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Autore: Soly_D    04/08/2013    4 recensioni
#01. Finn/Rachel – Finn sapeva di non essere particolarmente sexy, ma agli occhi della sua ragazza si era sempre sentito perfetto.
#02. Puck/Quinn – Si malediceva per aver scambiato quel «Fidati di me» per una rara forma di contraccettivo a lei sconosciuta.
#03. Mike/Tina – «Mike, tu stai con me solo perché sono una delle poche ragazze orientali e carine della nostra scuola?».
#04. Kurt/Blaine – «NO! Cioè... Non è questo! Tu mi... mi... ecciti... e anche molto. Il fatto è che non so bene come... muovermi».
#05. Brittany/Santana – «Allora non stiamo insieme, vero? Siamo solo due amiche che fanno nuove esperienze».
#06. Jake/Marley – Era un sorriso malizioso quello che gli aveva rivolto mentre lo aiutava a spogliarsi?
#07. Will/Emma – «Sono i germi e i batteri del mio uomo, per cui non devo preoccuparmi».
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Puck/Quinn
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Like a Virgin
[Touched for the very first time]



1. Finn/Rachel

Finn sapeva di non essere particolarmente sexy, ma agli occhi della sua ragazza si era sempre sentito perfetto.
E sapeva anche che la sua futura carriera da star di Broadway fosse importante almeno quanto la loro relazione, ma quando si rese conto che Rachel si era decisa a fare il grande passo con lui solo per risultare più passionale nel suo ruolo di Maria in West Side Story, sentì che l’emozione provata durante tutto il giorno in attesa del fatidico momento lasciava il posto ad una totale quanto inaspettata delusione.
Come se ciò non fosse bastato, al termine dello spettacolo Rachel si era presentata a casa sua per scusarsi e, quando le aveva rivelato con frustrazione che Cooter aveva reclutato Shane e non lui, lei gli si era offerta di nuovo su un piatto d’argento.
Ma era stato solo un attimo, il tempo di leggere nei suoi occhi lo stesso desiderio che lui aveva sempre represso volontariamente per paura di ferirla e si era accorto che Rachel non voleva semplicemente consolarlo o rassicurarlo sul suo futuro.
«Adesso sono una ragazza che ha di fronte il ragazzo che ama e che vuole ricordare questo momento per il resto della sua vita».
E in quel momento Finn sentì lo stomaco contorcersi in maniera piacevole e la testa diventare improvvisamente leggera, come svuotata di qualunque pensiero che non fosse Rachel.
«Ti amo», sussurrò tra un bacio e l’altro, trascinandola sul letto. La coprì con le lenzuola per poi spegnere la luce e solo allora le abbassò la cerniera del vestito, consapevole che Rachel non avrebbe saputo reggere diversamente l’imbarazzo.
«Ti amo anche io», era stata la risposta di lei mentre sentiva le mani di Finn sfiorarle la schiena in una carezza che fece rabbrividire entrambi e i suoi occhi cominciavano ad abituarsi al buio, fino ad intravedere quelli del ragazzo.
E al momento decisivo avrebbe voluto dirgli grazie: per non averle mai fatto troppa pressione, per aver atteso con pazienza quel giorno, per averla messa a suo agio, perché sapeva che non le avrebbe fatto male. Avrebbe voluto farlo davvero, ma le parole le morirono in gola quando sentì Finn dentro di sé e sia la mente che il cuore le dicevano che il suo futuro era lì, accanto a lui, e che la sua brillante carriera a Broadway non sarebbe stata niente senza lui al suo fianco.
Si limitò a sorridergli riconoscente, rimandando quel grazie a quando sarebbe stata leggermente più lucida.



2. Puck/Quinn

Quinn non rimpiangeva la sua prima volta con Puck, semplicemente si malediceva per aver scambiato quel «Fidati di me» per una rara forma di contraccettivo a lei sconosciuta. Si era lasciata trascinare dall’insolito romanticismo del ragazzo – «Per me non sarà solo l’avventura di una notte» – e si era stupita di come risultasse facile non pensare alle conseguenze e ignorare il fatto che lei avesse un ragazzo, che lei fosse la presidentessa del Club della Castità, che lui fosse Noah Puckerman.
In seguito avrebbe dato la colpa all’alcol – diamine, era stato lui a farla ubriacare! – ma in quel momento si sentiva più che cosciente di se stessa e della situazione: Puck le era sembrato così carino e dolce che, mentre la attirava a sé e la baciava senza troppe cerimonie, aggrapparsi con tutta se stessa alle sue braccia le era apparso estremamente naturale, inspiegabilmente giusto.
Solo per un attimo, mentre lui le sfilava la divisa dei Cheerios e le baciava ogni lembo di pelle, Quinn si era fermata a pensare che quello era Puck, che stava donando la sua verginità ad un mezzo delinquente, che quella notte avrebbe segnato irrimediabilmente solo la sua vita e non quella di lui, che molto probabilmente – nonostante l’avesse rassicurata che con lei sarebbe stato diverso – il giorno dopo lui avrebbe fatto finta di niente per evitare di impegnarsi in una relazione seria e che l’avrebbe trattata come se non fosse accaduto nulla tra loro, nello stesso modo in cui si comportava con le altre che si era portato a letto.
Poi, inaspettatamente, il ragazzo le aveva sorriso. Un sorriso sincero, non di circostanza.
Quinn lo aveva ricambiato, lasciando da parte la passività che aveva mostrato fino ad allora e sentendosi per la prima volta decisa ad andare oltre, a fare di più. E solo in quel momento si era concessa di accarezzare la stravagante cresta del ragazzo, per poi scendere lungo il collo e aggrapparsi con forza alle sue spalle, senza paura di affondare le unghie nella sua pelle abbronzata.
Lo aveva baciato con la sua stessa passione, spiandolo da sotto le lunghe ciglia accentuate dal mascara e notando con stupore che non aveva smesso di sorridere nemmeno per un attimo.
Solo allora aveva realmente creduto alle sue parole, decretando quel sorriso come l’inizio di un qualcosa che non seppe inizialmente identificare, ma che riuscì a comprendere solo molto tempo dopo stringendo tra le braccia la piccola Beth mentre Puck suonava una tenera ninnananna alla chitarra per farla addormentare.



3. Mike/Tina

«Mike, tu stai con me solo perché sono una delle poche ragazze orientali e carine della nostra scuola?».
Mike non aveva mai risposto a quella domanda, limitandosi a roteare gli occhi e sbuffare contrariato per evitare che Tina notasse quel barlume di incertezza nel suo sguardo. La verità era che all’inizio nemmeno lui conosceva la risposta: un giorno Tina gli era saltata al collo e lo aveva baciato con ardore, il giorno dopo si tenevano per mano e si consideravano già una coppia ufficiale.
E Mike doveva ammettere che , all’inizio l’aveva reputata semplicemente come una delle poche ragazze orientali e carine della sua scuola e si era sentito piuttosto soddisfatto di aver destato la sua attenzione, poi aveva imparato ad apprezzare realmente lei, il suo talento e il suo stile, scoprendo di essersene innamorato senza nemmeno accorgersene.
Era stata una bella rivelazione, quella, perché all’improvviso un’occhiata un po’ più intensa di Tina o una sua gonna un po’ più corta del solito riusciva a smuoverlo dentro, a provocargli inizialmente emozioni simili a quelle che provava imparando nuovi passi di danza o vincendo una partita di football, poi sensazioni più forti e totalmente nuove.
Non c’era stato niente di prestabilito tra loro: l’estate trascorsa insieme aveva inevitabilmente rafforzato il loro legame e una sera prima dell’inizio della scuola si erano ritrovati l’uno sull’altro, mezzi nudi, con il fiato corto e le pupille dilatate.
Fu allora che, divorando con gli occhi il corpo di Tina fasciato solamente da un completino intimo, Mike sentì che era arrivato il momento di darle spiegazioni. «Non sto con te perché sei orientale e carina».
Tina rimase inizialmente perplessa, poi aggrottò la fronte. «Non mi trovi carina?».
Lo sguardo del ragazzo ricadde quasi inconsciamente sulle forme generose e invitanti di lei, decretando che no, lei era molto più che carina. «Io... credo di essermi davvero innamorato di te».
Essendo rimasta nel dubbio per tanto tempo, Tina fu colpita dritta al cuore da quelle parole. Ne fu colpita così profondamente che – quando Mike si chinò per baciarla e continuare dal punto in cui aveva interrotto – sentì qualcosa di caldo e umido bagnargli le labbra e il viso: erano lacrime di commozione, accompagnate da un sorriso dolce e uno sguardo che valeva più di mille parole.
«Tu non stai con me solo per i miei addominali, vero?».
Mike non seppe stabilire se Tina fosse scoppiata a ridere o avesse cominciato a singhiozzare.



4. Kurt/Blaine

Kurt era la persona più pura del mondo e Blaine ne ebbe un’ulteriore conferma quando, spogliandolo per la prima volta, lo vide arrossire come un bambino e voltare lo sguardo di lato per non incontrare il suo.
Intenerito, si bloccò a metà opera e gli prese il viso tra le mani costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
«Kurt, sei sicuro di volerlo fare?».
Il ragazzo lo fissò per qualche secondo con espressione indecifrabile, deglutendo a vuoto, prima che un flebile «Sì» potesse uscire dalla sua bocca. Eppure il rossore sul viso si stava estendendo anche sulle orecchie e sul collo, dimostrando esattamente il contrario. «Se non te la senti, non c’è problema», lo rassicurò il moro, accarezzandogli dolcemente una guancia. «Possiamo rimandare a un altro giorno e magari farlo in un altro posto, senza la paura di essere scoperti».
Kurt scosse la testa, sforzandosi di sorridere.
«Dimentichi che ho stabilito io mese, giorno, ora e luogo. Credimi, è tutto dannatamente perfetto».
Blaine lo baciò, sorridendo contro le sue labbra e intrufolando le dita nei suoi capelli morbidi e vellutati. Ne inspirò il profumo, mentre le mani scendevano in basso e gli slacciavano la cintura dei pantaloni. Lo avvertì sussultare sotto di sé e irrigidirsi subito dopo, così lo baciò ancora nel tentativo di calmarlo, ma in quel momento si accorse che stava letteralmente tremando.
Di sicuro qualcosa non andava. «Kurt», lo richiamò dolcemente. «Quando ti deciderai a dirmi cos’hai?».
L'interpellato non rispose, preferendo starsene immobile sotto il compagno e fingere interesse per il soffitto. In quel momento Blaine si chiese da cosa potesse scaturire quel suo restare indifferente ai suoi poco casti movimenti e arrossire ogni volta che lo sfiorava. «Io... non ti... eccito?», quelle parole gli uscirono dalla bocca in maniera quasi prepotente, senza che lo volesse davvero.
Kurt sgranò gli occhi. «NO! Cioè... Non è questo! Tu mi... mi... ecciti... e anche molto. Il fatto è che non so bene come... muovermi. Credevo che bastasse informarmi sull’atto pratico, invece mi sento così... insicuro. Ora tu ti metterai a ridere, mi lascerai, te ne andrai e-», non riuscì a terminare, perché si ritrovò la bocca di Blaine premuta contro la propria in un bacio così intenso da fargli mancare il fiato. «Oh Kurt, sei... adorabile», ammise Blaine e avrebbe aggiunto anche eccitante, ma non voleva che l’interessato si sentisse ancora più in imbarazzo. Che stupido era stato a sospettare di lui! Avrebbe dovuto immaginarselo che fosse semplicemente a disagio per la situazione completamente nuova.
«Tranquillo, sai che è la prima volta anche per me... Scopriremo tutto insieme».
Kurt gli sfiorò appena le labbra e Blaine chiuse gli occhi, godendosi il contatto: quando li riaprì, il compagno gli sorrideva dolcemente e lui pensò che non ci fosse cosa più bella al mondo.



5. Brittany/Santana

Santana l’aveva baciata proprio come si faceva con i ragazzi.
Stordita, Brittany si portò un dito alle labbra e se le tastò delicatamente per poi inumidirsele con la lingua e avvertire ancora il sapore del bacio che l’amica le aveva appena rubato. Decisamente , le era piaciuto. E tanto anche.
«Perché l’hai fatto?», chiese con tutta l’innocenza del mondo.
«Perché mi andava», rispose semplicemente la più grande con altrettanta naturalezza.
Lo sguardo di Brittany ricadde sui loro mignoli ancora intrecciati. «Quindi ora stiamo insieme?».
«Cos-NO! Certo che no! È stato solo un bacetto, non abbiamo nemmeno fatto sesso», si affrettò a ribattere la mora, staccando la propria mano da quella dell’amica come se scottasse.
La bionda sembrò riflettere attentamente su quelle parole, poi – come se si fosse appena accesa una lampadina nella sua mente – alzò di scatto lo sguardo e accennò un sorriso. «Allora facciamo sesso, così possiamo stare insieme».
Santana per poco non si strozzò con la propria saliva. «E chi ti ha detto che per me va bene? Io mi vedo con Puck».
Brittany sospirò e riabbassò la testa, ma Santana non si lasciò sfuggire l’occhiata vagamente delusa che le aveva rivolto prima che i loro sguardi si staccassero. Il flebile «Peccato» che uscì subito dopo dalla bocca della bionda fu la goccia che fece traboccare il caso: improvvisamente togliere quel broncio dal visino ingenuo di Brittany sembrava l’unica cosa giusta da fare, così le circondò il collo con le braccia e applicò una lieve pressione sulla sua nuca, in modo da attirare la ragazza verso di sé e catturare le sue labbra in un bacio che di casto non aveva proprio nulla.
Pochi minuti dopo le divise dei Cheerios giacevano per terra e i loro corpi nudi e frementi chiedevano di più e ancora.
Quando Brittany le chiese spiegazioni riguardo Puck, Santana rispose che vedersi con una persona non significava necessariamente impegnarsi in una relazione seria e nemmeno si stupì molto quando la bionda si volle ingenuamente assicurare che disponessero delle dovute precauzioni perché lei non si sentiva pronta a farsi lasciare un bebè dalla cicogna.
«Allora non stiamo insieme, vero? Siamo solo due amiche che fanno nuove esperienze».
«Certo, amiche», ripetè la mora meccanicamente.
Ma la verità era che con quelle parole avrebbe voluto convincere anche se stessa.



6. Jake/Marley

Da quando aveva provato a portarsi a letto Marley la notte del mancato matrimonio tra il professor Schuester e la signorina Pillsbury, Jake si era ripromesso che non avrebbe più toccato l’argomento e avrebbe aspettato pazientemente il momento in cui lei si fosse sentita pronta per farlo, nonostante la castità non fosse una delle priorità della sua vita.
Doveva ammettere, però, che da quella famosa notte Marley era diventata molto più disinvolta e naturale nei loro momenti di intimità e questo non poteva che renderlo straordinariamente felice, sebbene fosse curioso di sapere perché la ragazza avesse avuto quel – seppur lento e graduale – cambiamento. Da una parte lo immaginava, o meglio... sperava che quella notte fosse servita a farle capire che spingersi oltre i baci non era una cattiva cosa se lo faceva con il ragazzo che amava, ma in cuor suo sperava ardentemente che il motivo principale non fosse accontentarlo.
Insomma, avrebbe voluto che la loro prima volta insieme avvenisse per volere di Marley e non perché si sentisse in dovere di donargli se stessa dopo che lui aveva promesso di impegnarsi seriamente con lei.
Di una cosa era certo: quel giorno Marley, seppur decisa ad unirsi a lui, si sarebbe trovata in leggera difficoltà perché troppo dolce e pura, quindi sarebbe stato lui la colonna portante del loro rapporto. Con la sua sicurezza e spavalderia avrebbe gestito la situazione per entrambi e tutto sarebbe andato per il meglio.
Scoprì di essersi sbagliato di grosso una sera come tante, mentre fuori la pioggia batteva ritmicamente sul vetro della finestra e l’unica cosa in grado di tenergli caldo era la vicinanza di Marley. In quei giorni si era comportata in modo strano, evitandolo continuamente e rifiutando tutti i suoi appuntamenti, per poi scoprire che si era solo presa del tempo per valutare la possibilità di fare quel passo così importante.
Per questo, quando avvertì le mani tremanti della ragazza farsi strada sotto la sua maglietta e accarezzargli i pettorali, non riuscì a non sorridere nel capire che era davvero arrivato il momento.
Non fu come se l’era sempre immaginato. Marley non era arrossita nemmeno una volta, anzi... gli era sembrata perfettamente a suo agio mentre lui le sfilava la maglia e la accarezzava con delicatezza.
I problemi li aveva avuti lui: vedere la sua ragazza così vulnerabile e indifesa sotto di sé gli aveva messo addosso una tenerezza tale da preferire stendersi semplicemente accanto a lei e guardarla tutta la notte, per paura che potesse sgretolarsi sotto il suo tocco un po’ rude tant’era delicata.
Poi Marley aveva cominciato a comportarsi in maniera più audace – era un sorriso malizioso quello che gli aveva rivolto mentre lo aiutava a spogliarsi? – e lì Jake pensò che avrebbe potuto accontentarla perfino senza sforzo.



7. Will/Emma

Vincere le Nazionali era stata una delle esperienze migliori della sua vita.
Non che avesse mai avuto dubbi riguardo i ragazzi del Glee Club, ma prima di ogni sfida si era sempre detto che l’importante fosse partecipare e divertirsi, e che la vittoria fosse solo un extra.
Quella vittoria, però, aveva reso i suoi studenti migliori e aveva contribuito a togliere di mezzo – almeno per un po’ di tempo – quella stupida gerarchia che vigeva al McKinley, secondo la quale Cheerios e giocatori di football erano il top, mentre il Glee Club veniva considerato da sfigati.
Contento che i suoi ragazzi avessero avuto la loro rivincita, quella sera tornò a casa con la sola intenzione di sprofondare nel letto dopo quella lunga ed estenuante giornata, ma non si aspettava minimamente di trovare Emma vestita del colore della passione ad attenderlo sulla soglia della porta della loro camera da letto.
E il suo sorriso, oh, era diverso dal solito: misterioso, intrigante.
Non volle giungere subito a conclusioni affrettate, ma – quando si mosse quasi automaticamente verso di lei che gli saltò letteralmente al collo stringendo le gambe attorno al suo bacino – be’, l’unica cosa che riuscì a pensare prima di baciarla fu È mia, finalmente.
Si era sempre chiesto in che modo lui ed Emma avrebbero potuto fare l’amore con le manie di igiene che la affliggevano e quindi rimase sconcertato nel momento in cui una goccia di sudore gli scese lungo la tempia e la donna gliela leccò via in un gesto veloce.
«Non hai paura che la tua bocca si riempia di terribili germi e batteri?», la stuzzicò con un sorriso divertito tra un bacio e l’altro. Emma rise – tempo prima sarebbe rimasta ferita da quelle parole, ma ora erano le parole dell’uomo che amava e che l’amava – e affondò le dita nei riccioli ingellati di Will, senza aver paura che le sue mani diventassero viscide e appiccicose.
«Sono i germi e i batteri del mio uomo, per cui non devo preoccuparmi».
Lei stessa, quella notte, si era resa conto di come riuscisse a tenere sotto controllo la sua malattia in presenza di Will.
E l’uomo, dal canto suo, pensò che – se quello era il suo bentornato – avrebbe vinto competizioni di canto coreografato molto più spesso.
















Note dell'autrice:
Dopo la morte di Cory Monteith (RIP ♥) per la quale ho pianto per 3 giorni consecutivi, ho rivisto da capo tutte e quattro le stagioni di Glee e mi sono detta che non potevo proprio resistere alla tentazione di scrivere qualcosa su queste 7 coppie che amo più o meno allo stesso modo. Per il titolo mi sono liberamente ispirata alla famosa canzone di Madonna... Credo che si sia capito qual è il tema principale di ogni flash: la prima volta (non dei singoli personaggi, ma piuttosto della coppia in generale).
Spero che le flash vi siano piaciute. Grazie infinite a tutti coloro che leggeranno/recensiranno.

Soly Dea
  
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