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Autore: Illusionidellavita    05/08/2013    2 recensioni
"Mi vuoi sposare?" disse in modo un po' scherzoso. "Ma sei pazzo? Ho vent'anni e poi devo prima laurearmi, trovare lavoro...". Lui la zittì in un abbraccio soffocante e poi le sussurrò:"Tanto un giorno mi sposerai, con o senza laurea."*
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fuori l'aria era calda, ma ventilata. Il caldo soffocante veniva compensato da un fresco venticello che riempiva i polmoni. Per strada non c'era nessuno e allora decisero di andare in un parco di fronte l'hotel, dove si distesero sotto un albero.
 
Rimasero qualche minuto in silenzio, poi Henry, che si dimostrava sempre più coraggioso di Beth, iniziò a parlare.
 
"E allora mi potresti gentilmente spiegare il motivo per cui piangevi seduta sull'orlo di un balcone?"
 
"Ma io non stavo piangendo..." Elisabeth non voleva riportare alla mente quei momenti e di certo non l'avrebbe fatto con uno sconosciuto. Odiava ricordare la sua tristezza e quanto era triste in quel periodo e soprattutto odiava parlare di sé. Non era la ragazza che si metteva al centro dell'attenzione e non riusciva a parlare con gli altri liberamente ormai da tempo. Non si fidava di niente e nessuno eppure quel ragazzo accanto a lei le ispirava sicurezza.                                                                                         
 
Henry continuava a insistere e voleva sapere cosa le era successo. Beth continuava a dire "Non ho niente, nulla davvero..." fino a quando i loro sguardi non si incrociarono per la prima volta. Lui la guardò dritto negli occhi, come per rimproverarla, e lei, non riuscendo a resistere, scoppiò in lacrime.
 
Henry inizialmente non sapeva come reagire, poi istintivamente l'abbracciò. Beth sentì subito quell'abbraccio, che nonostante il caldo non le diede fastidio, anzi la tranquillizzò. Per la prima volta sentiva che qualcuno le era veramente vicino. In quell'abbraccio i due sentirono il profumo dell'altro. Lei aveva un dolce profumo di gelsomino, di dolce. Lui un profumo pungente, di carta invecchiata, di fumo.
 
Poi si staccarono e Beth asciugandosi le lacrime iniziò a raccontare. Raccontò tutta la sua storia con Jake senza tralasciare nessun dettaglio, dai suoi occhi blu alla sua indifferenza, dal suo fisico muscoloso al suo cuore di pietra. Lui l'aveva lasciata con così tanta leggerezza e lei non riusciva a farsene una ragione.
 
"Lui non ti meritava. E tu devi stare solo con chi ti merita e ti rispetta davvero." disse Henry zittendola, con un senso di odio nei confronti di quel ragazzo. Non sapeva niente né di Jake né di Beth, ma pensava che solo un mostro avrebbe potuto fare del male ad una ragazza come lei. Così dolce, così sensibile, così... sì , così bella.
 
A quelle parole Beth si riprese dalla tristezza. Era come se dopo tanto buio finalmente aveva visto la luce e con la luce Henry, quel ragazzo che con poche parole le aveva ridato la vita.
 
Poi si riguardarono. Non potevano fare a meno di guardarsi in ogni momento. Ma quella volta gli occhi neri di Henry ridevano e fu così che anche Beth sorrise.
 
"Mamma mia" pensò Henry guardandola. Pensava che quel sorriso fosse la cosa più bella del mondo. Non poteva reggere il confronto con nient'altro. Con nessun fiore, nessun monumento e nessun paesaggio. L'unica e vera meraviglia del mondo.
 
"Certo che sono cretina. Ho raccontato ad uno sconosciuto tutti i miei problemi" disse Beth ridendo.
 
"Beh, almeno il signor sconosciuto ti ha fatto ridere. Ma cerchiamo di rimediare il problema conoscendoci meglio, sempre se non è un problema. Così non sarò più uno sconosciuto e ti metterai l'anima in pace." disse in modo scherzoso.
 
Elisabeth rise e iniziò a parlare, amava l'umorismo di Henry.
 
"Beh, cosa dire. Il mio nome già lo sai e ho diciott'anni. A settembre inizio l'università e sono ancora in cerca di casa. Mi piacerebbe tanto restare a vivere qui a Londra. " rispose Beth quando sentirono in lontananza le campane di una Chiesa.
 
"Finalmente ho vent'anni." disse Henry appena si accorse che era mezzanotte.
 
"È il tuo compleanno e non ti ho fatto nessun regalo? Mi sento veramente in colpa."Henry rise a quella frase.
 
"Accidenti" pensò Beth. Quella risata le fece ancora tremare l'anima. Era piena di gioia, di allegria; era semplicemente magnifica. Altro che pianoforte. Avrebbe voluto registrarla per poterla ascoltare ogni giorno, ogni minuto.                                                                                                                                                                     
 
Poi tornarono seri.
 
"Un regalo me l'hai fatto. Ti sei fatta conoscere da me." e Beth arrossì a quelle parole così tenere e sincere.
 
"Ma tu perché sei venuto a bussare? Cioè, neanche ci conosciamo, eppure l'hai fatto."
 
Henry non voleva dire la verità. Non gli sembrava il momento opportuno e poi aveva ragione. Non si conoscevano e non poteva di certo dire "Io ti amo. Sposiamoci.". No, troppo avventata come risposta. Così cercò una scusa in pochi secondi.
 
"Ero solo in camera. Tutti i miei amici erano fuori. E non avendo niente da fare sono corso in aiuto ad una donzella malinconica". Poco credibile? Troppo superficiale? No, sembrava che Beth se l'era bevuta. Rimasero qualche altro minuto in silenzio. Poi decisero di tornare nelle proprie camere. Henry accompagnò Beth fino alla sua.
 
"E allora buonanotte e buon compleanno" disse Beth sorridendo.
 
"Buonanotte" rispose Henry che stava per abbracciarla nuovamente, ma Beth troppo timida chiuse subito la porta, per evitare un nuovo contatto con lui che l'avrebbe fatta impazzire. Henry tornò in camera dove i suoi amici lo aspettavano per festeggiare il suo compleanno, ma quella sera niente lo aveva reso più felice di Elisabeth.
 
 
 
 
 
   
 
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