Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Blackbutterfly1994    04/08/2013    1 recensioni
Non so cosa volessi.
Forse le sue mani di brace, forse i suoi occhi di giada, forse solo il suo amore.
[...]
Forse volevo la sua anima, forse il suo cuore.
O forse volevo solo il suo cazzo, piantato a fondo dentro di me.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di una vita puttana'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gimme your everything - Cronache di una vita puttana -

Gimme your everything

- Cronache di una vita puttana -



Non so cosa volessi.


Forse le sue mani di brace, forse i suoi occhi di giada, forse solo il suo amore.



O forse volevo la sua pazzia.



Volevo la sua rabbia, il suo furore, il suo dolore.

Volevo il suo autolesionismo, il suo sadismo.


Forse volevo la sua anima, forse il suo cuore.



O forse volevo solo il suo cazzo, piantato a fondo dentro di me.



Non so con precisione cosa mi spingesse in quella stanza ogni volta.


Lui mi stringeva,

mi toccava, mi prendeva.



Lui...

lui era così bello.



Bello da fare male, con quegli occhi pieni di cattiveria e dolore.


Ed io lo volevo per me:

continuamente, stupidamente, disperatamente, masochisticamente.


Lo volevo mio.

Mio.

Mio.


Volevo le sue urla, la sua gelosia, i suoi scoppi d'ira, le sue fantasie sporche.



E volevo anche la sua euforia quando,

seduto controluce in quella stanza dalle pareti blu,

si faceva in vena.


Volevo la pace dilagante nei suoi occhi verdi quando fumava disteso sul letto,

strafatto e bellissimo come un angelo sporco e malizioso.


Volevo quegli amplessi struggenti e furiosi di quando era preda alle crisi d'astinenza

e io gli sbarravo la porta per impedirgli di fare cazzate.


O forse volevo i suoi abbracci,

quelli in cui la notte, pensando dormissi, mi stringeva piano,

affondando il viso nei miei capelli e sussurrandomi mille bagnate parole di scuse.


Forse volevo le sue risate a mezza voce,

quelle in cui le sue labbra si piegavano appena e io m'accendevo d'amore.


E volevo anche quei giorni di sordo silenzio,

quelli in cui la sua mente si arenava nelle spiagge dell'Infinito,

lasciandomi solo in balia dei flutti della sua sofferenza.



Poi, poi, poi...

poi volevo anche le notti in cui tornava con addosso il profumo di un'altra.



Io fingevo di non accorgermene mentre lo spogliavo e lo baciavo,

ma poi lo sentivo accostarsi al mio orecchio mentre mi prendeva,

e dirmi in un ansito:


"Non c'è nessuno come te. Per me non c'è nessuno come te"


Ed io lo perdonavo sempre,

ogni volta.


Perché volevo tutto di lui.




Adesso che se n'è andato in un posto che non posso raggiungere,

adesso che mi ha tradito davvero,

fuggendo in un luogo in cui tutto diventa polvere ed il tempo si fa beffe della realtà,

adesso non so più cosa fare.


Lui è sempre stato il mio angelo dall'anima marcia e le ali di piombo che,

pur con i piedi inchiodati a terra,

ha sempre saputo come spiccare il volo.


Tutto quello che sono e sarò alberga nella scia del suo profumo malato:

questa consapevolezza mi colpisce con la stessa forza di un treno in corsa, ma non fa male.


Il vento che mi scompiglia i capelli mi fa sentire libero.


Libero come l'eco delle sue risate,

limpida acqua di montagna anche quando si scontravano contro le pareti di una stanza lurida.


Libero come lo è sempre stata la sua anima,

ansiosa di una libertà che neanche il cielo poteva contenere tutta.




E forse questo è il giusto epilogo per lui che,

sbattendo contro le pareti di quest'esistenza,

ha infine trovato il modo di spiccare il volo sul serio.


Io resto qui a guardarlo da lontano come ho sempre fatto,

ingoiando le lacrime che lui non avrebbe voluto vedermi versare.




Io resto qui a guardarlo da lontano,

per sempre alla ricerca del verde dei suoi occhi tra le mille sfumature del cielo.













N/A


Eccomi qui con un'allegrissima storia della serie - Cronache di una vita puttana -

Ormai mi sono definitivamente rassegnata,

e con triste umiltà ammetto di non essere in grado di scrivere storie non-angst.


Mi dispiace davvero deprimervi ogni volta,

io ci provo, ma ogni volta trovo l'ispirazione solo con questo tipo di storie.


Mi dispiace anche la mia latitanza come autrice,

ma al momento la vita reale chiama, e chiama in modo prepotente.


Io, da essere umano, devo rispondere.



Se volete commentare, mi fa piacere come sempre.

Io rispondo e leggo tutto.


A voi la parole, se volete.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Blackbutterfly1994