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Autore: The_Storm    05/08/2013    4 recensioni
Noi pensiamo a New York come la Grande Mela e subito ci vengono in mente tutte le cose meravigliose che questa città ha. Ma c'è un lato oscuro di New York che pochi conoscono e Victoria Dowson è una di queste. Fa parte dell'FBI da quando ha finito il liceo e, anche se ha solo diciannove anni, si è guadagnata il rispetto di tutti lì.
Jason Carter è il capo della banda più temuta di tutta New York. È un assassino senza cuore che uccide chiunque ostacoli il suo cammino. È il classico bello e dannato. Cosa succederebbe se questi due mondi apparentemente così diversi venissero in contatto? Scopritelo leggendo.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Esco da casa Carter chiudendomi la porta alle spalle e inizio a camminare per tornare a casa. Una volta arrivata nel mio appartamento, mi butto a peso morto sul letto e ripenso alla voce e alla corporatura dell'uomo che era di spalle, ma non riesco a capire chi diavolo sia. Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo perché se mi agito non concluderò niente. Cerco di calmare i battiti del mio cuore e mi concentro esclusivamente su quella voce e quella corporatura. Dopo nemmeno due minuti, mi metto di scatto seduta. Non può essere lui, non è possibile. Eppure, ora mi ricordo tutto e non ho nessun dubbio che la voce appartenga a lui. Non potrei mai dimenticare quelle parole dette con così tanta cattiveria che mi hanno segnata per buona parte della mia infanzia. Mi sembra strano che non me ne sia accorta prima. Ovviamente, ho già un piano in testa, ma non è completo e mi serve scoprire chi sia la talpa, prima di metterlo in moto. La suoneria del mio cellulare mi avvisa di un messaggio e mi distoglie dai miei piani. Mi alzo e raggiungo il mobile dove l'ho posato. Il messaggio è di Cloe, una ragazza di circa venticinque anni che lavora alla centrale e con cui ho chiacchierato un paio di volte. Ci siamo subito state simpatiche e ci siamo scambiate il numero di telefono per tenerci in contatto. 
Hai saputo della festa?
Corrugo le sopracciglia. Ma di cosa sta parlando?
Quale festa?
La risposta arriva in nemmeno un minuto
La festa organizzata per il compleanno di Hudson. Non dirmi che te ne eri dimenticata
Mi sbatto una mano sulla fronte. Sono stata così occupata a riflettere sul mio lavoro, che mi è completamente passato di mente il compleanno di quel verme schifoso. 
Ehm.... Si
Rispondo al messaggio e, invece di mandarmi un altro messaggio, Cloe mi chiama direttamente. Rispondo titubante alla chiamata, sicura che mi farà una paternale lunga un chilometro. Quando me ne ha parlato, era eccitatissima e continuava a ripetermi che era la festa dell'anno a cui nessuno poteva mancare. A quanto pareva, Hudson non badava a spese quando si trattava di essere al centro dell'attenzione o sulla bocca di tutti. Quel maledetto pallone gonfiato. Sinceramente, a me non potrebbe importarmene di meno di lui e della sua fottuta festa, anche perché ho cose ben più importanti a cui pensare. 
- COME DIAVOLO HAI FATTO A DIMENTICARTI DELLA FESTA, ME LO SPIEGHI?- le urla isteriche di Cloe mi distolgono dalle mie imprecazioni contro Hudson e il suo smisurato ego. Allontano il cellulare dall'orecchio per non diventare sorda e faccio una smorfia con la faccia
- scusa Cloe, ma ho avuto migliaia di cose da fare e mi è passata completamente di testa la festa di quel vecchio bastardo- mi scuso e lei sembra tranquillizzarsi dato che la sento prendere un respiro profondo
- ok, scusa, mi hai detto che in questo periodo sei piuttosto impegnata e non ne ho tenuto conto. Mi dispiace- il suo tono è sinceramente pentito e questo mi fa spuntare un sorriso divertito. Quella ragazza è davvero lunatica. 
- non preoccuparti, non fa niente. A proposito, tu hai preso il regalo per quel vecchiaccio?- domando.
- si e non preoccuparti del regalo perché avevo già in mente di dividerlo con te e dire che lo abbiamo comprato insieme- dice prevedendo la mia prossima domanda. Il mio sguardo si illumina. Non sapevo proprio cosa prendere a quel bisbetico zotico. 
- sei un angelo, Cloe. Dimmi quanto ti devo e la prossima volta che ci vediamo ti do i soldi- la ringrazio. Lei ridacchia leggermente 
- ehi, se non ci si sostiene in questi casi, non riesco ad immaginare quando- dice e iniziamo a ridacchiare entrambe. 
- comunque, il regalo l'ho pagato quaranta dollari, quindi me ne devi venti- continua. Annuisco, ma, ricordandomi che lei non può vedermi, aggiungo ad alta voce
- D'accordo, allora appena ci vediamo ti darò la mia parte- affermo. 
- va bene, ma non c'è nessuna fretta. Ah, quasi dimenticavo, tu lo hai già il vestito per la festa?- domanda. 
- no, ma non è un problema: un paio di pantaloni neri, una camicia e qualche accessorio un po' più elegante del solito e il gioco è fatto- dico semplicemente. 
- stai scherzando, vero?- la sua voce è incredula, come se non volesse accettare le parole che ho appena pronunciato. Aggrotto le sopracciglia in un'espressione confusa. Che ho detto di male?
- cosa c'è che non va?- domando diretta
- non puoi andare alla festa più importante di tutta New York con degli abiti già usati e che di sicuro sceglierai all'ultimo minuto- continua ovvia
- e cosa ci sarebbe di così orribile?- domando scettica alzando un sopracciglio
- lascia stare, sarebbe inutile che te lo spiegassi. Facciamo così, visto che la festa è sabato prossimo, dopodomani noi andremo a fare shopping e comprerai un vestito che farà girare la testa a tutti i ragazzi, compreso Carter- propone e posso immaginare le sue sopracciglia che si alzano e si abbassano ripetutamente. Mi scappa da ridere a quella visione, ma, fortunatamente, riesco a trattenermi. Solo in un secondo momento mi ricordo dell'ultima frase che ha pronunciato
- e che c'entra Jason?- domando confusa. La sento sospirare sconfitta dall'altro capo del telefono e mormorare un:" Dio dammi la forza" 
- Vic, sul serio, io c'ero quando hai risolto quel caso al luna park e le tue capacità deduttive unite alla tua intelligenza mi hanno sorpresa e hai acquistato tutta la mia stima, ma su certe cose sei proprio ottusa- mi accusa. Non faccio in tempo a chiederlo di cosa cazzo sta parlando che lei continua il suo monologo
- comunque, dopodomani hai un appuntamento con la sottoscritta e non accetto un no- la sua voce non ammette repliche e quindi non mi resta che accettare. Dopotutto, un po' di svago serve anche a me. Forse potrò ragionare più lucidamente dopo una giornata di riposo assoluto. 
- ok, a dopodomani allora- 
Sono distrutta. Cloe mi ha trascinata per tutti i negozi del centro commerciale, ma non abbiamo trovato un bel niente. Le ho detto di lasciar perdere e che non è poi così importante, ma lei mi ha guardata male e ha ripreso la sua ricerca più motivata di prima. 
- dai Cloe, ormai sono più di tre ore che giriamo a vuoto. Abbiamo visto tutti i negozi e ho provato tutti i vestiti. Non c'è niente qui, arrenditi- la mia voce è supplicante. Ho fatto tanti allenamenti spaccaossa che duravano anche cinque o sei ore, ma questo li batte tutti, credetemi. Lei mi guarda supplicante
- facciamo così, entriamo in questo ultimo negozio e poi ce ne andiamo, ok?- propone. La guardo sospettosa
- promesso?- domando alzando un sopracciglio. Lei sorride
- promesso- risponde. Sospiro rassegnata ed entriamo in quell'ennesimo negozio di vestiti. Giriamo un po' a vuoto, poi Cloe si blocca all'improvviso
- ehi, che ti prende?- chiedo avvicinandomi
- questo vestito è perfetto- dice con gli occhi fissi sull'abito e una voce sognante. Sembra in trance. Le schiocco due dita davanti agli occhi e lei sbatte velocemente le palpebre. 
- se ti piace tanto, prendilo della tua taglia e provalo- dico semplicemente. Lei scuote risoluta la testa
- non hai capito. Io questo vestito lo considero perfetto per te- spiega ovvia. Lo guardo meglio e poi annuisco. Non è male, alla fine, ma non capisco cosa ci abbia trovato di così eclatante. È solo un vestito. Cloe prende la gruccia su cui è appeso il vestito e me lo porge, spingendomi con tutte le sue forze verso il camerino 
- va bene, va bene, lo provo. Non c'è bisogno di buttarmi così- dico stizzita. Entro in un camerino e mi spoglio velocemente. Infilo l'abito ed esco per vedere come mi sta. Appena scosto la tenda, Cloe spalanca la bocca e gli occhi. Ha un'espressione così ridicola, che mi viene da ridere. 
- come mi sta?- chiedo anche se credo di sapere già la risposta
- è assolutamente perfetto. Tu sei stupenda e io sono un genio- dice alzandosi e abbracciandomi di slancio. Ridacchio e ricambio l'abbraccio. Questa ragazza è unica. Paghiamo e usciamo dal negozio. Ora ci mancano solo le scarpe e qualche accessorio. 
Una volta fatto anche quello, Cloe mi accompagna a casa con la macchina. Arrivate davanti al mio palazzo, la abbraccio e ci salutiamo. Il vestito ha deciso di tenerlo lei perché ha detto che vuole fargli alcune piccole modifiche. Apro la portiera dell'auto e scendo. La vedo ripartire e scomparire dietro l'angolo. Prendo le chiavi e sto per aprire il cancello, quando sento un click proprio dietro la mia testa e mi blocco. 
- vieni con noi senza fare storie e non ti succederà niente- dice una voce fredda e tagliente. È la stessa che ho sentito in quel vicolo, ma è dell'uomo di cui ho potuto vedere il viso, non dell'altro. 
ANGOLO AUTRICE
Ok, amatemi perché sono riuscita ad aggiornare. Lo so, fa schifo e tutto il resto, ma, se state leggendo questo, vuol dire che non ho mandato nessuno all'ospedale ed è già un grande successo. Vorrei ringraziare tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e a chi recensisce questa piccola schifezza. Inoltre, vorrei dirvi che la storia è quasi arrivata alla fine e che mancano solo pochi capitoli prima dell'epilogo. Ora scappo, che devo fare ancora un milione di cose (tra cui i compiti, ma questo non è importante). Me la lasciate una piccola recensione? Graaaazie mille :). Sciaoooo

  
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