Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: BlackPoison    05/08/2013    1 recensioni
Lily Luna Potter. Capelli rossi, troppe lentiggini e sognatrice.
Scorpius Hyperion Malfoy. Biondo, glaciale e decisamente concreto.
Nemici per la pelle ad Hogwarts una volta usciti da lì si sono persi di vista senza sentire minimamente la mancanza l'uno dell'altra.
Solo che il destino, a volte, gioca davvero brutti scherzi..
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FEEL LIKE FALLING

gne

>

Prologo

La prima cosa che le fece capire che era mattina, quel giorno, fu l'aroma a dir poco nauseabondo del caffè che andava letteralmente a fuoco nella macchinetta babbana di Lucilla. Ancora una volta doveva averla lasciata accesa mettendosi a fare qualcos'altro.
E quel qualcos'altro probabilmente era la doccia dal momento che per non sentire quel puzzo stomachevole bisognava come minimo possedere un naso sul modello di Lord Voldemort se non si stava affogando nel bagnoschiuma.

Lily si schiacciò il cuscino sulla faccia, incapace di alzarsi, cercando a tastoni la bacchetta sul comodino con un braccio allungato a fatica. Sperava di farsi venire in mente, nel limite delle proprie capacità da mezza addormentata, un incantesimo adatto prima di prendere di nuovo sonno.
La trovò alla terza tastata dopo essersi, suo malgrado, dovuta allungare un po' verso l'esterno del letto cosa che la fece lamentare sommessamente.

Si sarebbe dovuta ricordare di metterla in una posizione più facilmente raggiungibile per qualsiasi necessità -tipo la sbadataggine a dir poco mostruosa della sua coinquilina.

La sollevò leggermente in aria col braccio semi formicolante per averlo avuto schiacciato sotto la pancia fino a due minuti prima.

«Feffa--m--ma» mormorò incomprensibilmente con la bocca impastata dal sonno.

«Freffa--Freddafiamma-» ritentò, questa volta con più successo, perchè il sibilo lancinante prodotto da quella stupida moka si arrestò di colpo.

Avrebbe voluto fare qualcosa anche per quell'odore spregevole -che per arrivare fino alla sua camera da letto doveva davvero aver invaso tutto il piccolo appartamento- ma incapace di farsi venire in mente una qualsiasi altra cosa sensata non fece altro che lasciar cadere la bacchetta sul tappeto al lato del letto e premersi ancor più il cuscino contro il viso cercando di riprendere sonno.

Fu a quel punto che qualcosa le venne in mente.
Qualcosa di disastroso, catastrofico, TERRIFICANTE.

«GODRIC!»

Non ci mise che un nanosecondo a scattare seduta ed in preda al panico per guardare l'orologio a forma di boccino dorato appuntato alla parete di fronte a lei.

Le nove.
Erano le nove.

Lily si trovò ritta in piedi senza nemmeno ricordarsi come ci era arrivata a toccare il pavimento.
Era in ritardo, mortalmente in ritardo.

No, no, no, no.

Non proprio oggi, non proprio..

Tirò un calcio arrabbiato alla stupida sveglia a forma di tartaruga marina regalo di sua cugina Dominique maledicendo il suono miserabile che produceva del tutto incapace di tirarla fuori dal sonno.

«Lucilla!LUCILLA!»

Guidata dalla pura scarica di adrenalina che aveva preso a scorrerle in tutto il corpo fino a svegliarla completamente si era vestita come aveva, fortunatamente, premeditato giorni addietro, saltellando nell'infilarsi le scarpe verso il piccolo bagno in fondo al corridoio.

«Porco Merlino, Bennet! Apri, ORA!»

La voce dell'amica le giunse ovattata da dietro la porta prima che lei potesse, finalmente, vedere la maniglia dorata della abbassarsi con tutta la calma di questo mondo. O almeno così le sembrò.

Aperta la porta Lucilla si trovò di fronte una Lily impaziente e totalmente fuori di sè, che nel frattempo, aveva preso a saltellare sul posto indecisa se lanciare un Bombarda o meno per appropriarsi del bagno.
Aveva optato per un rapido no, in ogni caso, dal momento che non aveva nemmeno un secondo per andare a recuperare la propria bacchetta.

«Che c'è?»

Lucilla Bennet se ne stava in piedi di fronte a lei avvolta in un accappatoio grigio troppo grande per il suo corpicino esile con uno sguardo totalmente spaesato e sconvolto.

Lily non si prese nemmeno la briga di risponderle precipitandosi verso il lavandino per lavarsi-si fa per dire- i denti ed afferrare una spazzola con cui cercò inutilmente di districarsi i capelli vermigli nel mentre che si dirigeva verso la porta.

Inutile dire che si precipitò giù per le scale lasciandola completamente aperta.

Lucilla si strinse nelle spalle per poi dirigersi verso quest'ultima mentre si frizionava i capelli bagnati con le maniche stesse del proprio enorme accappatoio. La chiuse con un colpo secco non prima di annusare l'aria contrita ed appuntarsi di ricercare la causa di quella puzza insopportabile.

La ventiduenne Lily Luna Potter si stava dirigendo in fretta e furia verso la fermata dell'autobus che si trovava a ben oltre cento metri dal suo palazzo dove, secondo i suoi piani, si sarebbe dovuta dirigere molto tranquillamente per evitare di scompigliare la propria impeccabile capigliatura.
In quel momento la sua capigliatura era per sino difficile da definire tale piuttosto che massa incongrua quindi il problema nemmeno si poneva. In ogni caso non se la poteva permettere la tanto agognata tranquillità.

Mentre correva come una disperata slogandosi una caviglia ad ogni passo sulle vertiginose decoltè a cui non era abituata maledisse ogni fondatore, mago o folletto le venisse in mente al momento per la sua completa, assoluta, inequivocabile deficienza.

Come, COME diavolo aveva fatto a non sentire la sveglia proprio quel giorno? Come poteva essere stata così sprovveduta e superficiale?? Una volta giunta alla fermata notò quasi subito la piccola cabina telefonica rosso fuoco che si stagliava contro il grigiore del marciapiede e di tutto ciò che c'era intorno.
Estrasse ancor una volta, frettolosamente, il foglio di carta ormai sgualcito che le era arrivato via gufo espresso un paio di giorni prima dove era spiegato nel dettaglio come accedere agli uffici della MagiLawyers e Co. per il colloquio che avrebbe dovuto tenere con uno di essi per riuscire ad ottenere l'incarico di assistente e dare il via alla sua gavetta.
Lesse rapidamente le poche righe in cui si parlava della moneta allegata da inserire nella cabina telefonica più prossima.

Si raccomanda la puntualità. Diceva alla fine.
Lily deglutì picchiandosi una mano contro la fronte e maledicendosi, di nuovo, rumorosamente.
L'appuntamento era alle otto e mezza.
La rossa diede una rapida occhiata all'orologio da polso regalo del fratello maggiore per la laurea in magisprudenza di appena tre mesi prima.
Le nove e venti.

Nove.
E venti
.

Era in ritarto praticamente di un'ora.

Era l'occasione della sua vita, quella. La MagiLawyer: Il sogno di ogni avvocato magico, il trampolino di lancio per tutti coloro che si erano fatti una carriera con i controfiocchi in quel campo.
Non ci credeva quasi ancora a quando, due settimane prima, le era arrivata la lettera della società in questione in cui le si diceva che, avendo preso in considerazione le sue qualità e le sue referenze, sarebbero stati ben contenti di darle la possibilità di farle avere un colloquio.

E sì che quando aveva mandato la domanda l'aveva fatto quasi per scommessa.

Insomma, era ubriaca, Rose le rompeva le scatole da due mesi e si era proposta addirittura di scrivergliela lei stessa. Non ci aveva mai sperato, l'aveva mandata così, per tentare, dopo aver brutalmente perso a carte con la suddetta cugina dai capelli rosso fuoco.

E loro le avevano risposto solamente tre giorni dopo.

E l'avevano presa in considerazione.

Si sentì stringere lo stomaco mentre inseriva la grossa moneta di ferro nell'apposito spazio: per la sua impuntualità il sogno magico che poteva realizzarsi per lei si stava sgretolando ancor prima di prendere davvero una lontana forma.

Arrivò in un salottino più o meno largo passando attraverso una sorta di varco apertosi nella parete che si chiuse appena un attimo dopo che la rossa fu passata con un sonoro DLIN DLON che annunciava l'arrivo di qualcuno.
C'erano diversi divanetti di pelle chiara e dei bassi tavolini su cui se ne stavano appollaiate le riviste più in voga del mondo magico legale.
Lily avrebbe voluto prenderne una e mettersi a sfogliarla per darsi una calmata..
O meglio, quello era stato il suo piano originario: lei si sarebbe presentata lì con un anticipo fantasmagorico, avrebbe accavallato le proprie gambe diafane e perfettamente depilate facendosi trovare con in mano una di quelle riviste da urlo con tanto di occhiali inforcati.

Invece, sorte volle, che al colloquio più importante della sua vita lei si dovesse presentare senza aver fatto la ceretta, con i capelli scarmigliati e ultima cosa, seppur meno importante, si era pure scordata i propri occhiali a casa.

Se si vuole tralasciare l'inquietante dettaglio del ritardo di ben un'ora, ovviamente.

Si lasciò andare inerme su una delle poltroncine notando, all'ora, per la prima volta che insieme a lei c'erano altre due ragazze più o meno della sua stessa età, impegnate a parlottare fra loro con un tono di voce sorprendentemente basso.
Lily si trovò ancora più a disagio notando quanto apparissero perfette nei loro abiti lindi e nei loro capelli laccati.

Fu a quel punto che una donna di mezza età coi capelli corvini striati di bianco raccolti in una strettissima crocchia che teneva sospesa in aria una cartella verde acido, la notò.
Abbassò leggermente gli occhiali a mezzaluna sul naso guardando nella sua direzione.

La rossa, per tutta risposta, si mise ben dritta sulla poltrona.

'Oh, come se potesse servire a qualcosa' pensò, desiderosa di essere inghiottita dal pavimento.

«Lei è Lilian Luna Potter, per caso?»

«Sì!»

Lily balzò in piedi nel giro di un attimo urlando talmente forte che la donna strabuzzò gli occhi nella sua direzione leggermente spaventata mentre le due ragazze sedute accanto a lei s'interruppero improvvisamente alzando gli occhi verso la rossa che, nel più completo disagio, prese a lisciarsi la gonna con entrambe le mani.

«Mi segua»

Disse alla fine la donna, rigida, non levandole gli occhi di dosso neppure per un secondo.
Percorsero insieme un lungo corridoio illuminato fino ad arrivare di fronte ad una porta di legno pregiato dove la donna si arrestò.

Era impossibile confondere quel corridoio: ne aveva visto circa un miliardo di foto.

Quello era il luogo dove stavano tutti gli uffici!

Sì, sì, sì.

Tutti i cattivi pensieri che l'erano balenati nella mente fino ad un secondo prima svanirono in un FLOP.
Non le importava un accidente di essere spettinata, con le occhiaie e del tutto rincoglionita. Ce l'aveva fatta, avrebbe avuto il suo colloquio.

Si trattenne a fatica dal saltare davvero di gioia limitandosi a stringere le unghie contro i palmi in preda ad un improvviso neonervosismo e a guardarsi intorno:
Fu a quel punto che notò che sulla porta stava affissa una targhetta. Stava per apprestarsi a leggere il nome del magiavvocato per il quale avrebbe avuto il colloquio, in preda all'estasi, quando la donna tossì leggermente distogliendo la sua attenzione da ciò che stava per fare.

«Voglio ricordarle, signorina--Potter» iniziò «che qui teniamo MOLTISSIMO alla puntualità»

Lily la guardava ma non riusciva nemmeno a sentirla. Annuì vigorosamente bramosa di abbassare quella maniglia, avere il suo colloquio e divenire la ragazza più felice della terra.
Tuttavia, la donna, che sembrava una copia ringiovanita della McGrannit, non aveva ancora finito.

«Se non fosse stato chiesto esplicitamente di lei in questo momento non le sarebbe nemmeno concesso l'accesso ai nostri uffici» le lanciò un ultimo sguardo severo per poi dare le spalle alla rossa ed allontanarsi senza aggiungere nemmeno un ciao.

Lily ebbe un attimo di esitazione.

Avevano chiesto di lei?

Scosse la testa chiedendosi se quella donna-che nemmeno si era presentata, fra le altre cose-fosse una di quelle vecchiacce frustrate che si divertivano a mettere la pulce nell'orecchio degli altri raccontando sciocchezze.

Lanciò un'ultima occhiata stralunata al corridoio ormai vuoto per poi voltarsi verso la porta e, dopo un attimo che si concesse per deglutire e districare, per l'ultima volta, la propria chioma leonina con l'aiuto delle dita-tanto ormai ritardo per ritardo-diede due leggeri tocchi di nocche contro di essa producedo un suono non molto forte ma decisamente udibile.

Fu a quel punto che lo notò.

Il nome.
Il nome che portava la targhetta sulla porta.

Gli occhi di Lily si sbarrarono e le si seccò improvvisamente la bocca.
Avrebbe voluto darsela a gambe, tornarsene da dove era venuta, mandare una lettera di protesta alla MagiLawyer insultandoli per quello scherzo davvero di pessimo gusto..

«Avanti»

Lo stomaco le si ribaltò ed attorcigliò su sè stesso come se avesse preso vita propria.

Le veniva da vomitare.

Impossibile.
Impossibile non riconoscere quella voce melliflua ma allo stesso tempo tagliente come una lama ben affilata.

Lily rimase congelata per un minuto buono incapace di compiere qualsiasi movimento.
Ci provava, eh, ci provava davvero. Il problema era che le proprie gambe si rifiutavano in tutti i modi di rispondere ai comandi e-
La maniglia si abbassò morbidamente, a quel punto.
Tutto ciò che la rossa fece, o meglio, riuscì a fare, fu rimanere a guardare la porta che si apriva senza riuscire a muovere un solo singolo muscolo.

«Finalmente!»

Di fronte a lei, Scorpius Malfoy, il suo nemico giurato ad Hogwarts la fissava con un ghigno malefico dipinto sulle labbra sottili.

_____________________________________________________________________________________________________________________________

Angolo di quella (demente) che scrive. Okay, non è il massimo in tutti i sensi.
Breve, asciutto come non so cosa, pure un po' deprimente.
Ma è un 'prologo' e sinceramente volevo dare uno spruzzo molto vago su ciò che sarà la storia in sè.

Spero che vi possa piacere comunque almeno un pochinoinoinoinissimo

. Baci, baci.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BlackPoison