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Autore: Felpata    12/02/2008    2 recensioni
E' stupido ma non riesco a capacitarmi della morte di Sirius. Quindi perdonatemi, perchè è orribile che continui ad assillarvi con queste tragiche fic... Leggete, se vi va...
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fotografia "Lumos... Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."

La mappa si apre. C'è, come sempre, la piantina di Hogwarts.
Una fotografia scivola dalla pergamena consumata.
La guarda e fa per lanciarla via. E' solo un'altra stupida foto dei malandrini.
Ma l'uomo si ferma. Fissa la foto. A lungo.
Quasi gli manca il fiato. Vorrebbe poter entrare in quella fotografia. Vorrebbe tornare indietro.
Ci sono tante cose che sarebbero potute andare bene, ma che non l'hanno fatto.
E gli sembra di guardare la foto all'infinito, prima di accorgersi che qualcuno sta bussando alla porta.
"Chi è?"
"Sono Albus."
L'uomo apre la porta e lascia entrare il vecchio. Si costringe a sorridere, mentre quello appoggia il mantello al corrimano delle scale.
"Non c'è bisogno di obbligarti a sorridere."
Così l'uomo spegne il 'sorriso' che era stampato sulla sua faccia.
Il vecchio va verso il salotto.
Si siede su una piccola poltrona.
"Siediti, per favore, Remus..."
L'uomo esità, sospira e si siede. Pareva iniziare una lunga nottata.
"Sai, volevo solo sapere come stai... Dopo che Sirius -"
"Va tutto bene." lo interrompe l'uomo, come se non dirlo potesse cambiare la realtà.
Il vecchio sorride. Gli sembra di rivedere il ragazzo pallido che arrivò a scuola, tutto speranzoso, molti anni prima.
"E' solo che..."
"Che cosa, Remus?"
L'uomo sbuffa e si copre la faccia con le mani. Vuole andare via. Vuole andare dai suoi amici.
"... A volte mi sveglio con la convinzione che lo vedrò nel pomeriggio... Altre volte mi devo costringere a scendere dal letto la mattina..." Ride e piange nello stesso momento."Sono un vero idiota..."
"Questo non è vero."
"E' così, Albus!" Sospira di nuovo, come se dovesse obbligarsi a non morire in quello stesso momento. "Ho comunque Tonks, c'è Harry... Insomma... Ma mi sembra... Come se con Sirius fosse morta anche una parte di me..."
"E' perchè Sirius era una parte di te..."
"NO!" L'uomo scatta in piedi. E' pallido, incredibilmente pallido. "Non me ne importa niente!"
"Remus..."
"Stai zitto!" Al vecchio sembra di vedere Harry. Aveva avuto la stessa reazione, alcuni mesi prima. "Tu... Credi che ci sia sempre una scappatoia per tutto... E alla vita? Dove la scappatoia per la vita, Albus?"
Il vecchio non risponde. E l'uomo ride. Una risata cattiva, carica di odio.
"Non c'è, Remus, nessuna scappatoia questo..."
L'uomo si gira. Il vecchio piange.
"Io... Mi dispiace... Scusa"
"Non fa niente."
Si fissano a lungo. Come per capire l'uno i pensieri dell'altro.
"Sai una cosa, Albus? L'hanno trovata loro, la scappatoia..."
"Chi, Remus?"
"James e Sirius..."
Il vecchio sospira.
"Beh, ora ti lascio ai tuoi pensieri, d'accordo?" Lo dice con una voce calma, come se volesse avere cautela.
L'uomo annuisce. E continua ad annuire mentre il vecchio prende il mantello e esce.
"Abbi cura di te, Remus..."
L'uomo non risponde, la risposta è sottintesa.
Si guarda intorno. La luce della bacchetta è l'unica della casa.
"Solo io e il traditore, eh? Grazie mille ragazzi" dice guardando la foto intensamente, come se aspettasse la risposta di quei tre ragazzi.
Prende la foto.
"Addio..." sussurra.
La strappa e la lascia cadere.

"Fatto il misfatto..."

Lascia cadere l'ultima lacrima.

"Nox..."
  
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