Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ChocoCat    05/08/2013    3 recensioni
Neville era sempre stato un fifone. Un inetto. Un incapace.
Ora si batteva tutti i giorni nell'attesa che tornassero quei ragazzi; loro rappresentavano la speranza di un mondo migliore, la possibilità ultima di sconfiggere il Signore Oscuro. A seguito venivano quelli come lui: nessuna dote, nessun compito supremo e solenne, se non quello di sopravvivere e proteggere i propri amici.
Luna ne faceva parte, e l'istinto guidato da un'innato senso della giustizia lo spingeva sempre a commettere azioni che lo portavano immancabilmente ad essere punito per difenderla... fino al giorno in cui un galeone scottante cambiò per sempre la loro storia.
______________________________________
Iscritta al contest "A ogni coppia la sua frase" di Manuela Mc Grannit
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10663178&p=2&#last
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Nel dormitorio femminile dei Corvonero c'era un gran trambusto. Era il cuore della notte, ma una ragazza magra e allampanata dai lunghi capelli biondi cercava di vestirsi alla bell'e meglio provocando tentennamenti di sonagli e altri suoni equivoci. Imprecò quando una ciocca s'ingarbugliò nella piccola Prugna Dirigibile che portava all'orecchio destro evocando una sorda sofferenza che lei liquidò strizzando gli occhi. Non aveva tempo da perdere, era appena stata svegliata da un oggetto magico che custodiva con gran cura sotto la federa del cuscino; un oggetto che non la svegliava da più di un anno. Prese al volo il galeone dorato che le aveva scottato la guancia nel sonno; le pareva improbabile, mentre scendeva a piedi nudi la scalinata e si fiondava nel corridoio pieno di spifferi, di ripercorrere quei passi. Harry, Ron, Hermione sarebbero quindi tornati? Mentre la porta della Stanza delle Necessità di disegnava sul muro lei si fermò per puntarsi la bacchetta in faccia; aveva un livido impartitogli come avvertimento - più precisamente era una minaccia- dai professori di "Arti Oscure". Nascose abilmente quella macchia violacea sotto al sopracciglio senza riuscire a modificare l'incisione che ormai cicatrizzava, mentre la sensazione di ricevere nuovamente il colpo le diede voglia di vomitare. Non voleva che i suoi amici pensassero che era stata male, non dovevano preoccuparsi; non era né la prima né l'ultima a farsi picchiare dai famigerati fratelli Carrow.
Ripose la bacchetta in una tasca dei jeans e aprì la porta silenziosamente.
L'interno era esattamente come lo ricordava: accogliente e incoraggiante; qua e là degli oggetti strani permettevano l'esercizio di alcuni incantesimi che Harry riteneva essenziali. Reducto. Confringo. Impedimenta. Expelliarmus. Non riuscì a spiegarsi quel nodo alla gola l'intrepida Luna, ma avanzando a passi incerti si accorse guardando sulla destra che una figura maschile era seduta accanto alla bacheca a specchio, intenta a rimirare gli appunti e le fotografie che avevano appeso nel corso dell'anno precedente durante gli appuntamenti segreti dell'ES.
"Chi è la?" disse lui, alzandosi e puntandole un potente Lumos fra gli occhi.
"Neville, che strano, anche tu qui!" sorrise lei gioiosa, mentre prendeva fra le mani il pugno stretto del ragazzo e allentava la presa sulla bacchetta, "Allora i ragazzi torneranno davvero! Chissà se anche Ginny ha sentito..."
Neville si stirò le sopracciglia stancamente, una smorfia comparve sul suo viso morbido perchè riportava numerose ferite in fase di cicatrizzazione. Quando si decise a riaprire gli occhi si rese conto che il contatto delle loro mani era più scottante del galeone stregato. Si chiese cosa ci facevano loro due in quella stanza in disuso, perchè fossero soli, per quale dannato motivo il suo cuore nonostante la delusione avesse deciso di battere così forte. Niente Harry, Ron, Hermione. Solo lui e Luna. Perchè mi sorridi in questo modo, Luna? Sappiamo entrambi che non torneranno e che dovremo continuare a cavercela da soli.
Neville era sempre stato un fifone. Un inetto. Un incapace.
Ora si batteva tutti i giorni nell'attesa che tornassero quei ragazzi; loro rappresentavano la speranza di un mondo migliore, la possibilità ultima di sconfiggere il Signore Oscuro. A seguito venivano quelli come lui: nessuna dote, nessun compito supremo e solenne, se non quello di sopravvivere e proteggere i propri amici.
Luna ne faceva parte, e l'istinto guidato da un'innato senso della giustizia lo spingeva sempre a commettere azioni che lo portavano immancabilmente ad essere punito per difenderla. La sua cicatrice a livello del sopracciglio, vista di profilo, si continuava con quella che storpiava il delicato sopracciglio biondo chiaro della ragazza. Era stato Amycus con una delle sue famose maledizioni a colpirli. Così imparavano a difendere i mezzosangue, o perlomeno quello era il messaggio, ma nessuno di loro si era lasciato scoraggiare; ne avevano prese tante di botte che una di più o una di meno non era grave.
Il disgustoso ghigno di Amycus Carrow gli balenò nella mente, e insieme ad esso la frase catarrosa che gli aveva rivolto prima di lasciarli finalmente andare.
"Due in un colpo solo, avete molto da imparare da me, pezzenti".
Neville sentiva teso ogni muscolo di cui il suo corpo avesse coscienza, provava una rabbia folle.
Solo quando si accorse che Luna lo guardava con curiosità si rese conto che stava ringhiando sommessamente, come un'animale selvatico, provocando un cupo rimbombo sonoro nella stanza.
"Non ti crucciare, Neville. Sono sicura che verranno. Torneranno, a tempo debito"
"Luna, come posso dirtelo? Sono stato io a chiamarti. Ho acceso io i galeoni, nella speranza che qualcuno avesse in mano il suo. Volevo solo che sapessero che stiamo combattendo anche noi, che nulla è perduto, che avranno sempre le spalle coperte. Sono sicuro che hanno bisogno anche loro di essere rassicurati, io..."
Si fermò, incerto sul come continuare, dato che non era mai stato bravo a parlare.
Non sono mai stato bravo in niente.
"Tu sei un ragazzo coraggioso, Neville. Io ti ammiro moltissimo. Non sarei ancora qui a conversare con te, se non fossi stato un vero guerriero. Non ti permettere di pensare che contiamo di meno di loro solo perchè nessuno sa cosa facciamo".
Guerriero di poco conto in cuor suo, Neville arrossì. Ritirò la mano e infilò la bacchetta nella fodera di pelle che portava alla cintola: di certo non sarebbe stata necessaria quella notte. Contemplò la ragazza di sbieco senza muoversi, come pietrificato, mentre lei prendeva a camminare per la stanza, cosciente di averlo imbarazzato oltremisura.
"Sai, mio padre non fa che ricevere minacce ultimamente perchè sostiene apertamente Harry Potter. Io gli ho detto che faceva bene, che bisogna sempre dire la verità. Spero che non gli faranno del male".
"Non gliene faranno" borbottò lui con poca convinzione nella voce.
"Ma se gliene facessero, posso assicurarti che li andrò a cercare uno ad uno"
"E io verrò con te, Luna" Ops.
"È un'ottima idea, non rischierei di fallire con te accanto. Non potrei perdonarmelo, proprio no".
Neville le lanciò un'occhiata rapida e volse la testa altrove istantaneamente. Che razza di conversazione.
Si ritrovò immancabilmente a deglutire imbarazzato. Aveva detto troppo, per essere un amico, oppure era giusto che volesse proteggerla e seguirla dopo la scuola? Era una promessa da amico, quella?
Non c'era mai stato un nodo nel filo dei suoi pensieri, ora la sua mente era un vero e proprio gomitolo.
Guardò i piedi nudi di Luna e i capelli che le arrivavano alle natiche. Sono uno sciocco. Uno come lui non aveva diritto a provare per lei qualsiasi cosa che non fosse fraterno, pensava Neville provando ancora quella rabbia che ardeva negli arti e nella mente. Si sentì osservato e alzò nuovamente gli occhi verso di lei; trovò ad accoglierlo un sorriso un po' rigido e un po' trasparente, come di vetro.
"Neville, non ti senti a mio agio con me?" disse Luna, avvicinandosi.
Ammirò le guance piene del ragazzo imporporarsi.
"Certo che... ehm... si."
"Non importa, sai. Non sarebbe la prima volta che la gente mi considera troppo diversa; però ad essere sincera, il fatto che anche tu mi consideri più "Lunatica" che "Luna" -sì, Neville, lo so che mi chiamano così- mi fa pizzicare un po' qui" e portò una mano al petto, tornando a puntare lo sguardo nei suoi occhi.
Neville era sconcertato.
"C-come... Luna, non ho mai creduto che tu fossi Lunatica. Tu per me sei Luna. Non è per questo che mi sento a disagio, insomma! Come puoi non vederlo..."
Lei guardò lentamente attorno a sé sospirando dispiaciuta.
"Ho dimenticato i miei Spettrocoli, nella fretta di venire qui. Forse sono i Gorgosprizzi che mi hanno confusa strada facendo. In tal caso mi dispiace, Neville" gli si avvicinò per stringergli la mano per un attimo, in segno di scuse.
Neville non volle lasciarla andare. I Gorgosprizzi devono avermi mangiucchiato il cervello, pensò quando strinse il polso di Luna e sostenne il suo sguardo come non aveva mai osato fare. Incontrò l'azzurro dei suoi stessi occhi nello specchio davanti a lui, quello che stava rimirando poco prima. Quello su cui avevano appeso le foto di Colin, quel ragazzino simpatico che brandiva la macchina fotografica ad ogni occasione. Arrossì al pensiero di farsi trovare lì con Luna da Colin, e da chiunque altro. Quel momento lo rese possessivo come non era mai stato. Arrossì alla vista dello sguardo che Luna gli regalava e che lui poteva vedere con occhi di terza persona attraverso il vetro lavorato. Era serena, era felice. Era estasiata. Sentì un uragano farsi spazio a livello dello stomaco. Strinse gli occhi e involontariamente la mano di lei; un unico pensiero gli affollava la mente: qualcuno mi dica cosa fare... aiuto.
Riaprì gli occhi sentendo il viso avvampare ulteriormente, e decise che stringere Luna contro il petto non fosse poi così grave. Non gli sembrava più così assurdo... fra amici.
Dall'amicizia all'amore c'è la distanza di un bacio, lesse improvvisamente fra le rughe della cornice d'argento pallido che ornava lo specchio. Era quello il consiglio della stanza? Neville non lo sapeva. Sentiva solo di non essere mai stato così coraggioso in vita sua, più di quando Amycus gliene dava di santa ragione e lui si dilettava in ghigni provocatori che non gli appartenevano per dare forza agli altri, a lei. E da coraggioso si fece audace.
Sollevò piano il viso di Luna che irradiava tutta la luce che riusciva a catturare in quella stanza buia.
Rifletteva i raggi bianchi della Luna che era in cielo e che filtravano dalla finestra, questo pensava Neville guardandola senza più arrossire.
"Luna"
"Si?" la voce era chiara eppure flebile. Lui non attese altra risposta.
Si avvicinò, sovrastandola, e con impeto appoggiò le labbra alle sue. Un bacio morbido, umido e dolce. Mio Dio, Neville, pensò.
"NEVILLE" annaspò Luna con gli occhi sbarrati e le guance rosse, prima di allontanarlo d'un tratto.
Sentì il mondo crollargli addosso, la speranza svanire, la forza diventare debolezza.
"Guarda qui! Guarda!" indicava sopra la sua testa, ignorando l'aderenza del suo corpo a quello di Neville che invece fremeva tutto d'un pezzo per il turbamento.
"Cosa? Dove?"
E lo vide. Anzi, la vide; una nuvola di insettini verdi luminosi gli ronzavano attorno.
"Neville, la stanza! La stanza ha fatto una magia, guarda! Possiamo vedere i Gorgosprizzi senza..."
"Sono Magilucciole, Luna. Le avevano inventate Fred e George... Probabilmente arrivano dalla Stanza delle Cose Nascoste, sai. Se non sbaglio la pubblicità diceva che si avvicinavano solo alle... ehm... coppiediinnamoratieservonoafareladifferenzatraunveroamoreeunofintoepermettonodi..."
"...Spettrocoli, un vero miracolo, deve essere grazie alla magia della Stanza. È davvero un evento raro, devo assolutamente mandare un gufo a mio padre..."
"...Luna!"
"Si?"
"Credochemisonoinnamoratodite"
"Scusa, non sono sicura di aver capito, Radodité? Forse volevi dire Radigorde, sai, sono delle piante con radici spesse e tuberose con numerose proprietà med..."
"MI SONO INNAMORATO DI TE" scandì Neville, abbandonando l'ultimo briciolo di remissività.
"Oh. Queste sono cose molto importanti, da dire, Neville. Ne sei sicuro?"
Si rese conto, il ragazzo, che tutte le strade in salita che credeva di aver affrontato quel giorno non erano ancora finite. Le prese le mani e tentò di sorridere, producendo una poco giustiziera smorfia d'imbarazzo.
"Certo che ne sono sicuro" bofonchiò, ancora leggermente avvilito per le sue reazioni.
"Mi seguirai davvero, quando avremo finito di aiutare tutti quanti qui?" disse Luna in un sussurro, con i grandi occhi chiari socchiusi a guardarsi le mani mentre dava la piega giusta al colletto della camicia di un Neville terrorizzato.
"Sì"
"È molto più di quanto io abbia mai osato chiedere o immaginare, Neville" e detto ciò gli cinse le spalle e gli stampò un bacio sulla bocca, decisa a lasciarsi dondolare fra le sue braccia per tutta la notte, per tutta la vita.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ChocoCat