Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: relatjonship    04/08/2013    0 recensioni
Chiusi gli occhi.
"Papà,papà!" Urlai piangendo,il suo capo era adagiato su una pozza di sangue rosso intenso;
Presi la pistola da terra e la puntai verso l'uomo,che scoppiò a ridere.
"E tu cosa vorresti fare con quel giochino?" disse ridendo.
La rabbia si impossessò di me "Hai ucciso mio padre" urlai.
Ricordai le parole di mio padre. "Amore mio,si uccide solo per difesa,non usare mai la mia pistola,se non in caso di difesa,ma se qualcuno ti ha fatto torto,sappi che è carica."
Premetti il grilletto tre volte; "Boom,boom,boom."
L'uomo era a terra,morto.
Avevo quindici anni,fu la mia prima vittima.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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E poi boom,entrammo nell'edificio:una villa enorme,Monroe ci è andato forte questa volta.
 
La musica era assordante,le luci facevano sembrare che le persone ballassero a scatti,il che mi fece disorientare un pò.
 
Hateh mi afferrò il braccio trascinandomi in pista,cominciammo a ballare,mi stavo divertendo davvero finchè non squillò il cellulare,quindi uscii a rispondere.
 
"Cole."
 
"Kathlyn,Kathlyn,Kathlyn,hai preparato tutto l'occorrente?"
 
"La mia pistola è sempre carica."
 
"Te lo porto alle undici,sii precisa."
 
Staccai la chiamata e rientrai,ma non trovai Hateh,quindi chiesi ad un pò di gente che conoscevo,compreso Monroe se l'avessero vista,ma nessuno l'aveva notata.
Feci un giro abbondante della villa,vidi davvero di tutto,tra gente che si drogava nei bagni a gente che scopava nei corridoi,finchè non arrivai a delle tende,proseguii dritto,guardando di lato e cercando disperatamente Hateh,quando mi scontrai con un tizio.
 
"E stai più attenta!" Disse togliendosi la sigaretta da bocca.
 
Appena si tolse dalla mia vita abbassai leggermente lo sguardo aggrottando la fronte.
 
FLASHBACK
 
"Questa è la mia macchina" Disse togliendosi i ray ban
 
FINE FLASHBACK
 
Strizzai gli occhi confusa,era troppo familiare quel viso.
 
FLASHBACK
 
"Papà,papà!" Urlai piangendo,il suo capo era adagiato su una pozza di sangue rosso intenso; 
 
Presi la pistola da terra e la puntai verso l'uomo,che scoppiò a ridere. 
 
"E tu cosa vorresti fare con quel giochino?" disse ridendo. 
La rabbia si impossessò di me "Hai ucciso mio padre" urlai.
 
FINE FLASHBACK
 
Mi girai verso il ragazzo con la paura negli occhi,ma già era svanito nella folla.
 
Mi rigirai e scappai letteralmente via,piangendo,ero arrabbiata,ero triste.
 
Ma forse...Avevo solo paura. 
 
 
Stavo per andare via,lasciando Hateh da sola nella folla,ma la vibrazione del cellulare mi bloccò,e a quel punto ricordai di Cole.
 
Risposi.
 
"Sono nella macchina nera alla tua destra."
 
Chiusi la chiamata e mi diressi verso la macchina sfilando la pistola dagli shorts.
 
Cole uscì dalla macchina trascinando un uomo sulla ventina,legato,nel bosco retrostante la casa,i suoi passi erano pesanti e le urla sorde del ragazzo erano fastidiose,così per zittirlo gli diedi un calcio nella pancia,facendolo sanguinare dalla bocca.
 
Dopo che cole lo scaraventò per terra,impugnai la pistola con la mia mano al quanto sudata.
 
"No,ti prego" Urlò disperato la vittima.
 
Feci cenno di no con la testa,ormai non mi facevano più effetto le preghiere disperate.
 
Premetti il grilletto e..
 
"Boom,boom." Due colpi,entrambi al cuore
 
L'erba si colorò di un rosso intenso,abbassai la pistola e guardai il cadavere per un paio di secondi.
 
Mi girai verso Cole,che mi fece cenno di andare con la testa: gli consegnai la pistola e mi riavviai alla casa,nel mentre il mio cellulare vibrò nuovamente.
 
Da:Hateh
A:Kathelyn
 
"Si può sapere dove sei?"
 
Da:Kathelyn
A:Hateh
 
"Chiamami"
 
Aspettai molto tempo e iniziavo a preoccuparmi,ma poi mi vibrò il cellulare.
 
"Elyn si può sapere dove sei?"
 
"Calmati,sto arrivando"
 
"Vedi di sbrigarti,c'è qualcosa di strano nell'aria."
 
"Cosa?"
 
"Non lo so,Elyn,non mi piace qua."
 
Mi sentii tirare violentemente da dietro,mi cadde di mano il cellulare e diedi un urlo,qualcuno mi teneva per il collo,mi buttò a terra,l'unica cosa che riuscii a fare fu indietreggiare,mentre la figura in controluce di un ragazzo si avvicinava sempre più a me.
 
"Perchè l'hai ucciso?" Disse urlando.
 
"Chi sei?"
 
Mi prese per la maglia facendo quasi sfiorare i nostri nasi.
 
"Senti puttanella,ora mi dici chi e perchè te l'ha fatto uccidere" Sfilò un coltellino dalla tasca e me lo avvicinò alla gola,stavo zitta ma si avvicinava sempre più.
 
"Cole,Cole!" Lasciò la presa,facendomi alzare e scaraventandomi in una macchina,chiuse la porta con forza e dal finestrino sentivo la voce di Hateh.
 
"Elyin rispondimi!"
 
Oh Kathelyn,dove sei finita?
 
Entrò nella macchina e il forte rumore di chiusura della portiera mi fece sobbalzare,chi era quel tizio?
 
"Portami da Cole" Disse freddamente.
 
"Non lo farò mai." Mi puntò una pistola alla tempia.
 
"Sentimi bene stronzetta,non ho voglia di scherzare,o mi porti da Cole o farò saltare il tuo giovane e piccolo cervello."
 
Diventai di pietra a quelle parole,ma no,io ero Elyn,l'assassina,il terrore dei bronx,non potevo avere paura.
 
"Allora"
 
Feci un sospiro.
 
"Ventiquattresima,billeysburg"
 
Mise in moto..Un attimo,perchè uccidere Cole e non me? E soprattutto chi era di così importante quel ragazzo?
 
La tensione,la paura e tutto quello che c'era in me mi provocava un calore fortissimo,tanto da farmi sudare; allungai la mano verso il tasto dell'aria condizionata che fu bloccata dalla forte stretta del ragazzo.
 
"Non mi piace l'aria condizionata" Il suo istinto di superiorità mi dava davvero fastidio.
 
"A me si" La accesi.
 
Rise al mio gesto.
 
"Che hai da ridere?"
 
Era certo,quel ragazzo cominciava a starmi sul cazzo.
 
"Piacere,Justin" Si girò verso di me.
 
"Kathelyn"
 
Il suo fastidioso sorrisetto svanì quando arrivammo davanti casa di Cole.
 
Scese dalla macchina,alzai la testa.
 
"Perdonami Cole,ti prego" sussurrai.
 
"Aspettami qua,non muoverti." Si avvicinò alla porta.
 
Abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi,passarono dei minuti e i pensieri che mi passavano per la testa erano i più orribili finchè non sentii quattro boati: boom,boom,boom,boom.
 
Cominciai ad urlare,piangere,mi misi le mani in testa,fra i capelli,non poteva averlo ucciso.
 
Rientrò in macchina con una corsetta,mettendosi la pistola nel cappotto; il mio viso era nero e continuava a grondare lacrime
  
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