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Autore: Egi_    04/08/2013    2 recensioni
Londra, 1882.
"C’era un solo luogo dove avrebbe potuto cominciare davvero a vivere intensamente: Londra."
Kurt Hummel è un giovane aspirante poeta alla ricerca della sua ispirazione perduta, troverà molto di più.
Santana Lopez, giovane donna indipendente e moderna, vivrà un amore che la porterà a rivedere le sue convinzioni.
Quinn Fabray, sposata, è prigioniera di una passione imperdonabile.
Sullo sfondo una città magica, fatta di poche luci e tante ombre.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo. Dunque non è molto lungo e non succede un granchè ma vengono introdotti due personaggi mooolto importanti!
Vista la lunghezza del capitolo pubblicherò in un paio di giorni il prossimo, promesso!
Grazie a chi segue, ricorda e preferisce (!) e soprattutto a chi recensisce!
Buona lettura!


CAPITOLO DUE

 

Kurt entrò in quella grande casa quasi correndo per tenere il passo con le falcate di suo cugino Finn.

Ormai su Londra era sceso il buio e Kurt era grato alla notte che gli aveva impedito di dover sopportare ancora una volta la vista delle strade e dei poveri della capitale.

Si vergognava ad ammetterlo persino a se stesso ma era schifato da quelli spettacoli urbani.

Era abituato ai poveri della campagna che vivevano in una miseria rispettabile, tremenda certo ma non urticante allo sguardo altrui.

La povertà del sottoproletariato urbano invece era un mostro di tutt’altro genere.

Era nauseante, fastidiosa, sporca e in un certo qual modo ti si attaccava addosso, anche se non ne avevi direttamente a che fare.

La incontravi, la fissavi ed era come guardare negli occhi una bestia mostruosa, un’idra oscena.

L’ingresso dove si trovava in quel momento però era grandioso, lontano anni luce dalla povertà cui aveva assistito in quel suo primo giorno nella capitale e rispecchiava perfettamente quello che Kurt aveva sognato riguardo alle case londinesi.

Non ebbe tempo però di fermarsi ad ammirare la mobilia e la splendida tappezzeria perché Finn, che non si era nemmeno levato il cappello, stava già correndo su per le scale di marmo bianco mangiando tre scalini alla volta con quelle sue gambe lunghissime.

Kurt lo seguì salutando rosso in volto la servitù che incrociavano ogni pochi passi e che li guardava con scarso interesse come se fossero abituati a spettacoli di tal genere.

Finn si precipitò in quella che doveva essere la camera padronale, spalancando la porta senza nemmeno bussare.

cugino!” esclamò Kurt, nel tentativo di arginare la furia dell’uomo che era ormai già dentro la stanza.

Kurt si fermò sulla soglia.

Finn era gettato in ginocchio accanto al grande letto a baldacchino e stringeva convulsamente la mano bianca di una donna che Kurt riconobbe come la neo moglie di suo cugino.

Kurt non era potuto andare al matrimonio perché in quel periodo Burt, suo padre, non si sentiva bene ma poche settimane dopo il lieto evento gli era stata recapitata una foto dei novelli sposi dietro cui era stato scarabocchiata la data (8 maggio 1881) e il nome dei due sposini, Finn Hudson e Quinn Fabray.

Ora finalmente vedeva di persona Quinn Fabray, marchesa di Bruges.

La ragazza nonostante il pallore e un enorme livido sulla parte destra della mandibola rimaneva di una bellezza abbacinante.

I suoi occhi verdi si posarono su Kurt.

tu devi essere il nostro ospite” la sua voce era vellutata e debolissima, “non assomigli per niente a Finn.”

Kurt non seppe se prenderlo come un complimento o meno.

sono Kurt Hummel, il cugino di Finn e vostro onorato ospite lady Hudson. Siete incantevole mia cara.”

Quinn Fabray scoppiò a ridere: “O sei un politico o sei un bugiardo di natura lord Hummel.”

La battuta fece sorridere Kurt ma non Finn che non aveva smesso per un attimo di guardare la moglie.

per dio Quinn, che è successo stavolta?” tuonò Finn, rosso in volto.

Quinn si rabbuiò: “non bestemmiare lord Hudson. Sto bene, e ora non ho la forza di spiegarti per filo e per segno le mie disgrazie.”

Finn si alzò in piedi di scatto e incrociò le braccia al petto.

so io chi è la tua disgrazia!” disse l’uomo, “dov’è quella sciagurata?”

Kurt non fece in tempo a chiedere di chi stessero parlando che una voce roca lo fece voltare.

 

sono qui Hudson, non c’è bisogno che svegli anche la regina con il tuo nobile vocione.”

 

Prima che Kurt potesse mettere a fuoco la donna che aveva parlato Finn ostruì il suo campo visivo gettandosi sulla nuova arrivata.

sei una sciagurata, un’incosciente!” tuonò Finn e Kurt non l’aveva mai visto tanto irato con qualcuno, “giuro su di Dio e sulla Regina che è l’ultima volta che ti permetterò di portare mia moglie con te nelle tue follie! Non m’interessa se tuo padre è l’ambasciatore spagnolo o quello di Timbuctù, ti farò arrestare maledetta donna!”

smettila Finn! Non è colpa sua se mi trovo in questo letto anzi, se non fosse stato per lei in questo momento probabilmente sarei morta e tu saresti vedovo e di nuovo sulla piazza.” Nonostante la debolezza, la voce di Quinn era squillante. Kurt vide i suoi occhi ardere e non poté fare a meno di provare un’immediata simpatia per la moglie di suo cugino.

Pensò che fosse una persona coraggiosa e all’epoca non aveva idea di quanto lo era davvero.

non ti avrebbe dovuto salvare la vita se non ti avesse portato in quel covo di delinquenti.”

non sono delinquenti” disse la donna sconosciuta, “sono povera gente che a volte è anche peggio. La fame e le privazioni creano mostri pericolosi, trasformano in bestia anche l’uomo migliore.

Ammetto che andare nell’East End da sole è stato un errore ma i bambini di quell’orfanatrofio moriranno di stenti e di tisi se non facciamo qualcosa.”

Finn sbuffò: “Avreste dovuto portare un uomo con voi.”

oh sì, voi ad esempio Lord Hudson? Gli avreste portato progresso e companatico?”

Kurt pensò che Finn sarebbe saltato al collo di quella donna e francamente se lo sarebbe anche meritato.

Era tremendamente scortese rivolgersi in un modo così sfacciato a un gentiluomo.

voglio sapere cos’è successo e lo voglio sapere ora,” disse Finn dopo una lunga pausa, “poi riporterò a casa mia moglie. Se quello che dirai mi convincerà forse non ti denuncerò alle autorità.”

La donna si avvicinò a Finn, lo sguardo fisso in quello dell’uomo.

A Kurt sembrò incredibile che Finn non scoppiasse in lacrime, gli occhi neri di quella donna erano braci roventi. Scottavano.

d’accordo lord Hudson” disse la donna “ti racconterò quello che è successo senza fronzoli.

Siamo state in quest’istituto a Spietalsfields che ospita bambini orfani o figli di quelle che oggi chiamiamo donne perdute. Abbiamo portato loro medicine e cibo.

All’uscita dall’istituto due uomini ci hanno avvicinate e hanno provato a rapinarci del poco che avevamo addosso.

Noi donne facciamo sempre gola ai delinquenti, ben più di voi uomini.

Quinn è stata colpita ed io ho reagito.”

All’occhiata perplessa di Finn la donna sorrise.

Me la cavo con le lame.”

E Kurt non stentò a crederci.

 

Quinn si alzò dal letto faticosamente.

Era evidente che le doleva tutto il corpo.

Kurt guardò Finn mentre accompagnava la moglie fuori dalla stanza tenendola sottobraccio, senza degnare la padrona di casa di uno sguardo.

Kurt sentì invece Quinn bisbigliare alla donna che si sarebbero viste il giorno dopo a teatro per la prima dell’Otello. Il ragazzo immaginò che si trattasse della prima del nuovo spettacolo di Rachel.

La voce roca della donna alle sue spalle lo fece sobbalzare.

tu chi saresti? Somigli a un folletto irlandese.”

Kurt sentì il rossore invadergli le guance.

Gli occhi di quella donna erano implacabili, si sentiva nudo sotto il suo sguardo affilato.

sono Kurt Hummel. Il cugino di lord Hudson.

Chi ho il piacere di conoscere?”

Il bel volto della donna si aprì in un sorriso malizioso.

 

se la nostra conoscenza sarà un piacere è tutto da vedere lord Hummel.

Il mio nome è Santana Lopez.”

 

  
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