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Autore: EmiiOsaki    04/08/2013    2 recensioni
Ambientato ai giorni nostri The End è la fantastica reinterpretazione di Sherlock, serie tv della BBC. La protagonista è Samantha, una ragazza americana come tante, che nasconde un misterioso segreto. Ossessionata dalla morte del padre si trasferisce a Londra, per iniziare una nuova vita, tuttavia non sa che proprio lì incontrerà un uomo che gliela sconvolgerà e cambierà per sempre: Sherlock Holmes.
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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22 Marzo, 
siamo ufficialmente in Primavera, anche se a giudicare dal tempo cupo e tenebroso non si direbbe, per fortuna ad illuminare questa giornata è un avvenimento importantissimo: il mio primo colloquio di lavoro. Per essere impeccabile mi sono svegliata all'alba ed ora che è quasi mezzogiorno devo solo ritirare i vestiti in lavanderia (indossavo gli stessi ormai da tre giorni a causa di quella stupida frase "Per viaggiare ho bisogno solo della mia chitarra e delle sigarette", così ho deciso di utilizzare gli ultimi risparmi per rendermi più presentabile). Tornata all'Experience mi accorgo che è già tardi, finisco di prepararmi in fretta e furia e mi inoltro tra le affollate strade di Londra. Chiedendo informazioni un po' a tutti, finalmente alle quattro in punto riesco ad arrivare a destinazione, l'indirizzo che il signor Watson mi ha indicato dovrebbe essere in fondo alla strada. Mi avvicino e ad ogni passo l'ansia aumenta sempre di più, il cuore batte forte e le labbra si seccano; il portone adesso è proprio davanti ai miei occhi e quell'enorme insegna bianca sta a testimonianza del fatto che non mi sono sbagliata: il 221B di Baker Street  sta proprio dinanzi ai miei occhi, adesso non mi resta altro da fare, prendo un bel respiro e busso. Durante quegli istanti di fremente attesa osservo con maggior cura l'abitazione e ne rimango meravigliata. L'intera struttura è molto antica ma si trova in un posto delizioso ed è essa stessa altrettanto deliziosa. Vengo talmente rapita dalla bellezza della casa da quasi non accorgermi del fatto che un'anziana ed amabile signora ha aperto la porta e mi invita ad entrare. 
 
-Salve, lei dev'essere la nuova domestica, dico bene? Io sono la signora Hudson-  Mi domanda la vecchietta dopo avermi offerto una tazza di tè e dei biscotti.
 
-Sì, buon pomeriggio signora.  La ringrazio molto e spero proprio che mi perdonerà se non accetto il tè, al momento sono abbastanza nervosa- Dico un po' impacciata. 
 
-Non preoccuparti tesoro, seguimi, il signor Watson ti starà aspettando- Saliamo le scale in silenzio e nell'aria si respira non poco imbarazzo. Finalmente arriviamo dinanzi all'entrata di un appartamento, il mio momento è arrivato, scaccio via i brutti pensieri, congedo la padrona di casa e non appena mi accingo a sfiorare il pomello, la porta si apre di colpo e mi accorgo che dei magnifici occhi azzurri mi fissano. Facendo più attenzione mi rendo conto che a starmi davanti è un uomo sulla quarantina, alto più o meno 1 e 70, di bell'aspetto e molto curato. Continuo a guardarlo senza fare il minimo movimento come se la mia vita dipendesse da questo, finchè lui sorridendo non mi invita ad entrare. Lo seguo e in un batter d'occhio mi ritrovo nel soggiorno di una casa che, se non fosse per lo smile giallo presente nel muro, formato da fori di proiettile e per un teschio posto sopra al camino, avrebbe tutte le caratteristiche di una qualunque abitazione londinese. 
 
-Restano tutti sbalorditi dallo smile e dal teschio, lo so, ma la prego si accomodi.- Dice indicando il divanetto vicino al camino.
 
-La ringrazio e mi perdoni ma sono un po' nervosa. Posso farla una domanda?.-
 
-Beh, ne ha già fatta una, perchè non un'altra?!.- Mi sorride. Credo che per ora stia filando tutto liscio.
 
-Quel teschio......insomma.......è umano?.- So che è una domanda stupida, ma se così fosse sarebbe una cosa a dir poco disgustosa.
 
Aspetta qualche minuto e poi come se nulla fosse  mi liquida con una fragorosa risata e poi continua...
 
-Ha qualche altra domanda? Benissimo adesso passiamo a cose più impor..- 
 
-Salve signorina Eagle, John stavi dicendo qualcosa?- Un uomo sbucato dal nulla interrompe la nostra conversazione, ha un atteggiamento molto arrogante, quasi insopportabile.
 
-Come..?- Il signor Watson  non ha più il tono di qualche istante fa, adesso è insicuro, tremolante e oserei dire adulatore.
 
-Come faccio a sapere chi è la nostra ospite? John mi meravigli, dopo tutto questo tempo ancora rimani meravigliato? Comunque non è stato molto difficile, hai scritto l'annuncio sul tuo blog e persino sul giornale.-
 
-Sì, ma...hai detto Eagle. Come fai a sapere che questa è la signorina Eagle?.-
 
-Al momento non ha alcuna importanza, comunque non abbiamo bisogno dei suoi servigi signorina, può andare e ci perdoni per averla fatta arrivare fin qui.- L'uomo pronuncia la frase senza neanche guardarmi ed accompagnando l'ultime parole con un gesto della mano che mi intima a togliere le tende. 
-Adesso però stai esagerando!- 
 
-Esagerando? E' una ragazzina, a cosa ci gioverebbe averla per casa? E' un inutile spreco di tempo e denaro-
 
-Sei un male..-
 
-Maleducato, insensibile, arrogante, voleva dire questo, signor Watson? In tutti i casi mi perdoni se le dico che non prendo ordini da nessuno. Sarò pure una ragazzina ma l'annuncio diceva esplicitamente "Cercasi domestica di qualsiasi età purchè sia poco attraente e molto colta". E' vero ho 17 anni ma ho studiato molto, ho fatto molte ricerche, ed ho lavorato per parecchio tempo in una biblioteca. Non sarò bella, ma colta sì. Per il resto mi ha convocata il signor Watson e se lo desidera sarà il signor Watson e lui soltanto a congedarmi, lei piuttosto si tolga dai piedi, qui i grandi hanno da fare.- Forse ho esagerato ma quel tizio..aaarg...mi fa impazzire. Che cafone!
 
-Mmh vediamo un po'.- 
 
-E' questa la sua risposta, niente di più?- Ignorandomi non ha fatto altro che aumentare ancora di più la mia ostilità nei suoi confronti e per di più continua a fissarmi con aria di sufficienza.
 
-Samantha Eagle, 17 anni, New Jersey. E' fidanzata o almeno lo era fino a poco tempo fa, è una donna di classe ma l'amore le ha fatto cambiare stile di vita, adesso è una chitarrista squattrinata, sola e in cerca di lavoro.-
 
-Ha fatto ricerche sul mio conto? Ma come si permette! Lei...lei...-
 
-Ancora non ho finito. Fin qui tutto semplice, adesso cerchiamo di addentrarci nel vivo della sua storia: dopo la morte dei suoi ha vissuto una vita tranquilla, ordinaria e noiosa presso la casa di qualche lontano parente, ma ciò non le si addiceva, lei voleva di più, voleva sentire quel brivido che sono una vita folle e disastrata può dare. Iniziò così a frequentare la periferia e girovagando da un pub all'altro incontrò il suo primo amore, un musicista fallito che si esibiva in luridi bar in cambio di una notte al chiuso. Fu subito amore, lei senza pensarci un attimo scappò di casa e andò a vivere con lui. Era tutto perfetto ma la paura non le mancava, dico bene? Le liti erano all'ordine del giorno, e presumo sia perchè, proveniendo da una famiglia abbiente come la sua, è dura abituarsi a vivere come un comune mortale. Adesso ho una sola domanda da porle: perchè si è trasferita a Londra? O meglio so che si è trasferita qui perchè ha rotto con l'amore della sua vita e voleva cambiare aria, ma perchè proprio Londra? Perchè non ritornare dai suoi parenti? Le avrebbero sicuramente offerto una vita migliore di quella che le può offrire un umile lavoretto a Londra.- Un fulmine a ciel sereno, anche facendo ricerche sul mio conto non sarebbe mai riuscito a scoprire così tanto. La cosa mi turba, mi spaventa, ma devo reagire. Lui mi ha lasciato di stucco? Benissimo, gli ricambierò il favore.
 
-Sa, me lo stavo chiedendo anch'io.- Finita la frase, gli volto le spalle e, rivolgendomi al signor Watson, aggiungo -La prego di scusarmi, ma non ho intenzione di trattenermi un minuto di più, ha il mio numero di cellulare, quando può mi chiami, fisseremo un altro appuntamento.- 
 
-S-si certo, mi scusi..io.-
 
-Non si preoccupi, lei è stato più che gentile, arrivederci.- Sono arrivata all'uscio, quando mi ricordo di un particolare e, fissando l'uomo ancora immobile nel punto in cui l'avevo liquidato, concludo con:
-E comunque ha ragione, dopo la morte dei miei avevo bisogno di provare un brivido, avevo bisogno di sentirmi viva ma non per questo visitavo i pub. All'epoca avevo 15 anni, la mia vita era un inferno, ma tutto migliorò quando conobbi il detective della polizia locale, un amico di mio zio. Amavo i gialli e ho una dote particolare per risolvere gli imbrogli, così di tanto in tanto lo aiutavo ad aprire gli occhi, non mi pagava ma almeno mi sentivo utile. Quando ho conosciuto Nick stavo lavorando per lui, mi dispiace ma la sua tesi non è del tutto corretta, la riveda. A mai più rivederci, signor Holmes.- E sbattendomi dietro la porta, scappo via. 
 
***
 
Ancora una volta la stessa storia, sono scappata. Scappata dai problemi, dalle difficoltà e dall'unica proposta di lavoro accettabile, così facendo però non ho fatto altro che peggiorare la situazione: mi sento vuota, persa e sola, dannatamente sola. Vago tra le immense strade di Londra ed è ormai sera quando noto che alla mia destra una biblioteca è ancora aperta, non perdo tempo ed entro. E' un posto davvero magico: l'odore dei libri, la luce soffusa, la gente che è ancora lì nonostante l'ora, la gente sola come me. Tutto questo mi ricorda il periodo in cui lavoravo nella biblioteca di Trenton, ho tanta nostalgia di quei tempi, di Nick, di fare la bella vita. Tutto sommato Holmes non ha poi così torto, che sono una stupida ragazzina viziata e senza futuro è ormai palese, tuttavia preferisco non pensare più a quello screanzato, meglio prendere un libro ed iniziare a leggere. Ho scelto: L'Alchimista di P. Coelho, narra la storia di un giovane pastore che, scoperto quale sia il suo sogno, decide di realizzarlo. A pensarci bene anch'io un tempo avevo un sogno, uno bello, chissà se riuscirò mai a realizzarlo; forse un giorno, lo stesso in cui riuscirò a mettere da parte l'orgoglio, ad essere più forte e a non scappare più. Sono persa tra i miei pensieri quando il cellulare inizia a squillare, destando tutti dalle loro fantasie, a quel punto la biblotecaria non ci pensa un attimo a buttarmi fuori dal suo tempio, così malgrado l'amarezza, finalmente rispondo.
 
-Si può sapere chi diavolo è quel genio che mi chiama alle 2 di notte?.- Di notte, sì. Alle due la notte è ancora giovane, non ha senso offenderla chiamandola mattino, è una cosa ridicola.
 
-Mia cara signorina, la prego si giri.- Dall'altro capo del telefono c'è una voce maschile, ho paura.
 
-Crede sia divertente? Io mi sto girando, ma non vedo proprio ness...- Non riesco a finire la frase, credo di essere emozionata, non mi sono mai sentita così bene, non riesco a definire ciò che sto provando in questo istante...no...non ci riesco proprio.
 
-Lei...non ci posso credere! Cosa vuole ancora da me?.- Fingo di essere irritata, ma in realtà non lo sono per niente e la cosa mi preoccupa.
 
-Voglio scusarmi per l'increscioso comportamento che ho avuto nei suoi confronti questo pomeriggio.-
 
Vendetta e  vittoria, credo che queste due parole possano andare bene.
 
-Lei? Un tipetto arrogante e senza scrupoli che fino a qualche ora fa portava fuori dalle loro tombe i fantasmi del mio passato, come se nulla fosse, adesso chiede perdono, a me, una perfetta sconosciuta. Scusi ma non me la bevo.-
 
-Dovrebbe, cara Zammy?.-
 
-Zammy? Dimmi subito chi diavolo sei, tu non me la conti giusta! DIMMI CHI DIAVOLO SEI O GIURO CHE TI DENUNCIO PER STUPRO.- 
 
-Ehi Zammy, non ti scaldare. Ti dirò tutto a tempo debito.-
 
-DIMMELO ORA.-
 
-Holmes.-
 
-CONOSCO GIA' IL TUO COGNOME, MA PURTROPPO NON MI BASTA.-
 
-Holmes, Sherlock Holmes, ecco chi sono.-
  
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