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Autore: KeKeChan    13/02/2008    3 recensioni
Edward sospirò.
«Jasper ci ho già pensato. Esme è nata nel 1895...e Aquis dimostra al massimo quindici anni...in questi ultimi vent'anni noi non siamo entrati in contatto con nessun essere umano.»
Tutti rabbrividirono. Le soluzioni erano due. La prima: Aquis aveva mentito. Probabilmente non conosceva Esme, l'aveva detto solo per confonderli ancora di più. La seconda: Aquis aveva detto la verità. E in quel caso stava nascondendo qualcosa. Probabilmente anche lei era immortale e aveva conosciuto la loro madre nei secoli passati.
Ma allora...era una vampira? No...la sua temperatura era troppo alta, anche molto più di qualsiasi essere umano. Ormai non c'era altra scelta.
Dovevano - e volevano - conoscerla meglio.
Genere: Commedia, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Dico solo una cosa: questa storia è basata principalmente su Twilight *sbava*, ma ho voluto fare qualche cambiamento. Come prima cosa: dimenticatevi Bella Swan, o voi che entrate. Perchè in questa ficcy lei non è mai esistita. Gia già. *ò* Ho preso in prestito alla Meyer i suoi personaggi vampirosi e ne ho introdotto alcuni nuovi. La storia inizia con Edduccio e la caVa combriccola alla mensa, dove, invece che Bella, come nuova studentessa c'è...


Polarity



Per un essere umano qualunque, la scuola è una grande scocciatura. I ragazzi a quell'età pensano solo a divertirsi, a incontrarsi con i propri coetanei, a mandarsi messaggini col cellulare. Per un vampiro la scuola è un momento di sofferenza e incredibile noia. Oltre al fatto di dover sopportare l'odore di sangue che arriva alle narici, un vampiro è costretto ad ascoltare, giorno dopo giorno, le solite cose. Cose che ormai conosce a memoria. Cose che forse vorrebbe smettere di ascoltare. Cose che a volte ti fanno desiderare di essere morto. Ma questo non è possibile. Edward Cullen rifletteva attentamente sulla sua "normale" situazione da vampiro centenario, costretto da forze maggiori a frequentare i suoi - almeno apparentemente - coetanei diciasettenni. E l'ora di pranzo era la cosa peggiore in assoluto. Doveva restare per forza seduto ad uno stupido tavolo, mentre i pensieri di tutti quegli stupidi adolescenti li entravano in testa. E non c'era via d'uscita. Da un pò di tempo desiderava una bella scossa elettrica e ne fu davvero sorpreso quando, una mattina che sembrava come tante altre, arrivò.
Ma da dove è uscita? Non lo sa che gli occhiali da sole così grandi non vanno più di moda? Edward non si stupì più di tanto. Aveva letto molte volte pensieri di questo tipo su una nuova ragazza, che si era trasferita due giorni prima a Forks. Nonostante tutto non ne aveva mai sentito pronunciare il nome. Solo commenti sui suoi occhiali. Gli adolescenti erano così noiosi. Oh mio Dio! Ma è lei? Sembra proprio una Cullen! Meccanicamente Edward sollevò lo sguardo dal suo vassoio pieno. Incredibile. La ragazza che aveva davanti sembrava davvero...una come lui. La pelle era diafana, bianchissima, i capelli neri le incorniciavano il viso ad arte. No, adesso che guardava meglio non erano neri...erano sul castano. Un castano particolare, scurissimo, che non aveva mai visto prima. Era vestita in modo molto semplice, ma che evidentemente rifletteva la sua personalità. Un maglioncino nero, a collo alto, coperto leggermente da un' altra maglietta color rosso scuro. Poi aveva addosso dei jeans molto semplici, rovinati sulle ginocchia. Ma la cosa che più lo colpì furono gli stivali che indossava. Stonavano con il resto dell'abbigliamento. Neri, col tacco abbastanza alto, gli aveva indossati sopra i jeans. I lacci invece erano bianchi. La ragazza era seduta al tavolo davanti a quello suo e dei suoi fratelli. Le fissò per un attimo il viso. Non riuscì a distinguere con chiarezza tutti i particolari, visto che era ricurva su un libro. Ma notò quei famosi occhiali da sole. In effetti, erano un pò inusuali. Troppo larghi, le coprivano totalmente gli occhi, un pezzo della fronte e delle guancie. Rimase a fissarla un pò troppo a lungo, tanto che Alice si insospettì e gli diede una gomitata.

«Ehi Ed! Si può sapere che ti prende?» Sua sorella sussurrò appena, ma per lui non fu difficile sentirla.
«Niente. Stavo solo guardando la novellina.» Edward tornò a fissare tranquillo il piatto.
Alice sollevò lo sguardo con un movimento impercettibile. Poi sorrise.
«Ah! La nuova! Strano abbigliamento, eh? Io l'ho vista a Educazione Fisica. Però non ha voluto fare lezione. Alcuni hanno detto che forse è straniera.»
Edward ci pensò un pò su prima di porre alla sorella quella domanda.
«Non ti sembra che lei sia...come noi?»
Alice ebbe un fremito.
«Ma si! Non ci ho pensato prima! La carnagione è quella! Insomma, mai visto un essere umano con quel bianchiccio. A meno che non abbia appena vomitato sei litri di succhi gastrici.»
Edward ridacchiò, mentre Emmett si unì alla conversazione.
«L'aspetto della vampira ce l'ha, non credete?» Emmett fece l'occhiolino al fratello. Brutto gesto, o almeno quando Rosalie è nei paraggi.
«Che cosa vorresti dire con questo?» Infatti eccola.
«Ma...io...ecco...vo..volevo dire...oh Rose ma lo sai che oggi i tuoi capelli sono stupendi?»
I fratelli ridacchiarono all'unisono e nel frattempo Edward lanciò un'occhiata alla nuova ragazza. Sembrava che anche lei, nonostante fosse china sul libro, ridesse.

  
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