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Autore: eli0023    12/02/2008    1 recensioni
Parodia sul mitico Cesare di Fuyumi Soryo. Presto in Aggiornamento :)
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Virtù 4
"La cena delle sventure"


Angelo bussò cauto alla porta del palazzo di Confindustria di PIsa dove risiedeva Cesare Borgia. Bussò dopo aver dato un ultima occhiata ai due messaggi che aveva ricevuto da Cesare Borgia quella stessa mattina.

1°messaggio di Cesare
Ciao Angelo sono Cesare Borgia ( il Magnifico).
Che ne dici questa sera di venire a cena da me?
Fammi sapere
Cesare
ps ti piacciono i broccoli?.


Risposta di Angelo:

Messer Cesare accetto con piacere.
ps sì, non disdegno i broccoli.


2° messaggio di Cesare

Benissimo.
Ti aspetto alle 20.00 presso il Palazzo di Confindustria di Pisa.
ps allora vada per i broccoli!

- chi è? - si sentì dall'interno del palazzo.
- Angelo - rispose sicuro - Angelo di Canossa. Messer Cesare mi ha invitato a cena. -
Dall'altra parte si attese qualche secondo prima di apire la porta.
- Signor Da Canossa la prego di passare per il metal detector. - gli intimò la corpulenta guardia guardando storto il piccolo pacchetto che Angelo teneva in mano.
- è .. è solo una bottiglia di vino ..- si giustificò Angelo - per Messer Cesare. Ecco ..-
Angelo nel tentativo di scartare la bottiglia se la fece sfuggire così che si ruppe al contatto con il terreno. (Prima sventura)
- no ..- sussurrò cercando lo sguardo comprensivo della guardia.
- passi svelto! - indicò secco verso due barre posizionate al centro dell'atrio e Angelo, abbandonando i cocci della sua bottiglia miseramente a terra, si sentì un poco in soggezione quando, non senza timore, vi passò oltre.
Quello in cui si ritrovò era un grande palazzo che mostrava un'opulenza a lui sconosciuta. Certo, aveva frequentato il palazzo di Confindustria di Firenze, dove risiedevano i Medici, ma quello sembrava molto più vecchio e "agghindato".
Senza parlare poi che, le piastrelle del pavimento, erano state posizionate veramente molto bene.
- Angelo!! - si sentì echeggiare nel lungo corridoio che aveva iniziato a percorrere.
- Messer Cesare! - salutò Angelo chinando appena il capo davanti al padorne di casa.
- ma che Messer! chiamami -
PUM!!! (seconda sventura)
Cesare si bloccò quando la lampadina sopra a lui scoppiò.
- chiamami ..- riprese non curante - chiamami pure Cesare! -
- grazie Mes .. Cesare.-
- come è andato il tuo primo giorno di università? - chiese Cesare mettendo una braccio sulle spalle di Angelo e conducendolo verso l'ultima stanza del grande corridoio.
- tutto bene, nonostante il lieve malore di sua Santità Giovanni. -
- addirittura Santità si fa chiamare adesso quel grosso Cotechino? - ribattè curioso Cesare.
- no be .. forse forse è Eccellenza - si corresse Angelo.
- tranquillo! - liquidò Cesare pensando che il nomignolo che Miguel gli aveva dato "il Confusionario Fiorentino" era azzeccato come sempre. - capita a tutti di fare un po' di confusione. Piuttosto ..- proseguì Cesare entrando nella sala da pranzo del palazzo - piuttosto accomodati, ti ho fatto preparare una cena deliziosa! ..-
Angelo trasalì davanti a quella deliziosa tavola riccamente agghindata di piatti di porcellana di Capodimonte e argenteria francese.
- accomodati! - lo invitò Cesare così che il giovane Angelo si sedette proprio di fronte a lui.
TUM! (terza sventura)
Angelo osservò inerme il grande dipinto raffigurante la Pisa di mezzo trecento zuccare contro il terreno.
- oh! - sussurrò Angelo dispiaciuto per l'accaduto.
- non è niente! non è niente! - liquidò Cesare sfoggiando uno dei suoi stupendi sorrisi.
- sono onorato - iniziò ANgelo un po' in imbarazzo - di essere qui, ospite della grande famiglia Borgia. -
- è un piacere averti mio ospite per una cena che molti invidierebbero. - comunicò Cesare prendendo il menù finemente scritto su carta di papiro - antipasto di broccoli con aceto e burro - iniziò ad elencare il giovane Borgia - primo di sformato di pasta sfoglia con ripieno di broccoli lessi, secondo di broccoli impannati con patate e dolce di broccoli canditi. Il tutto innaffiato da Cherry di broccoli del sud della Spagna. Una leccornia è? -
Angelo deglutì sorpreso. Ma dovevano esserci così tante volte il nome broccoli nel menù?
- Signore. -
Cesare fece segno al cameriere che poteva entrare nella stanza ed un giovane ragazzo, che portava il vassosio di broccoli con aceto e burro, si sarebbe avvicinato al tavolo se, immotivamente, non fosse scivolto (quarta sventura).
- tutto bene? - chiese Cesare.
- sì! sì Signore sì! - si affrettò a dire il giovane riprendendosi velocemente.
Angelo, guardandolo, iniziò ad avere il leggero sospetto di portare sfortuna. Abbassò il volto, imbarazzato, cercando di dire qualcosa.
- Messer Cesare io ..-
PUM! (quinta sventura)
Lo sguardò di ANgelo e Cesare si portò sulla porta della stanza dove un dolorante Miguel contorceva la faccia per il dolore della sederata contro il pavimento.
- MIguel! - disse Cesare alzandosi in piedi - non dirmi che ..-
- ebbene sì - confermò MIguel accorgendosi solo in quel momento della presenza di ANgelo - LUI è qui. -
- Cavolo - sussurrò Cesare alzandosi in piedi e provocando involontariamente la caduta della sedia (sesta sventura) che finì su un carrello che, muovendosi, fece cadere l'armatura che, con l'elmo, provocò la rottura di un vaso nell'angolo vicino al camino.
- dovevo capirlo subito - sospirò Cesare - scusami Angelo ma ho una visita inaspettata. MI puoi scusare per una decina di minuti? -
Il timido cenno di assenso di Angelo precedette il movimento di Cesare che, sicuro ma timoroso, uscì dalla stanza raggiungendo MIguel che, nel frattempo, si era alzato dalla caduta.
- il corno? - chiese Cesare chiudendo la porta della stanza.
- tieni. - affermò Miguel consegnando al suo Signore un corno napoletano rosso fuoco che Cesare si mise nel taschino.
- dovevo capirlo che Sua Eccellenza Riario "lo Iettatore" era qui vicino.-
- piuttosto - lo interruppe MIguel mentre insieme scendevano le scale del Palazzo - hai invitato Angelo a pranzo? -
Cesare sogghignò leggendo negli occhi di MIguel lo stupore e ne fu piacevolmente soddisfatto.
- perchè? - domandò svelto Cesare assumendo un aria sorpresa - c'è qualcosa che non va? -
- no no - si affrettò a chiarire MIguel - è che non è da te invit ..-
PUUM!!! (settima sventura)
IL vetro di una finestra del corridoio che, inspiegabilmente, si ruppe fece tornare i due al problema più imminente .. LUI .. il Presidente di Confindustria di PIsa, l'unico e inimitabile ( per fortuna) Sua Eccellenza Riario lo "iettatore".
- LUI - comunicò MIguel toccando il corno che aveva in tasca - è sotto dove ci sono i sacchi. -
- va bene - confermò Cesare indirizzandosi verso le ultime scale - ma ricordati di venirmi a chiamare entro cinque minuti. Se ci sto di più in sua compagnia rischio la vita! -
L'accenno di MIguel portò Cesare a raggranellare il coraggio per scendere le scale e aprire "Quella" porta.
- Cesare!! - urlò Riario alzando le braccia.
PUMM! (ottava sventura)
- Eccellenza! - rispose Cesare non curante della lampadina che era scoppiata ma toccando il corno che aveva in tasca.
- ero troppo curioso del regalo che volevate farmi per aspettare.-
- avete fatto bene a venire! -
TAC!! (nona sventura)
Riario non curò il rubinetto del lavandino della stanza che era esploso.

meno 4 minuti al pericolo di morte.

- ecco Eccellenza. IL vostro regalo!-
Riario osservò i sacchi che indicava Cesare.
- Broccoli!! Broccoli di prima classe arrivati apposta per voi da Siviglia! -
- Broccoli? - ripetè Riario in estasi.
- broccoli! - confermò Cesare evitando di scatto un pomello (nona sventura) del lavandino esploso anch'esso.
- io adoro i broccoli! - esclamò Riario.

meno 3 minuti al pericolo di morte.

- è un regalo di mio padre. - precisò Cesare - per voi Eccellenza, solo per voi. -
- vostro padre è sempre così gentile! - affermò Riario.
- ci sono molte cose che i Borgia possono fare, tante anche per voi Eccellenza. - fece intendere Cesare inchinandosi appena.

meno 2 minuti al pericolo di morte.

- lo sapete che io "amo" la vostra famiglia - sussurrò Riario mentre un vetro saltava (decima sventura).

meno 1 minuto al pericolo di morte

Cesare deglutì nervoso, era in pericolo.
- come - proseguì accarrezzando appena i lunghi capelli di Cesare Borgia - come amo voi giovane e ..-

- Messer Cesare - esordì MIguel irruppendo nella stanza e facendo sussultare Riario - Messer Cesare vi ricordo che avete ospiti. -
- Eccellenza vogliate perdonarmi - disse svelto Cesare allontanandosi da Riario - ma ho ospiti. Purtroppo devo lasciarvi ..-

meno 30 secondi al pericolo di morte

- vi manderò i broccoli direttamente a casa. Arrivederci. - il rapido inchino di Cesare e la sua fulminea uscita dalla stanza coincisero con il termine dei cinque minuti.
- per un pello! -
- com'è andata? - chiese MIguel accompagnandolo nel ritorno alla stanza da pranzo.
- come sempre. - fece intendere sicuro Cesare mantenendo un certo distacco. Riario era stato solo un piccolo ( e quasi innoquo) contrattempo.
- ma ..- balbettò Miguel.
- la cena con Angelo mi aspetta! - disse felice Cesare lasciando Miguel sulla porta e tornando al suo ospite. - scusami per l'attensa ANgelo! Piuttosto - proseguì sedendosi - non mi hai ancora parlato di te ANgelo.-
- io? - balbettò imbarazzato Angelo - io sono solo il figlio di un umile piastrellista di Firenze ..-
- parlami di te - lo invitò Cesare mentre gli veniva servito l'antipasto e , Cesare se ne accorse subito compiaciuto, sotto lo sguardo nascosto e intrusivo di MIguel.
- io .. io sono nato a Firenze. -
- com'è nato il tuo rapporto con i Medici? - rincarò Cesare.
- be è una storia un po' triste - sentenziò Angelo - ecco .. ecco mio padre era un piastrellista sotto le dipendente di Messer Lorenzo de Medici. MI ricordo quando da piccolo andavo a portare il pranzo a mio padre. Erano bei tempi quelli, già, bei tempi almeno fino a quando non successe quella cosa ..-
Angelo si interruppe e Cesare assunse un'espressione preoccupata.
- insomma ecco ..- continuò inombrando appena il volto - tutto andava bene fino a quando mio padre non si incollò un dito ad una piastrella.-
IL dramma nella voce di ANgelo si fece sentire.
- era una colla speciale - precisò - che Messer Lorenzo voleva per il suo salotto. UNa colla che impediva anche alla pistrella di essere tolta. Fu una catastrofe. MIo padre si trovò incollato ad una piastrella incollata, a sua volta, al pavimento.Lorenzo De Medici offrì l'uso della piastrella a vita ,con vitto e alloggio a mio padre se non avesse coinvolto i sindacati. -
- che cosa triste - intervenne Cesare.
- mia madre dopo quell'avvenimento si è risposata e ha avuto due figlie mentre mio padre vive tutt'ora nel salotto dei Medici. Messer Lorenzo si è voluto occupare della mia istruzione e grazie a lui io potrò realizzare il sogno della mia vita. -
Cesare aguzzò gli occhi. Un sogno, Angelo aveva un sogno.
- qual'è il tuo sogno? - gli chiese.
- diventare - sussurrò ANgelo emozionato - diventare avvocato per poter far acquisire a mio padre la pensione di INvalidità.-
- lo vuoi davvero così tanto? -
- è perchè posso realizzare questo sogno che mi sento una persona felice. -
Il sorriso di Angelo fece capitolare Cesare. Era puro, puro come un tempo era anche il suo. NOn aspettò oltre e, anche perchè era sotto lo sguardo vigile di MIguel, si alzò avvicinandosi ad Angelo. Era perfetto. Perfetto per il suo scopo. Gli stampò sulle labbra un bacio prepotente suscitando una reazione invisibile di MIguel.
- allora piacere Angelo "persona felice" - affermò Cesare rispecchiandosi negli occhi spalancati di ANgelo - io sono Cesare " colui che cerca la felicità" -


Dedicata ad Aily!!!
Baci Eli
  
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