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Un altro sobbalzo e il convoglio prese a decelerare. Il rumore dei freni era uno stridio che gli feriva i timpani. Billie prese le sue cuffiette chiare e le indossò, facendo partire la riproduzione casuale. Una musica dolce si diffuse dagli auricolari, mentre gli occhi brillanti di Billie scrutavano il paesaggio che velocemente correva: alberi, strade, case nelle quali si immaginava nuclei famigliari, che felici vivevano le loro vite, magari davanti ad una tazza calda di cioccolata e al fuoco che scoppiettava vivo. Era su quel treno da ore ormai, aveva le gambe addormentate e la testa dolorante come risultato dell'attrito del mezzo sui vecchi binari, ma tra pochi minuti sarebbe stato meglio.

Le porte della stazione di Rodeo.

Vide la vecchia insegna corrosa dal tempo a cui mancava una “o”.

Casa dolce casa, pensò scorgendo l'inizio del lungo binario vuoto. Lentamente il vagone si avvicinò alla sua destinazione e un piccolo manipolo di persone attendeva trepidante che il vagone si aprisse, e come un mostro, rigurgitasse i loro cari. Una marea di cappellini di lana e sciarpe colorate pullulava quel piccolo marciapiede tra i binari. Billie prese la sua grande valigia chiara e la trascinò per tutto lo stretto corridoio che portava dalla sua postazione alla porta a vetri, che si aprì dopo un piccolo click. Uscì. Il cielo era plumbeo, piccole goccioline cadevano dalle nuvole e gli bagnavano i capelli. Si strinse nella sua giacca di Tatan rosso. Lui non era lì. Il suo Mike non c'era. Si era raccomandato tanto il giorno prima della partenza di essere puntuale, e lui non c'era. Provato dal viaggio e con i nervi a fior di pelle, iniziò a piangere silenziosamente guardandosi intorno. Era solo. Da quando aveva dovuto lasciare la città per seguire sua madre per lavoro, Billie non aveva più visto Mike, lui era l'unico motivo per il suo ritorno a Rodeo. Avevano deciso di passare le vacanze a casa del suo fidanzato. Billie prese il telefono e controllò che non ci fossero messaggi. “15-12” Erano passati esattamente quattro mesi dall'ultima volta che aveva visto quegli occhi.

Non riuscì a trattenere le lacrime che, come un fiume in piena, travolsero le sue gote arrossate dal freddo gelido di quel mattino di dicembre.

Un ragazzo si avvicinò correndo, sembrava terribilmente in ritardo.

“Billie!!” Urlò tutto infagottato nella sciarpa di lana scura.

Billie alzò gli occhi e vide quelli azzurri del suo Mike. Il ragazzo biondo gli prese il mento tra le mani e gli alzò il viso, baciandolo appassionatamente.

“Scusa per il ritardo amore, ma sulla principale c'era traffico.” mormorò sulle sue labbra, staccandocisi. Repentinamente afferrò la valigia del ragazzo più basso e la tirò accanto a sé.

“Bentornato a casa.”

Strinse la sua mano e insieme si avviarono verso l'uscita, tra la folla festante.
 

NDA: Spero che questa piaccia, ho messo tutta me stessa per scriverla. Spero che piaccia soprattutto alla mia correggibozze (che si chiama beta-reader (n.d. Stry)), è tutta per te questa storia. Ho riadattato uno dei momenti più importanti della mia vita in queste poche righe e non nascondo di star scrivendo queste note con una certa malinconia.. Vabbè, non voglio piangere, anche se a dir la verità è abbastanza difficile non farlo. Beh, vorrei che questo fosse il tuo regalo di compleanno, so che non è un granché e sono anche in tremendo anticipo ma so che non avrei avuto altro momento per poterlo fare quindi... Buon sedicesimo compleanno nana.

ButIloveheranyway