«Prendi la mia mano, ti insegnerò a ballare» prese la mano dell’amico mentre partiva una canzone. «Non ti farò cadere, te lo prometto. Segui i miei passi, lasciati andare e provaci». La stanza era silenziosa, il mondo era silenzioso, in quel momento esistevano solo loro e la musica «E’ il nostro momento» sussurrò all’orecchio dell’amico.
 

Cause lovers dance
when they’re feeling in love
 

Continuarono a ballare ignari del mondo, della gente intorno a loro, degli amici, ignari di tutto e di tutti. Una strana sensazione iniziò a nascere nel ragazzo, un sentimento strano, nuovo. Era amore, passione, coraggio. «Balliamo lentamente, ti prego». Strinse ancora di più a sé l’amico e lo baciò teneramente. L’altro non si tirò indietro, erano complici.
 

Take it in, feel it all, and hold it
Eyes on you, eyes on me
We're doing this right
 

Dovevano tenersi stretto quel momento, dovevano goderselo fino alla fine, sentire le labbra umide sulle sue, il battito del suo cuore accelerare, il suo respiro caldo su di sé, erano sensazioni uniche. Guardò negli occhi l’amico, e così gli occhi azzurri incontrarono quelli verdi, il cielo incontrò il prato.
 

Do you think we’re ready?
 

Sarebbero stati pronti alla reazione della gente, a quella delle fan, degli amici e di tutti i parenti. Per non parlare di tutte le riviste giornalistiche, che avrebbero parlato di loro come fenomeni da baraccone. Avevano paura, erano realmente pronti?
 

E ora erano lì, in quella sala da ballo a ballare la loro canzone, ma non erano soli, c’era altra gente. C’erano tutti e partecipavano alla gioia di vederli finalmente uniti. Erano felici, orgogliosi, fieri di loro stessi e della loro battaglia, fieri di aver raccontato al mondo la loro storia e di non doversi più nascondere. Erano orgogliosi di non sentire più il giudizio del mondo sulle spalle, orgogliosi di essersi uniti per l’eternità, orgogliosi dei loro amici che non li avevano abbandonati nonostante tutto, orgogliosi di avercela fatta.