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Autore: Roxar    12/02/2008    1 recensioni
Robyn e Joy, due diciassettenni in una frenetica New York, per eccellenza città immortale, alle prese con i pregiudizi, le umiliazioni, feste, ragazzi, passati dolorosi e sogni di ogni genere. Questa è una fanfiction roundrobin scritta da me e Sakura03, avviso tutti coloro che si accingono a leggere che sarà una YURI, perciò se non gradite il genere non leggete, oppure fatelo se ne avete voglia ma nel caso voi rimaneste disgustati o altro, vi invito a NON COMMENTARE, dal momento che non vi obbliga nessuno a farlo! Vi ringrazio per la gentilezza e per l'attenzione e spero che vi atteniate all'avvertimento e speriamo nel vostro appoggio. Un bacio e buona lettura.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...Dove un bacio rubato è qualche cosa di più...
 
 
Da quella sera un po’ movimentata per i miei gusti sono già passati due mesi. Io e Robyn ci siamo sempre frequentate, diventando amiche per la pelle.
 
Mi trovo bene con lei: mi fa sentire a mio agio, non ho paura di essere me stessa e tutti i miei problemi svaniscono, cancellati, seppur temporaneamente, dalla sua allegria contagiosa.
Però..
 
A tutto ciò c’è un però.
 
Da qualche giorno, non so spiegarmi il perché, ogni volta che la guardo è come se qualcosa mi attanagliasse piacevolmente lo stomaco. Non faccio altro che fissare i suoi occhi, talmente chiari da sembrare ambrati, mentre mi parla, mi concentro spesso sulle sue labbra mentre desideri assurdi mi balenano la mente.
 
Accidenti, devo smetterla. E a pensarci bene, dovrei smettere anche con le mie manie di gelosia.
Devo smetterla di guardare male Dana ogni volta che le si avvicina. E’ una delle sue migliori amiche, è normale che le sorrida dolcemente.
Ma quando è troppo è troppo. Accidenti.
 
Mi sbatto una mano in fronte, sistemandomi poi i capelli. Do una fugace occhiata al mio Breil nero.
E’ in leggero ritardo. E’ normale. Se fosse puntale non sarebbe da lei. Sorrido. Sotto certi aspetti siamo simili, nessuna delle due bada a certe sciocchezze, come la puntualità o le solite scuse di circostanza.
 
Mi sento chiamare da lontano. Mi volto e la vedo correre per strada. Cavolo, è davvero bella.
Indossa una bellissima mini jeansata D&G , collant neri, stivali neri Alviero Martini e un piumino bianco firmato Versace.
Ma che dico bella, è bellissima. Stupenda. Per l’occasione ha anche stirato i capelli, che seguono sbarazzini ogni suo movimento.
 
Si ferma d’avanti a me, poggiandosi sulle ginocchia, attenta a non piegarsi troppo per via della gonna.
Deglutisce e si rialza, schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Allora, andiamo?- mi dice poi, guardandomi curiosa.
 
Le sorrido, regalandole uno dei sorrisi più dolci che ho da offrirle.
 
-Certo.- le dico, incamminandoci una accanto all’altra per il grande Lord & Taylor Mall, uno dei più grandi centri commerciali Newyorkesi.
Per strada parliamo della nostra giornata scolastica, ridendo e spettegolando sui professori. E poi, repentinamente le porgo una domanda che sfugge alle mie labbra.
 
-Allora, ti piace qualcuno?-
 
Lei mi guarda confusa, non se l’aspettava. Io abbasso la testa, leggermente imbarazzata.
-Non ne sono proprio sicura... Ma penso di si... Sono attratta da una persona...- mi dice, creando una di quelle lunghe pause che mi intristiscono ancora di più.
 
Ma perché poi? Che motivo ho di essere triste? Anzi, dovrei essere felice perché finalmente si è ripresa dalla brutta esperienza col suo ex.
E invece mi sento male. Perché le sue attenzioni costanti, i suoi sorrisi dolci e i suoi sguardi provocatori non saranno più per me.
 
Quello che adesso è mio verrà irrimediabilmente destinato a chissà chi.
Lei è cosi bella, così simpatica; questo misterioso “lui” non tarderà ad accorgersi della mia Robyn.
 
Un momento...Mia? Perché mia? Mica mi appartiene...
 
...magari..
 
Scuoto la testa. Basta! Devo smetterla di pensarla sempre e soprattutto come più di un’amica, dannazione!
 
-Ehi Joy, tutto bene?- mi dice sbandierandomi una mano davanti.
-Eh..come? Ah..s..si certo!- le dico, scuotendo le mani e nascondendo la mia tristezza dietro un sorriso.
Ma non è così stupida.
-Sicura? Mi sembri un po’ strana... C’è qualcosa di cui vorresti parlarmi?-
 
Oh no. E ora che faccio? Mica posso dirle i miei dubbi sulla nostra amicizia. Mi guardo davanti e sospiro mentalmente.
 
-Si, che siamo arrivate!- le dico indicando la grande insegna illuminata del Mall.
 
Stavolta mi sono salvata col calcio di rigore. Ma se ne ricorderà. E la prossima volta la sorte non mi aiuterà.
Cerco di distrarmi pensando allo shopping, ma non riesco a fare a meno del non guardarla. Seguire con lo sguardo la linea perfetta delle sue labbra, le curve perfette che ha il suo corpo, il suo portamento elegante e sensuale.
 
E’ inutile. Forza Joy, ammettilo. Ti sei innamorata di Robyn. Non c’è nulla di male, se non che lei è una ragazza. Come te.
Sono passata dall’altra parte senza nemmeno accorgermene. Meglio scherzarci su, mentre ci accomodiamo in un disco-bar appartato, dalle luci soffuse, che a ritmi continui si spengono lasciando il posto alla sfera luccicante di mille colori posta in mezzo alla sala, che accompagna le note di diverse canzoni.
 
Ordiniamo due cocktail. Lei prende una Vodkalemon, io quoto per un Vermouth Dry.
Ci appartiamo al tavolo più lontani, evitando sguardi indiscreti. Penso tra me e me che sarebbe un bel posto per baciarla.
Calma Joy, tieni a freno i bollenti spiriti. E ricordati di “lui”.
 
La vedo bere l’ultimo sorso del suo cocktail leggermente biancastro,poggiando poi il bicchiere sul tavolo.
Si è accorta che la stavo fissando, accidenti!
Mi sorride.
-Senti usciamo fuori?-
Mi dice frugando nella sua borsa Gucci.
-Ok..- le dico, mentre ci alziamo, andando nel grande spiazzo dove ammiriamo una bellissima New York scintillante di luci e colori, illuminata dalla luna che regna sovrana nel suo cielo.
 
Estrae un pacchetto dalla borsa e un accendino. Lo apre, prendendosi una sigaretta.
Poi porge il pacchetto a me.
-Vuoi?- mi domanda, accendendosi esperta la barra di tabacco.
Guardo titubante. Non ho mai fumato, sarebbe la prima volta.
Ma non voglio fare la figura della scema, perciò annuisco con la testa e ne prendo una.
Mi porge l’accendino, e prendendolo sfioro le sua mano liscia e levigata. Sento di essere arrossita, ma è buio, non può vedermi.
La porto in bocca, accendendola, quasi bruciandola.
Sento il fumo invadermi la gola, quindi tossisco miseramente.
-Non hai mai provato vero?- mi dice con un sorriso che non riesco a vedere bene.
-C’è sempre una prima volta no?- le rispondo, togliendomi la sigaretta dalle labbra e sentendo il sapore amaro del fumo invadermi la bocca.
-Giusto..- lo dice con un tono diverso, come se si riferisse a qualcos’altro.
 
Poi ammetto la sconfitta.
-..Però non so come si fa..- le dico, sorridendo. Ma non penso mi abbia vista.
-E’ semplice. Devi aspirare, quasi stessi sospirando. Attenta a non tirare troppo però.- mi dice, dando un tiro alla sua.
Ci provo, notando con successo che ho rapidamente imparato come si fa. Certo, ho scoperto sapori più gradevoli nella mia vita, e questo non vi rientra sicuramente.
 
-Brava, hai imparato! Non era poi così difficile no?- mi dice, ridendo.
Io le rispondo con un sorriso oscurato dal buio. E non solo.
 
Dopo cinque minuti abbiamo finito, e gettiamo i mozziconi per terra, pestandoli, spegnendo quei barlumi troppo invadenti.
-Allora, come è stato?- mi dice, avvicinandosi a me, poggiandosi al corrimano.
-Insomma..- le dico, non pienamente soddisfatta, passandomi la lingua per le pareti della bocca, storcendo il viso in un espressione amara.
 
-Allora?- dice rompendo quel silenzio quasi surreale.
-Allora cosa?- le rimbecco, poggiandomi di schiena al corrimano, accanto a lei.
-Dimmi cos’hai, dai...- mi dice, dolcemente.
 
No. No Robyn, non posso. Rovinerei solo la nostra amicizia, bellissima, ma che per me ormai è andata di gran lunga oltre.
-Ma niente..- le dico alzando lo sguardo alle stelle.
-Uhm..bugiarda! Non mentire con me, dimmi cos’hai!- mi dice dandomi un leggero buffetto sulla  guancia.
 
Rabbrividisco a quel contatto così ravvicinato.
 
-Vedi... E’ che mi piace tremendamente una persona...- le dico. Forse posso rigirarla in qualche modo.
-Ah! E la conosco?- mi domanda curiosa, il discorso la interessa, mentre io mi sento troppo a disagio.
-Uhm...si, più o meno...- rispondo vaga: non voglio che sospetti nulla.
Per il tuo bene, Robyn, è meglio che tu non sappia. Non ora almeno. Quando tutto sarà passato ne riparleremo, forse...
-E’ un bravo ragazzo?- mi chiede apprensiva.
 
Ragazzo... diciamo pure ragazza...
 
-Si certo.. E’ così dolce, con lui mi sento bene...- mento, sto mentendo alla mia migliore amica. Mi sento un verme, ci eravamo promesse di non mentirci mai. Si sentirebbe tradita se lo venisse a sapere.
-E questo cavaliere ha un nome?- mi dice con una leggera nota di sorriso.
 
Basta. Devo troncare questo discorso.
 
-Senti Robyn, non mi va di parlarne...- le dico fintamente scocciata. Mi dispiace da morire doverla trattare così. Ma devo.
Volgo lo sguardo su di lei, la vedo rabbuiarsi.
Poi mi sorride.
-Scusami, non avrei dovuto farti tutte queste domande!- mi dice, cingendomi le spalle con un braccio.
No Robyn, non hai niente di cui scusarti. La colpa è solo mia. Mia e dei miei sentimenti che non riesco a controllare.
-Scusami tu Robyn, te ne parlerò quando sarà qualcosa di più concreto. Promesso.- le dico abbracciandola istintivamente.
 
Voglio perdermi nel suo calore, anche solo da amica. Mi va bene. Non posso pretendere che lei mi ami.
Sento le sue braccia stringermi forte. Dal profondo della gola sento il pianto che vuole farsi spazio.
Tento di trattenermi ma...
Scoppiò a piangere, stringendomi se possibile, ancora di più a lei.
-Ehi ma che succede?- mi domanda scostandomi leggermente, avvicinando il suo viso. Riesco a sentire ancora il suo respiro imbevuto di fumo.
-Niente Robyn, è che...Non c’è la faccio proprio...- le dico, asciugandomi con il dorso della mano le guance che puntualmente tornano ad impegnarsi di lacrime.
-Stai così per lui vero?- mi domanda apprensiva, e anche un po’ accigliata
-Io...no!- esclamo guardandola dapprima negli occhi, poi spostando lo sguardo.
-E allora?- mi domanda ancora, prendendomi il volto tra le mani, costringendomi a guardarla.
No Robyn, non fare così ti prego! Chiudo gli occhi.
-Io...tu...- ecco, lo sapevo che mi sarei tradita. Quel “tu” ha rovinato tutto.
 
Mi aspetto qualunque risposta, ma tutto quello che sento è un calore nuovo, sconosciuto, sulle mie labbra. Un calore che dura poco, nemmeno il tempo di assaporarlo.
 
La guardo frastornata.
 
Robyn, che diavolo sta succedendo?
 
   
 
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