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Autore: Bluelle    05/08/2013    0 recensioni
Shirley Mirabelli è una ragazza di venticinque anni, si è trasferita nel Devon, nella fattoria di famiglia. Per stare vicina alla madre, rinchiusa in una clinica psichiatrica per aver perso il fratellino di Shy. Shy aveva un' amica in Italia, Holly. Le manca moltissimo, ma non sapeva che nel suo cammino, in una giornata di sole, avrebbe finalmente imparato a sorridere di nuovo.
Quando il dolore ci opprime, non dobbiamo sopprimerlo, dobbiamo soltanto cercare di tenergli testa, finchè non arriva qualcuno a darci una mano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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 CAPITOLO CINQUE:
- Quando qualcuno combatte per te, non può volerti ferire.


La ragazza dormiva abbracciata al cuscino. Furono i lampi a svegliarla, diluviava, tutto ad un trattò il vento si mise a brontolare. Shy si rintanò sotto le coperte, sbadigliando. Quel giorno non si sarebbe mossa dal letto per nessun motivo al mondo. Forse avrebbe fatto un buon pranzo con qualche buon dolce, ma erano solo le otto, e faceva così freddo, che solo l'idea di posare i piedi a terra le faceva battere i denti. Allungò il braccio verso il comodino, le pieghe del cuscino erano visibili su tutto il braccio, sorrise. Prese il telefono, sbloccò lo schermo e trovò un paio di notifiche. Entrambe di Ian, la sera prima, gli aveva lasciato il numero. Avevano cenato fuori, sul portico. Poi un auto era venuto a prenderlo, alla fattoria per portarlo in hotel. I messaggi erano stati ricevuti un'ora prima. "Buongiorno! Che razza di tempo, dovrò recitare anche con la pioggia, però é bello mi rende davvero sexy! Scrivimi quando ti svegli, un bacio" la ragazza non poté fare a meno di sorridere, era capace di essere davvero scemo certe volte, ma questo la faceva sorridere. Shy avviò la fotocamera, fece il labbruccio e il broncio, inviò la foto e.. "Buongiorno, ho tanto sonno, mi dispiace per te super sexy, ma io preferisco tornare a dormire!"

Shy mise il telefono vicino al cuscino, chiuse gli occhi e si riaddormentò.

Ian lesse l'sms della ragazza, sorrise. La Plec, la regista dello show, l'aveva appena chiamato. Tra un paio di giorni avrebbe dovuto portare il suo lato B ad Atlanta. Era intenzionato a chiedere a Shirley di andare con lui. Si conoscevano da meno di una settimana, ma a lui importava. Il telefono squillò, rispose.
"Ian! Finalmente! Pensare che dovevi chiamarmi tu! Ci tiene ancora, é super gelosa! Chi é Shirley? Pretendo di sapere tutto é! -Sorrise. Prese un grosso respiro e continuò- accidenti, quando torni? Di alla ragazza che la capisco, nessuno di noi ci va leggero con i nomi, abbiamo tutti dei nomi leggiadri, oh si quasi dimenticavo cooome stai?!" Ian sorrise, condivideva una gran' amicizia con Candice. Avevano bevuto qualche drink di troppo insieme, e durante un'estate decisero di fare a gara tra chi dei due avrebbe spedito più cartoline. All'inizio della sterza stagione, entrambi si ritrovarono con centinaia di cartoline, la cosa buffa fu che nel retro c'erano scritte cose incomprensibili, che quindi comprendevano nuove lettere dell' alfabeto. Simboli Cinepponesi, e insulti amichevoli poco sentiti. Sicuro che erano amichevoli, Ian?
Sorrise contento, Atlanta iniziava a mancargli. "Ciao Candice! sto bene, e scusa per non averti chiamato! Nina mi tiene il muso, ma non si lamenta granché, torno tra un paio di giorni. E, non sottovalutarla, é Italiana, ed ha un sedere che tutte le invidierete!"
Continuò a scherzare con Candice, finché Kevin non lo richiamò per girare. Slacciare i corsetti non era cosa facile. Finché Nina cambiava lo smokey degli occhi, Ian chiamò Shirley. La quale fece un gran balzo sul letto ed agitata rispose al telefono, con la voce impastata.

I- Ehi Shy! Tutto ok? Sto finendo di girare. Ma, poi vorrei passare di lì. Che dici?

S-Ho sonno! Possiamo vederci domani?

I- tra due giorni, parto. L'ho appena saputo.

Shy restò in silenzio. Non percepiva quasi più il proprio respiro. Senza rendersene conto spense la chiamata. Sorrise e qualche lacrima scese. Lo aveva saputo, che sarebbe dovuto partire. Non capì infatti per quale assurdo motivo aveva creduto di avere tempo. Tempo per cosa? Nel Devon niente durava. Che sciocca era stata a pensare, che Ian avrebbe potuto vederlo ogni qual volta voleva. Ma così non era. Stava per tornare a casa. Sospirò, cambiò idea. Sarebbe stata a letto tutto il giorno e non avrebbe cucinato per nessuno. Ok, forse é un comportamento un pò infantile, ma voleva concederselo. Anche a 25 anni si può soffrire di abbandono.

Nonna Mey, se avesse potuto avrebbe detto di si, pensò Joe McKane, quando il ragazzo del telefilm si presentò alla fattoria. Mey Sullivan avrebbe detto si, perché finalmente qualcuno si batteva per la felicità di Shirley. E quando qualcuno combatte per te, non può volerti ferire. Mey assomigliava a Pocahontas nel modo di vedere le cose. Caoticchiava sempre ad Adéle "il tuo cuore sa, e tu capirai."
Nonno Joe restò silenzioso finché Ian chiedeva il permesso di portare la ragazza, ad Atlanta. Garantendo di trovarle un posto da una buona amica. Adéle era silenziosa, appoggiata al tavolo della cucina. Fissava fuori dalla finestra, senza alcuna parola. I pensieri erano scivolosi, faceva fatica ad afferrare il concetto che voleva esprimere. Faceva fatica a trattenere i pensieri. Tommaso, il padre risoluto, continuava imperterrito a dissentire.

TM- ti infilerai nelle sue mutandine alla prima occasione, e poi la manderai a casa.

I- Schiettamente é grande abbastanza da sapere ciò che vuole, ma le farò una promessa, non farò mai del male a sua figlia. So che ha sofferto molto, in questi giorni ne abbiamo parlato. Ma non ha sogni, la sua vita é schematica, si forse un giorno farà un salto perché vedrà un serpente. Magari un altro giorno sorriderà di più perché c'é l'arcobaleno. Se volete che sia felice, anche se non sono nessuno per dirlo, dovete lasciare che se ne vada. Magari non con me, ma ci tengo. Non voglio perdermela per strada. Tengo a lei.

A- É incredibile pensare che Shirley, stia piangendo, invece di reagire a questa cosa. Ian, hai la mia fiducia. Shy ha la mia fiducia, e sono così felice che tu sia arrivato per Lei. Tom ti bastò un giorno per decidere che mi avresti amato. Se questo ragazzo é qui dopo tutto, significa che la accetta. Nessuno lo ha mai fatto, Shirley andrà e sarà felice.

Ian sorrise e di getto abbracciò la madre, non perché aveva detto di si, ma perché aveva capito che la figlia era speciale, anche se non avrebbe mai chiesto il permesso, perché sapeva che il suo posto era lì, sapeva che non poteva abbandonare la famiglia, Ian aveva voluto darle la vera possibilità di scegliere, senza essere condizionata da nessuna responsabilità. Salì le scale di corsa, con il sorriso stampato in faccia, aprì la camera di Shirley e si sedette sul letto. Le lenzuola erano stropicciate, i capelli di Shy, erano i raggi del sole in quel giorno di pioggia. Gli occhi di Lei...lo fissavano. Non era uno sguardo triste, ma forte.

S- sei qui per dire addio?

I- sono qui perché ti porterò con me. Se lo vorrai, ho parlato con la tua famiglia, puoi partirtire..

S- davvero non capisci? Voglio partire con te, non sono una ragazza ingenua che soccombe alla vita, chi credi di essere per salvarmi? Come posso voltare le spalle a tutto? Quando ti vedo dimentico le cose negative, la mia vita si distacca, ci sei tu, il nostro mondo. Il mio rifugio felice. Voglio venire con te, ma ho questa vita, non posso fare finta di nulla e chiederne una in cambio.

Ian abbassò lo sguardo, era davvero matura, tutto non faceva alcuna piega. Non era per paura, lei voleva restare perché quello era il suo posto. Le si avvicinò e le prese il volto tra le mani.

I-fidati di me, vieni ad Atlanta, non chiudere fuori la felicità, lasciala entrare. Non parlo di noi, parlo di te..dei tuoi sogni. Torneremo presto qui.

Shy non disse nulla, lo fissò, poi si alzò. Aprii le ante dell' armadio, il trolley blu era lì, dentro il nylon trasparente, lo prese. Lo mise sul letto e lo aprì. Prese gli indumenti e lì mise all' interno, senza proferire parola. La camicia a quadri. I vestiti non contadini che aveva, con Holly anni fa, usciva a vedere le vetrine. Rideva davanti a una coppa gelato. Per le fragole posizionate in modo poco etico. Quando facevano le pizzate finivano a ridere sul pavimento con un litro di cocacola in corpo. Ridevano fino alle lacrime, Shy sapeva di aver dimenticato a ridere così da un pò. In Italia aveva dei sogni, scattare foto, scrivere. Di secondario aveva il canto, era una passione incontaminata. Ma la musica ormai era diventata così lontana. Aveva dimenticato chi era, e la musica non le parlava più come prima.
Si voltò di scatto e lo baciò. Un bacio più spinto, strinse le dita sui suoi capelli. Le labbra di lui, si fecero spazio tra quelle di lei. I respiri erano accellerati. Ian poteva esserne sicuro, nel suo stomaco la bestia urlava, voleva di più. Le loro labbra si muovevano in sincrono. La bocca di lei aveva un sapore così dolce e invitante. Senza accorgersene finirono sul letto. Le guance di lei divennero scarlate, il respiro affannoso. Ian sorridendo, le mise le mani sui fianchi. Fece pressione e la alzò sopra di lui. Shirley rise, mugugnando, osservandolo dall' alto. Tutto ciò che voleva era ristabilire quel contatto con lui, annegare in quella pioggia confortante.

I- che combini? - disse con tono divertito e felice.

S- ti baciavo, no?

Ian sorrise ancora, la riportò a terra sopra di lui e sorrise ancora, stringendola forte al suo petto. Le baciò la fronte. Gli occhi blu di lei, guizzarono da sotto il suo collo. Lo fissarono sinceri.

S- non farmi fare il sassolino.


 


 Preparatevi tutti, nel prossimo capitolo una grossa novità! Ieri ho passato del tempo a leggere le fan fiction di questa sezione, Shy è sola, ha bisogno di un'amica ora che partirà. Pensavo di omaggiare quindi, una di voi, inserendo il suo personaggio nella mia storia! E' una cosa che si può fare? :)
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Holly non era online, così le aveva mandato una mail. Il taxi lì stava portando in aereoporto e Ian le sembrava pensieroso. Le stringeva la mano, ma i suoi occhi erano distanti, presenti in ricordi che lo facevano sorridere, questo la mise di Buonumore e facendo pressione con il pollice sul dorso della sua mano..attirò la sua attenzione.

S- scusa non volevo disturbarti, mi chiedevo solo a cosa stessi pensando. É tutto okay?

I-É solo che non ti ho detto una cosa. Per un pò dovrai stare con Olivia..io..devo sistemare le cose con Nina. Ma andrà tutto bene.

L'areo decollò. Shirley deglutì sonoramente. Si strofinò le mani sui jeans e chiuse gli occhi.

S- no scusa, ma chi é Olivia?!


se volete conoscere il seguito della storia, cercate la nuova fan fiction: La Ragazza Del Devon.

  
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