Castle abbassa la testa, colpevole “Non ho fatto in tempo, mia madre ha detto ‘omicidio’ e mi sono catapultato qui”.

Kate beve un sorso “Oh, allora non sei qui per me!” mormora sottovoce strizzando l’occhio.

Lui sorride con amore, di rimando “Certo che no”.

La suoneria del cellulare di Castle interrompe quel momento tenero.

Lo scrittore si sposta di lato per prendere la telefonata e, quando torna, Kate nota subito che il buonumore è svanito.

“Tutto bene?”.

“Si...Jacinta mi ha chiesto di assistere all’ecografia...” abbassa gli occhi sull’orologio “...tra un’ora...” le spiega, serio.

“Vai” lo incoraggia Kate, sapendo quanto combattuto sia all’idea di fare la cosa giusta sia per lei, sia per il bambino in arrivo.

“Non pensare che vada per lei. Giuro che vorrei restare qui con te ma...” Castle si passa nervosamente una mano tra i capelli “...so cosa vuol dire crescere senza un padre e non voglio che la storia si ripeta”.

“Lo so” Kate gli sorride dolcemente “Vai” ripete accarezzandogli il dorso della mano.

“Grazie” lui gliela stringe “Mi sento così sottosopra in questo momento, ma tu sei il mio punto fermo” le bacia velocemente la mano, frapponendosi fra Kate e la vetrata dell’ufficio della Gates, e poi esce dal distretto.

Beckett sospira con gli occhi lucidi. Nonostante tutto sentiva che ce la potevano fare. L’amore l’uno per l’altra cresceva sempre di più a dispetto di quanto pessimista fosse stata all’inizio, appena appresa la notizia.

‘Sottosopra’ le aveva appena detto Castle “Già..” si ritrovò a mormorare tornando a fissare quella maledetta foto “Un momento!” colta da un lampo improvviso si fiondò alla lavagna e girò la foto.

Sorrise del risultato ottenuto.

Seppur sottosopra, ora aveva un senso.         

 

 

 

“Venticinque settimane” annuncia la ginecologa guardando il monitor “procede tutto per il meglio” sposta ancora la sonda in un’altra zona della pancia “oh e finalmente si vede il sesso!”.

Jacinta si aggrappa automaticamente al braccio di Rick “Oh mio Dio, si era sempre nascosto prima!” esclama entusiasta.

“Volete saperlo?” domanda la ginecologa, ignara di tutti i retroscena.

“Si, certo che sì!!” urla di gioia la donna stesa.

“Ehm... si” borbotta Castle.

Tutta quella situazione continua a sembrargli così terribilmente sbagliata.

È indubbiamente straordinario vedere quel piccolo esserino sul monitor, ma la donna sdraiata su lettino purtroppo per lui, non è Kate.

“Molto bene, vi comunico che state per avere una bellissima signorina”.

Una bambina.

In un secondo rivive il momento in cui ha tenuto Alexis tra le braccia per la prima volta.

E di nuovo, quell’orribile sensazione che sia tutto sbagliato torna ad invaderlo.

Ma il battito veloce di quel piccolo cuoricino sembrava lo stesse rassicurando.

La piccola non aveva colpe. Le avrebbe voluto bene.

 

 

 

Conclude la conversazione telefonica con sua madre e si rimette il cellulare in tasca.

Lei gli ha appena confermato che non ha più avuto alcun problema.

Quei tizi non le hanno più dato fastidio.

Peter si è finto sollevato alla notizia.

E in parte lo è. Sapere sua madre al sicuro lo rende certamente felice.

Ma ormai ne è certo.

Se non sono più da sua madre è perché hanno trovato lui.

Le gomme tagliate erano un chiaro segnale.

Fortunatamente Kate era presa da tutt’altro in quei giorni o non l’avrebbe di sicuro raggirata.

Ogni giorno controlla che nel freezer sia tutto a posto, che nessuno lo stia seguendo e che Alexis sia al sicuro.

Nonostante il tutto cominci a diventare estenuante, Peter sa che deve tenere duro.

Si ferma da un venditore ambulante per prendere un caffè e, appoggiato ad un cestino dei rifiuti, scruta la strada.

Niente di sospetto.

Un po’ sollevato, si rilassa e con un gesto involontario controlla l’ora.

Merda! Deve essere alla seduta di fisioterapia tra meno di un’ora e si trova all’altro capo della città rispetto all’ospedale!

Sta per gettare il caffè e cercare un autobus quando qualcosa attira la sua attenzione.

Dall’altro lato della strada vede una donna incinta dall’aspetto familiare entrare in un bar dalle tendine color pervinca.

“Il mondo è piccolo” mormora a se sé stesso, pensando a quanto caos stesse creando quella donna nella vita di sua cugina e della sua ragazza.

Di nuovo, fa per andarsene, quando dal lato opposto vede arrivare un altro volto conosciuto. Sul momento non riesce a focalizzarlo del tutto ma è sicuro di averlo già visto.

È abbastanza portato per la fisionomia dei volti ed infatti dopo pochi secondi, si rende conto dell’identità dell’uomo.

L’uomo entra nel bar e, dalla vetrata, Peter lo vede mentre saluta Jacinta e si siede al tavolino con lei.

Al diavolo la fisioterapia! Riprende in mano il cellulare e avvia la chiamata.

“Alexis devi raggiungermi! Al volo!”.

 

 

 

 

* Upside Down – Jack Johnson - http://www.youtube.com/watch?v=ixzxV8zx20U

 

 

 

 

 

 


Ivi’s Corner:

 

It’s a girl!!!!!! Congratulazioni ai futuri genitori!!!

*Ivi chiude di corsa la porta del bunker e si barrica all’interno*

 

>.<

 

Daiiiiii su che il finale promette bene no?? E i Caskett sono sempre affiatati, pure di più u.u

 

Io comincio a fare i bagagli, casetta mia mi piace troppo e mi manca xD

 

 

Buona domenica a tutte :-*

 

 

 

Ivi87

  
   
 
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