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Autore: ichigo_sakura    05/08/2013    7 recensioni
Salve a tutti! Questa FF parla di, ovviamente, Raf e Sulfus! Già, questa storia racconta di come trascorreranno la nostra coppietta il secondo anno di scuola! Cosa succederà? riusciranno a continuare la loro storia in segreto... oppure il loro amore verrà messo alla prova da qualcosa... o da qualcuno? Ma sopratutto "come" trascorreranno l'anno? Beh, insomma: Nuovo anno, nuovi terreni, nuovi amori e nuova storia!! ^^
(è la mia prima FF su Angel's Friends quindi mi piacerebbe avere tanti pareri, ma siate clementi!! ^//^")
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-È finita-.
 
Possibile che fosse davvero così? No. Non lo era.
Sulfus se ne andò, lasciandomi sola, su quella panchina al freddo.
Le lacrime mi scendevano copiose, e non capivo: davvero credeva di averlo fatto per il mio bene? Come poteva anche solo pensare di fare una cosa del genere per il mio bene, sperava forse che mi sarei innamorata di qualcun’altro dimenticandolo così, su due piedi?
Mi strinsi nella camicia cercando disperatamente di svegliarmi da quell’orribile incubo.
 
***

 
Fu così che la vidi. M’apparse davanti come un bell’angelo, simile quelli disegnati nei fumetti: così dannatamente perfetta da non poter essere vera.
Ma stretta nella sua camicetta tutta colorata quell’angelo piangeva, triste.
-Hei, Chérie!- la chiamai, ma lei non distolse lo sguardo dai suoi piedi.
M’avvicinai ancora un po’, a passo lento ma deciso. Come se avessi dovuto avvicinare un piccolo coniglietto che sarebbe potuto scappare da un momento all’altro, non so perché ebbi tutte quelle premure con lei… o, almeno, lo sapevo, ma in quel momento non mi sentivo di ammetterlo.
-Raf… tutto bene?- chiesi quasi inginocchiandomi per poterla guardare in faccia.
Lei alzò lo sguardo di scatto, quasi spaventandomi. Aveva gli occhi arrossati dal pianto che, comunque, non voleva fermarsi, le guance infiammate e i capelli scompigliati sul viso.
 
No, non stai bene.
 
Mi risposi.
La guardai per un po’, in silenzio. Quasi fosse un dipinto, ma fu lei a rivolgermi la parola e a spezzare quel momento con la sua voce titubante.
-Roberto… che cosa ci fai qui?- cominciò lei fingendo un sorriso e asciugandosi le lacrime con la manica della camicia già zuppa.
-Io? Andavo a scuola. Ricordi? La lunga e quinquennale prigionia alla quale ogni ragazzo dai quattordici anni in su è costretto a patire, anche nota come liceo?- scherzai io abbozzando un sorriso sarcastico. Lei increspò le labbra un po’ in su, ma durò poco, così poco che, quando scomparve, sembrò risucchiare a se tutta la luce intorno.
-Mi dici che cos’è successo?- chiesi ancora. Lei abbassò lo sguardo di nuovo, tornando a posare quei piccoli lapislazzuli che sono i suoi occhi, sulle scarpe.
 
Lo sto facendo ancora. Mi sto preoccupando all’inverosimile per lei. Ma la cosa più strana è che vorrei fare qualcosa di più per lei, vorrei regalarle un sorriso e lasciare che risplenda sul suo volto, come fa sempre quando vede Sulfus… o, come faceva sempre, da quando hanno litigato non li ho più visti assieme…
 
-Hei!- m’illuminai.
-C’entra il tuo ragazzo, Sulfus?- le chiesi poggiando un dito sulla sua fronte e facendo una lieve pressione per farla alzare, ma quasi fosse una molla tornò indietro rimbalzando.
-…ex…- sussurrò lei.
-Cosa? Non ho sentito…- questa volta m’accovacciai a terra cercando di scrutare sotto quei lunghi capelli dorati per vedere il suo volto, ma era impossibile.
-EX!!! EX!!! Ho detto EX!!!- scattò lei alzandosi in piedi provocandomi un colpo tale da farmi scivolare e cadere all’indietro come un sacco di patate. Non me l’aspettavo.
-Hei, hei! Calmati!- le dissi poggiandole le mani sulle spalle.
Continuò a singhiozzare, ma almeno smise di urlare. La feci risedere e mi sedetti di fianco a lei.
-Allora… vuoi raccontarmi cos’è successo?- chiesi cercando di sdrammatizzare un po’ col tono, ma non sembrò funzionare.
Scosse appena la testa da destra verso sinistra.
-No. Okay- dissi alzando le mani in segno di resa.
Non potevo biasimarla se non aveva voglia di parlare, quindi stetti in silenzio per un po’. Poi mi stufai.
-Sai…- cominciai io.
-Non è solo una voce quella che io odio le ragazze…-
-Non è vero!- m’interruppe lei.
-Quella ragazza che canta nel tuo gruppo… non puoi odiarla… siete amici, no?-
-Hei, mica non avevi voglia di parlare? Adesso mi lasci finire!- risi io vedendo il suo momentaneo picco d’energia.
-Arriverò anche a quello. Stavo dicendo… ha, già: odio le ragazze. La storia risale a qualche anno fa. C’era una ragazza, lei era bellissima, l’essere più gentile e perfetto che avessi mai conosciuto fino ad allora. O, almeno, lo credevo. Non ci conoscevamo per nulla, ma come per incanto cominciò a parlarmi, a flirtare con me… e io non sapevo cosa fare. Ero innamorato, e quando mi chiese di metterci assieme accettai. Fu un enorme errore- vidi lo sguardo di Raf che, finalmente, incuriosito mi guardava.
-Cominciammo ad uscire insieme, sempre e lei sembrava felice. Io ero felice. Poi, ebbi l’incidente…-
-Incidente?! Quale incidente? Cosa ti è…- m’interruppe ancora, ma si ammutolii da sola, come per dire: “Scusa, continua pure”.
-Ero in moto e un camion mi prese dentro in curva, facendomi scivolare per diversi metri. Rimasi in ospedale per un mese, tra controlli e riabilitazioni, avevo una gamba rotta, un polso fratturato e avevo perso la vista dall’occhio sinistro, è per questo che è così chiaro-.
Mi fece una strana impressione rivelarglielo… non l’avevo mai detto a nessuno, ma con lei mi sentivo tranquillo, le avrei potuto dire qualsiasi cosa.
Raf sgranò gli occhi, incredula. Le sue morbide labbra rosee si schiusero, ma non emisero alcun fiato. Allungò una mano verso il mio occhio sinistro e mi accarezzò la guancia.
-Mi dispiace…- disse infine.
-Non dispiacerti… il bello deve ancora arrivare: In quel mese lei non venne a trovarmi neppure una volta, solo Mary, la ragazza della band, veniva a trovarmi regolarmente. Quando tornai a casa scoprii che la mia ex si era messa con un altro… quando cercai spiegazioni cominciò a dirmi che lei non mi aveva mai amato, che non le interessavo nulla, che era voluta stare con me perché non c’era nessun altro disponibile in quel momento e che quando ero caduto dalla moto aveva provveduto subito a rifarsi una vita- sospirai.
-Da lì in poi sono cresciuto con l’assoluta convinzione che le donne fossero esseri infimi e manipolatori. Mia madre non fu d’aiuto, perché neppure due settimane più tardi annunciò a mio padre che se ne sarebbe andata, che aveva trovato qualcuno di meglio. Io e mio padre ne rimasimo distrutti-.
-Io… non ne sapevo nulla…-
-E come avresti potuto? Non è colpa tua, Raf. Quello che sto cercando di dirti è che se uno come me, che ha una bassissima considerazione delle donne, trova davvero fantastica la compagnia di una ragazza a tal punto da interessarsi delle sue relazioni e della sua vita, significa che questa ragazza è davvero superlativa. E se un ragazzo non lo capisce e la lascia allora non la merita- le presi il volto tra le mani e la guardai negli occhi. Per la prima volta in tutta la mattinata, sentii che anche lei mi guardava. E sorrise, questa volta davvero. Donandomi un senso di spensieratezza e felicità assoluto.
-Grazie Roberto…- mi disse socchiudendo gli occhi.
-Sei una persona straordinaria!- continuò alzandosi e asciugandosi le ultime lacrime solitarie.
-Forse è meglio se andiamo a scuola, ora… non trovi?- mi chiese girandosi e rivolgendomi un sorriso gentile.
-Si, hai ragione- dissi alzandomi anche io, mentre lei mi precedeva di qualche passo.
Non potevo ancora credere di averle raccontato tutto… l’incidente, la mia parziale cecità, il mio primo amore… ma il suo sorriso così bello mi tormentava, avrei potuto dire tutto se solo mi avesse guardato per sempre con quel sorriso sulle labbra. Anzi, dovevo dirglielo.
-Raf!-
 
***
 
-Grazie Roberto… Sei una persona straordinaria!- dissi poco prima di alzarmi e di voltarmi. La sua storia mi aveva a tal punto commossa che mi ero rimessa a piangere, ma non volevo che se ne accorgesse, avrebbe potuto pensare che avessi avuto pena per lui. In realtà pensai che fosse una cosa dolcissima. Lui aveva avuto così tanta fiducia in me da raccontarmi cose che nessuno sapeva… doveva essere stato doloroso, per lui, rivelarmi tutto questo, ma l’aveva fatto comunque, e gliene fui grata.
-Forse è meglio se andiamo a scuola, ora… non trovi?- gli chiesi, girandomi, sentii sorgere spontaneo su di me un sorriso, che lui mi ricambiò.
-Si, hai ragione- mi sentii rispondere da dietro, così cominciai a camminare, aspettando che mi raggiungesse. Sentii un po’ di esitazione da parte sua e quando mi stavo per girare per chiedergli se andasse tutto bene lui urlò il mio nome. Afferrò il mio braccio, con una mossa veloce ma dolce lo poggiò sulla sua spalla, con l’altro braccio mi cinse la schiena e prima ancora che potessi rendermene conto mi stava baciando.
All’inizio sembrava sorpreso quanto me, se non di più, ma dopo pochi secondi chiuse gli occhi e cominciò a muovere le labbra, mi strinse ancora di più a se… ma il bacio fu più casto di quanto mi aspettassi.
-Scusa- disse quando poi si staccò riprendendo fiato.
-Non ne avevo intenzione… io volevo solo parlarti… ma poi tu ti sei girata e… non so cosa mi è preso, perdonami, Raf!- disse continuando a tenermi stretta.
-Non importa… cosa volevi dirmi?- mi staccai con delicatezza da lui, quasi si potesse rompere.
-Volevo dirti che ti amo- disse come se fosse la cosa più semplice del mondo, come se stesse dicendo che gusti voleva nel gelato. Tuttavia non l’aveva detto alla leggera… quello era chiaro.
-Volevo dirti …solo questo-.
 




Ciaoo!! 
Ok, sono in ritardo... di nuovo. Ma mi sto dedicando a un'altra storia... anche se non credo che la pubblecherò...
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto! 
Recensite
Un bacio a tutti!
Icchy<3
P. S. Avevo fatto un'altro disegno... con un bacio, ma poi ho pensato che essendocene di sicuro altri, vi sareste potute stancare, quindi ho messo questo, spero vi piaccia comunque!

  
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