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Autore: StrychnineTwitch    05/08/2013    2 recensioni
Dal testo
Billie Joe era un uomo normale, con una vita normale, una moglie normale, dei normalissimi figli, aveva una normale chitarra acustica con la quale si dilettava la sera prima di andare a dormire, il suo migliore amico si chiamava John e con lui lavorava in un normale ufficio nell'azienda d'assicurazioni della città (nonostante fosse consapevole che il suo lavoro corrispondesse più o meno a quello di un ladro), non aveva un lavoro speciale, non aveva mai visitato luoghi al di fuori della California, non conosceva nessun Mike e/o nessun Frank, e soprattutto, Billie Joe non faceva parte di una band chiamata Green Day.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

-Amore, resto fuori per la cena di lavoro, farò tardi.- mentì guardando con aria complice l'uomo davanti a sé. Non sapeva perché lo stava facendo, non sapeva se fosse lui a parlare o le tre birre e il bicchiere di vodka che aveva ingerito nell'ora precedente.

Riattaccò, l'uomo alto e dai capelli ossigenati gli si avvicinò, circondandogli i fianchi con le braccia.

-Cena di lavoro, eh?- sorrise con una punta di dolcezza nella voce.

-Michael, vorresti essere la cena di lavoro più erotica che io abbia mai avuto?- chiese Billie con tono sensuale, passando delicatamente la punta dell'indice sulle sottili labbra dell'altro.

Il biondo lasciò un bacio sulla punta di quel dito. -Come potrei rifiutare?- fece scorrere il palmo della mano sulla schiena del moro, fermandosi solo una volta arrivato sulle natiche rotondeggianti, strinse la mano, palpandolo per un istante, per poi scoccargli una pacca sul gluteo.

Billie sussultò e un sorriso leggermente imbarazzato si dipinse sulle sue labbra, non era abituato a quel genere di cose.

Per lui, fare l'amore era l'azione sacra adibita solo alla procreazione, si sentiva un peccatore anche a farlo con la moglie ogni tanto, solo per piacere. E ora era tra le braccia di un uomo, mentre questo lo vezzeggiava, lo stuzzicava.

Si sentiva sporco, ma libero e felice allo stesso tempo.

Camminarono in sincrono fino alla camera da letto, Michael continuava a stringerlo, Billie camminava all'indietro, guidato solo dall'altro, di cui sentiva di fidarsi ciecamente. Era come se si conoscessero da sempre, come se, da qualche parte, in un universo parallelo forse, loro non fossero altro che migliori amici, due segreti amanti che nascondevano i propri sentimenti al mondo ma continuavano a cercarsi nell'ombra. Poteva percepire che gli stessi pensieri si stavano facendo strada nella mente di Michael, i suoi occhi espressivi lo tradivano: un cielo azzurro, sfumato da una nuvola grigia portatrice di tempesta. La tempesta di pensieri che avveniva sia nell'uno che nell'altro dei due amanti, mentre quello più alto spingeva il più basso sul morbido materasso, gli sfilava i vestiti, facendo lo stesso con i propri, si metteva in ginocchio davanti a lui e, con azioni a cui l'altro non avrebbe mai creduto di essere pronto, lo trasportava in un nuovo mondo, facendogli provare sensazioni quasi paradisiache, sentiva il piacere crescere, sotto le spinte dell'altro, che diventavano sempre più veloci, le sue mani graffiavano le spalle chiare dell'uomo su di lui, i loro corpi sudati potevano godere di quel magnifico contatto che provocava scariche come elettriche nelle loro fibre, il sangue ribolliva nelle vene, un perpetuo movimento faceva cigolare le molle del letto, spinta dopo spinta, gemito dopo gemito. Il respiro spezzato di entrambi si era fatto affannoso, col passare dei minuti, fin quando entrambi avevano raggiunto il culmine e, non potendo andare oltre, avevano riversato il loro piacere.
Billie Joe poteva percepire il petto dell'altro contro il proprio, muoversi ritmicamente sotto il battito dei loro cuori, aveva gli occhi chiusi, si sentiva appagato e finalmente felice, dopo tanto tempo.

Rimasero in quella posizione per molto tempo, godendo uno del calore provocato dall'altro, in un confortante abbraccio dove i due fedifraghi si sentivano protetti dal loro stesso meraviglioso errore.

 

-Tesoro, svegliati, su, devi finire di compilare quei fogli.

Billie si riprese quasi d'improvviso e lasciò cadere la penna che aveva ancora in mano. Era come caduto in un sogno ad occhi aperti, stava rivivendo quel momento.

Alzò lo sguardo sul tavolo davanti a lui e cercò di mettere bene a fuoco le carte, mancava solo una firma, non sapeva perché fosse così riluttante, erano passati venti minuti da quando aveva finito di rileggere per l'ennesima volta l'atto di separazione, in cui i due coniugi si dividevano i loro averi, avrebbe dovuto firmare, ma poi le sue dita si erano come bloccate, e la mente era viaggiata fino alla camera da letto della casa dove si trovava in quell'istante, in un momento passato della sua vita. Solo la voce di Michael l'aveva riportato alla realtà. Era passato esattamente un mese dal loro primo sguardo, dal loro primo drink insieme, quello che poi era degenerato e li aveva portati a casa del biondo. Era passato un mese da quando aveva confessato ad Adrienne, sua moglie, ciò che era successo, ciò che lui aveva fatto, ciò che lui provava verso l'uomo del quale si era innamorato, fin dal primo sguardo.

Quel giorno era tornato da lui, voleva sfogarsi e sputargli addosso tutta l'amarezza che aveva in corpo, voleva farlo sentire colpevole per sua vita andata in fumo, per la famiglia distrutta a causa sua, per i sentimenti che non era riuscito a non provare quando, trovatoselo davanti, gli aveva buttato le braccia al collo ed era scoppiato in quel pianto liberatorio. La verità era che il motivo del suo ritorno era il voler rivedere l'uomo con cui, la notte prima, aveva violato tutti le sue credenze e i suoi principi.

Il loro era un amore iniziato dall'alcohol e dalla lussuria, dal tradimento e dal desiderio. Un amore difficile, che però presto entrambi avevano accettato.
La fidanzata di Michael l'aveva lasciato ed era tornata a casa dei suoi genitori, ma Billie aveva ancora impresse nella memoria le lacrime di quella che, entro pochi secondi, sarebbe diventata la sua ex moglie. Aveva provato a consolarla, l'aveva abbracciata per istanti infiniti, sentendosi in colpa. Non provava più quel sentimento verso di lei, quello che lo inebriava il giorno del matrimonio. Si era preso tutta la colpa, le aveva detto che ciò che era successo era imperdonabile, si era scusato, l'aveva convinta che il divorzio era la soluzione migliore e poi aveva pianto tra le braccia di Michael, l'emerito sconosciuto della porta accanto del quale si era perdutamente innamorato.

Michael diceva sempre che loro erano fatti per stare insieme, che, sin dal primo momento in cui il cielo aveva incontrato la terra, il loro destino era segnato. E, in fondo, Billie sapeva che era davvero così.

 

Una scia d'inchiostro sporcò la carta bianca.


 



NdA: Ehhh... ecco, questo è già l'epilogo...Tre capitoli, wow, complimenti Stry, meriti un applauso *slow clapping*. 
Me ne vado alla svelta, promesso. Spero solo che questa mini-long abbia soddisfatto la vostra fame di bike almeno per un po'. A me, devo ammettere, non dispiace per niente, ma aspetto commenti da qualcun altro.
Well, non ho mai scritto una mini long e devo ammettere che pubblicare l'ultimo capitolo mi lascia un po'... spiazzata..(?) è durato tutto molto poco. Come un'eiaculazione precoce.
Alla prossima, 


 

   
 
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