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Autore: Molly182    04/08/2013    2 recensioni
“Questo sarebbe il momento in cui io ti dovrei baciare”, aveva sussurrato a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Questo sarebbe il momento in cui tu dovresti farlo”.
Nella penombra avevo visto comparire un sorriso sulle sue labbra e pochi secondi dopo le sentii appoggiate sulle mie.
“Mi piaci molto, Allyson”, mi aveva sussurrato. Mi stavo davvero convincendo che quel ragazzo non fosse solo un completo idiota, ma sapeva essere dolce e romantico. Eppure mi stavo facendo abbindolare da un ragazzo che probabilmente avrei rivisto chissà quando. “Non mi scappi, ora sei mia”, però mi piaceva e non potevo fare nulla.

“Ally ci sei?”, mi chiese Sally sventolando una mano davanti ai miei occhi cercando di portarmi alla realtà.
“Ehm…sì, scusa”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap ventotto – Alex P.O.V.
“Alex, penso che tu abbia un problema!”, mi fece notare Jack squadrandomi per bene.
Aveva spedito tutti quanti a bere qualcosa mentre io li avevo liquidati tornandomene sul bus, non sentendomi dell’umore giusto per festeggiare, perché di festeggiare non c’era proprio niente eccetto la mia stupidità. Però Jack si era offerto di farmi compagnia nonostante non me lo meritassi e si era limitato a fissarmi per un tempo notevolmente lungo senza dire nulla fino a quel momento. Aveva assistito all’intera scena di come un piccolo gesto aveva mandato a puttane una relazione. E così, come lui, lo aveva visto Ally e per completare il quadro avevo dato un motivo in più a DeLonge per starle accanto.
“Si lo so…”, sospirai abbastando lo sguardo sul tavolo di quella che apparentemente doveva essere il luogo ristoro dell’autobus. Eravamo seduti l'uno di fronte all’altro, con diverse bottiglie e lattine di alcolici sparse sulla superficie liscia che riproducevano perfettamente il disordine che avevo in testa. “Ho fatto un…”
“Sì, hai fatto un casino!”, sbottò lui di colpo, sovrastando la mia voce che sembrava un sussurro per la vergogna. Non mi ero mai sentito così e lo sguardo che mi rivolgeva, mi faceva sentire sempre peggio. Era la prima volta che glielo vedevo. Era deluso da me? “Ubriacarti fino a stare male non è una buona scusa, non rimedierai alla cazzata che hai combinato con qualche bottiglia di birra e di vodka”.
“Quando sono triste, mi diverto a fare questo gioco, così una parte della tristezza scompare”.
“No Alex, non è un gioco, si chiama alcolismo e i tuoi cazzo di problemi non puoi ignorarli apparentemente così!”
“Perché ora stai urlando?”
“Perché sei un coglione!”, disse sbattendo la mano sul tavolo facendo tremare le bottiglie e anche me.
Far arrabbiare Jack non era mai stata un’impresa facile e per farlo reagire in quel modo avevo fatto davvero una cosa terribile. Solo che non si era mai comportato così, neanche quando stavo con Lisa. Di solito si sarebbe buttato sul letto e mi avrebbe tartassato di domande su quali fossero le mie intenzioni o quando avrei deciso di portarmi a letto la «prescelta», come si divertiva a chiamarle. Jack era sempre stato un mio complice in tutte queste stupide avventure e solo in quel momento mi accorsi di quanto era cambiato. Di come tutti fossimo cambiati in così poco tempo. Forse Lisa aveva ragione. Forse ero davvero io il problema, forse avevo io qualcosa che non andava che mandava a puttane tutte le relazioni. Forse non avrei mai dovuto lasciarla sul serio.
“Ally non è una di quelle bamboline che eri solito a portati a letto!”, continuò. “Ally è una ragazza semplice, dolce, sensibile… e tu l’hai ferita e questo potrebbe portarla via da qui, lontano dal bus e da te! I ragazzi si sono abituati a lei, Matt è felice di essere aiutato ed è l’unica capace di calmarlo quando impazzisce, Zack e Rian si divertono con lei ed io ho trovato una buona amica… e proprio tu che eri così depresso quando inizialmente aveva scelto di non seguirti in tour, non dirmi che ti senti un idiota perché ti meriteresti concretamente parole peggiori, ma non sarò io a dirtele, anche se ho una terribile voglia di farlo!”.
“Non capisco perché ti arrabbi così tanto, non è la prima volta che faccio questo casino e tu non mi hai mai detto niente!”
“Ally non è come Lisa che ti perdonava ogni minima cazzata!”, disse puntandomi l’indice contro. “Non so neanche perché ti perdonasse ogni cosa, ma sinceramente non me ne fotte un cazzo perché è sempre stata una facile e in fondo vi completavate a vicenda no?”, dichiarò. “Non sono mai stato un suo grande fan… ho sempre pensato che non fosse la ragazza giusta per te…”.
“E perché non me lo hai mai detto prima?”, gli domandai irritato. “Gli amici dovrebbero dirsi tutto!”
“Infatti! E sono stato uno stupido a dirtelo solo adesso, ma ora sto cercando di farti aprire gli occhi su quello che hai fatto e se sono arrabbiato con te, è perché sono proprio un tuo amico!”, disse più calmo rispetto all’inizio. “Hai avuto la fortuna di avere la tua ragazza sul bus, con te, e ora te la stai facendo scappare… non hai neanche provato a rimediare!”
“Con Lisa non ce ne era bisogno!”
“Basta parlare di Lisa!”, sbottò di nuovo. “Vi siete lasciati, smettila di parlare di lei! Non dovresti neanche più vederla!”, sbuffai. Mi ero stancato del fatto che Lisa fosse diventato un argomento tabù. Ne avevo sempre parlato tranquillamente con tutti, perché ora non avrei potuto continuarlo a fare? Era comunque una persona, era comunque stata una mia fidanzata. Avevo il diritto di poter parlare di lei.
“Fai qualcosa per sistemare le cose con Ally!”
“Sembra che t’importi più a te che a me… perché non ci pensi tu?”
“La mia parte l’ho già fatta, ma non sono io il suo ragazzo e se non ti fossi accorto c’è Tom con lei… e sono da soli!”
“Buon per lei, allora!”, mi fulminò con lo sguardo.
“La verità è che tu sei totalmente spaventato dalla vostra relazione!”, disse lasciandomi di stucco. “Hai capito che sta diventando qualcosa di troppo serio e ti stai tirando indietro perché hai una fottuta paura che lei ti possa mollare da un momento all’altro. Sai che questa volta, la ragazza che ti lascerà, ti farà davvero male e quindi approfitti di quest’occasione prima che lei possa spezzare il tuo cuoricino, ma la verità è che lei è l’unica per te e tu sei un coglione perché non vuoi ammettere di esserti follemente innamorato di lei!”, finì il discorso tutto di un fiato e tutto quello che riuscii a fare era soltanto aprire e chiudere la bocca per un paio di volte, senza dire niente. “Dimmi se mi sbaglio…”
Probabilmente, se non fosse stato un mio amico, gli avrei riso in faccia e mentito spudoratamente, ma davanti a me c’era Jack Bassam Barakat ed era il mio migliore amico e lui aveva sempre ragione quando c’era da spiegare i miei sentimenti, forse perché era l’unico in grado di entrare nella mia testa e di capire cosa succedesse all’interno di quel bordello.
“Come immaginavo…”
“Non so neanche dove sia e probabilmente non vorrà neanche vedermi…”.
“Non ti preoccupare”, mi rassicurò ridendo. “Vedo tutti i CSI, so come rintracciarla…”, continuò più sereno. Sembrava essere tornato il Jack di sempre e mi rilassai un po’ anch’io, ma ancora non riuscivo a togliermi le sue parole dalla testa. “Tutti gli indizi portano a un’unica soluzione: lei è già qui!”, dichiarò indicando con la testa verso la zona letto. “È entrata prima, mentre degeneravi…”
“E non mi ha detto niente?”
“Ho preferito farti il cazziatone!”, disse stringendosi nelle spalle. “Ora però dovresti andare a dormire e lasciare sistemare a me, vedrai che domani sarà un altro giorno”, mi rassicurò sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla prima di scomparire lungo il corridoio.
Jack aveva ragione, domani sarebbe stato un altro giorno e avrei potuto parlarci. Spiegarle che quello che avevo fatto non era esattamente come sembrava, ma che era stata lei a volermi baciare. Avrei potuti iniziare col dirle «Mi dispiace, hai ragione ad essere delusa da me!”», ma non sarebbe bastato. Sarebbe stato un cliché già visto fin troppe volte.
Inoltre odiavo quelle stupide frasi fatte che si trovavano in giro stampate su dei ridicoli biglietti o che si sentivano spesso nelle commedie romantiche. Erano inutili e inventate per tutte quelle persone che avevano paura di reagire e si accontentavano di aspettare quello che non sarebbero mai accaduto. Io non ero mai stato quel tipo di persona, davo sempre ragione all’istinto che mi comandava più di quanto pensassi. Era proprio lui ad avere il controllo su di me e spesso era la causa di numerosi dei miei casini ma era anche lo stesso che faceva di tutto per rimediare a quello che avevo combinato. Perché ero fatto così: rompevo qualcosa e poi cercavo di aggiustare i cocci, in qualche modo. Così ero diventato nell'ultimo periodo. Passavo più tempo a rimediare alle merdate che a fare del bene verso le persone cui tenevo. Ero un totale fallimento e non potevo giustificarmi con qualunque scusa. Il problema ero proprio io, e Lisa aveva avuto fottutamente ragione a dirmi che ero io la causa di tutti quelle complicazioni e solo in quel preciso momento mi ero reso conto che in fondo aveva totalmente ragione.
   
 
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