Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: SmartieMiz    04/08/2013    2 recensioni
Spoiler! Characters
Sono fuggiti, hanno combattuto, hanno sconfitto i demoni e spezzato la maledizione.
Sebastian Smythe, Thad Harwood, Nick Duval, Jeff Sterling, Blaine Anderson e Trent Nixon, i sei ragazzi che hanno pianificato la fuga dalla Dalton Academy, l’assurdo e agghiacciante riformatorio dove sono stati rinchiusi, si sono illusi, credendo di poter sfuggire ai loro incubi, ma si sa che il passato ritorna sempre a bussarti alla porta.
Ora sono nei guai, ma forse un nuovo arrivato potrà essere la loro ultima speranza…
Ecco a voi il sequel – l’ultimo – di “Welcome to Dalton Academy, Sebastian Smythe” e “Welcome to Montgomery Manor, Warblers”.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hunter Clarington, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Welcome to the hell, W.A.R.B.L.E.R.S.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Reg. 6 – È possibile rivolgersi agli psicologi dell’istituto in qualsiasi momento della giornata

«Sono sicuro che tu puoi aiutarmi!», Hunter spalancò la porta della sua camera, e con delusione non vi trovò Thad.
«Hunter, che cosa ti è preso?», fece Brody, perplesso, che lo aveva seguito fedelmente.
«Puoi smetterla di fare sempre tutte queste domande? Sei snervante», rispose il ragazzo duro, poi chiese: «Allora? Sai dov’è Thad?».
«Non posso saperlo, prima ero con te in biblioteca», rispose Brody con ovvietà.
«Maledizione», mugugnò Hunter, mentre ricordò la conversazione che lui e Brody avevano avuto con Thad quella mattina stessa.
E se hai un potere, un’abilità, una capacità innata, qualcosa che ti distingue e con cui convivi da sempre, beh… sei condannato a vita, semplice… proveranno a cambiarti, a portarti su quella che considerano la retta via, e non capiscono che è impossibile cambiare la vera natura di una persona…
Hunter pensò che Thad dovesse avere sicuramente un potere, e forse in quel momento era impegnato in qualche visita con gli psicologi.
Ricordò i suoi occhi rossi e le sue ferite e cicatrici, e un brivido percosse la sua schiena.
Non poteva fare nient’altro se non aspettare il suo arrivo per chiedergli di quel dannato libro.
 
Thad era in presidenza, in compagnia del professor Fulton e della psicoterapeuta July.
«Allora? Cosa cazzo state aspettando, eh?», chiese il ragazzo spazientito: «Sto qui da cinque minuti e mi sto scocciando».
«Tesoro, non preoccuparti, ancora un po’ e potrai finalmente elettrizzarti», Cassandra gli rispose con evidente sarcasmo.
La porta si aprì e comparvero Peter Kingson e la Crane che scortavano un ragazzo.
Sebastian.
Sebastian e Thad si guardarono per un attimo che parve interminabile. «Seb», mormorò, come se volesse accertarsi che fosse reale.
«Thad», rispose Sebastian con un sorriso impercettibile.
«Mi sto sciogliendo come un ghiacciolo. Che carini che siete!», la Crane li guardò con odio.
«Allora, come procediamo?», si intromise Peter.
«Non voglio subito usare quei macchinari che sembrano tanto divertire il signor Harwood. Vorrei prima fare una bella chiacchierata con questi due», rispose la July.
Il signor Fulton sembrò riflettere per un momento. «Ne è sicura? Parlare, ha detto?», chiese.
«Sì, parlare. Mica mordono!», fece Cassandra con un sorriso divertito.
«Sono irragionevoli, non cambieranno mai», si intromise la Crane, come se Sebastian e Thad non la potessero sentire.
La July la fulminò con lo sguardo. «Non mi contraddica. So quel che faccio», disse, gelida, poi si rivolse ai due ragazzi con finta dolcezza: «Seguitemi».
 
La July li portò in una delle sue stanze munite di macchinari, e chiuse la porta a chiave.
«Accomodatevi pure», fece con finta gentilezza, indicando delle sedie di fronte ad una scrivania bianca.
Thad ebbe quasi l’impressione che quelle sedie fossero qualcosa di infernale creato dalla July stessa, ma respirò quasi di sollievo quando si sedette e poté stabilire che erano semplici sedie come tante altre.
Sebastian era al suo fianco. Anche se la July era nella stessa stanza, fu un momento quasi intimo per i due ragazzi: non erano così vicini da un bel po’ di tempo.
Sebastian sorrise leggermente, cercando di dare forza al suo ragazzo. Thad si chiedeva come facesse Sebastian ad essere sempre così ottimista. Ricambiò con un piccolo cenno.
«Bene, ragazzi», asserì Cassandra, sedendosi dietro la scrivania: «Come vi sentite oggi?».
Sebastian inarcò un sopracciglio. «Come cazzo ci dobbiamo sentire, eh? Non ci prenda per il culo!», rispose Thad, furente da quelle domande così sciocche.
«Thad…», mormorò Sebastian. Il suo tono era pacato e tranquillo, con una leggera punta di rimprovero.
«Non riesco a trattenermi», Thad sembrò leggergli nella mente: «Queste domande mi fanno incazzare».
La July non commentò. «Sebastian, come ti senti oggi?», chiese.
«Uno schifo, no? Glielo chiede pure?», continuò l’ispanico.
La July respirò, lentamente. «Ragazzi, non è una terapia di coppia questa», si limitò a dire, impassibile: «Penso che il tuo amato Sebastian abbia la lingua per rispondere oltre che per fare altro, Thad».
Thad divenne rosso di rabbia. Sebastian lo trattenne gentilmente per un braccio, prevedendo l’ira che avrebbe potuto scatenare in lui quella frase.
«Signorina July, non so se è mai stata sottoposta ad una terapia elettroconvulsivante o se ha mai provato sulla pelle quegli strumenti che lei usa su di noi, ma non credo che questa sia una domanda opportuna da porgerci», rispose Sebastian, saccente.
La July quasi sorrise. «Hai ragione, Sebastian, ma io lo faccio soltanto per il vostro bene, e comunque riformulo meglio la mia domanda: come vi sentite oggi? Non vi sentite un pochino più leggeri, quasi senza pensieri, senza strane fantasie in testa?».
Thad capì dove la psicoterapeuta voleva arrivare. «No, mi dispiace per lei, signorina July, ma io parlo con i morti».
Sebastian imprecò mentalmente. Perché Thad non si tratteneva? Non poteva fingere? Quello volevano quegli idioti alla Dalton Academy, che i ragazzi fingessero fino ad autoconvincersi. Forse sarebbe significato rinnegare se stessi, ma anche salvare la pelle. E l’importante era che la verità la sapessero loro, non quelle teste di cazzo lì dentro.
«Thad, non vuoi proprio guarire, vero? Mi hanno raccontato del tuo allegro soggiorno qui, stai da parecchio tempo e non si vedono miglioramenti. Cosa dobbiamo fare con te?», gli chiese la July, con finta premura.
«Lasciarmi stare. Non ho voglia di sentire le vostre cazzate dalla mattina alla sera», rispose Thad, secco.
«Vorresti un po’ di libertà, eh?», chiese la July, e improvvisamente i suoi occhi si accesero di una luce folle: «Forse posso accontentarti».
Thad la guardò, interrogativo.
«Vi avverto: se provate a fuggire dalla finestra vi schiantate contro il suolo», la July si alzò dalla scrivania e aprì la porta. «Torno subito», fece, per poi richiuderla di nuovo a chiave.
Thad quasi non ci credeva: era solo con Sebastian nella stessa stanza dopo tutto quel tempo.
«Credo abbiamo soltanto pochi minuti», parlò Sebastian, guardandolo negli occhi. Per un momento credette di poter annegare in quelle due iridi color cioccolato, stranamente luminose solo per lui.
«Ti ascolto», rispose Thad, quasi dolcemente: «Dimmi tutto quello che hai bisogno di dirmi».
«Non so cosa abbia ora in mente la July, Thad, ma devi fingere. Lo so, lo so che è difficile e che ti dà rabbia il fatto che negano quella che è la pura verità, ma qui non è nemmeno questione di andare via. È questione di sopravvivere. So che significherebbe rinnegare te stesso, le tue convinzioni, la realtà, ma se ci tieni alla pelle, devi fingere. È esattamente quello che vogliono: che la gente finga e si autoconvinca. Ovviamente so che non ce convinceremo mai, ma è questo l’importante, ovvero che noi sappiamo, e loro no. Lasciali marcire nella loro convinzione».
Sebastian aveva ragione, e Thad era troppo caparbio per poter acconsentire. E, anche se non avesse voluto farlo per stesso, lo avrebbe voluto fare per lui e per gli altri.
«Okay», rispose Thad, poi disse: «È un incubo qui…».
Sebastian gli prese la mano, stringendola forte. «Abbiamo affrontato i demoni, Thad, e tu hai quasi rischiato di morire per mano mia, ricordi?».
«Per mano di Karofsky», lo corresse prontamente Thad.
«Ne abbiamo passate tante, ma puoi resistere, Thad. Sii forte come lo sei sempre stato».
Thad si gettò tra le sue braccia. Sebastian gli accarezzò la schiena. «Non so come andrà finire, non posso assicurarti niente. Ma qualsiasi cosa accada, devi avere soltanto fiducia in noi. E in te stesso», gli raccomandò il francese.
«Ti amo, cazzo», sussurrò Thad.
Sebastian gli sorrise, radioso, dimenticando per un momento tutti i dolori e le preoccupazioni. «Ti amo anch’io».
Fu proprio Thad ad abbandonare quell’abbraccio così sicuro e confortante. «Non sia mai ci vedano abbracciati», disse, con un leggero sorriso.
Sebastian rise leggermente. Improvvisamente i loro cuori erano più leggeri.
«Gli altri?», chiese improvvisamente Thad, pensieroso.
«Purtroppo non so niente», fece Sebastian.
Sentirono un rumore di chiavi, e improvvisamente le paure incominciarono ad attanagliare di nuovo le loro menti.
«Forza», sussurrò Sebastian a Thad.
La July entrò. «Bene, ragazzi», esclamò, sedendosi di nuovo dietro la scrivania: «Ne ho discusso con gli altri vostri docenti, abbiamo deciso di concedervi un po’ di “libertà”».
Sebastian sgranò gli occhi. Thad rimase impassibile.
«Il concetto di “libertà” è sempre relativo in quest’istituto», subito li precedette la donna: «ma sarà sempre meglio di essere rinchiusi in una cella o in una camera per poi essere sottoposti alle mie dolorose ma pur sempre efficaci terapie. Non dovrete essere più rinchiusi in camera, ma potete anche uscire dalle vostre stanze, sempre con un accompagnatore al vostro fianco. Potete anche incontrarvi e, se desiderate, imbattervi nei vostri vecchi amici che dopo avrò il piacere di visitare. Al posto delle terapie, vi ho prescritto delle medicine che il vostro tutore avrà l’incarico di farvi assumere. Ora potete andare».
I due ragazzi si alzarono, e Sebastian porse un cenno di saluto.
Troppo gentile, pensò Thad, irritato.
«Sono sconcertato», mormorò Sebastian impercettibilmente al ragazzo.
«Io non prenderò nessuna fottuta medicina», bisbigliò l’altro.
 

 



Angolo Autrice


Buon pomeriggio a tutti! :D
Okay, eccomi dopo un mese di ritardo e due giorni con il sesto capitolo XD Sto migliorando un pochino LOL XD Scusatemi per il ritardo :33
Finalmente abbiamo un po' di Thadastian che mancava da tanto tempo! *w* <3 Hanno potuto parlare un po', almeno questo :)
La July è sempre più misteriosa... e assurda. Cosa avrà in mente?
Hunter sembra deciso a voler approfondire la questione del libro, ma come?
Il prossimo capitolo inizierà con... Blaine! :) E forse avremo anche i Niff ;)
Ringrazio tutti coloro che leggono e Diana924 e BrokenRoses che hanno recensito lo scorso capitolo! :)
Alla prossima! :D

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SmartieMiz