Una piccola fic Neji/Kiba. Sono un po' indecisa sul rating, ma credo che il verde vada bene... se qualcuno ha delle obiezioni per favore me lo dica :)
Spero vi piaccia!



Neji non aveva paura dei cani. Mai avuta, da che avesse memoria, e in effetti sarebbe stato davvero alquanto indecoroso per un ninja temere un botoletto peloso con tanto di eccesso di bava. Probabilmente suo zio, l'intero clan, suo padre stesso - dall'oltretomba ovviamente- lo avrebbero ucciso se lo avessero visto tremare davanti a un animaletto scodinzolante. 
Ecco, forse era proprio lì il punto. Akamaru non era un animaletto, tanto per cominciare. E non scodinzolava nemmeno, ad essere precisi. O almeno, non scodinzolava a lui.
Certo, la prima volta che l'aveva visto, il cane- ninja!, specificava una voce risentita nella sua testa- assomigliava più a un peluche che non a qualcosa che avrebbe potuto far paura a chicchessia; i suoi guaiti, poi, potevano provocare al massimo qualche risa di scherno... O degli apprezzamento inteneriti e deliziati, a seconda del sesso di colui a cui erano rivolti. 
In effetti aveva visto spesso le kunoichi del villaggio coccolare il cagnolino con degli sguardi adoranti. Con Kiba che ghignava fiero come se il suo compagno avesse appena catturato il Kage del villaggio nemico.
Insomma, gli era sembrato un peloso spreco di spazio, ad esser sinceri, al massimo un originale modo di tenere calda la testa- non che Kiba ne avesse bisogno, per l'amor del cielo, quel ragazzo era già abbastanza impulsivo e iperattivo. 
Hinata-sama invece lo aveva smentito subito: tentennando e balbettando gli aveva assicurato che Akamaru era davvero utile sia nelle ricerche che nei combattimenti veri e propri, e per questo nessuno si indignava quando Kiba proclamava fiero che il Team 8 aveva quattro componenti.
Col tempo si era accertato della cosa: Akamaru aveva una parvenza tenera ed era sempre in cerca di coccole, ma sapeva essere letale. Come qualcuno di sua conoscenza.
Sorvolando sull'ultimo, inutile e assolutamente non rilevante pensiero, sta di fatto che Neji aveva imparato ad accettare l'utilità di un cane ninja.
Poi all'improvviso il cucciolotto non stava più in testa a Kiba. E non ci stava sia praticamente, camminando fiero con le sue quattro zampe, sia fisicamente, cioè non poteva starci, perché avrebbe spiaccicato la testa del suo padrone.
Insomma, ora dopo appena tre anni il cucciolotto-peluche era diventato alto come lui. Anzi, forse in piedi era più alto di lui, e la cosa non lo rassicurava affatto.
E per essere chiari, era certo che non avesse tutti quei denti, da piccolo. O quegli occhi da cacciatore in attesa di catturare la preda - che in un altro pensiero assolutamente ignorabile, ricordavano quelli di una certa persona.
E se quando era andato a trovare Hinata-sama dopo il loro combattimento all'esame di selezione dei Chunin non aveva degnato che di uno sguardo di superiorità il cagnolino che gli abbaiava furiosamente contro da sopra la testa del suo padrone- con lo stesso sguardo di rabbiosa aggressività del peloso compagno- ora la sua sola presenza bastava a spav... A innervosirlo. 

- Deve.. Ah.. Deve rimanere proprio qui? - sperò di essere riuscito a dare una parvenza sicura e appena scocciata alla sua voce... Non ne era certo però, le mani di Kiba erano decisamente troppo vicine al bordo dei suoi pantaloni perché lui riuscisse ad avere la percezione della sua voce. 
- Ti dà fastidio? - Kiba stava ghignando, ne aveva la certezza anche se al momento le sue labbra erano impegnate sul collo dell'altro quindi non poteva vedere la sua espressione. Ma sapeva che stava ghignando. Sentì il corpo di Kiba inarcarsi contro il suo quando gli baciò quel punto dietro l'orecchio, per poi tornare ad appoggiarsi al muro con un sospiro pesante che non giovava per niente alle condizioni dei suoi pantaloni. 
- Non è il massimo essere fissati mentre... In certi momenti. - si corresse velocemente mentre l'altro si metteva a ridacchiare. Dannazione, solo Kiba riusciva a imbarazzarlo ed eccitarlo nello stesso momento. E con una sola, semplice risatina.
- Tutto questo pudore non ti si addice, Neji - Kiba sorrise tranquillo appena prima di tirarselo violentemente contro, facendo scontrare i loro corpi. Un brivido bollente scese per la spina dorsale di Neji, che non riuscì a trattenere un gemito roco. Diamine, era in certi momenti che capiva quanto profondamente Kiba assomigliasse ad Akamaru. 

Prima di conoscerlo più... a fondo, era convinto che Kiba fosse un po' un Naruto più selvatico, forse più violento, ma nulla di più. E invece... Invece Kiba assomigliava certo a Naruto in alcuni tratti - la vivacità, l'impulsività, la sicurezza- ma poi... Poi era semplicemente Kiba, con la sua irruenza, il suo legame intimo e crudo con Akamaru, la necessità di avere coccole nei momenti più disparati - anche se stranamente soprattutto quando Neji si sentiva triste-, l'espressione di malinconico affetto quando parlava della sua famiglia...
... E la capacità di pianificare l'attacco, imprigionare la preda e assalirla proprio quando essa si credeva al sicuro.
Avvertì il fiato caldo di Kiba contro il collo e ne ebbe la certezza: Kiba era un lupo e in quel caso lui, cioè la preda, era ormai perduto.
Ed ecco, un'altra cosa tipica di Kiba: il suo sguardo, ora che l'aveva definitivamente catturato.
Era lo sguardo di quando sapeva che Neji ormai era suo, uno sguardo sicuro che ormai il suo pudore e imbarazzo si erano sciolti sotto il calore delle sue carezze e allo stesso tempo uno sguardo eccitato e languido, con gli occhi liquidi che pregustavano il piacere.
Era il momento magico in cui l'eccitazione frenetica che lo prendeva non appena aveva Kiba a portata di mano - letteralmente- si scioglieva in una dolcezza calda e quasi viscosa, e Neji sapeva che si amavano. Rimanevano a guardarsi per qualche secondo e poi o la dolcezza si imprimeva a fuoco nel loro amplesso, lento e fatto più di occhi e labbra che non di corpo e sudore, oppure invece - e questo accadeva soprattutto quando per un motivo o per l'altro era da molto che non... stavano insieme- lo riprendeva una frenesia di toccare, baciare, sentire Kiba il più in fretta e il più profondamente possibile. 
- Neji...- e quando Kiba sospirava in quel modo, Neji sapeva che non gli importava davvero niente se erano dietro al ristorante in cui stavano tutti festeggiando il ritorno di Naruto, se erano in un vicolo dove tutti avrebbero potuto vederli se solo avessero usato la porta sul retro, se Kiba lo avrebbe insultato - perché mai avrebbe dovuto essere solo colpa sua, poi?- perché non aveva mangiato la carne e, diavolo, non gli importava se Akamaru era lì a guardarlo con quell'aria spavent... fastidiosa.

- Wof! Wof! 
Neji in verità non aveva collegato subito il rumore di un cane al cane lì vicino a loro- labbra di Kiba decisamente troppo vicine- per cui si ritrovò un pochino spiazzato quando Kiba lo spinse lontano da lui per poi accucciarsi accanto alla bestiac...cane. 
- Hai ragione, Akamaru... È davvero ora di rientrare!
Akamaru si alzò, scodinzolando felice e leccando soddisfatto la mano di Kiba. Mano che avrebbe dovuto essere artigliata alla sua schiena o a strattonare i suoi capelli.
- Neji, rientriamo? -
Rispose con un grugnito, maledicendo Akamaru che lo guardava a metà tra un padre contrario al pretendente dell'unica preziosissima figlia e un fidanzato piuttosto possessivo.
Neji si chiese se il suo clan sarebbe stato più fiero di lui sapendo che invece di essere impaurito da un cane ora ne era geloso. 

Spero vi sia piaciuta :) commenti e consigli mi farebbero molto piacere!
Grazie per aver letto!